"A shop in Torre de' Passeri", foto di John Cooper Ashton, 1903-06.
John Cooper Ashton possedeva un bar nella Londra di fine '800 inizio '900, ma la sua più grande passione era la fotografia. Trascorse anni in giro per l'Europa e tra le diverse mete incluse anche l'Italia.
Fu un tardo esponente del Grand Tour, lo straordinario flusso di intellettuali stranieri che dalla metà del XIX° secolo consegnò memorie scritte, pittoriche e fotografiche di un'Italia interna, remota, profonda, ignota al panorama istituzionale della neonata nazione.
Giunto a Torre de' Passeri fu colpito dalla scena semplice di una donna con garzone, sulla soglia della sua ricchissima bottega di salumi, formaggi, patate e altre cibarie. Chiese alla signora Spinalba Cappola (1843-1927), così si chiamava la proprietaria, il permesso di poterla immortalare accanto al suo aiutante, e la donna acconsentì.
La foto ci tramanda la testimonianza di una lontana vivacità commerciale nei paesi, laboratori produttivi dei frutti della terra. L'espressione serena della donna e la curiosità negli occhi del garzone rievocano l'umanità perduta di quel tempo, quando gli spostamenti tra luoghi erano più sporadici e riservati ai commercianti, ai viandanti, ai funzionari del regno.
Che siano stati gli inglesi a lasciare i ritratti più suggestivi di quel mondo dipese dallo sguardo di partenza: quello del viaggiatore straniero. L'alterità dell'Abruzzo profondo colpì i giovani intellettuali britannici, che già al tempo abitavano cieli coperti dai fumi delle industrie. Alla Londra industriale e popolosa contrapposero visivamente la scoperta di una regione bucolica, ove le fotografie quotidiane delle rocche montane e delle colline poco si distanziavano dalle epoche più antiche. Tra le montagne il passaggio tra un tempo e un altro si dilata. È lì che sopravvive il retaggio più incontaminato del "mondo fino a ieri".
@filibertociaglia
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