Il M° D’Urbano negli anni ’50, dal cd
Queste è lu Paese me’. |
Francesco D’Urbano (1920-1967), maestro, poeta e pittore di Fara Filiorum Petri
di Angelo Iocco
Nello stendere un ricordo del M° D’Urbano, desidero ringraziare il nipote Prof. Francesco D’Urbano, da sempre attento alla riscoperta delle tradizioni musicali abruzzesi, ella storia musicale del suo paese, e all’opera del nonno, di cui ha curato una pubblicazione su CD, con libretto biografico: Queste è lu Paese me’, 2015, con le canzoni abruzzesi del D’Urbano eseguite dal Coro di Fara.
Francesco Antonio D’Urbano nacque il 1 giugno 1920 a Fara Filiorum
Petri, in una casa di Via Roma, quasi accanto la chiesa. Suo padre Achille era
un falegname molto noto, nonché musicista, e fu lui ad avviare il piccolo
Francesco alla passione per la musica, regalandogli una tromba, con cui
esercitarsi e apprendere i primi rudimenti. Fara sin dall’Ottocento era
rinomata per il suo Corpo bandistico, che si esibiva nelle festività principali
del paese: durante la novena di Sant’Antonio abate, e anche nella festività
delle Sante Reliquie.
Il giovane Francesco, si ritrovò catapultato in un mondo molto più
grande di lui. Dalla piccola appartata Fara nella valle del Foro, dovrà andare
al Fronte: nel 1939 scoppiò la guerra, l’anno seguente l’Italia entrò nel
conflitto: Francesco fu chiamato alle armi, per tornare a casa solamente nel
1946. Fu inviato sul Fronte di Egitto, tra le cittadine di Sidi-El Barrani e
Sollum, in Africa settentrionale. Tenne un diario di guerra, avviato l’11
giugno 1940, e interrotto il 12 dicembre dello stesso anno, a causa della
cattura da parte degli Inglesi, che hanno fatto irruzione nell’accampamento nemico.
D’Urbano fu prigioniero degli Inglesi sino alla fine del conflitto, fu
trasferito tra l’ Inghilterra, Grecia, Cirenaica. Il Diario andò smarrito,
D’Urbano non ebbe tempo nemmeno di terminare l’ultima frase, come visto. Fu
sequestrato come bottino di guerra, e dopo varie peripezie, fu rinvenuto in
Australia negli anni ’60 da un pastore, che lo donò all’Associazione
Internazionale Emigranti Italiani, dove tutt’ora è conservato. L’allora
responsabile Laura Mecca contattò la famiglia Di Giuseppe a Fara, e tramite
anche la diplomazia del giovane Francesco D’Urbano, nipote del Nostro e di
Margherita Di Giuseppe, fu spedita una fotocopia in alta risoluzione alla
famiglia, accompagnato da una lettera della stessa responsabile della COASIT
(Italian Historical Society di Melbourne, Carlton, Victoria, Australia). Nella
lettera si riporta: