Dalla Gara delle Canzoni Abruzzesi di Pescara del 1922 alla Settimana Abruzzese di Castellammare-Pescara del 1923
di Angelo Iocco
Sulla scia delle Maggiolate di Ortona, iniziata nel
1920, a Pescara si organizzò, con bando della rivista “L’Idea Abruzzese” di
Zopito Valentini, una memorabile rassegna, chiamata “La Gara delle Canzoni
Abruzzesi”, cui aderirono diverse personalità regionali, come Romualdo Pantini,
Alfredo Luciani, Luigi Antonelli, Guido Albanese, Vincenzo Bindi, Tommaso Bruno
Stoppa, Ermindo Campana, Ettore Janni, Antonio Di Jorio, Gennaro Finamore,
Ettore Montanaro, solo per citare i più famosi. Presidente del comitato fu
Valentini, presidenti onorari D’Annunzio, Michetti, Croce, maestro, direttore e
concertatore Giuseppe Gargarella di Lanciano, grande amico di uno dei poeti che
presentò le canzoni: Giulio Sigismondi. Il duo realizzerà capolavori come Lucenacappelle,
Canzuna nustre, Vulesse, queste ultime due presentate alla Prima Gara delle
Canzoni Abruzzesi di Lanciano del 18-19 aprile 1922, vincendo il primo premio
per poesia e per la composizione.
Nel 1922 dunque proprio a Pescara dal 19 al 22
agosto (qualche mese dopo la burrascosa Rassegna delle Canzoni Abruzzesi di
Lanciano del 18-19 aprile), nella rassegna “Settimana Abruzzese”, organizzata
da Zopito Valentini pubblicista di Loreto Aprutino, dal commediografo Luigi
Antonelli e altri,con la canzone
dialettaleTuppe e Tuppe, il M° Pierino Liberati di Castel Frentano
(1894-1963)fu premiato come primo
classificato su 56 partecipanti;in
quell’occasione al cinema teatro “Vicentino Michetti” nel comune di Pescara in
viale Umberto (oggi Viale G. D’Annunzio), ci furono ospiti importanti
qualiD’Annunzio e Michetti, che
gradirono assai la composizione. Raccontano gli eredi che Michetti addirittura
si sarebbe alzato dal posto, gridando “Maestre, quess’è fregne addavère!”.
Utilissimi si sono rivelati i rari giornali che
descrivono gli eventi di quei giorni, dalla Tribuna, a L’Idea
abruzzese di Pescara[1]. La Gara
delle Canzoni, bandita dallo stesso giornale pescarese l’Idea abruzzese,
il 9 luglio 1922, presso il Grand Hotel di Pescara, fu presentata la canzone Tuppe
e tuppe. Il presidente Valentini si riuniva con la commissione formata da
alti nomi della musica abruzzese, Primo Riccitelli di Cugnoli, Pasquale Malaspina,
Ettore Montanaro di Francavilla, Vincenzo Vicoli, e poi i pittori e cultori
della materia Basilio Cascella, Tommaso Bruno Stoppa di Loreto, Enrico
d’Ovidio, Romualdo Pantini di Vasto, Luigi Antonelli. Dovevano essere presenti
anche altri illustri nomi come Vincenzo Bindi, Domenico Ciampoli, Gennaro
Finamore, Nicola Moscardelli, Ottorino Pomilio, Guido Albanese, F. Filomusi
Guelfi, ma a causa di impegni vari non furono presenti. 46 canzoni sono
presentate, come da regolamento non sono segnati i nomi degli autori, ma le
canzoni sono presentate con delle frasi a effetto. Tupp’e tuppe: “versi miei, musica di lui”. Molte
di queste furono presentate in contemporanea anche alle Maggiolate di Ortona.
La canzone dei Nostri è premiata a pieni voti.
Il giorno 22 agosto in commissione si riunisce la
giuria, al pianoforte Antonio Di Jorio che sostituiva il M° Giuseppe Gargarella
di Lanciano, come detto, figura come maestro concertatore, ma fu indisposto;
direttore d’orchestra era il M° Arturo De Cecco (anche lui amicissimo e
collaboratore di Sigismondi); si esibiscono i cori di Pescara e Vasto con 10
canzoni totali
LUCENACAPPELLE di Sigismondi-Gargarella
SI’ CCHIU’ BELLE SCIRRICHITE di Angelini e Ranalli
Dirige il M° Francesco Paolo Santacroce, tra le canzoni: Arvì (Misantoni-Vetuschi), A core a core (Di Loreto-Liberati), Tuppe e tuppe (Di Loreto-Liberati), Marrocche e frusce (De Carolis-Polsi), Stanotte è na notte d'incante (Miccoli-Liberati), Lu Fusare nnammurate (Sigismondi), La partenza de li pecurele (Sigismondi-De Cecco), L'Avemmarije (Di Loreto-Olivieri), Mare nostre (Illuminati-Di Jorio) ...
Eduardo Di Loreto e Pierino Liberati, storia minima dei mattatori della canzone popolare abruzzese a Castel Frentano.
di Angelo Iocco
In ogni paese d’Abruzzo nel Novecento è nata una stella, a Castel Frentano per la precisione due, che splendono ancora oggi, sebbene nel panorama culturale abruzzese siano ancora leggermente annebbiate e non abbastanza conosciute. Si tratta di Eduardo Di Loreto (1897-1958) e Pierino Liberati (1894-1963). Nelle coppie poeti-musicisti di spicco in Abruzzo quali Luigi Dommarco-Guido Albanese, Espedito Ferrara-Aniello Polsi, la triplice alleanza di Antonio Di Jorio-Evandro Marcolongo-Cesare De Titta-Luigi Illuminati, e Giulio Sigismondi-Arturo Colizzi, Giuseppe Gargarella-Arturo De Cecco, va aggiungendosi anche quella Di Loreto-Liberati di Castel Frentano!
Qualcuno con troppa superficialità, visto che mancano ancora studi approfonditi su questa coppia e su altri loro sodalizi sporadici durante la loro carriera, ha sbrigativamente giudicato Pierino Liberati come strimpellatore paesano, relegando ugualmente Di Loreto a ruolo di medico con la passione per versetti. Nulla di più falso. La passione di Pierino per la musica e per la chitarra nasce già da quando giovanetto partecipava ai concerti della banda di Castel Frentano, prese poi lezioni da un maestro locale, e infine studiò alla Scuola musicale di Pescara, divenuta poi nel 1927 Conservatorio “Luisa d’Annunzio”, fondato dall’intellighentia locale quali D’Annunzio stesso, Michetti, Cascella, Pepe, Polacchi; gli studi furono interrotti dallo scoppio della Grande Guerra, per cui Pierino Liberati dovette partire per il fronte, allietando le truppe con spettacoli e improvvisazioni musicali, tornando con congedo illimitato nel suo paese, e diplomandosi ufficialmente al Conservatorio di Pescara nel 1919.
L’anno seguente per l’Abruzzo inizia la stagione felice delle Piedigrotte poi Maggiolate a Ortona e Lanciano; Pierino Liberati non si lascia scappare l’occasione, perché proprio in questi mesi conosce il medico Eduardo Di Loreto, anche lui castellino, con cui stringerà un sodalizio lungo tutta la vita, fino alla morte del Di Loreto nel 1958. La prima canzone composta è Castannove, il cui motivetto “Castannove è nu ciardine / fiure, sole e aria fine!” è ancora oggi fischiettato in paese; a seguire per la 1° Maggiolata di Ortona esce A cor’a ccore, brano ancora oggi di repertorio nei cori abruzzesi e per il coro castellino, proprio perché la stessa canzone è una fantasticheria ispirata proprio a Castel Frentano, dove l’innamorato vorrebbe fuggire dal paesotto con la sua bella per vivere felice; nel 1923 per la Settimana Abruzzese di Pescara-Castellammare, un’altra gara canora stavolta tenutasi nel capoluogo adriatico per omaggio a Michetti e D’Annunzio, tra i cori partecipanti c’è anche quello di Castel Frentano con la canzone dell’indivisibile duo: Tupp’e tuppe, forse il capolavoro di questo formidabile duo, dove ogni parola e nota sono al loro posto, sembra che le note prendano per mano le note in una danza paesana dove il tema riguarda sempre l’amore disincantato e il desiderio frizzante di scappare con la bella amata dal paesetto.
Non a caso la canzone piacque molto a D’Annunzio e Michetti che erano giudici e ospiti della gara di Pescara, e Liberati ottenne un attestato di merito per il primo premio ricevuto, conservato ancora nell’archivio privato degli eredi Aroldo (Nino) e Maria Di Nardo Liberati, i due figli di Pierino. La coppia prolifica produsse decine e decine di altre canzoni per le feste di Castel Frentano, come la Settembrata Castellina del 1922, basta ricordare Stu paesette me’ – Canzone a dispette (un duetto con coro), dove l’innamorato fa una corte spietata alla sua bella, quasi arrendendosi alla fine, ma trovando di colpo lo stratagemma per conquistarla e sposarla, con il coro di sottofondo che canta e balla per la festa. Nell’ambito della canzone dialettale abruzzese, spesso troppo facilmente si cade nello stereotipo del tema, quello frivolo e amoroso, il desiderio della bella sposa, o l’amore disilluso e platealizzato nella maniera delle canzoni napoletane; ma non è così. Anche Di Loreto e Liberati variarono genere, composero canzoni d’occasione, come inni alla Madonna Immacolata di Castel Frentano, oppure una canzone che inneggia alla libertà e all’amore vero, quello de E’ finite la guerre!, composto su versi del Di Loreto proprio a temine della seconda guerra mondiale.
Castel Frentano infatti fu occupata nel 1943 dai tedeschi, essendo postazione di vedetta dall’ameno colle sulla Valle del Sangro e su Lanciano, gli anni furono molto difficili, e Pierino Liberati sembrò rivivere i periodi bui del fronte della Grande Guerra, dove ancora una volta dovette dilettare gli occupanti con le sue musiche, questa volta facendo cantare anche la sua diletta figlia Maria Di Nardo ai tedeschi, che estasiati e catapultati per qualche oretta in un’altra dimensione più bucolica e idilliaca, ricompensavano la famiglia Liberati con qualche dolciume.
Tornando un attimino indietro, trattando della poliedricità del Di Loreto e Liberati, i due insieme composero anche operette teatrali, altro genere ancora troppo poco apprezzato e non giustamente ricordato dagli abruzzesi. Dopo La festa di Sante Rocche e la Mascherata carnevalesca per Castel Frentano, in pochi quadri, dove i due amici si dilettarono nella rappresentazione dei tipi del paese, nel 1936 fecero il salto di qualità con l’opera in tre atti Lune e spose…tutte na cose! Con una vicenda più complessa e articolata, sempre in dialetto, alternando parti recitate a brani corali e cantati. Indimenticabile La romanza della mamma riproposta nelle corali, e cantata ancora oggi dalla diletta figlia Maria Di Nardo, a memoria, accompagnata dalla chitarra del nipote Piero Di Nardo, insieme a quasi tuti il repertorio dell’amato padre Pierino.
Lune e spose fu rappresentato al teatro Fenaroli di Lanciano, e per 16 sere girò per mezza provincia di Chieti, arrivando sia al capoluogo che a Ortona e Vasto con grande successo di pubblico. Trattando ancora della poliedricità di questi due autori, ambedue ebbero periodi di collaborazioni alterne, ad esempio il Di Loreto partecipò alla Festa del Mare di San Vito nel 1923 e 1926, e anche a delle Maggiolate, con alcune canzoni musicate da Vito Olivieri, come Vola canzone – Lu ritratte – Vu sapè, e composero insieme anche l’operetta Punte di stelle, di cui oggi è ancora cantata la romanza l’Avemmarije. Di contro Pierino Liberati collaborò, soprattutto dopo la guerra, con l’ortonese Custode Miccoli, per le locali sagre dell’uva, tra le più famose la canzone Stanotte è notte d’incante. Il figlio Nino Di Nardo ricorda ancora come questi poeti, ma anche paesani locali, come carabinieri e avvocati, venissero a casa di Pierino in corso Umberto, con dei foglietti di versi abbozzati, lui si sedeva al pianoforte o alla chitarra, provava alcune note, correggeva il testo (anche con Di Loreto!) e la canzone era nata dopo un ritornello! A nostro giudizio modesto, Eduardo, senza Pierino, non poteva raggiungere il grande successo che aveva ottenuto con l’amico nelle Maggiolate abruzzesi di Ortona. Non vogliamo tacere, per qualche paventata negligenza, del fatto che Pierino e Eduardo parteciparono insieme ad altri grandi quali il Dommarco, l’Albanese, il Fagiani, il Di Jorio, alle manifestazioni canore organizzate dall’OND di Chieti e delle varie sezioni di Lanciano e Ortona; parliamo della Sagra delle Canzoni Fasciste Abruzzesi di Poggiofiorito del 1939, dove il mattatore di casa era il fisarmonicista Tommaso Coccione, dove Pierino ed Eduardo composero alcune canzoni; ma anche per Castel Frentano i due composero una Serenatella fascista; i tempi di queste canzoni sono solitamente ben convenzionali e anche meccanici, l’esaltazione delle imprese italiane, l’omaggio al Duce, il gagliardetto, l’onore della Patria, l’elogio del focolare familiare, il disprezzo dello straniero ecc.
Quando invece il medico Raffaele Caporali di Castel Frentano fu eletto Senatore della Repubblica, i due composero un’altra canzone stavolta di tema completamente diverso, che gli anziani castellini ancora cantavano col ritornello “viva viva Capurale! / Viva viva lu Prufessore!”. Si badi a non cadere facilmente nell’accusa di fascismo ai due grandi amici, poiché tale attività dell’Opera Nazionale Dopolavoro era praticata da musicisti e poeti in tutta Italia, era una costumanza di quei tempi, si era completamente ignari dell’enorme tragedia che di lì a pochi anni sarebbe scaturita con la seconda guerra mondiale!
Dopo la guerra per il teatro nuovo di Castel Frentano, esce la rivista Il bel Monumento, per raccogliere fondi per il restauro del Monumento ai caduti nella villa; a seguire la rivista Città bella, dedicata a Roma, mai andata in onda per mancanza di fondi, e rivisitata con la nuova rivista Girandole d’oggi, sempre scritta da Di Loreto e Liberati. Tuttavia i gusti del pubblico non sono più gli stessi, qualcosa è cambiato, i periodi d’oro degli anni ’20 e ’30 sono lontani, Pierino ed Eduardo sono invecchiati, le canzonette abruzzesi non vanno più di moda, almeno a Castel Frentano e Lanciano, e l’attenzione si sposta verso i lirici Vittorio Clemente, Ottaviano Giannangeli, nelle Settembrate di Pescara. C’è una carenza di autori, tanto che a Ortona metà del repertorio è quello dei grandi classici dei assenti De Titta, Marcolongo, Illuminati, musicati da Di Jorio. Il lavoro scarseggia, per cui Pierino, dopo trent’anni passati a dirigere le bande di Castel Frentano, Sant’Apollinare di San Vito, anche Atri, deve piangere la morte di Eduardo nel 1958, diventato negli ultimi anni sempre più cupo e fobico, votato a una ricerca di studi filologici e critico letterari, timoroso soprattutto dei temporali.
Pierino deve emigrare dalla sua cara Castel Frentano e andare in Svizzera dopo il matrimonio della figlia Maria, si trasferisce nella comunità di Sciaffussa; qui compone un bellissimo Padre Nostro. Sarà tra le ultime composizioni, visto che la notte del 2 maggio 1963 morirà d’infarto nel sonno, non riuscendo a vedere le nozze del figlio Nino con Iolanda; dopo che per l’ultima volta la sera del 1 maggio suonò con tutta l’anima alcuni brani di repertorio e canzoni napoletane alla chitarra, venendo registrato dal figlio Nino con un nastro geloso, ancora oggi ascoltabile su internet grazie al lavoro dello scrivente.
Mi preme ringraziare Maria, Nino e Piero Di Nardo per la loro disponibilità, anche nella consultazione dell’archivio privato e delle composizioni inedite di Pierino Liberati. Molti spartiti sono originali, delle canzoni abruzzesi, e delle operette teatrali, altri sono completamente inediti, come la ballata di Sant’Antonio abate per banda, o la Notte di Venerdì Santo nota anche come I crisantemi, sempre per banda, eseguita una sola volta a Castel Frentano, e ora in attesa presso l’archivio, che possa tornare a rappresentare la tradizione canora dei castellini.
Oggi i due amici rivivono ancora nelle tradizioni canore dell’Agosto Castellino e del Premio di poesia “Eduardo Di Loreto”, istituito nel lontano 1979 per volere di alcuni intellettuali locali, di cui sono stati presidenti il poeta e giornalista Peppe Rosato ed Emiliano Giancristofaro di Lanciano; una gara canora aperta a tutti i poeti abruzzesi, soprattutto del circondario, che ha visto protagonisti Camillo Di Benedetto, Marcello Marciani, Luciano Flamminio e Camillo Coccione. Affinché, anche se in un microcosmo, quella sua cultura identitaria, non venga spazzata da nuove effimere mode e interessi!