11 novembre 2024
Il dialetto Abruzzese.
28 ottobre 2024
"Quei forestieri poco prima della SIV". I primi lavoratori emigrati a San Salvo arrivarono con l'Eni di Enrico Mattei e poi, con il conseguente sviluppo industriale, con la Società Italiana Vetro e le altre aziende..
3 settembre 2024
Un personaggio da ricordare: Gaspare de Aventinis da Casoli, Dottor di Leggi a Lanciano nel XV sec.
Il papa con i suoi cardinali, in una miniatura del Très riches heures du Duc de Berry
Un personaggio da ricordare: Gaspare de Aventinis da Casoli, Dottor di Leggi a Lanciano nel XV sec.
di Angelo Iocco
La storia d'Abruzzo è
interessante per le sue mille sfaccettature, soprattutto se corredata da utili
documenti. Nelle nostre ricerche ci siamo soffermati sul Libro di Memorie di Anton Ludovico Antinori, manoscritto presso il
Museo diocesano di Lanciano, e pubblicato nel 1995 a cura di Michele Scioli,
dove sono registrati i documenti di diversi archivi ecclesiastici lancianesi,
come il Capitolo della Cattedrale, del convento di San Francesco, di Santa
Maria Nuova, della parrocchia di Santa Lucia, della chiesa di Santa Maria
Maggiore ecc. Questi documenti aiutano a ricostruire la microstoria locale, fatta
di vendite e acquisti di terreni, lasciti, donazioni, liti e cause
infinitamente lunghe, disposizioni del Vescovo o del Re, e molto altro.
In questi documenti
appare la figura di Gaspare de Aventinis, Dottor di Leggi di Casoli. Questi
documenti che noi abbiamo studiato furono trascritti parzialmente dallo
studioso lancianese Luigi Renzetti (1860-1931) in un manoscritto inedito presso
la Biblioteca provinciale di Pescara, il quale voleva forse scrivere la
biografia del prelato casolano; ancor prima del Renzetti, il giurista
lancianese Antonio Maranca (1773-1858), nipote del celebre Anton Ludovico
Antinori aquilano (1704-1778), sulla base di un manoscritto ancora inedito del
polistore aquilano, dal titolo Istoria
critica ovvero Memorie ragionate della Città di Lanciano ad uso della famiglia
Liberatori, 1788 (la data postuma già lascia intendere che il manoscritto
passò attraverso varie mani, comprese quelle del Maranca, con aggiunta di altre
notizie posteriori la morte dell'Aquilano), tracciò la biografia del de
Aventinis. Essa appare alla voce alfabetica nel manoscritto inedito, sempre
conservato nella Biblioteca pescarese, dal titolo Biografia degli Uomini illustri di Lanciano, da cui estraiamo
queste notizie.
Gaspare de Avetninis era nativo di Casoli, nominato “Esimio Dottor di Leggi”, era passato in Lanciano nel 1441 e vi era divenuto cittadino. Nel 1443 fu costituito vicario generale del Cardinale Orsini nel monistero di S. Giovanni in Venere, e nel 1445 lo troviamo ancora arciprete di Lanciano e vicario del vescovo Teatino. Egli nel 1452, secondo il solito, tenne la Congregazione del Clero, e vi stabilì diversi utili regolamenti. Orso Orsini di Fiandra, Conte di Manoppello, in contemplazione dei precitati servigii, concesse a questo arciprete l’usufrutto di una vicenda di terreni nel dominio del distrutto Castello di S. Eusanio, contrada di Castellana, franco di ogni censo. In seguito dal papa Callisto III fu creato “succollettore” delle collette imposte sopra i prelati e i beneficiati a modo di crociata, ed esercitò quest’officio nella diocesi di Monopoli, di Bari, di Polignano, ci Conversano, di Bitonto, di Giovinazzo, di Molfetta, di Bisceglie, di Trani e Barletta. Nell’anno 1461 atteso col vescovo Teatino alla visita di lui diocesi di Lanciano, ed in altri luoghi.
Spesse volte egli era
scelto per arbitro, ed a lui rimettevano le cause anche i laici. Così nel 1466
gli fu affidata una causa tra i mercadanti di Camerino e di Milano [che si
trovavano alla Fiera], e nel 1473 gli fu dal re delegata un’altra causa fra due
litiganti del Vasto, uno dei quali stava all’attuale regio servizio, ed in
questa occasione Ferdinando I d’Aragona qualificò Gaspare per suo Oratore,
perché esso era stato ambasciatore dinanzi a lui per affari pubblici della
Città di Lanciano, ed aveva saputo ben distinguersi. Perciò fu rimunerato dai
lancianesi, anche per gli utili consigli dati, e fu esentato da qualunque
pagamento di collette, anche straordinarie, e da qualunque imposizione sui beni
che possedeva.
Chiesa
di Santa Maria Maggiore di Lanciano, disegno dall’Album pittorico letterario abruzzese di Chieti, 1860, disegno di
Raffaele Del Ponte.
9 luglio 2024
Fileno Cavacini, un sindaco e fotografo appassionato di Castel Frentano.
Fileno Cavacini con donna Anna Maria Cocco (1865-1935), sua moglie, in posa, Castrel Frentano, archivio Marco Cavacini. |
Fileno Cavacini, un sindaco e fotografo appassionato di Castel Frentano
di Angelo Iocco
Di recente il Comune di Castel Frentano ha ristrutturato una
scalinata che da piazza della Chiesa, porta in via Orientale, dove sta la
cosiddetta “frana”[1]e tale scalinata quasi
completata, è stata dedicata a Fileno Cavacini (1855-1910) nell’anno 2023.
La scalinata sarà realizzata sul luogo occupato dal palazzo
appartenuto al Cavacini e abbattuto a causa delle lesioni generate dalla frana
del 1881 che sconvolse la parte orientale del paese, facendo perdere parte
della cinta muraria, del piano della Porta Grande, e palazzi vari, compreso
l’antico Municipio.
La frana di Castel Frentano, si vedono ancora le case
crollate nell’area di Largo Chiesa-via Garibaldi-Largo Marconi; non esiste
ancora il terrazzamento per la realizzazione di via Orientale. |
Fileno Cavacini fu sindaco di Castel Frentano per la prima
volta nel 1877, poco più che ventenne. Signorilmente buono e assai apprezzato
dai suoi concittadini, nei tre mandati (1877-1883, 1892-1899, 1902-1905) si
rivelò un oculato amministratore della cosa pubblica. Tra l’altro, fece
restaurare la Casa municipale, impiantare un ufficio postale e telegrafico,
costruire il camposanto, completare l’illuminazione pubblica, acquistare
l’orologio pubblico collocato sul campanile.
Nell’anno della frana, 1881, che causò la
distruzione della parte orientale del paese, Fileno Cavacini era sindaco. Fu in
quella circostanza, come riportano le cronache dell’epoca, che egli si prodigò
in maniera esemplare nell’aiutare coloro che avevano perso la casa o che si
trovavano comunque in grande difficoltà a causa della frana.
Santuario dell’Assunto, lastra Polzinetti. |
25 novembre 2023
L’itinerario d’Arte Sacra Lancianese di Peppe Candeloro.
Particolare
del Cristo, dal Discorso della Montagna, 1982, chiesa di San Pietro, Lanciano
L’itinerario d’Arte Sacra Lancianese di Peppe Candeloro
L’artista abruzzese
Peppe Candeloro di Casoli, classe 1931, da sempre amante dell’affresco e del
disegno, ha trovato negli anni ’70, una vera famiglia nel rione Cappuccini di
Lanciano, dove ha insegnato per 30 anni nella scuola media “Umberto I”.
Nel corso della sua
vita a Lanciano ha lasciato numerose opere, specialmente affreschi, li troviamo
in una cappella del, cimitero comunale di Lanciano, in una cappella del
cimitero di Frisa, nella sala consiliare del Comune di Lanciano, e nelle
chiese.
L’Itinerario d’Arte
Sacra si sviluppa così:
•
Chiesa di Santa Chiara Sec XVII-XVIII , Largo Santa Chiara, poi inizio viale
Cappuccini
•
San Pietro Prima metà anni ‘50 – Largo San Pietro
•
Ex convento San Bartolomeo Sec XVI -
viale Cappuccini – Largo San Bartolomeo
•
Chiesetta Madonna delle Grazie di Marcianese, fine sec XIX - rotatoria contrada Marcianese
•
Parrocchia Maria SS. delle Grazie di Marcianese, 1999-2001 – via Marcianese
Tutte ubicate lungo una direttiva di circa 3 chilometri che inizia da Corso Roma (Largo Santa Chiara), attraversa Viale Cappuccini e raggiunge Contrada Marcianese: è la Strada Statale 8
XII
- V - LXXXVIII Firenze
Caro
Candeloro, La ringrazio della Sua lettera gentilissima che, purtroppo. mi
raggiunge mentre sono indisposto e sotto cura. Perciò non posso dilungarmi nel
risponderLe. Posso dirLe che apprezzo la Sua inventiva e il senso compositivo
dei Suoi affreschi. Scendendo al particolare […] Ad ogni modo complimenti e
buon lavoro. Con viva cordialità Suo, Pietro Annigoni Il LINGUAGGIO
DELL’AFFRESCO […]Proprio rifacendosi ai trattati medioevali, meditando sui
ricettari, sulle loro indicazioni e istruzioni, sulle loro regole, Peppe
Candeloro ha recuperato quel linguaggio tecnico più antico e genuino che molti
avevano dimenticato o travisato e ne ha fatto il mezzo per eccellenza per i
suoi messaggi. Che non scendono mai ad arcaistiche riprese o imitazioni di
fatti del passato, ma che si servono di quella tecnica per estrinsecare al
meglio il suo mondo, le sue idee sulla vita e sull’uomo di oggi. Filtrando e
investendo il proprio linguaggio di tutti i più saporiti succhi del suo colto
esistere.
Firenze, giugno 1993 Umberto Baldini
17 gennaio 2023
Giuseppe Lorentini, Perché l’Abruzzo? Un arcipelago di campi di concentramento fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale (1940-1943).
Costantino Di Sante, Dall’internamento alla deportazione. I campi di concentramento in Abruzzo (1940-1944).
Costantino Di Sante
Dall’internamento alla deportazione
I campi di concentramento in Abruzzo (1940-1944)
Indice
- 1.1. Le prime disposizioni del regime fascista
- 1.2. Il primo campo di concentramento
- 1.3. L’applicazione delle norme di sicurezza
- 1.4. Le disposizioni contro gli ebrei
- 1.5. L’internamento nell’organizzazione della
nazione alla guerra
- 1.6. L’internamento e le altre forme di
repressione
- 1.7. Prescrizioni per i campi di concentramento
- 1.8. I primi internati
- 1.9. Categorie di internati
- 1.10. I campi di concentramento in Italia
II. Abruzzo
regione d’internamento
- 2.1. Località di internamento e campi di
concentramento in Abruzzo
- 2.2. L’istituzione dei campi di concentramento
- 2.3. Casoli, il campo per gli ebrei
- 2.4. Il campo di concentramento nell’asilo
infantile "Principessa di Piemonte" a Chieti
- 2.5. Il campo per gli italiani
"pericolosi" di Istonio Marina (Vasto)
- 2.6. Il campo di smistamento di Lama dei Peligni
- 2.7. Il campo femminile di Lanciano
- 2.8. Tollo, il campo per i comunisti Jugoslavi
- 2.9. L’unico campo in provincia di Pescara a
Città S.Angelo.
- 2.10. Il campo di concentramento nella città
fortezza di Civitella del Tronto
- 2.11. Il campo di concentramento nella Badia
Celestina di Corropoli
- 2.12. I cinesi internati nella Basilica di
S.Gabriele a Isola del Gran Sasso
- 2.13. I campo di concentramento di Nereto
- 2.14. I campo di concentramento di Notaresco
- 2.15. I campi di concentramento di Tortoreto
Stazione (Alba Adriatica) e Tortoreto Alto
- 2.16. Gli zingari internati nel campo di
concentramento di Tossicia
III. La
gestione e la vita nei campi di concentramento
- 3.1. Direzione e vigilanza dei campi di
concentramento
- 3.2. L’alimentazione
- 3.3. Sussidi e assistenza
- 3.4. Condizioni igieniche e sanitarie
- 3.5. Corrispondenze Postali
- 3.6. Lavoro e tempo libero
- 3.7. Sovraffollamento e spostamenti
- 4.1. Gli internati e i campi di concentramento
durante i quarantacinque giorni
- 4.2. I campi di concentramento dopo l’8 settembre
- 4.3. La persecuzione degli ebrei e le
"anticamere dello sterminio"
- 4.4. L’occupazione tedesca, gli internati e i
campi di concentramento abruzzesi
- 4.5. Il Konzentrationlager di Teramo
- 4.6. Il contributo alla resistenza degli
internati
- 4.7. Dalla deportazione alla liberazione
Bibliografia (non fornita dall'Autore)
Introduzione: nell’introduzione si chiarisce il
significato dell’internamento e dei campi di concentramento fascisti e gli
obiettivi che la tesi vuole raggiungere.
Capitolo I: il primo capitolo è una
ricostruzione storico-giuridica dell’internamento. Nel primo paragrafo si
analizza la fase organizzativa, prima dell’entrata in guerra dell’Italia,
riportando le principali normative che disciplinarono l’apertura dei campi di
concentramento. Nel secondo paragrafo si prende in considerazione le due forme
di internamento attuate dal regime fascista e di come vennero applicate in
Abruzzo.
Capitolo II: nel primo paragrafo viene riportata
una cartina dei campi di concentramento in Abruzzo e per ogni campo la prassi
seguita per la sua istituzione e le opere realizzate per renderlo operativo.
Il secondo paragrafo è costituito
prevalentemente dagli elenchi degli internati nei singoli campi abruzzesi
distinti per nazionalità, sesso, data dell’internamento e dove è riportato il
motivo dell’internamento.
Capitolo III: in questo capitolo si riportano le
varie condizioni di vita degli internati nei campi abruzzesi e come erano
gestiti.
Il primo paragrafo oltre a
riportare un elenco dei vari direttori dei campi definisce anche le loro
competenze, lo stipendio che ricevevano, le rimozioni e dove ci sono i verbali
delle ispezioni ministeriali e della Croce Rossa Italiana.
Nel secondo paragrafo vengono
riportate le condizioni di vita degli internati, gli episodi di carenza
alimentare e igienica e le restrizioni alle quali erano sottoposti.
Il terzo paragrafo ricostruisce,
oltre ai vari casi di evasione avvenuti nei campi di concentramento abruzzesi,
anche i trasferimenti di internati per motivi di sovraffollamento e quelli
rimessi in libertà per l’atto di clemenza di Mussolini nell’ottobre del 1942
per il ventennale della marcia su Roma.
Capitolo IV: nel primo paragrafo viene riportata
la situazione dei campi abruzzesi, ancora funzionanti, durante l’occupazione
tedesca.
Il secondo paragrafo è dedicato
all’ultimo campo di concentramento istituito in Abruzzo e alle differenze che
lo contraddistinsero rispetto agli altri campi.
Nel terzo paragrafo viene
riportato l’elenco degli internati del campo di Teramo con il motivo del loro
internamento e la situazione igienico sanitaria del campo.
Nel quarto paragrafo, le ultime
disposizioni prese nei confronti degli internati e quando e come avvenne la
liberazione dei campi nella primavera del 1944.
Conclusioni
Nell’appendice vengono riportati alcuni documenti
che riguardano i campi di concentramento abruzzesi.
La bibliografia oltre a riportare i testi di
riferimento conterrà un indice analitico dei vari fondi dell’Archivio Centrale
dello Stato sull’internamento.
"l’internamento degli ebrei
rappresentò la premessa
organizzativa essenziale
per la deportazione del
1944"
LUTZ KLINKHAMMER