Il papa con i suoi cardinali, in una miniatura del Très riches heures du Duc de Berry
Un personaggio da ricordare: Gaspare de Aventinis da Casoli, Dottor di Leggi a Lanciano nel XV sec.
di Angelo Iocco
La storia d'Abruzzo è
interessante per le sue mille sfaccettature, soprattutto se corredata da utili
documenti. Nelle nostre ricerche ci siamo soffermati sul Libro di Memorie di Anton Ludovico Antinori, manoscritto presso il
Museo diocesano di Lanciano, e pubblicato nel 1995 a cura di Michele Scioli,
dove sono registrati i documenti di diversi archivi ecclesiastici lancianesi,
come il Capitolo della Cattedrale, del convento di San Francesco, di Santa
Maria Nuova, della parrocchia di Santa Lucia, della chiesa di Santa Maria
Maggiore ecc. Questi documenti aiutano a ricostruire la microstoria locale, fatta
di vendite e acquisti di terreni, lasciti, donazioni, liti e cause
infinitamente lunghe, disposizioni del Vescovo o del Re, e molto altro.
In questi documenti
appare la figura di Gaspare de Aventinis, Dottor di Leggi di Casoli. Questi
documenti che noi abbiamo studiato furono trascritti parzialmente dallo
studioso lancianese Luigi Renzetti (1860-1931) in un manoscritto inedito presso
la Biblioteca provinciale di Pescara, il quale voleva forse scrivere la
biografia del prelato casolano; ancor prima del Renzetti, il giurista
lancianese Antonio Maranca (1773-1858), nipote del celebre Anton Ludovico
Antinori aquilano (1704-1778), sulla base di un manoscritto ancora inedito del
polistore aquilano, dal titolo Istoria
critica ovvero Memorie ragionate della Città di Lanciano ad uso della famiglia
Liberatori, 1788 (la data postuma già lascia intendere che il manoscritto
passò attraverso varie mani, comprese quelle del Maranca, con aggiunta di altre
notizie posteriori la morte dell'Aquilano), tracciò la biografia del de
Aventinis. Essa appare alla voce alfabetica nel manoscritto inedito, sempre
conservato nella Biblioteca pescarese, dal titolo Biografia degli Uomini illustri di Lanciano, da cui estraiamo
queste notizie.
Gaspare de Avetninis era nativo di Casoli, nominato “Esimio Dottor di Leggi”, era passato in Lanciano nel 1441 e vi era divenuto cittadino. Nel 1443 fu costituito vicario generale del Cardinale Orsini nel monistero di S. Giovanni in Venere, e nel 1445 lo troviamo ancora arciprete di Lanciano e vicario del vescovo Teatino. Egli nel 1452, secondo il solito, tenne la Congregazione del Clero, e vi stabilì diversi utili regolamenti. Orso Orsini di Fiandra, Conte di Manoppello, in contemplazione dei precitati servigii, concesse a questo arciprete l’usufrutto di una vicenda di terreni nel dominio del distrutto Castello di S. Eusanio, contrada di Castellana, franco di ogni censo. In seguito dal papa Callisto III fu creato “succollettore” delle collette imposte sopra i prelati e i beneficiati a modo di crociata, ed esercitò quest’officio nella diocesi di Monopoli, di Bari, di Polignano, ci Conversano, di Bitonto, di Giovinazzo, di Molfetta, di Bisceglie, di Trani e Barletta. Nell’anno 1461 atteso col vescovo Teatino alla visita di lui diocesi di Lanciano, ed in altri luoghi.
Spesse volte egli era
scelto per arbitro, ed a lui rimettevano le cause anche i laici. Così nel 1466
gli fu affidata una causa tra i mercadanti di Camerino e di Milano [che si
trovavano alla Fiera], e nel 1473 gli fu dal re delegata un’altra causa fra due
litiganti del Vasto, uno dei quali stava all’attuale regio servizio, ed in
questa occasione Ferdinando I d’Aragona qualificò Gaspare per suo Oratore,
perché esso era stato ambasciatore dinanzi a lui per affari pubblici della
Città di Lanciano, ed aveva saputo ben distinguersi. Perciò fu rimunerato dai
lancianesi, anche per gli utili consigli dati, e fu esentato da qualunque
pagamento di collette, anche straordinarie, e da qualunque imposizione sui beni
che possedeva.
Chiesa
di Santa Maria Maggiore di Lanciano, disegno dall’Album pittorico letterario abruzzese di Chieti, 1860, disegno di
Raffaele Del Ponte.
Nel 1453 egli era
vicario di tutta la diocesi di Colantonio Valignani, vescovo Teatino, e spedì
bolla da Casoli, conferendo la chiesa parrocchiale e S. Vittoria in Tornareccio. Al 30 ottobre
di detto anno come arciprete vicario, insieme ai cappellani e parrochi, e cogli
altri preti congregati insieme, fece alcune savie prescrizioni riguardo al giuramento.
Finalmente carico di gloria, finì di vivere in Lanciano nell’anno 1485.
E ora passiamo ai
documenti, che il Renzetti raccoglie nel numero di 32 nel suo scritto inedito,
il quale riprende un altro manoscritto di appunti del canonico di S.ta Maria
Maggiore, suo prozio, Francesco Saverio Renzetti, che consultò le carte
antinoriane nel 1795. Avendo tra le mani l'edizione pubblicata dallo Scioli, il
quale nei colophon inserisce il numero delle carte manoscritte, che
naturalmente differisce da quello dell'edizione, è possibile fare il confronto
coi documenti regestati nel ms. renzettiano, provenienti dalle carte
dell'Archivio Santa Maria Maggiore (doc. 1, n. 16, carta 97; doc. 2 n. 17, c.
98; doc. 3 n. 46 c. 236, doc. 4 n. 48, c. 238; doc. 6, n. 89, c. 292; doc. 7,
n. 33, c. 317; doc. 8, n. 34, c. 318;
doc. 9, n. 166, c. 333; doc. 10, n. 179,
c. 340; doc. 11, n. 180, c. 340; doc. 12, n. 181, c. 340; doc. 13, n. 185, n.
340; doc. 14, n. 186, c. 340; doc. 15,
n. 189, c. 341; doc. 16, n. 193, c. 341; doc. 17, n. 195, c. 341; doc. 18, n.
199, c. 342; doc. 19, n. 9, c. 362; doc. 20, c. 371; doc. 21, n. 328, cc.
376-77; doc. 22, n. 334, c. 378; doc. 23, n. 370, c. 385; doc. 24, c. 376, c.
387, doc. 25, n. 380, c. 388; doc. 26, n. 383, c. 389; doc. 27, n. 393, c. 393;
doc. 28, n. 341, c. 408; doc. 29, c. 433, c. 414: doc. 30, n. 458, c. 416; doc.
31, c. 463, c. 417: doc. 32, c. 498, c. 425
In essi abbiamo testimonianza di acquisti di case nel quartiere Civitanova da parte del de Aventinis, oppure di vendite di sue proprietà, notevole il testamento con elargizioni cospicue al Clero e alla parrocchia di Santa Maria, ed elemosine ai poveri, e delle sue proprietà sparse per Lanciano e il territorio di Casoli, per cui, specialmente nel territorio di Caprafico e Ugni, il Re dovette intervenire contro Napoleone Orsini signore di Manoppello e Guardiagrele, il quale ne usurpò la proprietà; stuzzichevole invece risultano alcune cause, come quella in cui dovette procedere contro una tal Maruzia per un oliveto che lei vendette, abusando di cavillo di un testamento, ricavandone ricco profitto.
DOC.
1
Num.
16
(Carta
97 a tergo – Memorie desunte dall’Archivio della Cattedrale)
Nel
1486 a dì 6 marzo, III Indiz., nella Terra di Lanciano, nella chiesa di S.ta
Maria, del Re Ferdinando 28mo (anno di regno), Notar Tiberio di Vitale roga
istrumento col quale Giovanni d’Onofrio, Matteo di Giuliano, e molti altri
cittadini e parrocchiani della chiesa di S.ta Maria di Lanciano, convocati a
suono di campane, e chiamata a richiesta di clerici di detta chiesa come parte
maggiore e più savia di essa, a voto unanime, vacando la detta chiesa del suo
Rettore e Cappellano per la morte del dott. d. Gaspare de Aventinis Arciprete
di Lanciano e Cappellano e Rettore di detta Chiesa di S.ta Maria, e
successivamente a rinunzia fatta dal dott. Buccio di Palmoli ultimo Rettore,
eletto e presentato in essa chiesa per li stessi parrocchiani cui spetta la
presentazione pleno jure e per antica consuetudine, e volendo provvedere di
Rettore e Cappellano, eleggono e presentano il Dottor di decreti Tommaso de
Lippis di Taranta per Cappellano e Rettore della chiesa di S.ta Maria di
Lanciano, perché da Colantonio di Valignano Vescovo Teatino, al quale la detta
chiesa di S.ta Maria immediatamente appartiene e soggiace, sia confirmato. Nel
1569 al 23 luglio fu presentato questo strumento all’Arcivescovo di Lanciano
nella causa del Capitolo ed altri sopra la presentazione dell’Arciprete, e fu
detto che si intimasse alla parte.
DOC.
2
Num.
17
(Carta
98 – Ibidem)
Nel
1485 al 10 marzo, Indiz. III in Lanciano, nella chiesa di S.ta Lucia, del Re
Ferdinando (28mo), Notar Bartolomeo de Rosicis roga istrumento col quale Lucio
d’Accetelli Primicerio di S.ta Lucia, Agostino Cappellano di S. Martino,
Battista Cappellano di S. Nicola e i Cappellani Antonello di S. Biagio, Tommaso
di Bucchianico di S. Lorenzo, Memmo di S. Giovanni, Nicola di S. Maurizio, e
tutti gli altri preti e clerici di detta chiesa, a suono di campane, congregati
parte maggiore e più sana di tutti i clerici della Terra unanime, mentre
recando alla Terra ed al Clero il suo Rettore ed Arciprete per morte del Dottor
de decreto Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano, e di esso Clero, e
successivamente per rinuncia fatta dal Dottor Buccio di Palmoli, ultimo Rettore
ed Arciprete della Terra e del Clero, il quale, eletto e presentato per gli
eletti Cappellani e Clerici ai quali la prenotazione dell’Arcipretura, quando
vaca spetta, pleno jure, e per antica consuetudine, e quasi possecto, come
avverati padronato.
Volendo
provvedere, eleggono e presentano il Dottor di decreti Tommaso de Lippis in
Arciprete e rettore del Clero e della Terra, e lo costituiscono, benché assente
procuratore, a comparire avanti a Colantonio Vescovo Teatino, al quale detto
Clero appartiene e soggiace, ed al quale spetta la confermazione del Rettore e
Arciprete, perché da esso o dal suo Vicario sia confermato. Nel 1569 al 23
giugno fu presentato ancora quest’istrumento all’Arcivescovo della medesima
carta , e fu fatto lo stesso rescritto.
DOC.
3
Num.
46
(Carta
236 – Idem – Memorie desunte dall’Archivio di S.ta Maria Maggiore)
Nel
1445 ultimo di gennaio, Inidz. VIII, di Alfonso 11mo, Not. Natale di Not.
Mascio di Ariello di Lanciano, d. Muzio di Salvo Cappellano e Rettore di S.
Lorenzo, con 2 clerici di detta Chiesa, dà in enfiteusi un vignale in contrada
di Pareti per carlini 10 solito affittarsi per bolognini 20 che sono carlini 6,
coll’assento del Rev. d. Gaspare de Aventino Arciprete della Terra di Lanciano,
e Vicario Teatino in quella e suo distretto.
DOC.
4
Num
48
(Carta
238, tergo – idem)
Nel
1451, 28 giugno, Indiz, XIV, in Lanciano, d’Alfonso 17mo, Notar Marcuccio di
Compagno di Nicola di Archi di Lanciano. decreto del bando dell’egregio Dott.
di Decreti Gaspare de Aventinis di Casoli Arciprete di Lanciano per un credito
ai laici.
DOC.
5
Num.
8
(Carta
275 tergo – idem – Memorie desunte dall’Archivio di S.ta Maria la Nuova dei
Canonici Lateranensi – Lanciano)
Nel
1484, 23 marzo, Indiz. II, di Ferdinando 27mo in Lanciano. Notar Cecco di Cecco
di Mutio di Capuano di detta Terra di Lanciano, fra testimoni Giovanni d’Angelo
di Cola di Zane di Castelnuovo. Il Rev. Domenico de Bellis Dottor di Decreti e
Vicario generale del Rev.mo d. Colantonio de Valignano Vescovo di Chieti
decreta sopra una convenzione fra d. Giovenale Canonico regolare del Monistero
di Tremiti e i Clerici di S.ta Lucia di Lanciano sopra un legato di Angelo di
Buccio della Tarantola in vigore di breve di Sisto Papa.
DOC.
6
Num.
89
(Carta
292 – id. – id. – Convento di Torino di Sangro)
Nel
1462 al 4 aprile, Indiz. XI, in Lanciano, di Ferdinando Vto, Regio Notar Nicolò
d’Andrea di Guardia di Grele. Francesco di Andrea di Caramanico di Lanciano
vende all’esimio Dott. di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arcipr.de la Terra di
Lanciano e Vicario generale teatino, una vicenda in territorio di Paglieto,
contrada la Piana di Buccio d’Andrea, verso la Terra d’Archi, per ducati 100 e
celle 20 per ducato.
DOC.
7
Num.
33
(Carta
317 tergo – id. – id- Convento di Frisa)
Nel
1460 al 22 febbraio Indiz. VIII in Ortona, del Re Ferdinando IIdo, Notar Natale
di Notar Masio di Lanciano. vendita a d. Gaspare de Aventinis Arciprete della
Terra di Lanciano di vigna quivi per ducati 90 moneta uguale a bolognini 33 e
1/3.
DOC.
8
Num.
34
(Carta
318 – id. ecc.)
Nel
1462 il 27 settembre, Indiz. IV, in Lanciano, del Re Ferdinando IIIzo, il Regio
Notar Nicola d’Andrea della Guardiagrele[1].
Tra testimoni d. Donato di Domenico Preposto della chiesa dell’Annunziata.
Vendita all’esimio Dottor di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arciprete di
Lanciano e Vicario generale teatino, di terreno in contrada delle Cerrete
giusta il territorio di Rizzacorno e il vallone delle Canali per ducati 80 di
monete a celle 20 per ducato.
DOC.
9
Num.
166
(Carta
333 – id. ecc.)
Nel
1441 al 21 novembre, Indiz., V in Lanciano, di Alfonso Re VIImo, Notar Natale
di Notar Masio di Ariello. Vendita all’esimio Dott.di Decreti d. Gaspare di
Notar Giovanni de Aventinis di Casoli cittadino della Terra di Lanciano di casa
quivi parrocchia di S.ta Maria di Civita nuova per ducati 500 moneta uguale a
d. rag.ne.
DOC.
10
Num.
179
(Carta
340 – id. ecc.)
Nel
1463 ultimo di novembre, Indiz. XII in Lanciano, di Ferdinando Vito, Regio
Notar Nicolò di Andrea di Guardiagrele. Testimoni d. Donato di Domenico
Preposto dell’Annunziata. Vendita al Dott.di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano
e Vicario generale teatino, di casa quivi parrocchia di S.ta Maria per ducati
60 di moneta e celle 20 per ducato.
DOC.
11
Num. 180
(Carta
340 – id. ecc.)
Nel
1464 al 21 gennaio in Lanciano, Indiz. e Re sudd.. Reg. Not. Nicolò ecc. Test.
d. Domenico di Rosso Cappellano di S. Lorenzo. D.d. Gaspare eseguisse legato
della quondam nobildonna Caterina sua madre moglie del quondam egregio Not.
Giovanni di Masio di Aventinis di Casoli ad una sua serva di varj mobili, cioè
cinti, bottoniere, di argenti, tonache, cappatori ed altro, ed assegna una casa
in Casoli, ed un censo sopra vigna quivi contrada del Piano di S. Nicola.
DOC.
12
Num.
181
(Carta
340 – id. ecc.)
Nel
1465 al 9 febbraio, Indiz. XIII in Lanciano, di Ferdinando VIImo, il Regio
Notar Amico di Nicola de Perrotti: vendita all’esimio e famosissimo Dott. di
Decreti (così in altri seguenti) d. Gaspare sudd. Arciprete di Lanciano di casa
per ducati 50 di moneta e celle 20.
DOC.
13
Num.
185
(Carta
340 tergo – id. ecc.)
Nel
1470 al 25 gennaio Indiz. III in Lanciano di Ferdinando XIIImo Regio Notar
Amico sudd. Num. 181 (supra): vendita all’Arciprete Gaspare di num. 181
(supra), di casa quivi per ducati 100 di moneta e celle 20.
DOC.
14
Num.
186
(Carta
340 tergo – id. ecc.)
Nel
1470 al 4 novembre Indiz. IV in Lanciano nelle case del Magnifico Tesoriere
Antonio Gazul, in cui risiede il Giudice della Corte civile di Lanciano, di
Ferdinando XIIImo di regno, d. Nicola test.. d. Agostino di Antonio di Palena
Cappellano di S. Martino, d. Antonio di Cerro di Pica Cappellano di S.
Giovanni, d. Battista di Antonio di Caparrone Cappellano di S. Nicola, Domini
sindici dell’Università di Lanciano, alla presenza del Dott. di Leggi d. Amico
de Arpinellis di Monte S.ta Maria in Lapidi Giudice e Sindico forense di
Lanciano, e di Nicola di Memmo di Cerio Mastrogiurato, vendono al detto
Arciprete Gaspare Vicario generale teatino, una bottega quivi in parrocchia di
S.ta Lucia, giusta i beni del Comune di Lanciano per ducati 35 di moneta, celle
20.
DOC.
15
Num.
189
(Carta
341 – id. ecc.)
Nel
1474 al 13 febbraio, Indiz. VII in Lanciano, di Ferdinando XVIImo di regno,
Regio Notar Amico sudd. Num. 187 (supra): vendita a d. Gaspare Arciprete ecc.
d’una fossa da grano per ducati 11 moneta uguale.
DOC.
16
Num.
193
(Carta
341 – id. ecc.)
Nel
1478 al 23 gennaio in Lanciano Indiz. ecc.. Regio Notar Amico ecc., test. d.
Agostino di Antonio da Palena Cappellano di S. Martino, e d. Niccolò di Angelo
Cappellano di S. Maurizio difensori e procuratori ecc. il Clero di Lanciano,
vendono in nome di detto Clero al Regio procuratore in Cristo Gaspare ecc. come
num. 189 (supra), due censi da d. Gaspare dovuti al Clero, in tutto di carlini
44 e celle 2 per carlino sopra possessione quivi contrada del Vallone di
Ripalascari, giusta le mura degl’inforzi ed il vallone di Ripalascari per
ducati 44 di moneta.
DOC.
17
Num.
195
(Carta
341 tergo – id. ecc.)
Nel
1478, 18 giugno in Lanciano. Indiz. id. (vedi supra) IL Not sudd. (vedi supra),
tutto il Clero di S.ta Maria Maggiore, cioè 6 preti, 2 diaconi ed un suddiacono
beneficiarii di S.ta Maria di Civitanova, vendono al Regio Procuratore in
Cristo esimio d. Gaspare Arciprete di Lanciano: annuo censo di carlini 25 di
moneta e celle 2 per carlino da d. Gaspare dovuto a detto Clero, sopra una casa
in detta parrocchia per ducati 25 di moneta e celle 20 per ducato.
DOC.
18
Num.
199
(Carta
342 – id. ec.c)
Nel
1484 al 9 maggio, Indiz. II in Lanciano, nella casa del Monastero di Tremiti
nella parrocchia di S.ta Maria di Lanciano, contrada all’Oriente la Piazza
pubblica, a mezzogiorno la ruga vicinale, casa a detto Monastero devoluta e
lasciata per morte del quondam Gaspare Arciprete di S.ta Maria di Lanciano; del
Re Ferdinando XXVIImo di regno, Notar Marino de Falcioni di Guglionesi, d.
Savino di Mortaro Abbate di detto Monistero per servigj, e Antonio Barzellino
da Cerva a detto quondam Gaspare per 4 anni, egli come Rettore ed erede di
detto Gaspare, in nome del Monistero tremitano, dona una casa in parrocchia di
S.ta Maria, sotto annuo reddito 2 tornesi nella festa di S. Giorgio di marzo.
DOC.
19
Num.
9
(Carta
362 – id. ecc. Convento di Tremiti)
Nel
1478 al 18 di giugno Indiz. XI in Lanciano, del Re Ferdinando XXImo, il Not.
Giovanni d’Angelo di Giacomo di Grosso roga testamento col quale l’esimio
Dott.di Decreti, Rev. Padre d. Gaspare de Aventinis, degnissimo Arciprete di
Lanciano, e Vicario generale teatino fa testamento, col quale elegge sepoltura
nella chiesa di S.ta Maria nel Pilo Arcipresbiteriale. Legati a detta Chiesa
per decime e justi a ducati di moneta di celle 20 chiama all’esequie tutti i
Cappellani e Chierici di Lanciano processionalmente, tutti i religiosi di S. Angelo
della Pace, di S. Spirito, di S. Agostino, e di S. Francesco, tutte le
Confraternite di S.ta Maria, di S. Simone e di S.ta Maria della Frusta, tutti i
Chierici di Casoli, di Orsogna, di Castel Novo, di Frisa e 6 Chierici della
Guardia, alli Legati delle chiese di S.ta Maria Visulis, e S.ta Maria di
Lancino per una paratura di pianeta e donicelle di broccato d’oro di cremisi
ducati 400, dippiù prega tutti i Chierici di essa ogni lunedì cantar Messa e
celebrar ciascuno Messa bassa, e dir Responsorio sopra la sua sepoltura,
lasciando per ciò ducati 150 da impiegare in censo di annui ducati 15. Lascia
al Clero di Lanciano elemosine per 3 esequie. Alla Cappellania di S.ta Maria di
Civitanuova certo denaro per ricompra di casa in parrocchia di S.ta Maria; altri
Legati al Monistero di S. Agostino pel Libro de’ Decretali a lui donato da
Frate Leonardo Provinciale per patrocinio prestato da esso Testatore al
Monistero, all’edificio del tetto di S. Angelo della Pace, del tetto di S.
Spirito, del tetto di S. Francesco (in opere tetti), così ancora di S.ta
Chiara, di S. Agata, di S. Antonio.
Nel
giorno di sua morte, si vestano 100 poveri, 50 di Lanciano e 50 di Casoli,
determinati per ciò ducati 150, pel maritaggio di 6 zitelle e di 4 altre povere
di Casoli, e di 4 di Lanciano: ducati 180; per parato della chiesa di S.ta
Maria di Casoli ed altri 50 per un Breviario ad uno dei chierici, alla chiesa
di S. Giovanni nuovamente edificata per calice, campana, paratura: ducati 132;
alla chiesa di S. Nicola di Casoli ducati 133 per consimili cose in opere tetti
delle chiese di S. Caterina di Casoli, di S. Liberata, di S. Giustino, di S.
Jacopo de bivo, e di qualunque altra
chiesa di Casoli; alla stessa opera del Monistero di S. Giovanni in Venere:
ducati 50; al Vescovo Teatino ducati 100; a d. Napoleone Orsini giovane ,
altrettanti (100). Pro male abbatis incentis: ducati 200; all’Opera
degl’inforzi di Lanciano per 50 canne: ducati 150; a Pasquale suo nipote ed a
varj consanguinei molti Legati e vesti. All’Università di Casoli un terreno
detto “la Lupa” presso Selva Piana, ed altri terreni quivi per una Messa
quotidiana in S.ta Maria per 10 anni, nella cappella di S.ta Maria del Presepe:
ducati 100; per dote alla chiesa di S. Giovanni varj terreni e il feudo di
Novello coi suoi membri, e che il Rettore sia tenuto celebrare 3 Messe per
settimana, agli Arcipreti e chierici di Casoli per decime, consorzio ed altri
jussi: ducati 10, ed altri annui ducati 5 per Messe e Responsori sopra la
sepoltura nella cappella di S. Giovanni: ogni lunedì. Istituisce erede
universale per l’anima sua e dei suoi parenti e di d. Nicolò Arciprete quondam
del Castello di Casoli, il Monistero isolato di S.ta Maria in Tremiti, e fra
gli esecutori qualunque religioso deputando dal Priore e Capitolo di detto
Monistero.
DOC.
20
(Carta
371 tergo – id. ecc.)
Orso
di Fiandra degli Orsini Conte di Manoppello etc. All’egregio ed esimio Dott. di
decreti d. Gaspare de Aventinis di Casoli Arciprete di Lanciano, per servizi
prestati ad esso Orso e suoi fratelli, in luogo di provvisione suo a
traslazione e dignità e beneficio più pingue, dona in nome fraterno e suo, una
vicenda nel demanio del suo Castello diruto di S. Eusanio[2],
detta la vicenda delle Castellare, della capacità di tomoli 20 di semina, senza
niun peso di censo ed usufruttuarla con tutte le giurisdizioni, riservato il
jus del donatore, che dà l’investitura per annalura in segno di vero possesso,
ne spedisce patente per cautela di d. Gaspare e della Corte di esso donatore,
con sigillo pendente.
Dato
in Orsogna, 20 giugno 1453, Indiz. I, sottoscritta da lui e scritta da suo
mandato Simone Cancelliero.
DOC.
21
Num.
328
(Carta
376-377 – id. ecc.)
Nel
1457 del Re Alfonso XXIIImo al 10 febbraio, Indiz. V in Barletta. Notar Matteo
di Corbello de Pizzis di Barolo roga Istrum.col quale d. Giovanni Salvatore
Reale Economo e Procuratore di d. Bernardo Abbate di S. Felice Guisiliente,
Nuncio Apostolico circa le Collette papali imposte da Callisto III sopra i
Prelati e Beneficii del Regno, fa inserire il mandato di procura del 1457 di
detto Re al 5 febbraio in Gravina rogato da Not. Angelo Gizzi col quale detto
Bernardo Nuncio Apostolico ecc.dice avere già ordinato Succolettore delle
facoltà della Santa crociata, e decime papali il Dott. di Decreti d. Gaspare de
Aventinis Arciprete di Lanciano, il quale aveva avuto tale facoltà, e decime, e
massimamente dei bollettini delle Indulgenze e composizioni di maltorti, e di
altra facoltà nella Provincia di Bari, in denarj e robbe di diverse specie,
depositati nella Terra di Baroli, ed altri luoghi di detta Provincia, e volendo
d. Bernardo raccogliere tutto ciò per decimarlo ad Opus Camerae Apostolicae
costituire procuratore Giovanni di Salvatore prete della Diocesi di Terracona,
con ampia facoltà, ed in vigore di tal procura di Giovanni fa quietanza a detto
d. Gaspare Succollettore di varie quantità e somme raccolte nelle Diocesi di
Monopoli, di Polizana (?)[3],
di Conversano, di Bari, di Bitetto, di Giovinazzo, di Molfetta, di Bisceglie,
di Trani, e nella Terra di Barletta, tanto per la decima quanto per bollettini,
e facoltà, cioè in prima ducati 1138, carlini 3 e grana 3 di carlini d’argento
a 2 per tarino, e a 5 per ducato per la decima; e per bollettini ducati 214 a
detta ragione, pro mala abbatis, introiti ed elemosine ducati 10, e grana 16;
per Apoditte et altre limosine ducati 82, tarino 1 e grana 4. Dippiù in robe di
diverse specie, argenti, ori, perle, panni di lana, e di lino per bollettini,
oltre di ducati 214 che uniti a dette robbe ascendono al numero di bollettini III,
distribuiti a diverse persone della Provincia fino al presente giorno.
Perciocché di tutto si fa da Gaspare consegna a detto Giovanni.
DOC.
22
Num.
334
(Carta
378- id. ecc.)
Licenza
di Archangelo da Vicenza Generlae data a d. Silvano da Veneia Abbate di Tremiti
di vendere e permutare nel Monistero di Lanciano la casa di Gaspare di Casoli
de Aventinis, e l’altra casa dello stesso legata con altre case e terre in
detto luogho.
Dato
nel Cas.gen.in Padova al 12 maggio 1488
DOC.
23
Num.
370
(Carta
385 – id. ecc.)
Nel
1466 Indiz. XIV ai tempi di Papa Paolo II, al 17 settembre in Camerino nel
Borgo di S. Venanzo, Notar Pier Domenico di Maffeo di Venanzo, roga istromento
col quale Antonio di Pascuccio di Fluminara Camerinese dice aver contratto per
lo passato società in Lanciano con Mariano di Domenico, e posti per capitale
300 fiorini alla ragione di 40 bolognini d’argento per fiorino, e detto Mariano
l’industria, ed andati nel maggio passato alle Fiere di Lanciano per vendere
panni, ne lasciarono porzione in consegna a Pascale Santilli di Lanciano, che
erano stati poi impediti dal Capitano di Lanciano di istanza d. Pietro Poli da
Milano asserto creditore d’uno dei soci, e prese rotta ricuperare di panni,
appellò all’egregio Dottore d. Gaspare de Aventinis, avanti al quale pende la
causa, e tutt’ora proseguire costituisce Procuratore d. Mariano di Domenico per
comparire avanti detto Capitano e detto Dottore Gaspare Giudice d’appellazione.
L’istrumento è legalizzato dai Capitoli dell’arte della Città di Camerino.
DOC.
24
Num.
376
(Carta
387 tergo – id. ecc.)
Al
17 luglio Indiz. VI nella Corte di Lanciano, si presentano le seguenti
giustificazioni. Avanti all’esimio Dotto di Decreti Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano e
degnissimo Vicario teatino e Reg. commissario deputato specialmente dal Re
nella causa fra Cola di Colletto del Vasto Aimone, e d.nna Maruzzia vedova del
quondam Lemmo di Antonio di detta Terra del Vasto Aimone per oliveto quivi comparisce
Notar Natale di Cecco di Matteo di Archi di Lanciano Procuratore di Nicola, e
domanda che la Maruzia sia condannata a restituire l’oliveto coi frutti
percepiti nel tempo, che da lei fu venduto a detto Cola una colle spese perché
la vendita è valida, e il prezzo pagato, e dopo ciò aveva spogliato il
compratore del possesso secondo se aveva ragioni contro d’istrumento, ad
istanza era deserto, perciocché la quistione fu agitata 8 anni fa nella Corte
del Vasto, con sentenza a favore di Nicola, e se Maruzzia appellò, non
persegua.
Nel
giorno istesso si presentano impugnazioni per parte di detto Nicola, per alcune
nullità di ordine nel processo, e fra le altre, perché non si era in alcuni
atti posto il titolo del Re Ferdinando, ma in una sentenza in nome del Re
Renato Principe falso e adulterino.
DOC.
25
Num.
380
(Carta
388 – id. ecc.)
Napoleone
Orsini Conte di Manoppello spedisce lettere, specialmente al Rev. Procuratore
in Christo Colantonio di Valignano Vescovo teatino e Commendatario della Badia
e Monistero di S. Martino della Valle, con cui notifica che vacante il
beneficio, e chiesa di S.ta Lucia del suo diruto Castello Laroma per morte di
Antonio di Gentile di Palombaro, la cui rappresentazione a lui spetta, lo
concede e rappresenta a Giacomo Giulio di Giovanni del suo Castello di Casoli,
e prega detto commendatario confermarlo.
Dato
nel Castello suo (forse Guardia) 11 febbraio Indiz. XI, 1479.
DOC.
26
Num.
383
(Carta
389 – id. ecc.)
Il
Sindaco, Consiglio ed Università della Regia Terra di Lanciano onora il
Venerabile ed egregio Dottor di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arciprete
lancianese e Vicario generale teatino, come quello che coi suoi saluberrimi
consigli, ajuti e favori ha per lo passato molto giovato al Pubblico, e giova
presentemente coll’esentarlo da ogni peso e pagamento di collette, ordinarie e
straordinarie, e da qualunque imposizione sopra i beni che possiede.
Dato
nel Palazzo della Residenza del Sindaco al 9 agosto…
DOC.
27
Num.
393
(Carta
393 – id. ecc.)
Gaspare
de Aventinis Dottor di Decreti Arciprete di Lanciano, Vicario generale della
Diocesi teatina, e Regio Commissario deputato diregge ordine a’ bajuli giurati,
e servienti della Corte del Capitano di Vasto Aimone, ad istanza della nobile
vedova Maruzia di Notar Nicola di detta Terra, dalla quale a lui si presenta
commissione del Re Ferdinando, diretta a lui esimio Dottor di Decreti Gaspare
de Aventinis della Terra di Lanciano, Vicario della Terra stessa, e suo
oratore, con cui il Re ad istanza di detta Maruzia esponente di essere stata
citata da Nicola di Celletti di mandato del Dottor di Leggi Andrea de’ Dottori
Regio Consigliere, e dal Re delegato per comparire nella Terra di S. Severo, o
altrove fosse il Re nella causa, di un oliveto ecc. Ma essendo detto Andrea di
continuo col Re per diverse parti, e la vedova povera, domanda delegazione al
Vicario di Lanciano eletto da lei per Giudice competente; egli il Re commette a
d. Gaspare Vicario di far giustizia in detta causa inibendo detto Andrea, e
concedendo in piena facoltà a Gaspare.
Dato
in Castelnuovo di Napoli per Luca Tozzolo Romano Luogotenente d’onore d’Aragona
e Protonotaio al 5 maggio 1473. Registrata in Cancelleria ed al Registro di
giustizia 25.
Gaspare
pertanto fa citare il Nicola a vedere l’apertura del processo, e ad assistere
nella causa. Dato in Lanciano 5 giugno Indiz. VI 1473, et 18 del mese
comparisce il Nicola, e seguono poi altri atti in dorso fino al 9 di luglio.
DOC.
28
Num.
431
(Carta
408 – id. ecc.)
Avanti
d. Scario de Antinibus di Guillonisi essendo Giudice suddelegato dal Rev.mo d.
Giacomo Vescovo di Termoli, comparisce Angelo Antonio di Penna di Pedimonte
Procuratore dell’eccellente d. Napoleone degli Ursini Conte di Manoppello, e
dice che al 7 di novembre 1483 Indiz. II di suo mandato, fu citato ad allegare
perché tenga occupati alcuni beni feudali, e mobili spettanti al luogo di S.
Maria Tremitana, esistenti nel Castello di Casoli, lasciati da Gaspare de
Aventinis, e perché detto Giudice non ha giurisdizione sopra di lui
immediatamente soggetto al Papa, e al Re, come dai suoi privileggi, e perché
detti beni feudali non si potevano lasciare ai Religiosi, che mai non morono,
ed il fondo così non ritorna mai al padrone, domanda che si ritiri l’editto
appellando al Papa e al Re.
DOC.
29
Num.
433
(Carta
414 a tergo – id. ecc.)
Nel
1455 al 10 novembre, Indiz. IV in Lanciano, Pippo di Memmo Procuratore della
chiesa di S.ta Chiara dichiara di aver ricevuto da Gaspare Arciprete di
Lanciano carlini 66 di moneta per 3 annuale nella festa di S. Angelo di
settembre, di un vignale quivi in contrada di S. Bartolomeo[4].
Nel 1457 al 12 di marzo in Lanciano presente d. Matteo Cappellano di S. Martino
, e di altri testimoni da Pippo procuratore di S.ta Chiara, riceve altri
carlini 22 per un’annata di detto vignale. Al 5 gennaio Indiz., VII 1459 in
Lanciano: Cesio di Antonio di Mazziero Procuratore di S.ta Chiara riceve da
detto Arciprete tarini 11 e celle 4 a tarino per detto vignale per l’anno
passato 1458 della VI Indiz.
DOC.
30
Num.
458
(Carta
416 – id. ecc.)
Consulto
di Gaspare de Aventinis che si firma “minimo Dottor di Decreti” ed appone il
suo sigillo, che è un pellicano, sul caso che Muzia di Notar Giovannuzzo del
Vasto usufruttuaria mentre visse d’un giardino, e per tenimento lo lascia al
Monistero di Tremiti, il che si ricusò di adempire dagli eredi, perciocché il
giardino non era della testatrice, che per solo usufrutto, e dall’altra perché
si allegava che ciò non ostante il Legato tenesse, ed egli sostiene che essendo
causa Pia, veramente voglio.
DOC.
31
Num.
463
(Carta
417 – id. ecc.)
Il
Procuratore del Sacro Monastero di Tremiti comparisce in Curia del delegato
apostolico regio, e dice non militar le eccezioni dell’Ecc.mo Conte Napoleone
Orsini degli Orsini:
1) la sua esenzione, se è vera, non lo esenta da detto
delegato, perché genit.vices.di Papa Sisto e del Re Ferdinando, dai quali è
commissario;
2) non ha esibito i privileggi;
3) i feudi in Regno dipendono dalla Chiesa e dal Re, e
il delegato è da tutti e due;
4) i beni feudali lasciati da Gaspare non sono feudali mobili,
e quadernati, ma rustici, li lasciò così come li potette tenere benché
ecclesiastico egli fosse;
5) che il conservatorio spedito da Papa Nicola e
premorto alla spedizione fu confermato da Sisto;
Fu
perciò istanza astringersi Napoleone a esso delegato, o a lasciare i beni
occupati (senza data).
DOC.
32
Num.
498
(Carta
425 – id. ecc.)
Articoli
da provare proposti dal Monistero di S.ta Maria di Tremiti avanti a d. Giacomo
Vescovo di Termoli, delegato dal Re nella causa fra esso e Napoleone Orsini
sopra i beni da questo occupati, che Gaspare Arciprete di Lanciano, il Padre e
gli antenati di lui hanno pacificamente posseduto varj beni stabiliti, e mobili
presentemente occupati. Così Notar Giovanni di Gaspare possedette causa dentro
la Terra di Casoli con orto e contiguo, vigna in contrada del Piano, giusta la
chiesa di S. Giacomo, un pezzo di terra con vigna e territorio, altro pezzo di
terra con 9 pezzi vigne in essa, un pezzo di terra in contrada Le Querce di
Bucciarello con 4 pezzi di vigna in essa, una vigna in contrada di Barlotti, un
pezzo di terra in contrada del Serto, vigna in contrada dei Colli, un vignale
con olivi, un pezzo di terra alberato in contrada delle Fonti di Onofrio, un
pezzo di terra alla forma del Molino vecchio, altro quivi, altro indiviso con
Sig. Pistino, un vignale presso il detto Molino, un pezzo di terra a Lampa
altro a Collerotondo, altro alle Coste, altro alle Canne rozze, altro al Rivo,
altro al Vallone cupo, altro alli Pirinarii, altro quivi, altro alla Piana
Giborga, altro a Fonte Brongito, altro quivi, altro alli Valloni, altri presso
il Vallone, altro alla Valle Albuna, altro a Vallelonga, un vignale alla
Fornace, un pezzo di terra alle Cese, un vignale al Pozzo, un pezzo di terra al
Piano dell’altro Boragno, altro in contrada di Cola di Bono, altro a
Sfondacupa, altro al Bosco, un altro alle Candeta, alla Valle di Loreto con
selva, a S. Lesina, un orto presso l’inforzo della Terra, un orto in contrada
delle Fonti, presso i beni dell’Arcipretato, una vigna ai Vignali, altra quivi,
una casa in detta Terra, altra quivi, un’altra quivi ed un’altra.
Seguono
i mobili e fra essi cassa di scritture. Che tutti i beni erano stati posseduti
dopo la morte del Padre da detto Gaspare. E detto Notar Giovanni Padre prese
moglie colla quale visse lungamente, generò e nudrì Gaspare, e morto Giovanni
da 50 anni fa, restò erede detto Gaspare figlio, e percepì i proventi di detti beni, che
morendo Gaspare fece testamento, ed istituì erede il Monistero. E morì e fu
sepolto poco dopo. Che il Monistero eredi l’eredità, prese possesso di alcuni
beni che attualmente possiede in Lanciano, e fra gli altri la casa in Piazza,
dove si fa l’Ospizio che detto Napoleone ingiustamente e di fatto morto
Gaspare, invase tutti i beni qui descritti, e gli tiene occupati, facendo dal
suo Officiale di Casoli occupar le case e le scritture e i mobili. Che da 6
anni in qua detto Napoleone si fece improntare da Gaspare 15 ducati dei quali
ancora è debitore. Che il dirsi da Napoleone essere detti beni feudali non si
crede per averli posseduti il padre di Gaspare come burgensatici da 60 e più
anni, né mai sotto pagamento d’adua alla Corte Regia o d’altro Signore, né di
censo o alcun servizio; che erano stati alliberati ed accatastati nel Catasto
delle Collette di Casoli, come i beni degli altri uomini della Terra, che si
erano di essi pagati collette all’Università e da Notar Giovanni e da Gaspare
non ostante i privilegi clericali nei primi anni, ed ultimamente non aver
pagato per detto privilegio, nonché perché fossero feudali, e se di alcuni beni
stabili percepì dei conduttori qualche gallina, o simili cose di vitto esso
Gaspare, non perciò i beni erano feudali, ma dati da lui in enfiteusi a censo,
o a livello. Non correre di una legge la conseguenza che riscuotendosi di un fonde
una gamba, o piede porcino, perciò il fondo sia feudale. Che i mobili furono
presi con rottura di porte e casse
[1] Renzetti
annota: omonimia e paternità del Notaro col cesellator Maestro Nicolò da
Guardiagrele morto nel 1462 o l’anno prima.
[2] Si
intende S. Eusanio del Sangro, le Castellare è attuale contrada Castello di S.
Eusanio. N.d.C.
[3] Forse
Polignano a Mare. N.d.C.
[4] Area del convento dei Cappuccini di Lanciano, N.d.C.
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