14 agosto 2025
12 agosto 2025
8 agosto 2025
7 agosto 2025
5 agosto 2025
Inventario - Fondo “CESARE FAGIANI – GIULIO SIGISMONDI”, Biblioteca comunale “Raffaele Liberatore”, Lanciano.
DESCRIZIONE
Il
versamento del Fondo Fagiani alla Biblioteca comunale, risale ai primi anni
2000, da parte della famiglia Fagiani-Volpe. Il tutto consiste in una decina di
buste d’archivio, contenenti faldoni e cartelle. Questo primo censimento sommario
ha ripartito il tutto in 7 buste d’archivio, con successiva suddivisione in
cartelle e faldoni, utilizzando la numerazione romana. Molti documenti sono
originali, pochi sono fotocopie, mentre si conservano diverse copie di
volantini e libretti.
Il
materiale non è sempre disposto in maniera ordinata, per cui, laddove
possibile, si è proceduto a un riordino delle carte, come per i manoscritti de Un marziano a Lanciano, e Saggio sulla poesia di Luigi Renzetti.
Il
fondo Fagiani-Sigismondi ha una prevalenza di documentazione relativa
l’attività letteraria e giornalistica di Cesare Fagiani, rispetto a quella di
Giulio Sigismondi, di cui il figlio Virgilio (classe 1942), ha incrementato il
patrimonio documentario con la donazione di fotografie, cd, e libretti di
poesie. Si attende, in futuro, un successivo versamento dell’archivio G.
Sigismondi, conservato presso lo stesso erede, alla biblioteca comunale.
Il
materiale attualmente è conservato presso la Biblioteca comunale “Raffaele
Liberatore” di Lanciano, nell’edificio di Villa Marciani, nell’area
dell’Ufficio 3.
4 agosto 2025
27 luglio 2025
Palombaro: La Madonna della Libera e la Madonna dell'Assunta tra storia e leggenda. - Tradizioni mariane abruzzesi.
La leggenda popolare
La
Madonna della Libera, è venerata da tempi remoti. La tradizione popolare
riporta che essa è benefica contro i terremoti. Infatti nel 1456 un gravissimo
terremoto funestò l’Abruzzo e la Majella, distuggendo diversi paesi. L’antica
chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, e andò distrutta. Venendo
ricostruita, il parroco si raccomandò alla Vergine insieme a tutta la comunità.
Nel 1706, il 3 novembre, di notte, un nuovo catastrofico terremoto della conca
sulmonese devastò diversi paesi gravitanti sulla Majella. Ma Palombaro rimase
illesa. Questo fu interpretato come un chiaro segno di speciale protezione
della Madonna. I palombaresi, che nel frattempo erano fuggiti nel pieno buio
fuori dal paese, rifugiatisi in ricoveri di fortuna, decisero che il pericolo
fosse cessato, e ritornarono in paese. E con gran sorpresa nella chiesa madre
trovarono la statua della Vergine col Bambino intatta, posta in piedi
sull’altare maggiore. Il Miracolo del salvataggio di Palombaro dalla
catastrofe tellurica era compiuto!
25 luglio 2025
Vasto, Tramonto a Punta Penna - Punta Aderci.
24 luglio 2025
Filippo Palizzi, “Il giovane capraio”, 1852.
Filippo Palizzi (Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 10 settembre 1899)
“Il giovane capraio”, 1852
Olio su tela, cm 37x52
Collezione privata.
Da: Vasto Gallery
23 luglio 2025
Emilio Ambrogio Paterno, Le città marinare d'Abruzzo e Molise, 1957.
22 luglio 2025
Immagini di Vasto (CH).
Eduardo Di Loreto (1897-1958) inventore di un teatro Frentano – Parte 1 - Dalle origini (1897) al 1929.
Alfredo Bontempi (1893-1983), Pierino Liberati (1893-1963), Eduardo Di Loreto (1897-1958), in una fotografia a Castel Frentano del 1922
di Angelo Iocco
Il piccolo paese di Castelfrentano vanta i natali di tre illustri castellini che furono attivi nel campo poetico, musicale e teatrale, Eduardo Di Loreto, Pierino Liberati e Camillo Di Benedetto. Di Loreto nacque in una modesta casa lungo via Nazionale, poi corso Roma, nel 1897, vicino la chiesa dell’Immacolata Concezione; fu avviato dal padre all’attività medica, dopo il diploma al Liceo classico di Lanciano, studiando a Napoli, dove si laurea nel 1924. Ma la passione del giovane Di Loreto era la poesia e lo spettacolo, non di rado doveva vedere delle brevi farse che si inscenavano al cinematografo del Corso, e poi alla scuola elementare. Castelfrentano all’epoca non aveva un vero e proprio teatro stabile, le recite molto brevi si improvvisavano nei luoghi di fortuna. Così Di Loreto e l’amico inseparabile Pierino Liberati, di qualche anno più anziano di lui, iniziarono, crebbero in questo contesto ancora folkloristico, affascinati soprattutto da varie situazioni paesane, della provincia, e dai tipi castellini, che ispireranno a breve i loro più grandi successi, sapendo con gusto rielaborarli per le loro canzoni e storie. Nel 1917 l’Italia dopo la sconfitta di Caporetto, cercava faticosamente di guadagnarsi un degno rilievo nell’ambito della Grande Guerra, concludendola nel 1918 con la “Vittoria mutilata”, citando d’Annunzio.