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3 settembre 2024

Un personaggio da ricordare: Gaspare de Aventinis da Casoli, Dottor di Leggi a Lanciano nel XV sec.

Il papa con i suoi cardinali, in una miniatura del Très riches heures du Duc de Berry

 

Un personaggio da ricordare: Gaspare de Aventinis da Casoli, Dottor di Leggi a Lanciano nel XV sec.

di Angelo Iocco

La storia d'Abruzzo è interessante per le sue mille sfaccettature, soprattutto se corredata da utili documenti. Nelle nostre ricerche ci siamo soffermati sul Libro di Memorie di Anton Ludovico Antinori, manoscritto presso il Museo diocesano di Lanciano, e pubblicato nel 1995 a cura di Michele Scioli, dove sono registrati i documenti di diversi archivi ecclesiastici lancianesi, come il Capitolo della Cattedrale, del convento di San Francesco, di Santa Maria Nuova, della parrocchia di Santa Lucia, della chiesa di Santa Maria Maggiore ecc. Questi documenti aiutano a ricostruire la microstoria locale, fatta di vendite e acquisti di terreni, lasciti, donazioni, liti e cause infinitamente lunghe, disposizioni del Vescovo o del Re, e molto altro.

In questi documenti appare la figura di Gaspare de Aventinis, Dottor di Leggi di Casoli. Questi documenti che noi abbiamo studiato furono trascritti parzialmente dallo studioso lancianese Luigi Renzetti (1860-1931) in un manoscritto inedito presso la Biblioteca provinciale di Pescara, il quale voleva forse scrivere la biografia del prelato casolano; ancor prima del Renzetti, il giurista lancianese Antonio Maranca (1773-1858), nipote del celebre Anton Ludovico Antinori aquilano (1704-1778), sulla base di un manoscritto ancora inedito del polistore aquilano, dal titolo Istoria critica ovvero Memorie ragionate della Città di Lanciano ad uso della famiglia Liberatori, 1788 (la data postuma già lascia intendere che il manoscritto passò attraverso varie mani, comprese quelle del Maranca, con aggiunta di altre notizie posteriori la morte dell'Aquilano), tracciò la biografia del de Aventinis. Essa appare alla voce alfabetica nel manoscritto inedito, sempre conservato nella Biblioteca pescarese, dal titolo Biografia degli Uomini illustri di Lanciano, da cui estraiamo queste notizie.

Gaspare de Avetninis era nativo di Casoli, nominato “Esimio Dottor di Leggi”, era passato in Lanciano nel 1441 e vi era divenuto cittadino. Nel 1443 fu costituito vicario generale del Cardinale Orsini nel monistero di S. Giovanni in Venere, e nel 1445 lo troviamo ancora arciprete di Lanciano e vicario del vescovo Teatino. Egli nel 1452, secondo il solito, tenne la Congregazione del Clero, e vi stabilì diversi utili regolamenti. Orso Orsini di Fiandra, Conte di Manoppello, in contemplazione dei precitati servigii, concesse a questo arciprete l’usufrutto di una vicenda di terreni nel dominio del distrutto Castello di S. Eusanio, contrada di Castellana, franco di ogni censo. In seguito dal papa Callisto III fu creato “succollettore” delle collette imposte sopra i prelati e i beneficiati a modo di crociata, ed esercitò quest’officio nella diocesi di Monopoli, di Bari, di Polignano, ci Conversano, di Bitonto, di Giovinazzo, di Molfetta, di Bisceglie, di Trani e Barletta. Nell’anno 1461 atteso col vescovo Teatino alla visita di lui diocesi di Lanciano, ed in altri luoghi.

Spesse volte egli era scelto per arbitro, ed a lui rimettevano le cause anche i laici. Così nel 1466 gli fu affidata una causa tra i mercadanti di Camerino e di Milano [che si trovavano alla Fiera], e nel 1473 gli fu dal re delegata un’altra causa fra due litiganti del Vasto, uno dei quali stava all’attuale regio servizio, ed in questa occasione Ferdinando I d’Aragona qualificò Gaspare per suo Oratore, perché esso era stato ambasciatore dinanzi a lui per affari pubblici della Città di Lanciano, ed aveva saputo ben distinguersi. Perciò fu rimunerato dai lancianesi, anche per gli utili consigli dati, e fu esentato da qualunque pagamento di collette, anche straordinarie, e da qualunque imposizione sui beni che possedeva.

Chiesa di Santa Maria Maggiore di Lanciano, disegno dall’Album pittorico letterario abruzzese di Chieti, 1860, disegno di Raffaele Del Ponte.


Nel 1453 egli era vicario di tutta la diocesi di Colantonio Valignani, vescovo Teatino, e spedì bolla da Casoli, conferendo la chiesa parrocchiale  e S. Vittoria in Tornareccio. Al 30 ottobre di detto anno come arciprete vicario, insieme ai cappellani e parrochi, e cogli altri preti congregati insieme, fece alcune savie prescrizioni riguardo al giuramento. Finalmente carico di gloria, finì di vivere in Lanciano nell’anno 1485.

E ora passiamo ai documenti, che il Renzetti raccoglie nel numero di 32 nel suo scritto inedito, il quale riprende un altro manoscritto di appunti del canonico di S.ta Maria Maggiore, suo prozio, Francesco Saverio Renzetti, che consultò le carte antinoriane nel 1795. Avendo tra le mani l'edizione pubblicata dallo Scioli, il quale nei colophon inserisce il numero delle carte manoscritte, che naturalmente differisce da quello dell'edizione, è possibile fare il confronto coi documenti regestati nel ms. renzettiano, provenienti dalle carte dell'Archivio Santa Maria Maggiore (doc. 1, n. 16, carta 97; doc. 2 n. 17, c. 98; doc. 3 n. 46 c. 236, doc. 4 n. 48, c. 238; doc. 6, n. 89, c. 292; doc. 7, n. 33, c. 317;  doc. 8, n. 34, c. 318; doc. 9, n. 166, c. 333;  doc. 10, n. 179, c. 340; doc. 11, n. 180, c. 340; doc. 12, n. 181, c. 340; doc. 13, n. 185, n. 340; doc. 14, n. 186, c. 340;  doc. 15, n. 189, c. 341; doc. 16, n. 193, c. 341; doc. 17, n. 195, c. 341; doc. 18, n. 199, c. 342; doc. 19, n. 9, c. 362; doc. 20, c. 371; doc. 21, n. 328, cc. 376-77; doc. 22, n. 334, c. 378; doc. 23, n. 370, c. 385; doc. 24, c. 376, c. 387, doc. 25, n. 380, c. 388; doc. 26, n. 383, c. 389; doc. 27, n. 393, c. 393; doc. 28, n. 341, c. 408; doc. 29, c. 433, c. 414: doc. 30, n. 458, c. 416; doc. 31, c. 463, c. 417: doc. 32, c. 498, c. 425

In essi abbiamo testimonianza di acquisti di case nel quartiere Civitanova da parte del de Aventinis, oppure di vendite di sue proprietà, notevole il testamento con elargizioni cospicue al Clero e alla parrocchia di Santa Maria, ed elemosine ai poveri, e delle sue proprietà sparse per Lanciano e il territorio di Casoli, per cui, specialmente nel territorio di Caprafico e Ugni, il Re dovette intervenire contro Napoleone Orsini signore di Manoppello e Guardiagrele, il quale ne usurpò la proprietà; stuzzichevole invece risultano alcune cause, come quella in cui dovette procedere contro una tal Maruzia per un oliveto che lei vendette, abusando di cavillo di un testamento, ricavandone ricco profitto.

DOC. 1

Num. 16

(Carta 97 a tergo – Memorie desunte dall’Archivio della Cattedrale)

Nel 1486 a dì 6 marzo, III Indiz., nella Terra di Lanciano, nella chiesa di S.ta Maria, del Re Ferdinando 28mo (anno di regno), Notar Tiberio di Vitale roga istrumento col quale Giovanni d’Onofrio, Matteo di Giuliano, e molti altri cittadini e parrocchiani della chiesa di S.ta Maria di Lanciano, convocati a suono di campane, e chiamata a richiesta di clerici di detta chiesa come parte maggiore e più savia di essa, a voto unanime, vacando la detta chiesa del suo Rettore e Cappellano per la morte del dott. d. Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano e Cappellano e Rettore di detta Chiesa di S.ta Maria, e successivamente a rinunzia fatta dal dott. Buccio di Palmoli ultimo Rettore, eletto e presentato in essa chiesa per li stessi parrocchiani cui spetta la presentazione pleno jure e per antica consuetudine, e volendo provvedere di Rettore e Cappellano, eleggono e presentano il Dottor di decreti Tommaso de Lippis di Taranta per Cappellano e Rettore della chiesa di S.ta Maria di Lanciano, perché da Colantonio di Valignano Vescovo Teatino, al quale la detta chiesa di S.ta Maria immediatamente appartiene e soggiace, sia confirmato. Nel 1569 al 23 luglio fu presentato questo strumento all’Arcivescovo di Lanciano nella causa del Capitolo ed altri sopra la presentazione dell’Arciprete, e fu detto che si intimasse alla parte.

 

DOC. 2

Num. 17

(Carta 98 – Ibidem)

Nel 1485 al 10 marzo, Indiz. III in Lanciano, nella chiesa di S.ta Lucia, del Re Ferdinando (28mo), Notar Bartolomeo de Rosicis roga istrumento col quale Lucio d’Accetelli Primicerio di S.ta Lucia, Agostino Cappellano di S. Martino, Battista Cappellano di S. Nicola e i Cappellani Antonello di S. Biagio, Tommaso di Bucchianico di S. Lorenzo, Memmo di S. Giovanni, Nicola di S. Maurizio, e tutti gli altri preti e clerici di detta chiesa, a suono di campane, congregati parte maggiore e più sana di tutti i clerici della Terra unanime, mentre recando alla Terra ed al Clero il suo Rettore ed Arciprete per morte del Dottor de decreto Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano, e di esso Clero, e successivamente per rinuncia fatta dal Dottor Buccio di Palmoli, ultimo Rettore ed Arciprete della Terra e del Clero, il quale, eletto e presentato per gli eletti Cappellani e Clerici ai quali la prenotazione dell’Arcipretura, quando vaca spetta, pleno jure, e per antica consuetudine, e quasi possecto, come avverati padronato.

Volendo provvedere, eleggono e presentano il Dottor di decreti Tommaso de Lippis in Arciprete e rettore del Clero e della Terra, e lo costituiscono, benché assente procuratore, a comparire avanti a Colantonio Vescovo Teatino, al quale detto Clero appartiene e soggiace, ed al quale spetta la confermazione del Rettore e Arciprete, perché da esso o dal suo Vicario sia confermato. Nel 1569 al 23 giugno fu presentato ancora quest’istrumento all’Arcivescovo della medesima carta , e fu fatto lo stesso rescritto.

 

DOC. 3

Num. 46

(Carta 236 – Idem – Memorie desunte dall’Archivio di S.ta Maria Maggiore)

Nel 1445 ultimo di gennaio, Inidz. VIII, di Alfonso 11mo, Not. Natale di Not. Mascio di Ariello di Lanciano, d. Muzio di Salvo Cappellano e Rettore di S. Lorenzo, con 2 clerici di detta Chiesa, dà in enfiteusi un vignale in contrada di Pareti per carlini 10 solito affittarsi per bolognini 20 che sono carlini 6, coll’assento del Rev. d. Gaspare de Aventino Arciprete della Terra di Lanciano, e Vicario Teatino in quella e suo distretto.

 

DOC. 4

Num 48

(Carta 238, tergo – idem)

Nel 1451, 28 giugno, Indiz, XIV, in Lanciano, d’Alfonso 17mo, Notar Marcuccio di Compagno di Nicola di Archi di Lanciano. decreto del bando dell’egregio Dott. di Decreti Gaspare de Aventinis di Casoli Arciprete di Lanciano per un credito ai laici.

 

DOC. 5

Num. 8

(Carta 275 tergo – idem – Memorie desunte dall’Archivio di S.ta Maria la Nuova dei Canonici Lateranensi – Lanciano)

Nel 1484, 23 marzo, Indiz. II, di Ferdinando 27mo in Lanciano. Notar Cecco di Cecco di Mutio di Capuano di detta Terra di Lanciano, fra testimoni Giovanni d’Angelo di Cola di Zane di Castelnuovo. Il Rev. Domenico de Bellis Dottor di Decreti e Vicario generale del Rev.mo d. Colantonio de Valignano Vescovo di Chieti decreta sopra una convenzione fra d. Giovenale Canonico regolare del Monistero di Tremiti e i Clerici di S.ta Lucia di Lanciano sopra un legato di Angelo di Buccio della Tarantola in vigore di breve di Sisto Papa.

 

DOC. 6

Num. 89

(Carta 292 – id. – id. – Convento di Torino di Sangro)

Nel 1462 al 4 aprile, Indiz. XI, in Lanciano, di Ferdinando Vto, Regio Notar Nicolò d’Andrea di Guardia di Grele. Francesco di Andrea di Caramanico di Lanciano vende all’esimio Dott. di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arcipr.de la Terra di Lanciano e Vicario generale teatino, una vicenda in territorio di Paglieto, contrada la Piana di Buccio d’Andrea, verso la Terra d’Archi, per ducati 100 e celle 20 per ducato.

 

DOC. 7

Num. 33

(Carta 317 tergo – id. – id- Convento di Frisa)

Nel 1460 al 22 febbraio Indiz. VIII in Ortona, del Re Ferdinando IIdo, Notar Natale di Notar Masio di Lanciano. vendita a d. Gaspare de Aventinis Arciprete della Terra di Lanciano di vigna quivi per ducati 90 moneta uguale a bolognini 33 e 1/3.

 

DOC. 8

Num. 34

(Carta 318 – id. ecc.)

Nel 1462 il 27 settembre, Indiz. IV, in Lanciano, del Re Ferdinando IIIzo, il Regio Notar Nicola d’Andrea della Guardiagrele[1]. Tra testimoni d. Donato di Domenico Preposto della chiesa dell’Annunziata. Vendita all’esimio Dottor di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano e Vicario generale teatino, di terreno in contrada delle Cerrete giusta il territorio di Rizzacorno e il vallone delle Canali per ducati 80 di monete a celle 20 per ducato.

 

DOC. 9

Num. 166

(Carta 333 – id. ecc.)

Nel 1441 al 21 novembre, Indiz., V in Lanciano, di Alfonso Re VIImo, Notar Natale di Notar Masio di Ariello. Vendita all’esimio Dott.di Decreti d. Gaspare di Notar Giovanni de Aventinis di Casoli cittadino della Terra di Lanciano di casa quivi parrocchia di S.ta Maria di Civita nuova per ducati 500 moneta uguale a d. rag.ne.

 

DOC. 10

Num. 179

(Carta 340 – id. ecc.)

Nel 1463 ultimo di novembre, Indiz. XII in Lanciano, di Ferdinando Vito, Regio Notar Nicolò di Andrea di Guardiagrele. Testimoni d. Donato di Domenico Preposto dell’Annunziata. Vendita al Dott.di Decreti  d. Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano e Vicario generale teatino, di casa quivi parrocchia di S.ta Maria per ducati 60 di moneta e celle 20 per ducato.

 

DOC. 11

Num.  180

(Carta 340 – id. ecc.)

Nel 1464 al 21 gennaio in Lanciano, Indiz. e Re sudd.. Reg. Not. Nicolò ecc. Test. d. Domenico di Rosso Cappellano di S. Lorenzo. D.d. Gaspare eseguisse legato della quondam nobildonna Caterina sua madre moglie del quondam egregio Not. Giovanni di Masio di Aventinis di Casoli ad una sua serva di varj mobili, cioè cinti, bottoniere, di argenti, tonache, cappatori ed altro, ed assegna una casa in Casoli, ed un censo sopra vigna quivi contrada del Piano di S. Nicola.

 

DOC. 12

Num. 181

(Carta 340 – id. ecc.)

Nel 1465 al 9 febbraio, Indiz. XIII in Lanciano, di Ferdinando VIImo, il Regio Notar Amico di Nicola de Perrotti: vendita all’esimio e famosissimo Dott. di Decreti (così in altri seguenti) d. Gaspare sudd. Arciprete di Lanciano di casa per ducati 50 di moneta e celle 20.

 

DOC. 13

Num. 185

(Carta 340 tergo – id. ecc.)

Nel 1470 al 25 gennaio Indiz. III in Lanciano di Ferdinando XIIImo Regio Notar Amico sudd. Num. 181 (supra): vendita all’Arciprete Gaspare di num. 181 (supra), di casa quivi per ducati 100 di moneta e celle 20.

 

DOC. 14

Num. 186

(Carta 340 tergo – id. ecc.)

Nel 1470 al 4 novembre Indiz. IV in Lanciano nelle case del Magnifico Tesoriere Antonio Gazul, in cui risiede il Giudice della Corte civile di Lanciano, di Ferdinando XIIImo di regno, d. Nicola test.. d. Agostino di Antonio di Palena Cappellano di S. Martino, d. Antonio di Cerro di Pica Cappellano di S. Giovanni, d. Battista di Antonio di Caparrone Cappellano di S. Nicola, Domini sindici dell’Università di Lanciano, alla presenza del Dott. di Leggi d. Amico de Arpinellis di Monte S.ta Maria in Lapidi Giudice e Sindico forense di Lanciano, e di Nicola di Memmo di Cerio Mastrogiurato, vendono al detto Arciprete Gaspare Vicario generale teatino, una bottega quivi in parrocchia di S.ta Lucia, giusta i beni del Comune di Lanciano per ducati 35 di moneta, celle 20.

 

DOC. 15

Num. 189

(Carta 341 – id. ecc.)

Nel 1474 al 13 febbraio, Indiz. VII in Lanciano, di Ferdinando XVIImo di regno, Regio Notar Amico sudd. Num. 187 (supra): vendita a d. Gaspare Arciprete ecc. d’una fossa da grano per ducati 11 moneta uguale.

 

DOC. 16

Num. 193

(Carta 341 – id. ecc.)

Nel 1478 al 23 gennaio in Lanciano Indiz. ecc.. Regio Notar Amico ecc., test. d. Agostino di Antonio da Palena Cappellano di S. Martino, e d. Niccolò di Angelo Cappellano di S. Maurizio difensori e procuratori ecc. il Clero di Lanciano, vendono in nome di detto Clero al Regio procuratore in Cristo Gaspare ecc. come num. 189 (supra), due censi da d. Gaspare dovuti al Clero, in tutto di carlini 44 e celle 2 per carlino sopra possessione quivi contrada del Vallone di Ripalascari, giusta le mura degl’inforzi ed il vallone di Ripalascari per ducati 44 di moneta.

 

DOC. 17

Num. 195

(Carta 341 tergo – id. ecc.)

Nel 1478, 18 giugno in Lanciano. Indiz. id. (vedi supra) IL Not sudd. (vedi supra), tutto il Clero di S.ta Maria Maggiore, cioè 6 preti, 2 diaconi ed un suddiacono beneficiarii di S.ta Maria di Civitanova, vendono al Regio Procuratore in Cristo esimio d. Gaspare Arciprete di Lanciano: annuo censo di carlini 25 di moneta e celle 2 per carlino da d. Gaspare dovuto a detto Clero, sopra una casa in detta parrocchia per ducati 25 di moneta e celle 20 per ducato.

 

DOC. 18

Num. 199

(Carta 342 – id. ec.c)

Nel 1484 al 9 maggio, Indiz. II in Lanciano, nella casa del Monastero di Tremiti nella parrocchia di S.ta Maria di Lanciano, contrada all’Oriente la Piazza pubblica, a mezzogiorno la ruga vicinale, casa a detto Monastero devoluta e lasciata per morte del quondam Gaspare Arciprete di S.ta Maria di Lanciano; del Re Ferdinando XXVIImo di regno, Notar Marino de Falcioni di Guglionesi, d. Savino di Mortaro Abbate di detto Monistero per servigj, e Antonio Barzellino da Cerva a detto quondam Gaspare per 4 anni, egli come Rettore ed erede di detto Gaspare, in nome del Monistero tremitano, dona una casa in parrocchia di S.ta Maria, sotto annuo reddito 2 tornesi nella festa di S. Giorgio di marzo.

 

DOC. 19

Num. 9

(Carta 362 – id. ecc. Convento di Tremiti)

Nel 1478 al 18 di giugno Indiz. XI in Lanciano, del Re Ferdinando XXImo, il Not. Giovanni d’Angelo di Giacomo di Grosso roga testamento col quale l’esimio Dott.di Decreti, Rev. Padre d. Gaspare de Aventinis, degnissimo Arciprete di Lanciano, e Vicario generale teatino fa testamento, col quale elegge sepoltura nella chiesa di S.ta Maria nel Pilo Arcipresbiteriale. Legati a detta Chiesa per decime e justi a ducati di moneta di celle 20 chiama all’esequie tutti i Cappellani e Chierici di Lanciano processionalmente, tutti i religiosi di S. Angelo della Pace, di S. Spirito, di S. Agostino, e di S. Francesco, tutte le Confraternite di S.ta Maria, di S. Simone e di S.ta Maria della Frusta, tutti i Chierici di Casoli, di Orsogna, di Castel Novo, di Frisa e 6 Chierici della Guardia, alli Legati delle chiese di S.ta Maria Visulis, e S.ta Maria di Lancino per una paratura di pianeta e donicelle di broccato d’oro di cremisi ducati 400, dippiù prega tutti i Chierici di essa ogni lunedì cantar Messa e celebrar ciascuno Messa bassa, e dir Responsorio sopra la sua sepoltura, lasciando per ciò ducati 150 da impiegare in censo di annui ducati 15. Lascia al Clero di Lanciano elemosine per 3 esequie. Alla Cappellania di S.ta Maria di Civitanuova certo denaro per ricompra di casa in parrocchia di S.ta Maria; altri Legati al Monistero di S. Agostino pel Libro de’ Decretali a lui donato da Frate Leonardo Provinciale per patrocinio prestato da esso Testatore al Monistero, all’edificio del tetto di S. Angelo della Pace, del tetto di S. Spirito, del tetto di S. Francesco (in opere tetti), così ancora di S.ta Chiara, di S. Agata, di S. Antonio.

Nel giorno di sua morte, si vestano 100 poveri, 50 di Lanciano e 50 di Casoli, determinati per ciò ducati 150, pel maritaggio di 6 zitelle e di 4 altre povere di Casoli, e di 4 di Lanciano: ducati 180; per parato della chiesa di S.ta Maria di Casoli ed altri 50 per un Breviario ad uno dei chierici, alla chiesa di S. Giovanni nuovamente edificata per calice, campana, paratura: ducati 132; alla chiesa di S. Nicola di Casoli ducati 133 per consimili cose in opere tetti delle chiese di S. Caterina di Casoli, di S. Liberata, di S. Giustino, di S. Jacopo de  bivo, e di qualunque altra chiesa di Casoli; alla stessa opera del Monistero di S. Giovanni in Venere: ducati 50; al Vescovo Teatino ducati 100; a d. Napoleone Orsini giovane , altrettanti (100). Pro male abbatis incentis: ducati 200; all’Opera degl’inforzi di Lanciano per 50 canne: ducati 150; a Pasquale suo nipote ed a varj consanguinei molti Legati e vesti. All’Università di Casoli un terreno detto “la Lupa” presso Selva Piana, ed altri terreni quivi per una Messa quotidiana in S.ta Maria per 10 anni, nella cappella di S.ta Maria del Presepe: ducati 100; per dote alla chiesa di S. Giovanni varj terreni e il feudo di Novello coi suoi membri, e che il Rettore sia tenuto celebrare 3 Messe per settimana, agli Arcipreti e chierici di Casoli per decime, consorzio ed altri jussi: ducati 10, ed altri annui ducati 5 per Messe e Responsori sopra la sepoltura nella cappella di S. Giovanni: ogni lunedì. Istituisce erede universale per l’anima sua e dei suoi parenti e di d. Nicolò Arciprete quondam del Castello di Casoli, il Monistero isolato di S.ta Maria in Tremiti, e fra gli esecutori qualunque religioso deputando dal Priore e Capitolo di detto Monistero.

 

DOC. 20

(Carta 371 tergo – id. ecc.)

Orso di Fiandra degli Orsini Conte di Manoppello etc. All’egregio ed esimio Dott. di decreti d. Gaspare de Aventinis di Casoli Arciprete di Lanciano, per servizi prestati ad esso Orso e suoi fratelli, in luogo di provvisione suo a traslazione e dignità e beneficio più pingue, dona in nome fraterno e suo, una vicenda nel demanio del suo Castello diruto di S. Eusanio[2], detta la vicenda delle Castellare, della capacità di tomoli 20 di semina, senza niun peso di censo ed usufruttuarla con tutte le giurisdizioni, riservato il jus del donatore, che dà l’investitura per annalura in segno di vero possesso, ne spedisce patente per cautela di d. Gaspare e della Corte di esso donatore, con sigillo pendente.

Dato in Orsogna, 20 giugno 1453, Indiz. I, sottoscritta da lui e scritta da suo mandato Simone Cancelliero.

  

DOC. 21

Num. 328

(Carta 376-377 – id. ecc.)

Nel 1457 del Re Alfonso XXIIImo al 10 febbraio, Indiz. V in Barletta. Notar Matteo di Corbello de Pizzis di Barolo roga Istrum.col quale d. Giovanni Salvatore Reale Economo e Procuratore di d. Bernardo Abbate di S. Felice Guisiliente, Nuncio Apostolico circa le Collette papali imposte da Callisto III sopra i Prelati e Beneficii del Regno, fa inserire il mandato di procura del 1457 di detto Re al 5 febbraio in Gravina rogato da Not. Angelo Gizzi col quale detto Bernardo Nuncio Apostolico ecc.dice avere già ordinato Succolettore delle facoltà della Santa crociata, e decime papali il Dott. di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano, il quale aveva avuto tale facoltà, e decime, e massimamente dei bollettini delle Indulgenze e composizioni di maltorti, e di altra facoltà nella Provincia di Bari, in denarj e robbe di diverse specie, depositati nella Terra di Baroli, ed altri luoghi di detta Provincia, e volendo d. Bernardo raccogliere tutto ciò per decimarlo ad Opus Camerae Apostolicae costituire procuratore Giovanni di Salvatore prete della Diocesi di Terracona, con ampia facoltà, ed in vigore di tal procura di Giovanni fa quietanza a detto d. Gaspare Succollettore di varie quantità e somme raccolte nelle Diocesi di Monopoli, di Polizana (?)[3], di Conversano, di Bari, di Bitetto, di Giovinazzo, di Molfetta, di Bisceglie, di Trani, e nella Terra di Barletta, tanto per la decima quanto per bollettini, e facoltà, cioè in prima ducati 1138, carlini 3 e grana 3 di carlini d’argento a 2 per tarino, e a 5 per ducato per la decima; e per bollettini ducati 214 a detta ragione, pro mala abbatis, introiti ed elemosine ducati 10, e grana 16; per Apoditte et altre limosine ducati 82, tarino 1 e grana 4. Dippiù in robe di diverse specie, argenti, ori, perle, panni di lana, e di lino per bollettini, oltre di ducati 214 che uniti a dette robbe ascendono al numero di bollettini III, distribuiti a diverse persone della Provincia fino al presente giorno. Perciocché di tutto si fa da Gaspare consegna a detto Giovanni.

 

DOC. 22

Num. 334

(Carta 378- id. ecc.)

Licenza di Archangelo da Vicenza Generlae data a d. Silvano da Veneia Abbate di Tremiti di vendere e permutare nel Monistero di Lanciano la casa di Gaspare di Casoli de Aventinis, e l’altra casa dello stesso legata con altre case e terre in detto luogho.

Dato nel Cas.gen.in Padova al 12 maggio 1488

 

DOC. 23

Num. 370

(Carta 385 – id. ecc.)

Nel 1466 Indiz. XIV ai tempi di Papa Paolo II, al 17 settembre in Camerino nel Borgo di S. Venanzo, Notar Pier Domenico di Maffeo di Venanzo, roga istromento col quale Antonio di Pascuccio di Fluminara Camerinese dice aver contratto per lo passato società in Lanciano con Mariano di Domenico, e posti per capitale 300 fiorini alla ragione di 40 bolognini d’argento per fiorino, e detto Mariano l’industria, ed andati nel maggio passato alle Fiere di Lanciano per vendere panni, ne lasciarono porzione in consegna a Pascale Santilli di Lanciano, che erano stati poi impediti dal Capitano di Lanciano di istanza d. Pietro Poli da Milano asserto creditore d’uno dei soci, e prese rotta ricuperare di panni, appellò all’egregio Dottore d. Gaspare de Aventinis, avanti al quale pende la causa, e tutt’ora proseguire costituisce Procuratore d. Mariano di Domenico per comparire avanti detto Capitano e detto Dottore Gaspare Giudice d’appellazione. L’istrumento è legalizzato dai Capitoli dell’arte della Città di Camerino.

 

DOC. 24

Num. 376

(Carta 387 tergo – id. ecc.)

Al 17 luglio Indiz. VI nella Corte di Lanciano, si presentano le seguenti giustificazioni. Avanti all’esimio Dotto di Decreti  Gaspare de Aventinis Arciprete di Lanciano e degnissimo Vicario teatino e Reg. commissario deputato specialmente dal Re nella causa fra Cola di Colletto del Vasto Aimone, e d.nna Maruzzia vedova del quondam Lemmo di Antonio di detta Terra del Vasto Aimone per oliveto quivi comparisce Notar Natale di Cecco di Matteo di Archi di Lanciano Procuratore di Nicola, e domanda che la Maruzia sia condannata a restituire l’oliveto coi frutti percepiti nel tempo, che da lei fu venduto a detto Cola una colle spese perché la vendita è valida, e il prezzo pagato, e dopo ciò aveva spogliato il compratore del possesso secondo se aveva ragioni contro d’istrumento, ad istanza era deserto, perciocché la quistione fu agitata 8 anni fa nella Corte del Vasto, con sentenza a favore di Nicola, e se Maruzzia appellò, non persegua.

Nel giorno istesso si presentano impugnazioni per parte di detto Nicola, per alcune nullità di ordine nel processo, e fra le altre, perché non si era in alcuni atti posto il titolo del Re Ferdinando, ma in una sentenza in nome del Re Renato Principe falso e adulterino.

 

DOC. 25

Num. 380

(Carta 388 – id. ecc.)

Napoleone Orsini Conte di Manoppello spedisce lettere, specialmente al Rev. Procuratore in Christo Colantonio di Valignano Vescovo teatino e Commendatario della Badia e Monistero di S. Martino della Valle, con cui notifica che vacante il beneficio, e chiesa di S.ta Lucia del suo diruto Castello Laroma per morte di Antonio di Gentile di Palombaro, la cui rappresentazione a lui spetta, lo concede e rappresenta a Giacomo Giulio di Giovanni del suo Castello di Casoli, e prega detto commendatario confermarlo.

Dato nel Castello suo (forse Guardia) 11 febbraio Indiz. XI, 1479.

 

DOC. 26

Num. 383

(Carta 389 – id. ecc.)

Il Sindaco, Consiglio ed Università della Regia Terra di Lanciano onora il Venerabile ed egregio Dottor di Decreti d. Gaspare de Aventinis Arciprete lancianese e Vicario generale teatino, come quello che coi suoi saluberrimi consigli, ajuti e favori ha per lo passato molto giovato al Pubblico, e giova presentemente coll’esentarlo da ogni peso e pagamento di collette, ordinarie e straordinarie, e da qualunque imposizione sopra i beni che possiede.

Dato nel Palazzo della Residenza del Sindaco al 9 agosto…

 

DOC. 27

Num. 393

(Carta 393 – id. ecc.)

Gaspare de Aventinis Dottor di Decreti Arciprete di Lanciano, Vicario generale della Diocesi teatina, e Regio Commissario deputato diregge ordine a’ bajuli giurati, e servienti della Corte del Capitano di Vasto Aimone, ad istanza della nobile vedova Maruzia di Notar Nicola di detta Terra, dalla quale a lui si presenta commissione del Re Ferdinando, diretta a lui esimio Dottor di Decreti Gaspare de Aventinis della Terra di Lanciano, Vicario della Terra stessa, e suo oratore, con cui il Re ad istanza di detta Maruzia esponente di essere stata citata da Nicola di Celletti di mandato del Dottor di Leggi Andrea de’ Dottori Regio Consigliere, e dal Re delegato per comparire nella Terra di S. Severo, o altrove fosse il Re nella causa, di un oliveto ecc. Ma essendo detto Andrea di continuo col Re per diverse parti, e la vedova povera, domanda delegazione al Vicario di Lanciano eletto da lei per Giudice competente; egli il Re commette a d. Gaspare Vicario di far giustizia in detta causa inibendo detto Andrea, e concedendo in piena facoltà a Gaspare.

Dato in Castelnuovo di Napoli per Luca Tozzolo Romano Luogotenente d’onore d’Aragona e Protonotaio al 5 maggio 1473. Registrata in Cancelleria ed al Registro di giustizia 25.

Gaspare pertanto fa citare il Nicola a vedere l’apertura del processo, e ad assistere nella causa. Dato in Lanciano 5 giugno Indiz. VI 1473, et 18 del mese comparisce il Nicola, e seguono poi altri atti in dorso fino al 9 di luglio.

 

DOC. 28

Num. 431

(Carta 408 – id. ecc.)

Avanti d. Scario de Antinibus di Guillonisi essendo Giudice suddelegato dal Rev.mo d. Giacomo Vescovo di Termoli, comparisce Angelo Antonio di Penna di Pedimonte Procuratore dell’eccellente d. Napoleone degli Ursini Conte di Manoppello, e dice che al 7 di novembre 1483 Indiz. II di suo mandato, fu citato ad allegare perché tenga occupati alcuni beni feudali, e mobili spettanti al luogo di S. Maria Tremitana, esistenti nel Castello di Casoli, lasciati da Gaspare de Aventinis, e perché detto Giudice non ha giurisdizione sopra di lui immediatamente soggetto al Papa, e al Re, come dai suoi privileggi, e perché detti beni feudali non si potevano lasciare ai Religiosi, che mai non morono, ed il fondo così non ritorna mai al padrone, domanda che si ritiri l’editto appellando al Papa e al Re.

 

DOC. 29

Num. 433

(Carta 414 a tergo – id. ecc.)

Nel 1455 al 10 novembre, Indiz. IV in Lanciano, Pippo di Memmo Procuratore della chiesa di S.ta Chiara dichiara di aver ricevuto da Gaspare Arciprete di Lanciano carlini 66 di moneta per 3 annuale nella festa di S. Angelo di settembre, di un vignale quivi in contrada di S. Bartolomeo[4]. Nel 1457 al 12 di marzo in Lanciano presente d. Matteo Cappellano di S. Martino , e di altri testimoni da Pippo procuratore di S.ta Chiara, riceve altri carlini 22 per un’annata di detto vignale. Al 5 gennaio Indiz., VII 1459 in Lanciano: Cesio di Antonio di Mazziero Procuratore di S.ta Chiara riceve da detto Arciprete tarini 11 e celle 4 a tarino per detto vignale per l’anno passato 1458 della VI Indiz.

 

DOC. 30

Num. 458

 

(Carta 416 – id. ecc.)

Consulto di Gaspare de Aventinis che si firma “minimo Dottor di Decreti” ed appone il suo sigillo, che è un pellicano, sul caso che Muzia di Notar Giovannuzzo del Vasto usufruttuaria mentre visse d’un giardino, e per tenimento lo lascia al Monistero di Tremiti, il che si ricusò di adempire dagli eredi, perciocché il giardino non era della testatrice, che per solo usufrutto, e dall’altra perché si allegava che ciò non ostante il Legato tenesse, ed egli sostiene che essendo causa Pia, veramente voglio.

 

DOC. 31

Num. 463

(Carta 417 – id. ecc.)

Il Procuratore del Sacro Monastero di Tremiti comparisce in Curia del delegato apostolico regio, e dice non militar le eccezioni dell’Ecc.mo Conte Napoleone Orsini degli Orsini:

1)    la sua esenzione, se è vera, non lo esenta da detto delegato, perché genit.vices.di Papa Sisto e del Re Ferdinando, dai quali è commissario;

2)    non ha esibito i privileggi;

3)    i feudi in Regno dipendono dalla Chiesa e dal Re, e il delegato è da tutti e due;

4)    i beni feudali lasciati da Gaspare non sono feudali mobili, e quadernati, ma rustici, li lasciò così come li potette tenere benché ecclesiastico egli fosse;

5)    che il conservatorio spedito da Papa Nicola e premorto alla spedizione fu confermato da Sisto;

Fu perciò istanza astringersi Napoleone a esso delegato, o a lasciare i beni occupati (senza data).

 

DOC. 32

Num. 498

(Carta 425 – id. ecc.)

Articoli da provare proposti dal Monistero di S.ta Maria di Tremiti avanti a d. Giacomo Vescovo di Termoli, delegato dal Re nella causa fra esso e Napoleone Orsini sopra i beni da questo occupati, che Gaspare Arciprete di Lanciano, il Padre e gli antenati di lui hanno pacificamente posseduto varj beni stabiliti, e mobili presentemente occupati. Così Notar Giovanni di Gaspare possedette causa dentro la Terra di Casoli con orto e contiguo, vigna in contrada del Piano, giusta la chiesa di S. Giacomo, un pezzo di terra con vigna e territorio, altro pezzo di terra con 9 pezzi vigne in essa, un pezzo di terra in contrada Le Querce di Bucciarello con 4 pezzi di vigna in essa, una vigna in contrada di Barlotti, un pezzo di terra in contrada del Serto, vigna in contrada dei Colli, un vignale con olivi, un pezzo di terra alberato in contrada delle Fonti di Onofrio, un pezzo di terra alla forma del Molino vecchio, altro quivi, altro indiviso con Sig. Pistino, un vignale presso il detto Molino, un pezzo di terra a Lampa altro a Collerotondo, altro alle Coste, altro alle Canne rozze, altro al Rivo, altro al Vallone cupo, altro alli Pirinarii, altro quivi, altro alla Piana Giborga, altro a Fonte Brongito, altro quivi, altro alli Valloni, altri presso il Vallone, altro alla Valle Albuna, altro a Vallelonga, un vignale alla Fornace, un pezzo di terra alle Cese, un vignale al Pozzo, un pezzo di terra al Piano dell’altro Boragno, altro in contrada di Cola di Bono, altro a Sfondacupa, altro al Bosco, un altro alle Candeta, alla Valle di Loreto con selva, a S. Lesina, un orto presso l’inforzo della Terra, un orto in contrada delle Fonti, presso i beni dell’Arcipretato, una vigna ai Vignali, altra quivi, una casa in detta Terra, altra quivi, un’altra quivi ed un’altra.

Seguono i mobili e fra essi cassa di scritture. Che tutti i beni erano stati posseduti dopo la morte del Padre da detto Gaspare. E detto Notar Giovanni Padre prese moglie colla quale visse lungamente, generò e nudrì Gaspare, e morto Giovanni da 50 anni fa, restò erede detto Gaspare figlio,  e percepì i proventi di detti beni, che morendo Gaspare fece testamento, ed istituì erede il Monistero. E morì e fu sepolto poco dopo. Che il Monistero eredi l’eredità, prese possesso di alcuni beni che attualmente possiede in Lanciano, e fra gli altri la casa in Piazza, dove si fa l’Ospizio che detto Napoleone ingiustamente e di fatto morto Gaspare, invase tutti i beni qui descritti, e gli tiene occupati, facendo dal suo Officiale di Casoli occupar le case e le scritture e i mobili. Che da 6 anni in qua detto Napoleone si fece improntare da Gaspare 15 ducati dei quali ancora è debitore. Che il dirsi da Napoleone essere detti beni feudali non si crede per averli posseduti il padre di Gaspare come burgensatici da 60 e più anni, né mai sotto pagamento d’adua alla Corte Regia o d’altro Signore, né di censo o alcun servizio; che erano stati alliberati ed accatastati nel Catasto delle Collette di Casoli, come i beni degli altri uomini della Terra, che si erano di essi pagati collette all’Università e da Notar Giovanni e da Gaspare non ostante i privilegi clericali nei primi anni, ed ultimamente non aver pagato per detto privilegio, nonché perché fossero feudali, e se di alcuni beni stabili percepì dei conduttori qualche gallina, o simili cose di vitto esso Gaspare, non perciò i beni erano feudali, ma dati da lui in enfiteusi a censo, o a livello. Non correre di una legge la conseguenza che riscuotendosi di un fonde una gamba, o piede porcino, perciò il fondo sia feudale. Che i mobili furono presi con rottura di porte e casse

  


[1] Renzetti annota: omonimia e paternità del Notaro col cesellator Maestro Nicolò da Guardiagrele morto nel 1462 o l’anno prima.

[2] Si intende S. Eusanio del Sangro, le Castellare è attuale contrada Castello di S. Eusanio. N.d.C.

[3] Forse Polignano a Mare. N.d.C.

[4] Area del convento dei Cappuccini di Lanciano, N.d.C.

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