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6 maggio 2025

Francesco Paolo Michetti, Sposalizio in Abruzzo, 1876.


Francesco Paolo Michetti, (Tocco da Casauria, 2 ottobre 1851 – Francavilla al Mare, 5 marzo 1929)
"Sposalizio in Abruzzo", 1876
Olio su tela, cm 90x82
Collezione privata.

11 luglio 2024

Francesco Paolo Michetti, fotografo.

F.P. Michetti - Vele sulla foce del Pescara
Francavilla al Mare (Ch) - Approssimarsi di una tempesta
Sentiero lungo il Pescara con querce e rampicanti
Portatrice d'acqua
Pastorella con canna
Il Pescara
Folla di fedeli in processione
Fanciulla Abruzzese
Donne all'uscita della chiesa
Donna in frutteto
Bambina nel giardino del convento
Castiglione a Casauria (Pe) - Chiesa di San Clemente a Casauria - parte absidale
Casalbordino (Ch) - Pellegrine in cammino
Caramanico Terme (Pe) - Corso alto dell'Orfento

 

D'Annunzio sulla spiaggia di Francavilla, 1883



Autoritratto col figlio Giorgio, 1891-2


Ragazza abruzzese, 8 pose, 1883 c.

Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria,1851 – Francavilla al Mare, 1929) oltre ad essere stato un famoso pittore, fu anche un grande fotografo.

Ottimo conoscitore del nuovo mezzo, di cui ne aveva pienamente intuito le potenzialità artistiche, arrivò a considerare la fotografia una vera e propria forma d’arte, al pari della pittura.

Negli ultimi anni della sua vita si dedicò completamente alla fotografia. Le foto, qui, pubblicate provengono dall'archivio dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), dove esiste un Fondo fotografico a suo nome costituito da 2900 negativi e diapositive duplicati dagli originali nel 1970, per concessione degli eredi di Michetti.

10 gennaio 2024

10 ottobre 2023

Francesco Paolo Michetti, "Pastorelli".

Francesco Paolo Michetti,  "Pastorelli". 

Francesco Paolo Michetti, (Tocco da Casauria, 04.10.1851, Francavilla al mare, 05.03.1929)
"Pastorelli"
Olio su tavola, cm 27x35
Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna, Trieste.

2 luglio 2023

La viuletta (Si na scingiata ti putesse da'!), versi di Tommaso Bruni, musica di Francesco Paolo Tosti. Canzone dialettale abruzzese del 1888, tra i primi esempi di canto popolare d’autore.


Canzone dialettale abruzzese del 1888, tra i primi esempi di canto popolare d’autore.

La viuletta (Se na scingiata te putesse dà!) 


La viulette nasce nna la fratte.
Quande lu verne si ni sctà pi ji;
Niscuna cosa arriva a la ‘ntrasatte
Come l’amore che te fa murì.

La luna sajie e cale ‘nfra lu mese
L’amore pi tte sembre a cresce sctà,
E mò ch’è tonne come na ciresce
la bella faccia te mi vo ‘nchiuvà.

Lu core mè jè come ‘na pajiare
Chi nghi na luccia sola s’appiccì.
Si pija tutta l’acqua di lu mare
Lu foche, certi, nin si po’ armurì.

Pi te i’ mi ni ride di lu sctrizze
Quande de Marze da lu mare vè;
E se la notte lu Punente frizze
Volle sctù core si ti pò vidè.

Ni jesse cchiù crudele cal’abballa
Ca di fiure ti vija aricuprì;
Già s’innamora l’alba, e fa lu calle
Fa prescte, ca caccune po’ vinì.

Sctù core, chi mi sbatte tante tante,
Nghì sa mane m’avisse da tuccà;
Cuntente chiudarrè sctà Pasqua Santa
Si na scingiata ti putesse dà!…




9 giugno 2023

Francesco Paolo Michetti, "La processione del Corpus Domini a Chieti", 1877.

Francesco Paolo Michetti, "La processione del Corpus Domini a Chieti", 1877,
olio su tela, cm 100x200, collezione privata.

Francesco Paolo Michetti, (Tocco da Casauria, 04.101851, Francavilla al mare, 05.03.1929)
Olio su tela, cm 100x200
Collezione privata.

      Galleria Berardi

10 aprile 2023

Francesco Paolo Michetti, “Chieti: La processione del Venerdì Santo”, 1895.

Francesco Paolo Michetti, “La processione del Venerdì Santo”, 1895,
 Museo di Capodimonte, Napoli.


 

Francesco Paolo Michetti, (Tocco da Casauria, 2 ottobre 1851 – Francavilla al Mare, 5 marzo 1929)
“La processione del Venerdì Santo”, 1895
Museo di Capodimonte, Napoli.


14 dicembre 2022

Paolo De Cecco: un grande maestro abruzzese eclettico e versatile.

Paolo De Cecco, La foce del fiume Pescara, 1905, olio su tela.

Paolo De Cecco: un grande maestro abruzzese eclettico e versatile.
Questo artista, noto per essere stato uno dei fondatori del “Cenacolo michettiano”, per la sua amicizia con D'Annunzio e per essere stato immortalato da Michetti nel dipinto “La figlia di Iorio”, fu, oltre che valido musicista , un valente e poliedrico pittore.

LA VITA

Paolo De Cecco nacque il 13 aprile 1843 a Citta Sant’Angelo da Raffaele Antonio e da Berenice Baiocchi.

Dopo la maturità liceale si recò a Napoli, dove si iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Presto si accorse che non era portato per quella disciplina e lasciò l'Università.

Negli anni Sessanta, si dedicò intensamente alla sua vera passione artistica: la pittura e la sua più grande ispiratrice fu la natura. Disegnò volti, figure di giovani donne in costume, scene di vita all'aperto, paesaggi, greggi pasturanti, muletti, cavalli, mucche, branchi di maiali, casolari, contadini e pescatori solitari. Sempre a Napoli , dove frequentò poi l'Istituto di Belle Arti, conobbe Michetti.

Alla fine degli anni Settanta, preso dall’ altra sua grande passione : la musica, partì per Firenze e divenne un concertista di mandolino, e se ne andò peregrinando come un antico troviero.

Nel 1880 fu uno dei fondatori, insieme con D’Annunzio, Tosti, Michetti e Barbella, del famoso “Cenacolo michettiano”.

L'8 settembre 1886 sposò Margherita Di Battista, una ragazza angolana: la cerimonia avvenne a Villa Cipressi di  Città Sant’Angelo e Michetti e Barbella  furono i testimoni di nozze.

Nel 1897 ottenne la cattedra di disegno all’Istituto Tecnico di Città Sant’Angelo , dove insegnò sino al 1904. Nel 1905 chiese ed ottenne il trasferimento a La Spezia e vi rimase per oltre dieci anni, sino al 1916. Nel contempo coltivava l’attività pittorica partecipando a varie mostre nelle città di Barcellona, Amsterdam, Milano, Torino, Venezia, Roma e Napoli, conseguendo dovunque un notevole successo.

Mostrò specie nelle acqueforti originalità e sicura maestria, come si rileva nelle sue opere conservate in pinacoteche e in raccolte private di Barcellona, Monaco di Baviera, Lipsia, Madrid, Londra, Milano, Bologna e Pescara . Nel 1916, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, si ritirò a Napoli, dove si spense il 19 novembre 1922 e le sue spoglie mortali furono tumulate nel cimitero monumentale della città partenopea.

IL CAPOLAVORO

L’opera più bella e significativa di De Cecco , il suo capolavoro in cui s’abbandona alla malinconia del ricordo è “La foce del fiume Pescara”.


L’eccezionale paesaggio , firmato e datato 1905, evoca mirabilmente i luoghi in cui si svolse anche l’infanzia di Gabriele d’Annunzio.

Lo straordinario scenario risente dell’esperienza e della lunga frequentazione del Cenacolo di Francavilla con Michetti e D’Annunzio. Il sentimento che ispira questo dipinto è il medesimo delle liriche del Vate e delle appassionate descrizioni di scenari naturali di Michetti.

Guardando la mirabile opera sembra quasi di ascoltare le parole che Gabriele scrisse in Terra Vergine nel 1888 : “Le barche pescherecce andavano a coppie; parevano grandi uccelli ignoti, dalle ali gialle e vermiglie.

Poi lungo la riva le dune fulve e in fondo, la macchia glauca del saliceto”. E anche quelle del Libro Segreto : “… rivedo certe vele del mio Adriatico alla foce della mia Pescara, senza vento, senza gonfiezza gioiosa, d’un colore e d’un valore ineffabili, ove il nero e l’arancione il giallo di zafferano il rosso di robbia entravano in una estasi miracolosa, prima di estinguersi”.

L’opera , caratterizzata da efficaci contrasti cromatici, documenta luoghi destinati a subire una trasformazione radicale. Sulla sponda sinistra un antico edificio dei baroni De Riseis produttori di vino, che possedevano in prossimità della foce della Pescara un esteso podere. La villa, con le sue molteplici finestre immersa nella vegetazione, sembra quasi sorvegliare il defluire quieto del fiume. Le imbarcazioni ,dalle vele latine e dagli intrecci simili ad ali di farfalle colpite dalla luce del pomeriggio, si riflettono in modo suggestivo nelle acque della Pescara.

Sulla riva destra completa lo straordinario scenario il mirabile il bozzetto di vita marinara che è come un dipinto nel dipinto: uomini, donne e bambini intenti in diverse attività intorno a un’imbarcazione a secca da cui sono tese le reti da riparare o riavvolgere.

Paolo De Cecco dipinse anche intensi ritratti di una straordinaria sensibilità che raffigurano Aurelia Terzini, la madre di Francesco Paolo Michetti , la giovane amatissima moglie Margherita e altri personaggi del suo tempo tra cui Matilde Serao.

I colpi di luce, le ombre magistrali che torniscono i volti con lievi pennellate mostrano la statura elevata di questo grande maestro abruzzese che dovrebbe essere maggiormente conosciuto e valorizzato.

 

           La moglie Margherita                                     La madre di F.P. Michetti


Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli
email: mancinellielisabetta@gmail.com

Da: Abruzzo24ore.tv

Approfondimenti: portalecultura.egov.regione.abruzzo.it