Giorgio Castriota Skanderbeg, busto nella omonima piazza di Villa Badessa di Rosciano |
10 settembre 2023
Antonio Mezzanotte, Giorgio Castriota Skanderbeg.
3 aprile 2021
Elisabetta Mancinelli, La quaresima e la Pasqua in Abruzzo.
di Elisabetta Mancinelli
PASQUA
LE CELEBRAZIONI
La processione del Venerdì Santo è l'evento principale della Pasqua all'Aquila e ricorda la passione e la morte di Gesù. Alle 19 il corteo, che segue la statua del Cristo morto, esce dalla Basilica di San Bernardino, sulle note del Miserere e si snoda per le vie del centro storico per rientrare, dopo un'ora, in Basilica dove viene celebrata la funzione. I pesanti simboli della passione di Gesù, che accompagnano la statua del cristo morto, sono stati realizzati dal pittore e scultore aquilano Remo Brindisi.
Una delle celebrazioni più suggestive d’Abruzzo si svolge a Chieti il giorno del Venerdì Santo: la Processione del Cristo Morto. Di origini medievali, la manifestazione è curata nel suo allestimento solenne dall'antica Arciconfraternita del Sacro Monte; i partecipanti vestiti a lutto procedono seguendo il ritmo scandito dalla “troccola”, uno strumento di legno che, durante la Settimana Santa, sostituisce le campane. Viene poi cantato il “Miserere”.
Ma rappresentazione più antica, più bella e più celebre a cui si può assistere nella nostra regione è “La Madonna che scappa in piazza” che si tiene nella mattinata di Pasqua a Sulmona e si svolge nello scenografico "teatro" di Piazza Maggiore gremita di folla. Intorno a mezzogiorno, ad un segnale convenuto, la Madonna, che non crede alla notizia della Resurrezione del Figlio, inizia a correre sempre più veloce fuori dalla chiesa, perde il manto nero e mostra la preziosa veste verde ricamata in oro.
Nella sua mano compare, quasi per incanto, una rosa rossa: scoppi di mortaretti, dodici colombe bianche compaiono e volteggiano nel cielo, le campane suonano a festa. L'incontro della Madonna e l’abbraccio con Gesù risorto è il momento più toccante che segue un antichissimo rituale.Le celebrazioni sacre a Lanciano si svolgono in diversi tempi. La sera del giovedì inizia una processione notturna che sosta nelle chiese dove sono allestiti i Sepolcri, il venerdì nella processione compaiono i “Misteri”, i canti corali, il “Miserere” e la figura del cireneo, impersonato da un membro della Confraternita che, scalzo ed incappucciato, porta la Croce, infine il giorno di Pasqua a mezzogiorno in punto, si ripete l'antica cerimonia de "L'incontro dei Santi", ossia tra le statue della Madonna, del Cristo e di San Giovanni, accompagnate dai fedeli. Nel corso della processione per le vie del centro cittadino, la Madonna apprende la resurrezione del Figlio. Al termine della Sacra Rappresentazione le statue vengono collocate nella Cattedrale, dove resteranno fino a mezzogiorno di martedì, quando vengono portate a spalla dai Confratelli delle Congreghe e fanno ritorno alle rispettive parrocchie fino all'anno successivo.
A Teramo, nelle ore mattutine del Venerdì Santo, si svolge la tradizionale processione della "Desolata", la cui origine si fa risalire al 1260. E' la devota rappresentazione paraliturgica della Madre che va alla ricerca angosciosa del figlio condannato a morte. Il corteo si avvia con la sola statua dell’Addolorata per un giro delle "sette chiese". Inizia da quella di Sant’Agostino e termina all’Annunziata dove trova il Cristo Morto giacente su un ’artistica bara. E’ una commovente manifestazione di religiosità popolare, con gli uomini che indossano la tunica nera e recano la croce, mentre le donne velate e in gramaglie trasportano la statua della Madonna.
A Villa Badessa, una frazione del comune di Rosciano, vive sin dalla prima meta' del XVIII secolo una piccola colonia italo - albanese. Ancora oggi gli albanesi di Villa Badessa conservano il loro idioma e continuano a seguire la liturgia di rito greco - bizantino. Le cerimonie iniziano con gli "enkomia", il pianto delle donne durante la veglia sulla icona della deposizione di Cristo. Nelle ore notturne che precedono la domenica di Pasqua, il papas, che reca l'icona della Resurrezione, esce in processione fuori della chiesa, seguito dai fedeli che illuminano con candele le ultime ore della notte. All'alba il papas canta il primo verso del Vangelo secondo Giovanni ed intonando canti di gioia rientra in corteo nella piccola chiesa.
"Il Bongiorno" è un'antica tradizione legata alla Pasqua del paese di Pianella (Pescara) che trae origine “dall'omaggio", che i signorotti Longobardi pretendevano dai propri vassalli. Durante la giornata di Pasqua e durante la notte che precede il Lunedì dell'Angelo, cantori e suonatori in costume medievale, accompagnati da trombe, tamburi e piatti, girano per le vie del paese, portando il saluto del "Buongiorno" sotto le finestre dei cittadini a cominciare da quelli più' importanti, come il sindaco e altre autorità'. I canti sono, in genere, improvvisati e adattati alle circostanze ed ai personaggi.
A Gessopalena (Chieti) il mercoledì' e il venerdì, si svolgono processioni con quadri viventi nell’ incredibile scenario del vecchio borgo. Suggestiva è la Passione vivente del mercoledì Santo: tutti gli abitanti del paese vi partecipano proponendo scene della Passione di Cristo, il tutto negli angoli più belli del paese. Il dramma si conclude con Crocifissione ed il pianto delle Marie.
Tradizione culinaria pasquale
Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vennero recepiti dalla nuova religione; la stessa festività della Pasqua risente ancora di influssi antichissimi: cade, infatti, tra il 25 marzo ed il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al Plenilunio che segue l’Equinozio di primavera. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nello stesso periodo, l’uovo decorato, intrecciandosi con il Cristianesimo, divenne il simbolo della rinascita dell’Uomo, di Cristo. La diffusione dell’uovo come regalo pasquale invece sorse probabilmente in Germania quando, fra i tradizionali doni di Pasqua, comparve il regalo di semplici uova.
Avorie e argente di li live ‘nfiorepi li culline azzenne gnè nu vele.Trapuntate di verde e di sbiannore.Finite lu diune, pure st’anne.Lu console vè press’allu dolore!Nnienz’alla tavul’all’impete armane.Lu padre e ‘ntorne adune la famije,tè l’ove benedette ‘nchi la mane‘nchi l’atre fa la croce e ‘ntone pianenu pateravegloria, nchi li fiie,e fa la Sante Pasque da cristiane.
23 novembre 2020
La colonia albanese di Villa Badessa a Rosciano (PE).