Pagine

Visualizzazione post con etichetta Palizzi Filippo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Palizzi Filippo. Mostra tutti i post

15 luglio 2024

Filippo Palizzi, "La fanciulla sulla roccia a Sorrento”, 1871. Tra tanta bellezza si cela un misterioso messaggio...

Filippo Palizzi, "La fanciulla sulla roccia a Sorrento”, 1871, olio su tela, cm 55x80, Fondazione Internazionale Balzan, Milano.

 

Filippo Palizzi (Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 10 settembre 1899)
"La fanciulla sulla roccia a Sorrento”, 1871
Olio su tela, cm 55x80
Fondazione Internazionale Balzan, Milano.

Tra tanta bellezza si cela un misterioso messaggio: "Egli, che mi pose a giacere su questa roccia, mi dice di guardarti da mattina a sera e dirti sempre: sii felice. Felice."




Filippo Palizzi, "La fanciulla sulla roccia a Sorrento”, 
1871, olio su tela, cm 55x80, Fondazione Internazionale Balzan, Milano.



Tra i capolavori di Filippo Palizzi, "La fanciulla sulla roccia a Sorrento” rappresenta sicuramente uno dei quadri più conosciuti di tutta la sua produzione. 
Un dipinto bellissimo che, se pur osservato tantissime volte, cela una frase che solo pochi hanno notato. 
Infatti vi è nascosto al suo interno un messaggio che l’autore ha scritto sul profilo della roccia: "Egli, che mi pose a giacere su questa roccia, mi dice di guardarti da mattina a sera e dirti sempre: sii felice. Felice."


Particolare
















Altra frase si trova in basso a sinistra, dove possiamo notare la dedica prima della sua firma: "a Felice de Lapommeray Fili Palizzi 1871"
Il significato di questo messaggio è ancora tutto da chiarire.



Particolare
















Filippo Palizzi, "La fanciulla sulla roccia a Sorrento”, 
1871, olio su tela, cm 55x80, Fondazione Internazionale Balzan, Milano.



Filippo Palizzi, "La fanciulla sulla roccia a Sorrento”, 
1871, olio su tela, cm 55x80, Fondazione Internazionale Balzan, Milano


7 ottobre 2021

48 Acqueforti di Filippo Palizzi del 1853, tratte da "Usi e costumi di Napoli e contorni..." di Francesco De Bourcard.


48 Acqueforti di Filippo Palizzi (Vasto, 1818 – Napoli, 1899) (by Filippo Marino)
Da: Vasto Gallery

48 Acqueforti di Filippo Palizzi (Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 11 settembre 1899) del 1853, tratte da "Usi e costumi di Napoli e contorni..." di Francesco De Bourcard, Napoli.

Acqueforti tirate a torchio e colorate a mano raffiguranti scene di vita popolare napoletana.

48 Acqueforti:
I guagliune
Il calesso
Gli zingari
I mangia maccaroni
I Viggianesi
I zampognari
Il 4 di maggio
Il banditore di vino
Il caccia mole in carnevale
Il caffettiere ambulante
Il carrettiere
Il cenciaiuolo
Il ciabattino
Il ciucciaro
Il cocchiere
Il conciategami
Il fruttaiuolo ambulante
Il galantarario
Il giuoco della mora
Il guappo
Il capraio 
Il Maruzzaro
Il mulo di Massa
Il pizzaiuolo
Il portatore di acqua
Il pulizza stivali
Il ritorno da Montevergine
Il vaccaro
Il venditore di capitoni
Il venditore di robe vecchie
Il zampognaro co’ pupi
La capera
La fioraia
La lavandaia
La messa votiva
La ‘mpagliasegge
La nocellara
La nutrice
La serenata
Lazzaroni e facchini
Le bagattelle
Le zingare
Lo scrivano pubblico
Lo spazzaturaio
L’oliandolo
L’ovaiola
Marinai e pescatori
Scena delle feste di Montevergine

Filippo Marino



Nei primi anni Cinquanta dell’Ottocento il successo di Filippo Palizzi era cresciuto al punto da raggiungere l'America e la Russia. Fu allora che Francesco De Bourcard, editore svizzero amante di Napoli, ideò una raccolta di 100 acqueforti tirate a torchio e colorate a mano che raffigurassero scene di vita popolare napoletana, Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti. De Bourcard si interessò della parte letteraria mentre il Palizzi si occupò di quella artistica. Si trattava di 48 tavole sue, una del fratello Nicola e 51 di altri artisti, in tiratura limitatissima, solo 100 copie. Tuttavia Filippo dovette chiedere l'aiuto di altri artisti poiché era impensabile che potesse dipingere a mano ben 4800 tavole. La raccolta diventò subito introvabile e ancora oggi resta impresa ardua riunire tutte le tavole per una mostra.

Raffaella Cordisco, I fratelli Palizzi e il cugino Valerico Laccetti.