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30 luglio 2023

Antonio Mezzanotte, Quando i Turchi attaccarono Pescara.


QUANDO I TURCHI ATTACCARONO PESCARA
di Antonio Mezzanotte

Si dice e si racconta che al mattino del 30 luglio 1566 (era un sabato), appena cominciava ad albeggiare, le sentinelle di vedetta sui bastioni della piazzaforte di Pescara si trovarono di fronte ad uno spettacolo bello e terribile insieme: 105 galee turche stavano avvicinandosi dal mare e di certo le intenzioni non erano pacifiche.
Le guardie non lo sapevano ancora, ma a comandare la flotta e i settemila uomini che essa trasportava era Piyale Paşa in persona personalmente, ammiraglio in capo della marina militare ottomana, un croato convertitosi all'islam, che veniva giusto giusto dal fallito assedio di Malta dell'anno precedente per far bottino (e per far terra bruciata, facilitandosi, così pensava, la conquista delle isole Tremiti dopo aver strappato l'isola di Chio ai genovesi).
Probabilmente i turchi non conoscevano del tutto lo stato dei luoghi e ignoravano o sottovalutavano che Pescara stava diventando (i lavori all'epoca non erano ancora conclusi) la più moderna piazzaforte del Regno di Napoli, costituita da 7 bastioni a punta e rivellino, oltre due chilometri di mura alte mediamente 10 metri, spesse 8 metri alla base, 4 alla sommità, mura di scarpa ed un fossato, la cui conquista avrebbe però spalancato agli invasori le porte dell'Abruzzo verso le ricche città di Chieti e Penne.
"Mamma li turchi e mo che facciamo?" pensavano preoccupati i militari della guarnigione pescarese (probabilmente lo pensavano in spagnolo, ma tant'è...)
Ma a comandar la piazzaforte ci stava un abruzzese che sapeva il fatto suo: Giovan Girolamo I Acquaviva, duca di Atri.
Che fece il duca? Organizzò un grande bluff, una messinscena, un colpo di teatro "a sorte di Dio"! Se i turchi fossero sbarcati, infatti, non vi sarebbe stato scampo, poichè contro settemila scimitarre i pochi difensori di Pescara ci avrebbero rimesso le penne (e con essi, la popolazione tutta di circa 800 anime).
Quindi, non bisognava far sbarcare lo nemico!
Ma come? Pensa e ripensa, ecco il geniale piano del duca: ordinò di spostare tutta l'artiglieria della fortezza sui bastioni che guardavano il mare e di dar fuoco alle polveri in un botto solo.
La flotta turca venne così investita da un gran fuoco di bombardamento, come se oggi all'improvviso partisse il finale dei fuochi pirotecnici della festa di Sant'Andrea a Pescara!