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10 novembre 2025

Il pittore Camillo De Innocentiis di Chieti (1827-1919) e le sue opere.

Veduta di Orsogna, di Camillo De Innocentiis – olio su tela- collez. privata – color 

Si notano da sinistra la casa del dazio, il castello-palazzo Colonna, il torrione, casa Vozzo, il caseggiato di viale R. Paolucci e la chiesa di S. Rocco, nel restauro di Filippo Santoleri. Grossolana anche la resa “miniaturizzata” delle persone, troppo piccole rispetto alla reale grandezza degli edifici.

Il pittore Camillo De Innocentiis di Chieti (1827-1919) e le sue opere.

di Angelo Iocco

Poco o niente si sa di questo pittore abruzzese di Chieti, di chiaro cognome orsognese. Nacque a Orsogna nel 1827 da Vincenzo De Innocentiis ed Elena Masci, e morì a Chieti, dove si trasferì giovane, il 26 febbraio 1919[1]. Era fratello di altri personaggi notabili nel contesto culturale e politico teatino: Francesco De Innocentiis[2] e Michele. Camillo studiò disegno a Napoli presso la scuola del celebre abruzzese Filippo Palizzi[3], e dunque aderì, come un altro suo convicino, Vincenzo Gagliardi da Lanciano (1864-1904) a quella scuola del naturalismo e del verismo, detta “di Posillipo”, capeggiata da Domenico Morelli. Come vedremo, molti paesaggi e vedute panoramiche del De Innocentiis aderiscono a questo sentimento artistico napoletano, così magnificamente trasfuso in Abruzzo dai fratelli Palizzi e continuato poi da Francesco Paolo Michetti.

Prospettiva della piazza Mazzini di Orsogna dal viale Trento e Trieste. Primi del ‘900, qualche anno dopo la realizzazione del dipinto di de Innocentiis


Nel 1847 espose un gruppo di acquarelli con soggetti arabi[4].

Nel 1909 donò 5 lire per l’obolo di S. Pietro raccolto dalla rivista La Civiltà cattolica[5]. Nel 1918 donava per lo stesso motivo, 10 lire[6].

Fu amico e corrispondente del filosofo Bertrando Spaventa di Bomba[7].

Era amico dell’Avv. Camillo De Attiliis[8] e del sindaco e storico Cesare De Laurentiis. Il fratello di Camillo, Francesco De Innocentiis, era membro della giunta comunale, nonché direttore della Cassa di Risparmio di Chieti[9].

Il De Laurentiis nativo di Chieti (1865-1927) fu un politico e storico.  Nato a Chieti e morto a Firenze (1865-1927). Instancabile, appassionato e acculturato ricercatore-storico della sua Chieti. Scrisse diversi “Quaderni” manoscritti, oggi conservati presso la Biblioteca Provinciale “A.C. De Meis”, densi di informazioni tuttora molto utili per gli studiosi. Il Consiglio Comunale di Chieti nel 1888 affidò a Cesare De Laurentiis il compito di riordinare le antiche scritture (dal 1461 al 1826) esistenti nell’archivio, riguardanti le vicende storiche della Città. Però, per cause non conosciute, antecedentemente al 1985, la busta n. 128 che conteneva gli atti più antichi, è andata dispersa. Dedicò la sua vita alla rivalutazione della sua Chieti ricoprendo più volte l’incarico di sindaco. Contribuì all’accoglienza di Gabriele d’Annunzio quando nel 1904 al Teatro Marrucino rappresentò la prima abruzzese de la Figlia di Jorio; ad organizzare la 1° Mostra dell’arte antica abruzzese tenutasi a Chieti nel 1905; ad accogliere ed ospitare il Re Vittorio Emanuele III° e la consorte, Regina Elena Petrovich, principessa di Montenegro, venuti a Chieti per l’inaugurazione della Mostra dell’arte antica abruzzese e, in concomitanza, all’inaugurazione della linea tranviaria che collegava la città alta con Chieti Scalo. È stato un grande personaggio di spicco per Chieti e profuse molte energie e beni personali per la valorizzazione della città, andrebbe ricordato di più.[10]

L’attività artista di Camillo, fervente patriota e legato a quei sentimenti di acculturamento regionale, voluti da Francesco Vicoli con la rivista Album pittorico letterario abruzzese (1859-60), e prima di lui da Pasquale De Vergilii con la rivista Giornale abruzzese di lettere, scienze e arti, ambedue riviste create sulla falsariga delle napoletane Poliorama pittoresco e Napoli nobilissima, si concentra proprio con alcuni disegni pubblicati nell’Album pittorico letterario[11]. Come avevamo detto all’inizio del capitolo, egli aveva studiato presso il Palizzi, e quando aveva raggiunto la maturità, negli anni ’60 dell’800 egli dava lezioni di disegno ai fratelli Francesco Paolo e Quintilio Michetti come privatisti, i quali studiavano anche presso i pittori Marchiani di Ortona, residenti a Chieti, dove avevano impiantato la loro litografia[12], apprendendo da loro quella grazia per il naturalismo, e quella ieraticità candida verso la raffigurazione del sacro e dei santi, che successivamente il Michetti modificherà e connoterà con accenti modernisti nei primi del Novecento.

Veduta di Orsogna, di Camillo De Innocentiis – olio su tela- collez. privata 

Purtroppo del De Innocentiis attualmente non resta granché, se non delle pitture di collezione privata. Tra di questi, per gentilezza di Marco Jajani che mi ha fornito una fotoriproduzione, figura una magnifica veduta di Orsogna in prospettiva dalla via del tratturo (attuale viale Trento e Trieste) in direzione della Piazza. Il dipinto fu realizzato negli anni ’80 dell’800, e lo dimostrano la presenza di casa Vozzo sull’attuale via L. Parladore, e la facciata della chiesa di S. Rocco sulla destra, frutto dei restauri voluti dall’ing. Filippo Santoleri orsognese. Qualche licenza poetica qua e là, ad esempio la veduta della Majella all’orizzonte del viale, appositamente spostata, altrimenti non visibile perché occultata dal torrione del castello Colonna, andato distrutto nel 1943-44, che tanto impressionò il Michetti per la sua tela de La figlia di Jorio, dipinta a Orsogna.

D. Ignazio De Innocentiis di Orsogna, era zio del nostro Camillo.

Scrisse componimenti, insieme a Francesco Auriti di Guardiagrele, Raffaele de Novellis di Alanno, Antonio D’Orazio e Francesco Vicoli nella Raccolta di prose e poesie varie scritte nell’infausta circostanza della morte dell’Avv. D. Felice Scoperta[13], avvenuta a Chieti il 14 gennaio 1849, Chieti, tip. F. Vella, 1849.[14] 


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Note

[1] Atti di Stato Civile (1809-1931), Archivio di Stato di Chieti

2 Avvocato e Direttore della Cassa di Risparmio di Chieti, comesi vedrà.

3 Cfr. l’articolo Culla dell’arte, di Giuseppe Mezzanotte, in La Lettura, vol. VIII, an. 1908, p. 286

4 Atti della Società economica di Abruzzo Citeriore pubblicati nell’Adunanza generale del 30 maggio 1847, Chieti, tip. Federico Vella, 1847, 20

5 La Civiltà Cattolica, an. 62, vol. 1, Roma, Direzione e Amministrazione, 1911, p. 756

6 La nota però reca un errore, nel riferire la città di provenienza, anziché Chieti, scrive Chiusi, ivi, p. 95.

7 Cfr. Bertrando Spaventa – Epistolario (1847-1883), a cura di Marco Diamanti e Mari Rascaglia, Viella Liberria Editrice, 2020.

8 Morto il 18 ottobre 1898; era professore di Diritto e consigliere comunale post-risorgimentale nelle Amministrazionid i Chieti. Diversi mandati ebbe con Cesare De Laurentiis (1865-1927). Una lapide al de Attiliis è presente nell’edificio della strada omonima nel quartiere Piano S. Angelo.

9 Si trova la sua firma in diversi atti di bilancio della fine dell’800, cfr. Cassa di risparmio – an. 1, 1888 – Rendiconti delle Casse di risparmio per esercizio, fasc. 1, Roma, 1889.

10 Biografia scritta da Raffaele Bigi,, in Chieti – Passato, presente e futuro, Lanciano, Rocco Carabba, 2012, pp. 236-37

11 Ne è una testimonianza una lettera pubblicata da Raffaele Colucci in Abruzzo terra di lavoro, Cerchio, Adelmo Polla, 1983, p. 283.

12 Una lapide dedicata a Francesco Paolo Marchiani è ancora oggi pendente in un edificio del corso Marrucino di Chieti.

13 Nato a Bucchianico il 29 luglio 1808 e morto prematuramente nel 1849, i funerali si celebrarono a Chieti nella chiesa della Trinità.

14 Cfr. n. 182 a p. 41 del Supplemento alla Biblioteca storico topografica degli Abruzzi di di Camillo Minieri Riccio, di Adolfo Parascandolo, Napoli, tip. F. Giannini, 1876.

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