La colonia albanese di Villa Badessa risulta tra le più recenti trasmigrata in Italia, tenendo conto che altre comunità erano stanziate in Calabria, Sicilia, Molise, Puglia, già dal secolo XV.
Provenienti dall’Epiro, storica regione a sud dell’Albania, originari dei villaggi di Piqèras, Ljukòva, Nivizza, per sfuggire all’oppressiva egemonia e persecuzione religiosa dei turchi, si stanziarono in Abruzzo nel 1743.
La comunità "arberesch" di Villa Badessa trovò accoglienza ed ospitalità nel Regno di Napoli, sotto il re Carlo III di Borbone che dapprima li sistemò provvisoriamente nel tenimento di “Bacucco”, dipendente dal feudo di Penne, poi nel territorio di Pianella. Qui il Sovrano assegnò loro terreni ereditati dalla madre, Elisabetta Farnese, terreni in località Piano di Coccia e appezzamenti tenuti in enfiteusi dalla famiglia Taddei che a Pianella, dove abitava, era conosciuta col soprannome di “Abbadessa”, da cui deriverebbe il nome ”Villa Badessa”.
Da atti notarili dell’epoca si rileva con esattezza che le famiglie albanesi giunte nel territorio di Pianella erano 23 (18 nel 1743 e 5 nel 1748) di cui sono noti i cognomi dei capi-famiglia, i terreni assegnati, gli approvvigionamenti, nonché le condizioni e le garanzie da osservare verso la Casa Reale.
Oltre all’“assegnazione” gratuita di complessivi tomoli 793 di terreno (320 ettari) il Sovrano fornì alle famiglie anche tutto il necessario per vivere, denaro e mezzi per il mantenimento delle stesse, concedendo inoltre l’esenzione per 20 anni da ogni censo dovuto alla Casa Reale.
A conferma dell’epoca dell’arrivo della comunità arberesch in Abruzzo, da un vecchio registro dei battezzati, presente nella casa canonica, si evince che l’annotazione del primo battezzato reca la data del 18 novembre 1743.
Da: VillaBadessa.it
Per approfondimenti: Villa Badessa
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