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23 aprile 2024

Vastesi deportati, perseguitati e vittime del nazifascismo presenti nell’archivio Arolsen.


Vastesi deportati, perseguitati e vittime del nazifascismo presenti nell’archivio Arolsen

di Filippo Marino

Ogni anno con l’approssimarsi della festa della Liberazione dal nazifascismo (25 Aprile), mi torna in mente un racconto familiare che appresi da ragazzo riguardante la deportazione in Germania dello zio materno di mio padre: Mario Del Borrello, nato a Vasto il 2 febbraio 1915 e venuto a mancare solo qualche anno fa.

Lo zio Mario, uomo dal carattere gioviale e sempre con la battuta arguta, raccontava che era stato catturato dai tedeschi e deportato in un campo di lavoro in Germania, trattato da schiavo in condizioni disumane. 
Lui e i suoi compagni dormivano in fredde baracche e si alimentavano accaparrandosi gli scarti di cucina che i tedeschi buttavano, come bucce di patate, foglie di insalata e fondi di caffè. 
Oltre alla difficile condizione di vita, dovevano proteggersi anche dalle botte dei soldati e dai loro cani. Molti perseguitati morirono di stenti e i loro corpi venivano sotterrati dagli stessi internati. 
Riuscì a fuggire dal campo e tornò a piedi dalla Germania fino a San Salvo dove risiedeva, impiegandoci circa un mese. 
La moglie Elisabetta appena lo rivide si trovò davanti un corpo scheletrico che pesava appena 37 chilogrammi, ma la gioia infinita del ritrovarsi e abbracciarsi prevalse e alimentò il loro lungo cammino di vita.
Nel fare una piccola ricerca su zio Mario mi sono imbattuto anche con altri nomi di vastesi perseguitati ed internati mediante la consultazione dell’Arolsen Archives.

Gli Archivi di Arolsen, in precedenza noti come ITS (International Tracing Service) sono un centro internazionale di documentazione, informazione e ricerca sulla persecuzione nazista, il lavoro forzato e l'Olocausto nella Germania nazista e nelle regioni occupate, situato a Bad Arolsen in Germania.
L'archivio contiene circa 30 milioni di documenti dei campi di concentramento, dettagli sul lavoro forzato e schede di persone deportate. L'ITS conserva i documenti originali e chiarisce il destino dei perseguitati dai nazisti. Gli archivi dal 2007, anche con grande soddisfazione del mondo ebraico sono accessibili ai ricercatori di tutto il mondo. Con «ventisei chilometri di scaffali, cinquanta milioni di fascicoli, mappe, disegni, grafici, quaderni, liste (tra cui anche la famosa Lista di Schindler), effetti personali, fotografie» quello di Arolsen è più grande archivio al mondo sulla deportazione nazista.
Dal 2013 l'ITS di Arolsen è stato inserito nel programma Memoria del mondo dell'UNESCO.

Tornando alla lista dei vastesi, da una sommaria ricerca sono venuti fuori circa 80 nomi consultando sia la voce “Vasto”, sia “Istonio”, come allora era stata ridenominata. Alcuni nominativi talvolta sono stati trascritti riportando errori nelle generalità o omettendo il luogo di nascita.

Allego di seguito i nominativi trovati dei vastesi perseguitati e vittime del nazifascismo.

Vasto:



Istonio:




Alcuni elenchi:







Foto e contenuti dal sito dell'Archivio di Arolsen.

21 aprile 2024

Roccaspinalveti: La Santa visita di Monsignor Oliva, 20 maggio 1568.


LA SANTA VISITA DI MONSIGNOR OLIVA, 20 MAGGIO 1568

Il giorno 20 del mese di Maggio [del 1568] - In Roccaspineti - Venimmo alla terra di Rocca Spineto, in cui, secondo il solito, baciata la croce, fece l’ingresso processionale, e, nella chiesa dei Santi Vittore [leggi: Vittoria] e Nicola, ascoltata la Messa e data la benedizione, conferì il sacramento della Cresima; al termine, visitò il Santo Sacramento dell’eucaristia e del Battesimo. Come al solito, cantò l’Ufficio per i morti. La chiesa è consacrata, ma non ha l’arciprete; perciò decretò si apponesse l’editto per provvedere l’arciprete secondo la forma del Concilio di Trento.
Visitò pure la Cappella del Santissimo Sacramento della Confraternita.
Frattanto il Reverendo signor Vicario visitò:
- la chiesa di San Giovanni della Trinità, fuori delle mura del paese; c’è una certa fraternità dell’Ordine di San Francesco senza licenza dei Superiori: non ha né calice né parato, ma è in devozione in detta terra; fu ordinato al priore e al frate di doversene andare sotto pena di scomunica; poiché è male che officiasse (?) il suo Rettore e Don Costantino Capriolo, di Vasto Aimone, e decretò di presentare le bolle.
- Visitò anche la chiesa di Santa Maria Guarezza [leggi: Guarenza] e di San Pietro, fuori delle mura: sono quasi dirute e non offrono nessun vantaggio o devozione al popolo, e perciò decretò che fosse riportato nella chiesa maggiore, cioè di Santa Maria Guarezza [leggi: Guarenza], si apponesse il solito segno della croce, e sotto la stessa immagine si celebrassero le Messe in detto altare.
- la chiesa di San Catallo [leggi: Cataldo] fuori le mura di Rocca Spineto; è diruta e distante dalla terra: decretò che, al suo posto, si apponesse la croce e si unisse alla massa della Chiesa matrice e si costruisse un altare nella detta chiesa in onore di San Catallo: su questo altare doveva celebrarsi la Messa ogni settimana dal Rettore durante la sua vita, e, dopo la sua morte, da un sacerdote della Massa. Ne è Rettore Don Fabrizio di detta terra.
Giovanni Paolo o Collo Leggio, Ospedaliere di detta terra. Nella Visita e dinanzi ai sottoscritti di detta terra, cioè: Alessandro Gizio, Giovanni de Vita, Giulio Donati, Giovanni Francesco Gizio, Alessandro de Lello, Giovanni di Mastro Maulo, e Lallo di Berzino Lallo, di detta terra. Giovanni Paolo dichiarò spontaneamente, ma in particolare negli atti del Reverendissimo, e nel corso della Visita, che, dopo la sua morte, donava allo stesso ospedale, e per la sua anima, e dona realmente, tutti i suoi beni mobili e immobili, e che l’università accettava tale donazione.
E decretò si eleggessero i procuratori per detto ospedale.
Nello stesso giorno, dopo pranzo, venimmo alla terra di Montazzolo, [...]
Tratto da “I Vescovi di Chieti e i loro tempi”, Vasto, 1996, curatela e traduzione di Gaetano Meaolo.

16 aprile 2024

Viaggio in Abruzzo - Vasto.

Da: TV6

Vasto: Portale della chiesa di San Pietro, 1293, attribuito a Ruggiero De Fragenis. Le statuine sparite.

Portale della chiesa di San Pietro

Già nel 2015 il compianto Giuseppe Catania evidenziava la sparizione delle tre statuine dal portale della demolita chiesa di San Pietro. 
Riporto quanto da lui scritto nell'articolo allora pubblicato su NoiVastesi: ...Ora è la volta del portale della chiesa di S. Pietro Apostolo ad essere oggetto delle «incursioni» di ladri. Infatti, da un nostro sopraluogo abbiamo scoperto che ben tre statue mancano dalla facciata del portale della chiesa di San Pietro di Vasto, fino a pochi anni fa ancora visibili al loro posto. Si tratta di tre statuette in pietra scolpita collocate su altrettante mensolette-piedistallo, in corrispondenza della decorazione ad architrave posta alla sommità dell'arco della lunetta centrale. Due ai lati, una al centro”. 
“Dove sono andate a finire queste sculture del tempio, la cui epoca risale al XIII secolo?”, denunciammo. “L'attività dei ladri è proseguita, come si può notare, senza alcun disturbo, anche perché attualmente il portale si trova senza alcuna recinzione protettiva, dopo gli eventi franosi che ebbero a sconvolgere la zona orientale della città di Vasto, fino a demolire il tempio”. ...

Grazie ad una foto d'epoca del portale, in alto riportata, voglio evidenziare nel dettaglio le immagini delle singole statuine sparite, sottolineando il danno storico-culturale apportato e con l'auspicio - mai vano -  che in qualche modo potessero essere riconosciute e recuperate.
F.M.

Particolare del Portale della chiesa di San Pietro


Statua centrale, sparita


Statua di destra, sparita


Statua di sinistra, sparita




Chiesa di S.Pietro, prima della frana del 1956


***

Immagini della situazione attuale 
da: Vasto Gallery


Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Vasto: Portale della chiesa di San Pietro”, 1293.

Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293, pietra scolpita, m 8x6x1,2, Piazza S.Pietro, Vasto.





















Attribuito a Ruggiero (Ruggero, Rogerio) De Fragenis, (Fraine, sec. XIII)
“Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293
Pietra scolpita, m 8x6x1,2
Piazza S.Pietro, Vasto.


Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293, pietra scolpita, m 8x6x1,2, Piazza S.Pietro, Vasto.
















Ha scritto Don Michele Ronzitti:

Il portale è un gioiello d’arte della nostra città. La sua costruzione risale al 1293 e si ritiene opera del maestro Rogerio De Fragenis, lo stesso che eseguì il portale della Cattedrale di S.Giuseppe in Vasto
E’ quanto resta dell’antica chiesa di San Pietro. E’ di stile romanico. E’ formato da tre ordini di colonne tortili polistili, interrotte al centro da una leggera cornice, e prosegue con motivi floreali lungo l’arco. La lunetta reca due notevoli sculture, quella superiore recante la vergine in trono con il Bambino in grembo, quella inferiore rappresenta l’Addolorata, S.Giovanni Evangelista e Gesù in Croce, non coronato di spine ma di un diadema regale, per ricordare che Gesù è diventato re dell’umanità morendo sulla Croce”. 




Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293, pietra scolpita, m 8x6x1,2, Piazza S.Pietro, Vasto.


Lunetta del portale, foto C.Ciancio
















Nella lunetta vediamo:
- La scultura raffigurante la “Madonna con Bambino in trono”, 1293, pietra scolpita, cm 80x30.


- Un bassorilievo raffigurante “Cristo deposto con la Madonna e S. Giovanni”, 1293, pietra scolpita, cm 70x90.



“Madonna con Bambino in trono”, 1293, pietra scolpita, cm 80x30. 

Foto C.Ciancio




“Cristo deposto con la Madonna e S. Giovanni”, 1293, pietra scolpita, cm 70x90. Foto C.Ciancio




William Michael Rossetti (Londra, 1829 - 1919).

William Michael Rossetti (Londra,  1829 - 1919).
 

William Michael Rossetti (Londra, 25 settembre 1829 – Londra, 5 febbraio 1919) è stato un poeta e critico letterario britannico. Figlio del più noto vastese Gabriele Rossetti e di Francesca Polidori, fratello di Dante Gabriel Rossetti, Christina Rossetti e Maria Francesca Rossetti.
Fu tra i primi membri della Pre-Raphaelite Brotherhood e diresse la rivista The Germ, organo del movimento. Collaborò allo Spectator con critiche d'arte (poi raccolte in Fine art, chiefly contemporary, 1867). Scrisse studî su W. Whitman (1868), P. B. Shelley (1870) e su W. Blake (1874), oltre a Lives of some famous poets (1878) e a una Life of Keats (1887). Di particolare importanza le memorie che lasciò sul fratello Dante Gabriele e sulla sorella Christina Georgina, scritte con estrema obiettività e rispetto per le idee dei protagonisti. Sono da citare anche il suo studio Dante and his Convito (1910) e una traduzione (1865) in versi sciolti dell'Inferno.

William Michael Rossetti, ph. Julia Margaret Cameron

25 marzo 2024

Vasto di Goito e Sordello da Goito. Legami con l'Abruzzo.



Una frazione di Goito (MN) prende il nome della località abruzzese di Vasto (CH). 
Si potrebbe ipotizzare che ciò derivi dai legami storici tra i Gonzaga di Mantova e i d'Avalos. 

Isabella Gonzaga, Marchesa di Pescara di Valentín Carderera, 1831c, 
Collezione María Pilar Carderera Biblioteca nazionale di Spagna.


Infatti Isabella Gonzaga (1537-1579), figlia del Duca di Mantova, sposò nel 1556 Francesco Ferdinando d'Avalos d'Aquino d'Aragona (1530 - 1571), secondo Principe di Francavilla, quarto Marchese di Pescara, terzo Marchese del Vasto e Conte di Monteodorisio.

Medaglia celebrativa raffigurante Francesco Ferdinando d'Avalos, Annibale FontanaNational Gallery of ArtWashington




Sordello da Goito

Miniatura di Sordello da Goito tratta da un manoscritto del XIII secolo

Nel VI canto del Purgatorio, viene presentata la figura di Sordello da Goito, un importante poeta trovatore italiano, appartenente alla piccola nobiltà mantovana. 
Egli divenne signore dei feudi abruzzesi di Civitaquana, Monteodorisio, Paglieta, Borrello e Palena, ricevuti in dono nel 1269 da Carlo I d’Angiò, morendo poco dopo in Abruzzo.