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26 marzo 2024

Modesto Della Porta, il Poeta d’Abruzzo e del Ta-pù.


Modesto Della Porta, il Poeta d’Abruzzo e del Ta-pù

di Angelo Iocco

 

L’Abruzzo è Modesto Della Porta. Guardiagrele è Modesto Della Porta.

Nel panorama della Poesia dialettale abruzzese, non possiamo non parlare del Nostro. Talmente amato era, e popolare, che ad esempio quando estrassero i corpi dei Caduti della tragedia di Marcinelle nel 1956, nella tasca di un opera fu trovata una copia sgualcita della sua raccolta di liriche Ta-pù, lu trumbone d’accumpagnamente.

Nacque il 21 marzo 1885, il primo giorno di primavera, e come lui diceva: La primavere è ‘ntrate, e i’ so’ scite. In questo saggio offriamo un sunto della vita e delle opere del Nostro, ampiamente studiato da Vito Moretti Nei Saggi di bibliografia Dellaportiana e in Per Modesto Della Porta. Saggi e apparati critici, in cui il Moretti riordina criticamente la composizione delle sue poesie, in ordine cronologico, con le diverse varianti dei manoscritti, e in allegato la commedia incompiuta de La Commedie di Cicche di Sbrascente.


Guardiagrele, piazza Duomo


Origini

Casa natale di Modesto, via M. della Porta, ex via Cavalieri

Nato a Guardiagrele, da Donato e Maria Vitacolonna, frequentò la scuola elementare e in parte la scuola media. Purtroppo dovette interrompere gli studi molto presto, e ciò lo segnerà a vita, non avendo potuto ricevere una formazione educativa completa. Divenne un sarto quale era la professione del padre, ed esercitò il mestiere nel suo paese e a Roma, ma amava comporre poesie che era solito recitare agli amici. Inizialmente pubblicò in periodici locali. Le poesie erano d'occasione (es: La pescherella), soprattutto per satira (L'amore de le 'hette - Lu pallune), inaugurazioni o matrimoni, come quello dell'amico Zopito Valentini direttore della rivista "Aprutium".

Le prime poesie e vita di paese

Aveva un fratello, Remo (1887-1986) e la sorella Concetta, che consegneranno le sue carte dopo la morte nel 1938. Remo e Modesto inizialmente furono di idee giolittiane e antisocialiste, a seguire di queste scelte, negli anni 1920 Modesto ebbe contrasti anche con gli amici come Gino Orlando, col quale si divertiva adesso in paese in compagnia del pittore Tommaso Cascella nelle taverne.



Il sentimento libero e critico e poco incline all'accomodamento fascista, portarono nel 1926 Modesto e Remo a essere schedati come antifascisti dal podestà Guido Cristini e a subire delle vessazioni. Nel frattempo Modesto intrattenere rapporti con vari personaggi dell'intellighenzia abruzzese e no, come il senatore Raffaele CaporaliRaffaele Paolucci di cui era fervido ammiratore, Luigi PolacchiGuido Albanese. A Caporali dedicò un sonetto N'avetra canzune in occasione di una cerimonia. Con Polacchi partecipò alla fondazione nel 1934 della Casa della Poesia a Pescara, un cenacolo di intellettuali abruzzesi. Negli anni 1920 Modesto partecipò alla Festa delle Canzoni abruzzesi di Lanciano e a qualche festa delle Maggiolate a Ortona con delle canzoni (Amore vecchie e amore nove - Vujje pijà la moje - Carufine). Avendo vinto il primo premio alla Festa delle canzoni di Lanciano, suscitò l'ira dei più famosi poeti abruzzesi come Cesare De Titta, Giulio Sigismondi, Evandro Marcolongo, e del professor Federico Mola di Orsogna; al contrario fu difeso dallo scrittore Giuseppe Mezzanotte di Chieti e da Camillo De Nardis da Orsogna famoso musicista a Napoli.

Il Della Porta era accusato di essere un intruso in questi concorsi, uno scrittore poco istruito e di serie B, generando vari strascichi polemici. L'unica sua canzone di cui resta lo spartito di G. Albanese è Vujje pijà la mojje.


Le poesie più impegnate

Amareggiato anche dalle vessazioni degli esponenti del fascismo, ragion per cui fu costretto a dare il buon esempio iscrivendosi al partito, e tirando un sospiro di sollievo qiando per malgoverno fu deposto il podestà Cristini, e inoltre deluso dal fatto di non essere considerato tra i poeti d'Abruzzo, Modesto fu difeso dall'amico professore Luigi Polacchi e Alfredo Luciani; tra gli altri amici aveva il pittore Michetti, Federico Spoltore, il comico Alfredo Bontempi. In questo contesto, Modesto si inserì nel dibattito circa il nuovo teatro dialettale abruzzese, si esibì nei teatri regionali suscitando applausi, e scrisse alcuni copioni poi andati persi, di cui restano i due atti di Cacce su rospe, una rielaborazione della famosa parabola biografica del bandista Francesco "Cicche" Di Sbrascente, pubblicata da Vito Moretti a Guardiagrele nel 1999 ("Per Modesto Della Porta: inediti e apparati critici", Guardiagrele 1999).

17 giugno 2020

Storia del dialetto abruzzese.

Il link con la playlist di:
Storia del dialetto abruzzese.


Documentari di Angelo Iocco sul DIALETTO ABRUZZESE, storia, fonetica, morfologia, sintassi, esempi con lettura di brani di poeti d'Abruzzo.
Con l'espressione dialetti d'Abruzzo si definiscono le varietà linguistiche romanze parlate nella regione italiana dell'Abruzzo (con dialetto si intende, a seconda dell'uso, una lingua contrapposta a quella nazionale o una varietà di una lingua). Tale territorio non si presenta unitario dal punto di vista linguistico, in quanto dette varietà appartengono a due gruppi diversi delle lingue italoromanze:

il dialetto sabino, che appartiene al continuum dei dialetti italiani mediani o italiano centrale il gruppo abruzzese dei dialetti italiani meridionali identificati anche come lingua napoletana o napoletano-calabrese. 

Distribuzione geografica 
L'isoglossa fondamentale (indebolimento delle vocali atone) che serve, secondo la più parte degli autori a distinguere i dialetti italiani meridionali da quelli mediani attraversa l'Abruzzo, partendo da Campotosto, toccando le frazioni dell'estrema periferia della città dell'Aquila, cioè Assergi (già ascrivibile però al dominio abruzzese), Camarda, Paganica e Pianola, per poi scendere più a sud ed attraversare alcune frazioni di Avezzano, cioè San Pelino, Antrosano e Cese, fino a giungere intorno a Canistro al confine con l'area laziale centro-settentrionale. 

Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia.
Come detto, i dialetti d'Abruzzo possono essere suddivisi in due gruppi, a loro volta articolati in otto aree complessive. 

Gruppo sabino 
Copre l'area sud-occidentale della regione e sconfina in Lazio, articolandosi nelle seguenti zone: 
aquilano-reatina, nell'antico contado amiternino, cioè a nord e ad ovest della città dell'Aquila, essa inclusa, salvo la frazione di Assergi, che però linguisticamente parte da Accumoli, nel reatino, comprende la valle del Velino, con i centri di Amatrice, Antrodoco, Cittaducale, fino ad inoltrarsi, con alcune variazioni, in tutta la provincia di Rieti ed in minima parte di quella di Terni; carseolana, attorno a Carsoli fra la Marsica e la valle dell'Aniene (Lazio); tagliacozzana, limitato a Tagliacozzo e alle località del suo circondario (Castellafiume, Scurcola Marsicana), ed esteso fino alle frazioni periferiche di Avezzano (San Pelino, Antrosano e Cese). Il confine dialettale passa all'interno del comune di Rocca di Mezzo) e il secondo, ad est della città dell'Aquila, a partire dalla frazione di Assergi, e a Bagno (antico contado forconese). Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone. In particolare nel dominio reatino-aquilano, area tradizionalmente conservativa, viene tuttora mantenuta la distinzione fra -o ed -u finali, a seconda dell'originaria matrice latina: ad esempio all'Aquila si ha cavaju per "cavallo" (latino volgare *CABALLU(M)), ma scrio per "io scrivo" (lat. volg. *SCRĪBŌ). Ad occidente del suddetto dominio si estendono le parlate dei Piani Palentini, con centri di irradiazione quali Carsoli e Tagliacozzo, la cui punta più a sud, a contatto con l'area abruzzese della Marsica, è San Pelino, frazione di Avezzano: a ridosso dell'area laziale, queste parlate sono caratterizzate dalla confluenza delle vocali originali latine -u ed -o nell'unico esito -o (cavajo, fijo), ma come il sabino possiedono il medesimo sistema vocalico, fonetico e morfologico. Questi dialetti appartengono al continuum linguistico mediano assieme ai confinanti dialetti dell'Umbria e del Lazio, privo di confini interni apprezzabili. 

Gruppo abruzzese 
Il gruppo italiano meridionale è diffuso nelle aree: abruzzese adriatica, relativamente omogeneo fino alla dorsale appenninica, parlato nel grosso delle province di Teramo, Pescara e Chieti, che presenta le maggiori differenze nel campo della pronuncia vocalica, al punto che può essere ulteriormente suddiviso in: Teramano-Atriano (tra Rocca Santa Maria, Campli, Sant'Omero, Martinsicuro, Isola del Gran Sasso e Silvi).