27 settembre 2025
23 settembre 2025
Storia della letteratura in Abruzzo.
Storia del Teatro Abruzzese, dal Medioevo a Cesare Fagiani.
20 settembre 2025
Due paeselli d'Abruzzo (Francesco De Feo, 1966).
18 settembre 2025
Il culto di San Sebastiano in Abruzzo, nella cultura popolare, nei canti tradizionali e nell'arte.
13 settembre 2025
"Vola vola vola" primo classificato al 3° Festival de la Chanson Italienne di Parigi del 1953.
9 settembre 2025
31 agosto 2025
Gian Fedele Cianci di Orsogna (1837-1921), poeta e maestro abruzzese a cavallo tra due secoli.
GianFedele Cianci di Orsogna (1837-1921), poeta e maestro abruzzese a cavallo tradue secoli
di Angelo Iocco
Nacque a Orsogna nel
nuovo sobborgo della “Via Grande”,
il 10 gennaio 1837 da Antonio, proprietario, figlio di Giovan Fedele Cianci e
Annapaola, e da Pulcheria Tenaglia, proprietaria, figlia di Giuseppe Felice e
Maddalena Di Benedetto. Fu registrato presso l’Anagrafe del Comune di Orsogna
dal sindaco Ferdinando de Lollis,
col nome di Giovan Fedele, anche se successivamente egli fu solito farsi
chiamare Gian Fedele.
28 agosto 2025
23 agosto 2025
Ascanio Marchini, "Forte e Gentile", libro sussidiario per le scuole d'Abruzzo, 1926.
21 agosto 2025
Pasquale Maria Liberatore, "Pensieri civili economici sul miglioramento della Provincia di Chieti umiliati al Regal Trono dall’Avvocato P. Liberatore", voll.1-2, Napoli, 1806.
16 agosto 2025
Benedetto Croce: Discorso pronunciato all'Assemblea Costituente il 24 luglio 1947, in occasione del Trattato di Pace del 10 febbraio 1947.
Qui raccontiamo questa pagina indimenticabile della vita pubblica del grande filosofo.
– Trattato di Pace: (Consta di Articoli 90, più 5 Allegati ).

Titolo : “L’Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste, il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, gli Stati Uniti d’America, la Cina, la Francia, l’Australia, il Belgio, la Repubblica Sovietica Socialista di Bielorussia, il Brasile, il Canadà, la Cecoslovacchia, l’Etiopia, la Grecia, l’India, i Paesi Bassi, la Nuova Zelanda, la Polonia, la Repubblica Sovietica Socialista d’Ucraina, l’Unione del Sud Africa, la Repubblica Federale Popolare di Jugoslavia, in appresso designate “Le Potenze Alleate ed Associate” da una parte
Benedetto Croce ed Enrico De Nicola
– Benedetto Croce (biografia):
1) http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-croce/;
2) http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-croce_(Dizionario-Biografico)/;
3) http://www.treccani.it/scuola/tesine/filosofia_della_storia/2.html;
BENEDETTO CROCE: DISCORSO PRONUNCIATO ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE IN OCCASIONE DELLA RATIFICA DEL TRATTATO DI PACE, IL 24 LUGLIO 1947
“Io non pensavo che la sorte mi avrebbe negli ultimi miei anni riserbato un così trafiggente dolore come questo che provo nel vedermi dinanzi il documento che siamo chiamati ad esaminare, e nell’essere stretto dal dovere di prendere la parola intorno ad esso. Ma il dolore affina e rende più penetrante l’intelletto che cerca nella verità la sola conciliazione dell’interno tumulto passionale.
Noi italiani abbiamo perduto una guerra, e l’abbiamo perduta tutti, anche coloro che l’hanno deprecata con ogni loro potere, anche coloro che sono stati perseguitati dal regime che l’ha dichiarata, anche coloro che sono morti per l’opposizione a questo regime, consapevoli come eravamo tutti che la guerra sciagurata, impegnando la nostra patria, impegnava anche noi, senza eccezioni, noi che non possiamo distaccarci dal bene e dal male della nostra patria, né dalle sue vittorie né dalle sue sconfitte. Ciò è pacifico quanto evidente.
Senonché il documento che ci viene presentato non è solo la notificazione di quanto il vincitore, nella sua discrezione o indiscrezione, chiede e pretende da noi, ma un giudizio morale e giuridico sull’Italia e la pronunzia di un castigo che essa deve espiare per redimersi e innalzarsi o tornare a quella sfera superiore in cui, a quanto sembra, si trovano coi vincitori gli altri popoli, anche quelli del continente nero. E qui mi duole di dovere rammentare cosa troppo ovvia, cioè che la guerra è una legge eterna del mondo, che si attua di qua e di là da ogni ordinamento giuridico, e che in essa la ragion giuridica si tira indietro lasciando libero il campo ai combattenti dall’una e dall’altra parte intesi unicamente alla vittoria, dall’una e dall’altra parte biasimati o considerati traditori se si astengono da cosa alcuna che sia comandata come necessaria o conducente alla vittoria.
Segno inquietante di turbamento spirituale sono ai nostri giorni (bisogna pure avere il coraggio di confessarlo), i tribunali senza alcun fondamento di legge, che il vincitore ha istituiti per giudicare, condannare e impiccare, sotto nome di criminali di guerra, uomini politici e generali dei popoli vinti, abbandonando la diversa pratica, esente d’ipocrisia, onde un tempo non si dava quartiere ai vinti o ad alcuni dei loro uomini e se ne richiedeva la consegna per metterli a morte, proseguendo e concludendo con ciò la guerra. Giulio Cesare non mandò innanzi a un tribunale ordinario o straordinario l’eroico Vercingetorige, ma, esercitando vendetta o reputando pericolosa alla potenza di Roma la vita e l’esempio di lui, poiché gli si fu nobilmente arreso, lo trascinò per le strade di Roma dietro il suo carro trionfale e indi lo fece strozzare nel carcere.
….Si è preso oggi il vezzo, che sarebbe disumano se non avesse del tristemente ironico, di tentare di calpestare i popoli che hanno perduto una guerra, con l’entrare nelle loro coscienze e col sentenziare sulle loro colpe e pretendere che le riconoscano e promettano di emendarsi; che è tale pretesa che neppur Dio, il quale permette nei suoi ascosi consigli le guerre, rivendicherebbe a sé, perché egli non scruta le azioni dei popoli nell’ufficio che il destino o l’intreccio storico di volta in volta a loro assegna, ma unicamente i cuori e i reni, che non hanno segreti per lui, dei singoli individui. Un’infrazione della morale qui indubbiamente accade, ma non da parte dei vinti, sì piuttosto dei vincitori, non dei giudicati, ma degli illegittimi giudici.
5 agosto 2025
Angelo Iocco, Inventario - Fondo “CESARE FAGIANI – GIULIO SIGISMONDI”, Biblioteca comunale “Raffaele Liberatore”, Lanciano.
DESCRIZIONE
Il
versamento del Fondo Fagiani alla Biblioteca comunale, risale ai primi anni
2000, da parte della famiglia Fagiani-Volpe. Il tutto consiste in una decina di
buste d’archivio, contenenti faldoni e cartelle. Questo primo censimento sommario
ha ripartito il tutto in 7 buste d’archivio, con successiva suddivisione in
cartelle e faldoni, utilizzando la numerazione romana. Molti documenti sono
originali, pochi sono fotocopie, mentre si conservano diverse copie di
volantini e libretti.
Il
materiale non è sempre disposto in maniera ordinata, per cui, laddove
possibile, si è proceduto a un riordino delle carte, come per i manoscritti de Un marziano a Lanciano, e Saggio sulla poesia di Luigi Renzetti.
Il
fondo Fagiani-Sigismondi ha una prevalenza di documentazione relativa
l’attività letteraria e giornalistica di Cesare Fagiani, rispetto a quella di
Giulio Sigismondi, di cui il figlio Virgilio (classe 1942), ha incrementato il
patrimonio documentario con la donazione di fotografie, cd, e libretti di
poesie. Si attende, in futuro, un successivo versamento dell’archivio G.
Sigismondi, conservato presso lo stesso erede, alla biblioteca comunale.
Il
materiale attualmente è conservato presso la Biblioteca comunale “Raffaele
Liberatore” di Lanciano, nell’edificio di Villa Marciani, nell’area
dell’Ufficio 3.
23 luglio 2025
Emilio Ambrogio Paterno, Le città marinare d'Abruzzo e Molise, 1957.
22 luglio 2025
Eduardo Di Loreto (1897-1958) inventore di un teatro Frentano – Parte 1 - Dalle origini (1897) al 1929.
Alfredo Bontempi (1893-1983), Pierino Liberati (1893-1963), Eduardo Di Loreto (1897-1958), in una fotografia a Castel Frentano del 1922
di Angelo Iocco
Il piccolo paese di Castelfrentano vanta i natali di tre illustri castellini che furono attivi nel campo poetico, musicale e teatrale, Eduardo Di Loreto, Pierino Liberati e Camillo Di Benedetto. Di Loreto nacque in una modesta casa lungo via Nazionale, poi corso Roma, nel 1897, vicino la chiesa dell’Immacolata Concezione; fu avviato dal padre all’attività medica, dopo il diploma al Liceo classico di Lanciano, studiando a Napoli, dove si laurea nel 1924. Ma la passione del giovane Di Loreto era la poesia e lo spettacolo, non di rado doveva vedere delle brevi farse che si inscenavano al cinematografo del Corso, e poi alla scuola elementare. Castelfrentano all’epoca non aveva un vero e proprio teatro stabile, le recite molto brevi si improvvisavano nei luoghi di fortuna. Così Di Loreto e l’amico inseparabile Pierino Liberati, di qualche anno più anziano di lui, iniziarono, crebbero in questo contesto ancora folkloristico, affascinati soprattutto da varie situazioni paesane, della provincia, e dai tipi castellini, che ispireranno a breve i loro più grandi successi, sapendo con gusto rielaborarli per le loro canzoni e storie. Nel 1917 l’Italia dopo la sconfitta di Caporetto, cercava faticosamente di guadagnarsi un degno rilievo nell’ambito della Grande Guerra, concludendola nel 1918 con la “Vittoria mutilata”, citando d’Annunzio.
15 luglio 2025
Panfilo De Laurentiis, le migliori canzoni abruzzesi.
12 luglio 2025
Angelo Iocco, Inventario dei documenti del Fondo "Corrado Marciani" presso la Biblioteca Comunale "Raffaele Liberatore" di Lanciano.
8 luglio 2025
Padre Donatangelo Lupinetti (1909-2000): frate missionario, etnologo e studioso abruzzese.
Padre Donatangelo Lupinetti
Tra le sue ultime pubblicazioni si ricordano: