29 aprile 2024
22 aprile 2024
Vasto: La facciata della Cattedrale di S.Giuseppe nel progetto dell'Arch. Manfredo Manfredi. Bozzetto, 1913.
20 aprile 2024
Giovanni Antonio Cardona di Atessa, i suoi bei paliotti in scagliola.
Giovanni Antonio Cardona di Atessa, i suoi bei paliotti in scagliola
di Angelo IoccoPoco conosciuto, non sa quasi
niente della sua attività; atessano di buona famiglia, i suoi avi costruirono
una casa che oggi prospetta sulla piazza Benedetti, dive c’è la celebre bottega
del liquore San Pasquale. Giuseppe Antonio fu falegname e scultore, e la sua
maestria nel lavorare la scagliola, la possiamo ammirare nei due bellissimi
paliotti d’altare che si trovano nella chiesa di Santa Croce in Atessa, uno dei
quali firmato e datato 1703. I due paliotti abbelliscono l’altare della Madonna
del Rosario, la “mamma di Atessa”, copia dell’originale di Felice Ciccarelli di
Atessa conservata nella chiesa di San Rocco della cittadina. Questa copia forse
è di Francesco Paolo Marchiani per bella fattura, ma c’è chi sostiene che sia
una copia devozionale di Gabriele Falcucci atessano, che nel paese realizzò
diverse altre opere, specialmente nella chiesa di San Domenico, dove nel 1857
firmò degli affreschi della volta centrale, purtroppo quasi distrutti da
infiltrazioni che ne hanno compromesso l’antica bellezza, e nella cappella
omonima della chiesa, nell’altare privilegiato della Congrega del Rosario, il
Falcucci dipinse un grande quadro di San Domenico e i Misteri del Rosario.
Tornando al Cardona, oltre all’altare del Rosario, realizzò il paliotto della
cappella corrispondente nella navata di sinistra, della Beata Vergine delle
Grazie.
LEGGENDA DELLA MADONNA DELLE
GRAZIE DI ATESSA
La nicchia conserva la statuetta
del XVI sec. di fattura molto popolare della Madonna col Bambino e alla base
due angeli; la leggenda riportata da padre Tommaso Bartoletti nei suoi
manoscritti di storia atessana, dice che in una nicchie tufacea dove oggi
insiste l’altare, fu rinvenuta la statuetta votiva, che fu messa in sicurezza
dentro la chiesa, ma ogni giorno la statua veniva rinvenuta nello stesso luogo,
qualche mano misteriosa la riponeva sempre lì? O era il volere della Madonna?
La terza volta che la Madonna fu rinvenuta allo stesso posto, fu sentimento
comune innalzarLe un altare.
La Madonna ha quel movimento
realistico delle Madonne tosco-umbre, le cui influenze secondo il Toesca,
giunsero nell’Abruzzo aquilano nella seconda metà del Duecento, con la venuta
nel Regno di Sicilia degli Angiò. A Scurcola infatti nel santuario della
Madonna della Vittoria, si conserva la bellissima Madonna, con l’anca piegata
nel sorreggere il Bambino, che le si aggrappa ai capelli. Un dettaglio
artistico di rilievo, di saporito realismo, del tutto assente nelle Madonne
statiche del Romanico. Una Madonna che nella zona chietina ha delle affinità
anche con la Madonna col Bambino della bottega di Francesco Perrini nel portale
della chiesa di Sant’Agostino di Lanciano, del 1320 ca.
16 aprile 2024
Vasto: Portale della chiesa di San Pietro, 1293, attribuito a Ruggiero De Fragenis. Le statuine sparite.
Portale della chiesa di San Pietro |
Particolare del Portale della chiesa di San Pietro |
Statua centrale, sparita |
Statua di destra, sparita |
Statua di sinistra, sparita |
Chiesa di S.Pietro, prima della frana del 1956 |
***
Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Vasto: Portale della chiesa di San Pietro”, 1293.
Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293, pietra scolpita, m 8x6x1,2, Piazza S.Pietro, Vasto. |
Attribuito a Ruggiero (Ruggero, Rogerio) De Fragenis, (Fraine, sec. XIII)
Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293, pietra scolpita, m 8x6x1,2, Piazza S.Pietro, Vasto. |
Ha scritto Don Michele Ronzitti:
“Il portale è un gioiello d’arte della nostra città. La sua costruzione risale al 1293 e si ritiene opera del maestro Rogerio De Fragenis, lo stesso che eseguì il portale della Cattedrale di S.Giuseppe in Vasto.
Ruggiero De Fragenis (attribuito), “Portale della chiesa di S.Pietro”, 1293, pietra scolpita, m 8x6x1,2, Piazza S.Pietro, Vasto. |
Nella lunetta vediamo:
“Cristo deposto con la Madonna e S. Giovanni”, 1293, pietra scolpita, cm 70x90. Foto C.Ciancio |
9 aprile 2024
Luigi Renzetti, Notizie istoriche sulla Città di Lanciano raccolte da Luigi Renzetti con la scorta dei Manoscritti di Omobono Bocache e dei volumi di altri Patrii Scrittori, Lanciano, Tip. R. Carabba, 1878.
8 aprile 2024
Penne e il Gran Sasso d'Italia - Le cento città d'Italia illustrate, fasc. 298.
26 marzo 2024
A.R. Staffa, Traffici, commerci, popolamento costiero in Abruzzo e Molise fra XI e XIII secolo, in Il Molise Medievale. Archeologia e Arte, 2010.
10 marzo 2024
Vasto - Chiesa di San Michele Arcangelo - In borgo
A.R. Staffa - W. Pellegrini (1993 - Edd.), Dall'Egitto Copto all'Abruzzo Bizantino: I Bizantini in Abruzzo (secc. VI-VII), Catalogo della Mostra Crecchio 1993, poi Guida del Museo dell' Abruzzo Bizantino ed Altomedievale.
13 febbraio 2024
Lucia Serafini, Nicola Maria Pietrocola. Architetto e teorico nel Mezzogiorno preunitario.
Da: unich.it
L’architetto di cui si parla in questo libro è Nicola Maria Pietrocola, vissuto tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo, e con un’attività progettuale di lungo corso, sigillata negli ultimi anni della sua vita da un piccolo trattato sull’arte di costruire, pubblicato postumo a Napoli nel 1869 e rimasto unico nel suo genere, perlomeno in ambito locale. Nativo di Vasto, centro rivierasco dell’Abruzzo Citeriore, ma con una formazione di largo respiro, Pietrocola è il traghettatore in architettura del processo di modernizzazione avviato a nord del Regno di Napoli a partire dalla fine del Settecento, al passo con le istanze illuministiche e la necessità di rispondere alle esigenze della classe borghese. L’occasione del 150° anniversario della morte di Pietrocola, che ricorre nel 2015, è peraltro immancabile per supportare il testo con la riedizione del suo trattato e la contestualizzazione della sua figura e del suo ruolo in un ambito che supera, con i confini regionali, anche quelli del Regno. Portare all’attenzione la figura di un architetto come Nicola Maria Pietrocola, e ripubblicare oggi il suo trattato, sono necessità legate non solo alla circostanza di un deciso avanzamento, finalmente anche in ambito regionale, degli studi sul cantiere tradizionale, ma anche alla sopraggiunta consapevolezza del valore di patrimonio storico che le sue opere hanno nel tempo guadagnato, anche e soprattutto quando si sono stratificate su opere più antiche aggiungendo loro parti che le hanno rifuse e trasformate ma mai annullate nella loro identità. È questa eredità che oggi preme salvaguardare, tanto negli obiettivi perseguiti quanto nei mezzi utilizzati, alla resa dei conti tutt’altro che sorpassati e obsoleti. E tali dunque da offrire spunti e argomenti per una gestione del territorio più consapevole.
LUCIA SERAFINI è professore Associato di Restauro architettonico nel Dipartimento di Architettura dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, dove tiene corsi di Laboratorio di restauro e di Teoria e storia del restauro. Ha pubblicato numerosi saggi sulla costruzione storica in Abruzzo, con particolare riguardo per i caratteri tecnici e materiali dell’edilizia tradizionale. Della vicenda abruzzese ha anche analizzato la ricostruzione di città e monumenti successiva alla seconda guerra mondiale, e svolto ricerche sullo stato del patrimonio dopo il terremoto dell’Aquila del 2009. Si occupa anche di studi sul tema dell’incontro fra antico e nuovo nel restauro, sia a scala architettonica che urbanistica.
Da: Gangemi.com
Lucia Serafini, Alla periferia del Neoclassicismo. Nicola Maria Pietrocola architetto vastese (1794 - 1865).
Da: unich.it.
5 febbraio 2024
Progetti per Vasto dell'Arch. Kisho Kurokawa.
Kisho Kurokawa, Progetto area intercomunale Vasto-San Salvo, 1975. |
Kisho Kurokawa, Exhibition Space, Vasto, 1975. |
Kisho Kurokawa, Sports Centre Vasto, 1975 - Exhibition Space, 1975. |
05.02.2022
17 gennaio 2024
"Hilde in Italia", l'arte e le donne di Scanno nelle foto Hilde Lotz-Bauer (1907-1999).
Con "Hilde in Italia - Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer" il Museo di Roma-in Trastevere dedica la prima grande retrospettiva di Hilde Lotz-Bauer (1907-1999), che con la sua Leica al collo è stata una pioniera della street photography. Hilde ha fotografato l'Italia degli anni Trenta, con uno "sguardo personale - ha scritto di lei Gianni Berengo Gardin - che ritrae il quotidiano con occhio attento e sensibile". Sono circa un centinaio le fotografie realizzate tra il 1934 e il 1943 che resteranno esposte fino al 5 maggio 2024. Provengono da ben 4 archivi (archivio Hilde Lotz-Bauer a Londra, due Istituti Max Planck per la Storia dell'arte - la Biblioteca Hertziana e il Kunsthistorisches Institut di Firenze - e la collezione del fotografo Franz Schlechter ad Heidelberg). Federica Kappler, storica dell'arte e co-curatrice della mostra: "Hilde ha donato settemila negativi a questo fotografo tedesco (Franz Schlechter, ndr) alla fine degli anni Ottanta - inizi anni Novanta, e su settemila negativi abbiamo altrettante stampe che sono suddivise e conservate negli altri tre archivi", ha spiegato ad askanews.
Arrivata nella Città Eterna, Hilde è inizialmente molto apprezzata per le sue immagini impeccabili di scultura, disegno, architettura e urbanistica commissionate dagli storici dell'arte, tra cui lo stesso primo marito (Bernard Degenhart, studioso di disegno italiano). Allo stesso tempo l'amore per l'Italia la spinge a girare il Paese fotografando un'umanità che abitava in questi territori nel ventennio fascista. Celebri i suoi scatti a Scanno, con le donne ritratte nei loro costumi. "Tutti i suoi scatti, al di là di quelli commissionati, nel racconto dell'Italia sono totalmente spontanei. È il desiderio di questa donna di conoscere una terra, che fino alla fine, fino a quando si spegne, lei è sepolta qui a Roma (al Cimitero Acattolico, ndr), ha sempre considerato la sua prima casa", ha aggiunto Federica Kappler. Corinna Lotz, figlia dell'artista e co-curatrice della mostra: "Ha sempre dovuto pensare prima di cliccare", racconta ad askanews parlando italiano. "Questa mostra è un grande risultato perché abbiamo lavorato a lungo su questo progetto, è iniziato dopo la mostra a Scanno nel 2008, poi il sito web - prosegue in inglese - e poi abbiamo incontrato Federica, lei ha capito il messaggio, per me è meraviglioso avere completato questo progetto". L'esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Archivio Hilde Lotz-Bauer. A cura di Federica Kappler e Corinna Lotz, figlia di Hilde Lotz-Bauer. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. In collaborazione con OFFICINE FOTOGRAFICHE ROMA e Goethe-Institut. Media Partner Panzoo, Viviroma.it, Terza Pagina Magazine. Con il sostegno dell'Ambasciata delle Repubblica Federale di Germania, di Firecom automotive srl, Fredriksson arkitektkontor AB, di Marie-Thérèse Ficnar-Usteri e di Frances Aviva Blane.
Da: Il messaggero
27 agosto 2023
Artisti lancianesi del ‘700, Domenico Renzetti e Francesco Maria Renzetti.
Domenico Renzetti,
Sant’Agostino, dalla omonima chiesa, Lanciano, Museo diocesano,
Lanciano
Artisti lancianesi del ‘700, Domenico Renzetti e Francesco Maria Renzetti
di Angelo IoccoDomenico Renzetti, Sant’Isodoro agricoltore, chiesa di S. Biagio, Lanciano
20 agosto 2023
L'abbazia cistercense dei Santi Vito e Salvo, l'abbazia perduta di San Vito del Trigno.
pianta ipotetica di S.Vito |
di Giovanni Artese