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12 luglio 2025

Francesco Ippoliti (1865 - 1938), medico degli ultimi, anarchico e antifascista abruzzese.


Francesco Ippoliti nacque il 12 febbraio 1865 a San Benedetto dei Marsi, provincia dell’Aquila, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri.
Dopo aver completato gli studi superiori, si trasferì a Napoli, dove si laureò in Medicina e Chirurgia. 
Proprio nell’ambiente universitario partenopeo entrò in contatto con l’anarchismo, maturando una coscienza politica che avrebbe segnato tutta la sua vita. 
Tornato nel suo paese natale scelse invece di praticare la medicina come strumento di giustizia sociale. 
Curava gratuitamente i poveri, comprava i medicinali per chi non poteva permetterseli e si spostava in tutte le zone più isolate. 
Oltre all’attività medica, Ippoliti lottava contro il dominio dei grandi latifondisti, in particolare la potente dinastia Torlonia, che aveva trasformato la Marsica in una terra di sfruttamento intensivo dopo l’essiccazione del lago Fucino. 
Denunciava le condizioni di semi-schiavitù dei contadini e cercava di costruire un’alleanza tra lavoratori attraverso l’istruzione popolare e la solidarietà. 
La sua notorietà e il suo attivismo lo resero bersaglio delle autorità fin dal regime liberale, che lo sottopose a perquisizioni e denunce. 
Con l’avvento del fascismo, la repressione e le violenze divennero sistematiche, tanto più che Ippoliti era il punto di riferimento di diversi militanti attivi nella zona. 
Nel 1926 fu arrestato e mandato al confino politico prima a Pantelleria e poi a Lipari, dove scrisse diari in cui descrisse le dure condizioni dei reclusi e la pervasiva sorveglianza del regime. 
Anche in esilio continuò a curare i compagni detenuti e ad agire come figura di riferimento morale. 
Tornato in Abruzzo nel 1928, visse sorvegliato e poverissimo, costretto a smettere di esercitare la professione. 
Rifiutò sempre ogni compromesso con il fascismo, conducendo una vita austera e solitaria.
Negli anni Trenta, sempre più isolato e debilitato, fu assistito solo da pochi compagni fidati, in particolare Francesco De Rubeis e Pasqualina Martino. 
Morì il 7 gennaio 1938 nel suo paese natale, dove fu sepolto in forma anonima. 
La sua memoria, per decenni silenziata, è stata riscoperta solo di recente grazie a testimonianze familiari e studi storici.

Da: https://www.facebook.com/share/p/16bx9jsVh4/

Per approfondimenti:

https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13234-ippoliti-francesco

5 giugno 2025

Augustus John Cuthbert Hare, Days Near Rome, Volumi 1-2 , 1875.


Augustus John Cuthbert Hare, Days Near Rome, Voll. 1-2
Da: Google



Da Roma all’Aquila e ritorno lungo la Claudia Valeria per Sulmona e la Marsica nella primavera del 1874 - 1874

Il Castello Orsini

Augustus John Culthbert Hare nacque a Roma nel 1834 e morì a Holmhurst, nella contea del Sussex, in Inghilterra il 22 gennaio 1903. Di famiglia aristocratica inglese trascorse un’infanzia crudele ma seppe superarla fino a scrivere in sei volumi la storia autobiografica “the history of My Life”. Ebbe gravi problemi economici ma grazie alla sua passione ed amore per la scrittura, si affermò nel campo letterario definito dai contemporanei “osservatore attentissimo e la sua prosa è brillante e piacevole”. Il suo strumento principale era la penna ma nei suoi viaggi era come un menestrello girovago e grande uomo di spirito. Augustus è un viaggiatore inglese che, trovandosi a Roma nel 1870, è testimone delle “breccia di porta Pia”.
Negli anni 70 intraprese un viaggio nella penisola e nel 1874 ebbe modo di visitare e apprezzare l’Abruzzo. L’escursione nella regione, una delle pochissime parti d’Italia “non ancora rovinata dall’assalto dei turisti inglesi e americani” e presentava un vantaggio di essere ancora economica essendo rimasta la “vecchia scala dei prezzi”. In realtà, le pagine di Hare sull’Abruzzo non rappresentano un documento di conoscenza profonda. L’autore, nel suo diario, si mostra attento e interessato ad integrare la citazione colta con l’impressione artistica, la notizia logistica e geografica con la notazione, erudita o ironica, di costumi. Un reportage della realtà della nostra terra negli anni immediatamente seguenti all’Unità Nazionale, dal punto di vista politico-sociale e semplicemente sociologico- culturale.


Da: Regione Abruzzo

26 settembre 2022

Gli acquerelli nella Marsica di Consalvo Carelli.

color by F.Marino


Una galleria dei bozzetti dal vero realizzati da Consalvo (o Gonsalvo) Carelli (1880 - 1889) su diretta commissione di Vincenzo Bindi per illustrare il volume Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi. I disegni sono attualmente conservati nella Pinacoteca Bindi di Giulianova.

Il castello dei Colonna di Avezzano (AQ) con i suoi enormi torrioni circolari. Dietro di esso si intravede il campanile della chiesa di San Bartolomeo. Sullo spiazzo davanti sono disegnati vari contadini, con forconi, covoni e un carro.

Una scena disegnata dal vero, dove un gruppo di persone è seduto sui gradini di una scalinata. Sullo sfondo si erge il Palazzo Ducale di Tagliacozzo (AQ).

La facciata esterna del Castello di Celano (AQ). Fuori, davanti ad esso, sono rappresentati gruppi di contadini, alcuni buoi e un cane.

La chiesa di San Cesidio a Trasacco (AQ). Sullo spiazzo una contadina in costume con la brocca e una bimba, accanto un altro gruppo di figure con asino e covoni.

La chiesa di Santa Sabina in Marruvium a San Benedetto dei Marsi (AQ). Da un lato della facciata, decorata in stile romanico, si intravede uno stagno. Sulla strada sono rappresentate alcune figure in costumi tipici, sedute. Più in la alcuni uomini caricano del fieno su un carro.

Il borgo medievale di Albe e le sue mura ciclopiche.