Carmine Nicola Caracciolo nel giorno del suo ingresso a Lima, capitale del Perù, il 5 ottobre 1716, di artista anonimo. |
Da Bucchianico al Perù: Carmine Nicola Caracciolo di Santobono
di Antonio Mezzanotte
Suo nonno, Ferrante, era stato una gran testa calda: opportunista, spavaldo, attaccabrighe, ottimo spadaccino. Si scontrò varie volte a duello, fece da prestanome in operazioni finanziarie poco chiare, qualche tempo dopo riuscì a comprarsi all’asta la città di Chieti, poi rifiutò di levarsi il cappello dinnanzi a Masaniello, scappò per un pelo alla folla che voleva linciarlo (e che gli saccheggiò il palazzo di Napoli), fu colpito a morte da una archibugiata a Nola mentre, alla testa dei propri soldati, andava all'assalto dei rivoltosi. Una vita movimentata.
Carmine Nicola fu apparentemente l’esatto contrario dell'antenato: riflessivo, di buona cultura, anche un po’ piacione e bravo oratore. Aveva una inclinazione tutta particolare per gli studi letterari, compose numerose poesie, opere buffe, favole, anche un compendio storico della propria famiglia.
Non si trattava, però, di una famiglia qualunque: parliamo dei Caracciolo Principi di San Buono, Duchi di Castel di Sangro, Marchesi di Bucchianico e feudatari di mezza provincia di Chieti, dell’Alto Sangro, dell’Alto Molise e titolari di feudi anche nel pescarese.
Carmine Nicola nacque proprio a Bucchianico (CH) il 5 luglio 1671, rampollo di cotanta progenie. Da ragazzo visse in paese, con qualche puntata a Castel di Sangro e a San Buono, nella Valle del Treste. La madre curò molto la sua istruzione e, quando da adulto arrivò a Napoli, si circondò di poeti e giuristi, frequentò i circoli culturali più esclusivi della Capitale (le famose Accademie) e ne creò altrettanti, tutti accumunati dallo splendore della sua corte. Amava la bella vita e le belle donne (ci fu un mezzo scandalo per aver messo gli occhi su una cantante, che però era la favorita del viceré Medinaceli).