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Anton Ludovico Antinori, biografia e opere della “Memoria archivistica" degli Abruzzi, di Angelo Iocco.
Anton Ludovico Antinori, biografia e opere della “Memoria archivistica" degli Abruzzi
Di padre
bolognese e madre napoletana, nacque a L’Aquila nel palazzo di famiglia, in via
Garibaldi, nel 1704, incominciò gli studi di grammatica nella
sua città natale, per poi trasferirsi a Napoli, sotto gli auspici dell'abate Ferdinando Galiani di Chieti, dove si laureò in giurisprudenza. Tornato all'Aquila a 25 anni, decise di approfondire la storia della sua città, guadagnandosi presto fama di erudito. Nel 1732, sollecitato per
interposta persona dal Muratori, Antinori fu incaricato della raccolta di
antiche e inedite Cronache aquilane, compito che egli assolse fino al 1737, anno in cui inviò i frutti del
suo studio al richiedente, corredandolo di un'introduzione alla storia dell'Aquila fino all'anno 1265: si trattava delle cronache di Buccio di Ranallo, Antonio di Buccio, Antonio di Boezio, Niccolò di Borbona, Nicolò Ciminello di Bazzano, Francesco d'Angeluccio di
Bazzano, e del Catalogus pontificum Aquilanorum.
Muratori inserì
il tutto, compresa l'introduzione storica, nel tomo VI delle Antiquitates Italicae Medii Aevi (1742),
aggiungendovi una prefazione in cui tesseva le lodi dello studioso. Alcuni
testi di epigrafi inedite scovate dallo studioso aquilano furono dallo stesso
Muratori inserite nel Novus Thesaurus Veterum Inscriptionum.
A 35 anni
Antinori fu ordinato sacerdote e
in seguito, dopo aver trascorso tre anni nell'Oratorio di San Filippo Neri del capoluogo abruzzese, si trasferì a Roma. Qui, Benedetto XIV lo destinò al ruolo di bibliotecario di un'istituenda biblioteca di Bologna, senza però partire per la città paterna. A causa di ragioni di salute
viaggiò tra Napoli e L'Aquila, dove fu canonico della Collegiata di San Silvestro.
Nel 1745 fu
nominato con regio decreto di Carlo III arcivescovo di Lanciano, mentre nel 1754 fu
trasferito alle sedi arcivescovili di Acerenza e Matera. Fece abbellire la cattedrale acheruntina. Per motivi di salute chiese e ottenne, nel 1758, di
ritirarsi. Ritornò nuovamente all'Aquila, ottenendo peraltro una pensione
regia, oltre ai benefici legati a una chiesa nei pressi di Giulianova e,
dal 1770, al monastero di San Pietro ad
Oratorium di Capestrano, in cui si trasferì nel 1775. Morì nel palazzo di famiglia all'Aquila il 1º marzo 1778 e il 4 fu sepolto all'interno del Duomo cittadino, nella cosiddetta tomba dei vescovi, rinvenuta durante i
lavori di ricostruzione dell'edificio a seguito del terremoto del 2009.
Pubblicò
numerosi documenti di storia abruzzese, confluiti in particolare nei 4 volumi della Raccolta di
memorie istoriche delle tre provincie degli Abruzzi (Napoli
1781-1783). La maggior parte delle sue opere sono conservate manoscritte presso
la Biblioteca provinciale "Salvatore Tommasi" dell'Aquila, molte delle quali edite
postume, anche su iniziativa della Società abruzzese di storia patria a
lui intitolata.