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17 giugno 2020

Il dialetto abruzzese.







Il dialetto abruzzese.


Documentari di Angelo Iocco sul DIALETTO ABRUZZESE, storia, fonetica, morfologia, sintassi, esempi con lettura di brani di poeti d'Abruzzo.
Con l'espressione dialetti d'Abruzzo si definiscono le varietà linguistiche romanze parlate nella regione italiana dell'Abruzzo (con dialetto si intende, a seconda dell'uso, una lingua contrapposta a quella nazionale o una varietà di una lingua). Tale territorio non si presenta unitario dal punto di vista linguistico, in quanto dette varietà appartengono a due gruppi diversi delle lingue italoromanze:

il dialetto sabino, che appartiene al continuum dei dialetti italiani mediani o italiano centrale il gruppo abruzzese dei dialetti italiani meridionali identificati anche come lingua napoletana o napoletano-calabrese. 

Distribuzione geografica 
L'isoglossa fondamentale (indebolimento delle vocali atone) che serve, secondo la più parte degli autori a distinguere i dialetti italiani meridionali da quelli mediani attraversa l'Abruzzo, partendo da Campotosto, toccando le frazioni dell'estrema periferia della città dell'Aquila, cioè Assergi (già ascrivibile però al dominio abruzzese), Camarda, Paganica e Pianola, per poi scendere più a sud ed attraversare alcune frazioni di Avezzano, cioè San Pelino, Antrosano e Cese, fino a giungere intorno a Canistro al confine con l'area laziale centro-settentrionale. 

Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia.
Come detto, i dialetti d'Abruzzo possono essere suddivisi in due gruppi, a loro volta articolati in otto aree complessive. 

Gruppo sabino 
Copre l'area sud-occidentale della regione e sconfina in Lazio, articolandosi nelle seguenti zone: 
aquilano-reatina, nell'antico contado amiternino, cioè a nord e ad ovest della città dell'Aquila, essa inclusa, salvo la frazione di Assergi, che però linguisticamente parte da Accumoli, nel reatino, comprende la valle del Velino, con i centri di Amatrice, Antrodoco, Cittaducale, fino ad inoltrarsi, con alcune variazioni, in tutta la provincia di Rieti ed in minima parte di quella di Terni; carseolana, attorno a Carsoli fra la Marsica e la valle dell'Aniene (Lazio); tagliacozzana, limitato a Tagliacozzo e alle località del suo circondario (Castellafiume, Scurcola Marsicana), ed esteso fino alle frazioni periferiche di Avezzano (San Pelino, Antrosano e Cese). Il confine dialettale passa all'interno del comune di Rocca di Mezzo) e il secondo, ad est della città dell'Aquila, a partire dalla frazione di Assergi, e a Bagno (antico contado forconese). Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone. In particolare nel dominio reatino-aquilano, area tradizionalmente conservativa, viene tuttora mantenuta la distinzione fra -o ed -u finali, a seconda dell'originaria matrice latina: ad esempio all'Aquila si ha cavaju per "cavallo" (latino volgare *CABALLU(M)), ma scrio per "io scrivo" (lat. volg. *SCRĪBŌ). Ad occidente del suddetto dominio si estendono le parlate dei Piani Palentini, con centri di irradiazione quali Carsoli e Tagliacozzo, la cui punta più a sud, a contatto con l'area abruzzese della Marsica, è San Pelino, frazione di Avezzano: a ridosso dell'area laziale, queste parlate sono caratterizzate dalla confluenza delle vocali originali latine -u ed -o nell'unico esito -o (cavajo, fijo), ma come il sabino possiedono il medesimo sistema vocalico, fonetico e morfologico. Questi dialetti appartengono al continuum linguistico mediano assieme ai confinanti dialetti dell'Umbria e del Lazio, privo di confini interni apprezzabili. 

Gruppo abruzzese 
Il gruppo italiano meridionale è diffuso nelle aree: abruzzese adriatica, relativamente omogeneo fino alla dorsale appenninica, parlato nel grosso delle province di Teramo, Pescara e Chieti, che presenta le maggiori differenze nel campo della pronuncia vocalica, al punto che può essere ulteriormente suddiviso in: Teramano-Atriano (tra Rocca Santa Maria, Campli, Sant'Omero, Martinsicuro, Isola del Gran Sasso e Silvi).

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