LA MADONNA REGINA COELI A VILLA CELIERA (PE)
di Antonio Mezzanotte
SI DICE E SI RACCONTA che un tempo la Madonna abitava in una chiesarella al centro della Celiera, ma, non potendo più sopportare le bestemmie, le urla e gli strepiti dei paesani, decise di andarsene fuori dall’abitato, in contrada Pretara, sostando dapprima su una grossa pietra ma, siccome sentiva ancora il vociare degli abitanti del paese, poi si allontanò più in là, dov’era soltanto pace e silenzio. La pietà e la devozione dei celieroti, pentiti per la dipartenza della Madonna, infine, le costruirono una nuova dimora, che è la chiesa della Regina del Cielo ancora oggi esistente.
Ma non finisce qui. In omaggio alla Beata Vergine Maria fu realizzata una statua in terracotta talmente bella che alcuni abitanti di Castel del Monte, paese posto all’altro versante della montagna, decisero di impossessarsene e nottetempo la spedizione furtiva riuscì a trafugare la Madonna. Accadde, tuttavia, che, mentre i mariuoli se ne tornavano in paese salendo per i sentieri di montagna, la statua diventava sempre più pesante, sebbene, quando il sentiero svoltava in direzione della Celiera, la Madonna si alleggeriva. In prossimità della Cima delle Scalate non ce la fecero più, la statua divenne pesante come il piombo e decisero, così, di riportarla a valle. Appena rientrò in chiesa, la Madonna tornò del peso solito. I castellani, però, erano duri di comprendonio e di cuore, allora cercarono ancora di trafugare la bella statua della Madonna della Celiera, stavolta portandosi appresso un carro trainato da due buoi. Ancora una volta, però, non avevano fatto i conti con la volontà della Beata Vergine di restare in quella chiesa, che fu tosto circondata da un profondo lago, che impediva a chiunque di accedere o di uscire dall’edificio. Allora, essi si pentirono del gesto sacrilego e riposero la statua nella nicchia e, così com’era sorto, d’improvviso il lago sparì.
Questa storia mi venne raccontata dalla buon’anima di Don Vincenzo Diodati, che fu parroco di Villa Celiera agli inizi degli anni Duemila e che si prodigò per il recupero della chiesa insieme agli abitanti del luogo.
La chiesa della Madonna Regina Coeli, collocata in aperta campagna in contrada Pretara di Villa Celiera, è fatta risalire intorno all’800, ma se ne hanno notizie certe a partire dal 1500. Essa presenta facciata a capanna, in pietra e laterizio a vista, con due finestrelle basse a uso dei pellegrini ai lati del portale. In alto, al di sopra di una finestra a tutto sesto, sovrasta il timpano fornito di un semplice oculo. Il campanile a vela, oggi in corrispondenza della parete absidale, si ergeva in origine sul lato anteriore della chiesa. L’interno è a navata unica, preceduta da una cantoria sorretta da colonne, e le murature sono in laterizio a vista, con quattro campate scandite da arcate a tutto sesto.
In alto sull’altare campeggia la nicchia nella quale è riposta la statua in terracotta policroma della Madonna Regina del Cielo, seduta e orante, con il Bambino sdraiato in grembo. Si tratta di un manufatto di sobria eleganza, restaurato nel 2010, e proprio nel corso del restauro curato dalla dott.ssa Cornelia Dittmar è venuta in luce la firma dello scultore, “Troianus de Giptiis de Castro Montis”, con la data 1532. La scoperta è di rilevante interesse per conoscere meglio l’attività di un artista prolifico, scultore e pittore, vissuto nel XVI secolo (e, ricollegandoci al racconto iniziale, per sottolineare i legami storici tra la terra di Casanova e Castel del Monte).
La firma incisa va letta come una sorta di manifesto pubblicitario, giacché l’autore va a operare in territori ben lontani da quelli natii e, non a caso, ritroviamo il nome di Troiano de Giptiis anche sulla statua della Madonna della Neve a Pianella del 1531 e sul San Rocco di Santa Maria Arabona a Manoppello del 1530. Non ricordo in verità se anche la statua della Madonna nella chiesa di Santa Maria d’Aragona ad Arsita, pure del 1531, rechi il nome dello scultore ovvero se gli è soltanto attribuita.
Di certo, altre sculture e pitture sono a lui riconducibili, sia nei paesi del circondario vestino (per esempio un affresco nella parrocchiale di San Pietro a Loreto Aprutino), nel teramano (però lì era molto attiva la scuola di terracotte policrome presso la località Nocella di Campli, avviata, per quanto riguarda la statuaria, nientemeno che da Silvestro dell'Aquila, il maggior scultore del rinascimento abruzzese; penso che non sia semplice discernere quale opera possa essere del nostro scultore castellano e, infatti, per lungo tempo la Madonna della Celiera è stata attribuita proprio alla scuola di Nocella), sia, ovviamente, nelle terre dell’aquilano.
La chiesa della Madonna Regina Coeli a Villa Celiera, immersa nel verde alle pendici dei monti Bertona e Morrone, diventa allora non solo sede di speciale fede e devozione mariana, ma anche custode di un pregevole tesoro dell’arte, di talchè essa può a buon diritto essere annoverata tra i preziosi luoghi dello spirito nelle campagne dell’Abruzzo vestino.