di Angelo Iocco
10 ottobre 2023
Artisti Abruzzesi - La bottega dei Conti di Sulmona alla fine dell’800.
di Angelo Iocco
5 ottobre 2023
Padre Settimio Zimarino o.f.m. nel XX anniversario della morte.
Antonio Maranca e la Istoria Diplomatica di Lanciano. Parte seconda, la Cronaca della Visita di Ferdinando II a Lanciano nel 1832.
Ferdinando II d’Aragona |
Il Maranca dunque
riporta solo i diplomi in cui Lanciano viene arricchita e investita di questo e
di quell’altro privilegio. Notiamo, leggendo queste carte, il rito solito di
umiliazione della delegazione dei sindaci al nuovo re, per avere conferma delle
precedenti carte, notiamo la conferma dei vari feudi del circondario
lancianese, che Lanciano alla fine vendette, esempio di Castelnuovo, senza
l’autorizzazione regia, come prescritto nei privilegi, notiamo le conferme,
specialmente quelle di Ferdinando o Ferrandino II del 1495 di tutti i privilegi
passati, notiamo un ennesimo tentativo di Ortona di istituire la sua Fiera con
l’usurpazione di Carlo VIII, privilegio immediatamente cancellato da Ferdinando
I e poi da Federico III ribadito nel suo annullamento; notiamo il tentativo di
Chieti di istituire una sua Fiera presso la Pescara, puntualmente bloccato
dalla regia corte…fino ad un arresto improvviso dei privilegi, soltanto
qualcuno del 1608 di Filippo IV e la menzione di una lettera del re Carlo VI
del 1729. Eppure altri documenti ce ne sono! Specialmente documenti e dispacci
per quanto riguarda la gestione delle Fiere, tanto che molti di questi sono
raccolti nel volume Fiere e consigli (gli unici che si sono degnati di
studiarli, per sommi capi, finora sono stati Corrado Marciani e Luigi Russo nel
suo libro postumo sulle Fiere lancianesi), presso l’Archivio storico comunale;
insieme ad altre carte di un volume senza titolo, che ha utilizzato carte di
scarto, con diversi conteggi di bestie vendute e invendute, risalente al XVII
secolo, che si conserva nella sezione Manoscritti della biblioteca comunale
lancianese. Ma tempo al tempo, avremo modo di integrare ulteriori notizie con
questi documenti inediti.
Lettera di re
Ferdinando dell’ottobre 1464 scritta da Chieti ai sindaci di Lanciano,
acciocché il tesoriere regio facesse il suo conto per lo sposalizio di Eleonora
d’Aragona sua figlia. Segue la trascrizione della lettera, in cui Re
Ferdinando, ai sindaci di Lanciano, condona le collette per lo sposalizio della
figlia Eleonora, in quanto la città si è sempre dimostrata fedele e retta verso
la Corona. Dato nella Città di Chieti, 11 ottobre 1464; lettera citata anche da
Fella.
Al num. 173, c’è una
lettera spedita da Caramanico il 20 ottobre, il re Ferdinando rinnova le grazie
a Lanciano, ricordando di come fu bene trattato quando fu ospitato in città, e
manifesta il desiderio di ritornarvi; fa inoltre intendere delle cattive
condizioni di salute della regina Giovanna d’Aragona, per cui si vede costretto
a rientrare a Napoli, e a rimandare la visita in Lanciano. Segue il testo della
lettera. Dato in Caramanico, 20 ottobre 1464.
Segue il privilegio del
re Ferdinando del 1465, in cui nomina cavaliere Denno Riccio di Lanciano,
donandogli dei beni per i meriti. Segue una lettera del re al Preside d’Abruzzo
del 10 giugno 1470, in cui gli comunica di reprimere le ribellioni dei paesani
di Castel Nuovo (Castelfrentano)[1].
Il 17 novembre 1467 il
re fece differire il pagamento della gabella del vino sino ad aprile, perché
gli introiti della Città maturavano a maggio con la Fiera, nel documento questa
Fiera viene detta antica “di mille anni” e tra le più antiche del regno,
ricordando ed accordando la franchigia per i mercanti partecipanti, anche
dall’estero; dalle mercanzie provenienti alle Fiere, il re ordinò che il regio
fisco riscuotesse il 3 e mezzo percento, il re ricordò la proroga della
franchigia di 3 anni nei confronti di Paglieta, nel circondario lancianese, e
relativa diminuzione della tassa.
Al num. 175 del 18
dicembre 1468, il re ordinò ai sindaci di Lanciano che vi alloggiasse la
squadra di Nicola di Turali, e che le altre truppe di passaggio andassero
altrove, onde impedire danni pecuniari alla Città.
Al num. 176: lettera
del re Ferdinando al Preside d’Abruzzo, del 10 giugno 1470, già citata, di
reprimere i disordini dei Castellini a Lanciano. Ne segue un’altra, in cui
concede poteri al Preside per il modo e il come reprimere la rivolta. Lettera
data in Castel Nuovo di Napoli, 10 agosto 1470.
Num 178: Il Re
Ferdinando accorda a Lanciano, il 1 maggio 1471 il permesso, con il pagamento
di 200 ducati, di acquistare i castelli di Turri e Moggi (oggi zona
Rizzacorno), incamerati nel Regio Demanio dopo esser stati espropriati al Conte
Orsini.
Num 179: il 4 agosto
1472, Lanciano ottenne favori col possesso di Ari.
Num. 180: il diploma
del 1 maggio 1476, con regio assenso, si ottiene la vendita di metà del
castello di Moggio da Giacomo di Cicco a beneficio della città.
Num. 181: nel 1480 re
Ferdinando e la moglie Isabella accordano che alle Fiere della città non vi
potessero essere, nel momento dello svolgimento, rappresaglie e arresti per debiti.
Num. 182: il 18 aprile
del 1480 il re, dagli accampamenti presso Taranto, dà ordine a Carletto
Caracciolo suo ciambellano, di comunicare a Lanciano il possesso dei castelli
di S. Venera e Castel Nuovo, di Aregio (Arielli), Ocrecchio, di Vasto inferiore
e superiore, e S. Amato, e di esercitarvi i propri diritti, giusta la
convenzione di re Ladislao del 20 marzo 1406.
Num. 183: il 20 giugno
1480 il re ordinò che si ottenesse la franchigia alla Fiera per i mercanti,
affinché potessero ottimamente esercitare i commerci, per le mercanzie
provenienti dal porto di San Vito, e di pagare la tassa del 3 e mezzo percento
per lo scalo portuale; che gli ufficiali regi rispettassero i Capitoli e i
Privilegi accordati a Lanciano, affinché non ci fossero disturbi durante lo
svolgimento, e che il Capitano regio non si intromettesse negli affari
municipali, e che solo i deputati avessero il diritto di tenere il sigillo
pubblico, come da protocollo.
Num. 184: nel diploma
regio, Denno Ricci ebbe l’indulto generale nel parlamento del 7 novembre 1481,
e fu reintegrato nella Città con i beni e gli onori, re Ferdinando commissionò
l’osservanza del privilegio ad Alfonso II suo figlio, vicario del Regno.
Num. 185: una lettera
reale del 3 dicembre 1487, in cui Lanciano può usare 200 ducati per la
riparazione delle mura, con l’intervento del Tesoriere regio e del Capitano. La
concessione durerà 5 anni, nel fondaco regio verrà stimata la quantità tale da
prelevare 200 ducati ad anno, con la condizione detta di riparare le mura. Dato
in Foggia, 3 dicembre 1487.
Num. 186: privilegio da
Castel Nuovo, il 22 maggio 1488, dove il re ordina la cacciata da Lanciano
degli ebrei, schiavoni, ed epiroti per i disordini e gli scandali; Maranca
desume queste brevi note sempre dalla ms. Istoria critica di Lanciano,
vol. 1 , di Antinori, un tempo presso la sua biblioteca a Lanciano, e poi
confluita nei manoscritti della Biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele III” di
Napoli. Segue la trascrizione in latino della lettera di re Ferdinando, in cui
per questi scandali, multa di 1000 denari chi avrebbe cercato di far rientrare
costoro nella città. Dato a Paglieta 5 luglio 1489.
Carlo V |
Num 188: privilegio di
Ferdinando del 1488 in cui approva gli Statuti lancianesi per un Collegio di
Artieri, di aghi e di fusari.
Num. 189: lettera del
nuovo re Alfonso II ai “magnifici e diletti uomini lancianesi fedeli alla
Corona”, in cui invita i lancianesi a non dolersi per i passaggi delle truppe
regie, promettendo di ampliare i privilegi già in possesso della Città, per
conto del patrizio Denno Ricci, ma al momento “che non semo per mancare un pelo
da quando lo Signoro Re comanda, e questo fatto sia subito, perché detti homini
di armi stanno qua’ e tuttavia si querelano”. Dato in Ortona, 28 marzo 1489.
Num. 190: lettera di
Alfonso duca di Calabria dell’11 luglio 1489 a suo figlio Ferdinando II
principe di Capua, che staziona in Paglieta, affinché scacciasse gli schiavoni
e gli epiroti per disordini..
Num. 191: privilegio di
Ferdinando da Foggia, il 3 dicembre 1489, che concede 2000 ducati per
riedificare le mura, i torrioni, le antemurali, i rinforzi della parte
meridionale (ovvero la zona sud del Torrione aragonese). Commenta Maranca che
in quel momento Lanciano diventò una Piazza, e inizierà a subire diversi
assedi, celeberrimo quello che avverrà per mano del Conte di Lautrech.
Num. 192: Alessandro VI
Papa per evitare dissidi tra chietini e lancianesi, smembrò il territorio
diocesano, e dichiara la Chiesa Lancianese direttamente sottoposta alla Santa
Sede, e non più alla Diocesi Teatina; il breve apostolico è del 9 ottobre 1492.
Num. 193: altro
protocollo di re Ferdinando del 18
febbraio 1494 in cui concede a Denno, Giovanni Riccio 200 ducati sulla bagliva
di Laniano, confermando a loro il possesso di Fossaceca, Pietraferrazzana e S.
Apollinare.
Num. 194: il nuovo re
Alfonso II riceve la delegazione dei sindaci lancianesi per l’omaggio di rito,
il 15 marzo 1494, e conferma tutti i passati privilegi in protocollo,
sottoscritti anche dal suo figlio Ferdinando II duca di Calabria.
Napoli, piazza Mercato |
28 settembre 2023
La presenza di Annio Lora a Lanciano.
22 settembre 2023
Camillo Di Benedetto, poeta maliconico di Castel Frentano.
di Angelo Iocco
Ormai da un po’ è caduto nel dimenticatoio, eppure fu un
grande poeta, nativo di Castel Frentano, nacque il 19 luglio 1918, e morì a
Lanciano il 20 settembre 1992. Crebbe sotto la fama dei due grandi cantori di
Castannove, il dott. Eduardo Di Loreto, di cui imparò le poesie, e di Pierino
Liberati, fine musicista. Per ragioni di lavoro, Di Benedetto dovette
trasferirsi più volte, fino a trovare un posto alla Società Elettrica Frentana
presso l’ENEL come tecnico, a Lanciano, dove si trasferì, all’ultimo piano di
un palazzo a via salita Madrigale vicino piazza Garibaldi, comunicando con
l’appartamento del prof. Federico Mola di Orsogna, altra grande mente
lancianese. Di carattere riservato, umile, ma con una precisa visione della
vita e dell’esistenza, compose bellissime poesie, che raccolse in volumetti,
nonché compose canzoni, che furono musicate da Mario Lanci, Lino Crognale,
Vincenzo Polidoro. Famosa e ancora eseguita la canzone “Come lu grane” con
musica di Lanci. Partecipò a Montesilvano al Festival Canti della Montagna.
Festival Canti della Montagna, 1990
Coro “T. Coccione” Poggiofiorito
Funtanelle di muntagne di Di Benedetto e Vincenzo Polidoro
4° edizione
Incante d’Abruzze di Di Benedetto e Polidoro
5° edizione
Majella me’ di Di Benedetto e Polidoro
Due principali raccolte poetiche: La mentucce e l’ardiche,
Itinerari, Lanciano 1979, e La pruteste, Itinerari, Lanciano, 1964.
La prima raccolta fu l’ultima da lui pubblicata, dove
raccoglie il meglio della produzione della sua vita, articolata in vari gruppi.
Molto evocative sono delle liriche: “Lu frene de lu monne”, il Poeta affronta
il problema reale del tempo che fugge nella vita, il cui freno, l’unica gioia,
è solo un evento lieto, in questo caso la nascita del nipotino. Bellissime le
liriche “Suonne e nustalggie” (quest’ultima musicata da Mario Lanci), e
“Destine ‘ngrate”, dove inizia a trasparire la poetica del Di Benedetto, la sua
visione del mondo, il suo concetto della vita, affrontato sulla base delle
esperienze sociali nel piccolo paese di Castelfrentano; nella prima Di
Benedetto si abbandona alla nostalgia, un sogno di ombre e fantasmi, dei suoi
cari ora non ci sono più, e rievoca con commozione il Natale, momento in cui ci
si riuniva accanto al focolare per aspettare l’ora della Messa, unico momento
di assoluta felicità, innocenza, e concordia della famiglia. Nella seconda Di
Benedetto maledice il tempo, che non porta giovamenti, ma solo sventure, fa invecchiare,
fa perdere la forza, e gli amici di un tempo, tema che riprenderà anche nella
poesia metaforica “Ere nu galle”, un gallo piumato, vigoroso e fiero, e ora da
vecchio, ridicolo, che non riesce manco a cantare per dimostrare la sua forza,
tutto spennato.
12 settembre 2023
Giulio Sigismondi, voce del poeta e Canzoni Abruzzesi cantate da Aristide Sigismondi.
11 settembre 2023
Gli affreschi rinascimentali di Lanciano, da San Legonziano alla Crocifissione dei Carmelitani.
Lanciano, ex cappella Madonna dei Raccomandati nel santuario del Miracolo Eucaristico, affresco del Battesimo di Cristo, 1515. |
10 settembre 2023
6 settembre 2023
Giuseppe Lamberti, un tardo-solimenesco in Abruzzo.
Giuseppe Lamberti, La Madonna e San Girolamo eremita, chiesa di San Gaetano (oggi in Arcivescovado), Chieti. |
Giuseppe Lamberti, Gloria di San Gaetano, cupola della chiesa di San Gaetano, Chieti. Foto Marco Vaccaro |
31 agosto 2023
Cesare De Horatiis e la sua Poesia patriottica.
27 agosto 2023
Artisti lancianesi del ‘700, Domenico Renzetti e Francesco Maria Renzetti.
Domenico Renzetti,
Sant’Agostino, dalla omonima chiesa, Lanciano, Museo diocesano,
Lanciano
Artisti lancianesi del ‘700, Domenico Renzetti e Francesco Maria Renzetti
di Angelo IoccoDomenico Renzetti, Sant’Isodoro agricoltore, chiesa di S. Biagio, Lanciano
22 agosto 2023
La bottega di Nunzio e Antonio Ferrari da Guardiagrele.
Nunzio Ferrari, statua di Sant’Antonio abate, chiesa di San Rocco, Guardiagrele |
Fratelli Ferrari, Sant’Ambrogio, statua della Basilica cattedrale di Lanciano, 1885 |
14 agosto 2023
Antonio Maranca e la istoria diplomatica di Lanciano. Parte prima.
Pompilio Maranca, padre di Antonio, ritratto dal
palazzo Stella-Maranca-Antinori, conservato oggi nel Museo diocesano di Lanciano. |
Antonio Maranca e la istoria diplomatica di Lanciano. Parte prima.
Il
manoscritto è classificato 1/I/28, nel corpus dei manoscritti del Maranca nella
biblioteca comunale di Lanciano. Corradino Marciani ne trasse una copia in un
diario, conservato nell’apposito Fondo Marciani presso la biblioteca. Le fonti
sono la Chronologia Anxani di Giacomo Fella, il manoscritto Istoria
critica di Lanciano fascicolo 1 di Antonio Ludovico Antinori (conservato
presso la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria), in parte
copiato e pubblicato da Domenico Romanelli nel 1790, nelle Antichità storico
critiche dei Frentani, le Memorie istoriche dei Tre Abruzzi di
Antinori, edite in 4 tomi dal 1781 al 1784, nonché il manoscritto dei Privilegi
compilato da Giuseppe Ravizza nel 1735, il cui originale si conserva nella
biblioteca della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, mentre una fotocopia
nella biblioteca comunale lancianese. Abbiamo parlato del manoscritto su
Lanciano dell’Antinori pubblicato parzialmente dal Romanelli, abbiamo altresì
notato che, in una nostra ricerca a Napoli circa questo corpus consistente in 6
fascicoli, più uno con riproduzioni di lapidi e iscrizioni lancianesi, ci siano
corrispondenze tra il fasc. n. 5 dal titolo “Aggiunte all’Antinori”, con
ulteriori notizie storiche su Lanciano aggiunte da altre mani, forse dalla famiglia
Liberatore, forse da Pasquale Maria Liberatore giurista? Fatto sta che nel
manoscritto di Maranca sui Diplomi, in nota in diverse pagine, questo fascicolo
del Liberatore è citato, insieme al fascicolo 1 della “Istoria critica di
Lanciano”.
L’introduzione del manoscritto di Maranca riporta l’intento dell’autore di illustrare i privilegi reali di Napoli concessi alla città, per ricordare le glorie del passato della Patria, distintasi nel Reame per virtù, fedeltà, servigi e ricchezza, per ricordare fatti e situazioni memorabili di cui Lanciano fu protagonista, e in cui restò coinvolta, nell’ambito delle successioni dinastiche nel Regno, specialmente negli scontri tra Angioini e Durazzeschi, e Angioini e Aragonesi, nonché negli scontri di potere tra francesi e spagnoli. Maranca tiene a sottolineare specialmente la fedeltà e i servigi della città verso la Corona Napoletana, e cita un privilegio di Alfonso d’Aragona del 24 gennaio 1441 in cui Lanciano è nominata “città fidelissima”, per cui concede la facoltà di redigere gli Statuti civici; a seguire Maranca ricorda la decadenza della città e delle sue Fiere con il governo vicereale spagnolo, fino a riacquisire il rango di città demaniale, sebbene depauperata, nel ‘700 con Carlo III di Borbone; ricorda il prestigio delle Fiere, citate in un diploma di Enrico VI di Svevia, circa la libera istituzione delle Fiere in città, concedendo le vettovaglie nei mesi di maggio e settembre. Questo diploma, estratto dai Manoscritti di Bocache, non venendo citato nemmeno da Fella, né dal Ravizza, è da considerarsi falso.
La Regina Maria e Carlo II d’Angiò |
Passiamo in rassegna gli altri diplomi e privilegi, nel numero di 228 di quelli regestati da Maranca, mentre altri sono riportati per intero in appendice al volume manoscritto. In nota a ciascuna pagina, Maranca inserisce la fonte da dove sono tratti questi documenti, principalmente, come è facilmente ipotizzabile, vista la parentela, le note vengono dal manoscritto “Istoria critica di Lanciano” dell’Antinori, che Maranca ebbe facoltà di consultare insieme ad altri manoscritti dell’arcivescovo aquilano.
19 luglio 2023
I Viaggi Adriatici di Serafino Razzi, Viaggio nell'Abruzzo (1572 - 1577): L'Aquila, Teramo, Penne, Chieti, Lanciano, Ortona, Vasto.
Padre Donatangelo Lupinetti, etnologo e studioso abruzzese, ultima intervista 19 agosto 2000.
14 luglio 2023
9 luglio 2023
8 luglio 2023
Angelo Iocco, Lanciano: Monumento ai Caduti 1915-1918.
Lanciano: Monumento ai Caduti 1915-1918