da Rivista Abruzzese, n.3, 1965.
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26 settembre 2024
Emiliano Giancristofaro, Un raccolto di dolori nel santuario di Casalbordino, da Rivista Abruzzese, n.3, 1965.
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13 luglio 2024
Adele Fiadino, Le città d'Abruzzo nell'iconografia storica e i modelli originali nelle opere a stampa dal XVI al XVIII secolo, da Rivista abruzzese, 2018.
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26 gennaio 2023
Le superstizioni degli abruzzesi: Scongiuri e superstizioni abruzzesi registrate da Emiliano Giancristofaro.
Alcuni scongiuri popolari abruzzesi contro il malocchio, le streghe, i vermi del campo, i mal di denti, registrati dalla viva voce di popolo dell'etnologo Emiliano Giancristofaro, dal cd Le superstizioni degli abruzzesi, a cura della Rivista Abruzzese, 2003; zone: Pollutri, Roccascalegna, Gessopalena, Campli, Castelfrentano.
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15 giugno 2022
Omaggio al Prof. Emiliano Giancristofaro (Lanciano, 6 giugno 1938 - 15 giugno 2022).
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18 gennaio 2022
La Rivista abruzzese di scienze, lettere e arti, 1893 – 1919.
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La Rivista abruzzese di scienze e lettere, 1886 - 1892.
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3 gennaio 2022
Corrado Marciani, Il Consolato di Ragusa a Lanciano nel 1500.
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27 maggio 2021
La storia della Rivista Abruzzese raccontata da Emiliano Giancristofaro.
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12 novembre 2020
Francesco Verlengia (1890-1967) il "Professore", e la nascita della Rivista Abruzzese (1948).
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30 luglio 2020
Padre Donatangelo Arturo Lupinetti, OFM, Folklorista e studioso Abruzzese.
Donatangelo Lupinetti, missionario, nasce il 29 agosto 1908 a Castilenti, e muore a Lanciano il 12 dicembre 2000.
Dopo aver preso i voti dell'Ordine francescano, che più si confaceva alla sua necessità di contatto umano, e dopo aver affinato i suoi studi linguistici (greco, latino, sanscrito), storici e teologici, previa l’accurata formazione universitaria, appositamente condotta presso il Pontificio Ateneo Antoniano di Roma, esercitò l’attività pastorale nei conventi francescani dell’Aquila, di Orsogna, Tocco da Casauria e Lanciano.
La sua vocazione missionaria lo condusse verso l’Africa e la Terra Santa.
Negli anni ’30, fu missionario in Somalia, al tempo appartenente all’Italia e non ancora convertita all’islam.
Il contatto fraterno con le popolazioni indigene, specie dei Rahanuìn dell'interno e gli Ammarruìn della costa, gli diede il motivo e la possibilità di provare sul campo le teorie di etnografia, etnologia e missionologia precedentemente apprese.
In seguito, venne trasferito a Mogadiscio, al fine di ricoprire ruoli direzionali e didattici presso collegi, convitti e scuole cattoliche.
Fu allora che poté concentrare su alcuni settori specifici le sue ricerche etnologiche, comprensive anche dei canti dell'epica locale.
Ma di tutto il materiale prodotto in Africa e inviato in Italia (monografie, relazioni, studi sui canti religiosi delle popolazioni conosciute e sulle peculiarità del loro modo di recepire l’evangelizzazione) si è conservato poco, così come delle pubblicazioni effettuate a Mogadiscio; ricordiamo alcuni articoli contenenti relazioni di viaggi e di eventi locali, nonché una coraggiosa polemica contro le leggi razziali del governo fascista.
Tornato in patria, nel Dopoguerra, il religioso poté finalmente dedicarsi ad un campo a lui già noto, cioè quello della cultura popolare abruzzese, rivedendola, però, alla luce delle esperienze africane.
Parallelamente all’attività canonica, egli effettuò un’approfondita ricognizione del materiale di ricerca folklorica e dialettologica già esistente.
Così, le sue ricerche sul campo si tradussero in studi completi e rigorosi di letteratura popolare, puntualmente pubblicati e diffusi in Abruzzo e fuori regione.
Tra articoli e volumetti, spiccano una completa trilogia di canti e tradizioni e una prima raccolta di Novellistica Sacra, interessante raccolta di novelle religiose abruzzesi anche inedite, presentate in dialetto e nella traduzione italiana.
L’opera fu redatta in collaborazione con Ernesto Giammarco e pubblicata a Pescara nel 1958 per le edizioni di "Attraverso l'Abruzzo", di Francesco Amoroso.
Lo stesso anno, in occasione del VII Congresso Nazionale delle Tradizioni Popolari, espresse il suo peculiare contributo tracciando il quadro fondamentale della letteratura religiosa abruzzese nel Medioevo.
In questi anni, divenne amico di studiosi abruzzesi, tra i quali, oltre ai già citati Giammarco e Amoroso, ricordiamo Bruno Mosca, Francesco Verlengia, Domenico Priori, autori di opere e pubblicazioni che segnarono le tappe del progresso culturale abruzzese. Particolarmente viva fu la sua amicizia con Paolo Toschi, demologo di fama nazionale, docente di Storia delle Tradizioni Popolari presso l'Università di Roma.
In particolare, l'amicizia intrattenuta con Cesare De Titta, illustre latinista e poeta dialettale, con il quale si dedicava a traduzioni ed esercitazioni di forma salmodica in dialetto, latino, greco antico ed ebraico, fece sì che Lupinetti desse anche vita a componimenti poetici propri, di ispirazione religiosa e popolare.
Tra questi si annoverano, pubblicati all'Aquila presso la Cattedra Bernardiniana dal 1962 al 1981, Lu Presépie di Natale, poemetto natalizio con versione in lingua ed introduzione storica sul presepio;
La santità de la Live, antica leggenda natalizia abruzzese, versificata e annotata;
Lu sandìssime Voldesande, poemetto sacro in dialetto abruzzese con note illustrative;
Lu cante di Natale, poemetto dialettale;
Lu cante di Pasque;
Lu cante di la Madonne;
Lu cante di San Francesche, componimento in dialetto abruzzese in onore di San Francesco, Santa Chiara, San Bernardino e San Giovanni da Capestrano, stampato a Gerusalemme.
La sua vocazione missionaria lo riportò, a fasi alterne, di nuovo in Africa, a Gerusalemme e a Betlemme, per oltre vent’anni.
Qui, nonostante le difficoltà del conflitto ebraico-palestinese, trovò modo di approfondire e rifinire gli studi sulla canzone epico-lirica in Abruzzo, consegnando alla rivista di etnologia "Lares" i suoi utili contributi su La canzone di Rinaldo e il Testamento dell’avvelenato, pubblicati tra il 1958 e il 1963.
Un'ultima serie di studi storici occasionali, di stampo agiografico e basata su ricerche archivistiche, riguardò la vita della Beata Antonia da Firenze, ricostruita tramite i manoscritti del Monastero di Santa Chiara Povera de L'Aquila, e la vita di Padre A. Ronci da Atri, poeta e missionario di Terra Santa (1500-1504).
Attraverso la storia locale approfondì le incidenze e le coincidenze di usi e costumi popolari tra varie zone dell'Abruzzo quali Lama dei Peligni, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, servendosi del metodo comparativo e dell’approccio multidisciplinare.
Le sue opere rappresentano uno dei più vasti repertori della cultura abruzzese, dotta e popolare, costruito in oltre 50 anni di infaticabile ricerca.
Padre Lupinetti rientrò definitivamente dalla Terra Santa negli anni ’80; dopo una permanenza a Pescara, trascorse i suoi ultimi anni a Lanciano, ospite dell'albergo per anziani del Convento Antoniano, amorevolmente accudito dai confratelli.
Tra le sue ultime pubblicazioni si ricordano:
- Castiglione Messer Raimondo e il suo tesoro. Breve studio monografico sul Paese e sulla devozione a San Donato, Tip. D. Ambrosini, Penne, 1950.
- Castilenti.Breve studio monografico di un tipico paese d'Abruzzo, Cooperativa Editoriale Tipografica, Lanciano 1973.
- Durantiniana frate missionario d'America. Studio bio-bibliografico sul francescano p. Antonio Maria Durantini OFM (1867-1940), Curia prov. Frati minori d'Abruzzo-San Bernardino, L'Aquila 1989.
La Sanda Passijone |
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8 luglio 2020
"Sant'Antonio Abate in Abruzzo - Santi fuochi farchie e... salsicce" - di Emiliano Giancristofaro - Regia Elia Iezzi. "Storie del silenzio, cronache di vita popolare Abruzzese”, programma televisivo del canale TVQ - ITALIA 7, a cura del Prof. Emiliano Giancristofaro.
"Sant'Antonio Abate in Abruzzo - Santi fuochi farchie e... salsicce" - di Emiliano Giancristofaro - Regia Elia Iezzi. "Storie del silenzio, cronache di vita popolare Abruzzese”, programma televisivo del canale TVQ - ITALIA 7, a cura del Prof. Emiliano Giancristofaro.
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“Festa del Majo, San Giovanni Lipioni, 1991”. "Storie del silenzio, cronache di vita popolare Abruzzese”, programma televisivo del canale TVQ - ITALIA 7, a cura del Prof. Emiliano Giancristofaro.
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16 giugno 2020
Rivista Abruzzese, Rassegna Trimestrale di Cultura.
La “Rivista Abruzzese” è la rivista trimestrale fondata nel 1948 dallo storico Francesco Verlengia (1890-1967), all’epoca direttore della Biblioteca Provinciale “De Meis” (Chieti). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, sull’onda delle novità politiche e sociali, la “Rivista Abruzzese” riprendeva il nome dell’importante testata che, fondata a Teramo nel 1886 da Albi, Cerulli, Occella, Savini e Savorini, era stata lungamente diretta da Giacinto Pannella, morendo nel 1919 assieme al vivace intellettuale abruzzese. L’indipendenza dalle clientele e dalle logiche di potentato è stata e continua ad essere l’unica guida di questa rivista, la quale ha veste molto semplice in bianco e nero ed è del tutto priva di pubblicità commerciale, privilegiando, più d’ogni altro, l’interesse del suo lettore-tipo: non necessariamente un erudito o un accademico, bensì una persona libera che apprezzi tutte le espressioni della cultura, in particolar modo quelle legate all’Abruzzo, purché siano state prodotte con rigore scientifico, pensiero critico e l’estrema dignità dello studio volontario.
Dal 1964, la “Rivista Abruzzese” è diretta da Emiliano Giancristofaro e pubblica, come casa editrice, anche libri, con particolare attenzione per gli argomenti di interesse regionale. Questi libri sono raccolti in due collane: gli agili Quaderni (cm 13.5×20, copertina e illustrazioni a colori) e gli eleganti volumi di Abruzzo Religioso (cm. 17×24, copertina cartonata, sovraccoperta a colori, carta patinata, illustrazioni a colori a piena pagina). Dal 2000 diviene editore e direttore responsabile della rivista Lia Giancristofaro. Dal 2011 la proprietà è passata a Lucia Di Virgilio, lasciando la direzione a Lia Giancristofaro.
Alcuni collaboratori: Roberto Almagià, Camillo Guerrieri Crocetti, Alberto M. Cirese, Elena Croce, Benedetto Croce (con scritti inediti), Alfonso M. di Nola, Corrado Marciani, Francesco Iengo, Piero Palumbo, Alfredo Sabella, Raffaello Franchini, Fausto Battini, Raffaele Colapietra, Carlo Prandi, Antonino Buttitta, Giuseppe Profeta, Eide Spedicato Iengo, Nicola De Sanctis, Adriano Ghisetti Giavarina, Giuseppe Mauro.
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