10 novembre 2022
Guido Albanese, Nuovi canti popolari d'Abruzzo, 1927.
6 novembre 2022
Nino Saraceni, un cantore frizzante delle Maggiolate ortonesi.
Canti nel disco 45 giri |
Nino Saraceni, un cantore
frizzante delle Maggiolate ortonesi
di Angelo Iocco
Il Saraceni nacque a Fossacesia nel 1894 e vi morì nel 1970. Giovanissimo si appassionò all’attività poetica, e colse l’occasione, come molti altri poeti della zona, per concorrere alle gare canore della Maggiolata di Ortona, nata nel 1920. Saraceni vi iniziò a partecipare nel biennio 1922-23, rimanendo un ospite fisso per quasi tutte le edizioni, salvo la parentesi della seconda guerra mondiale, fino alla morte. La passione per il verso facile, scherzoso, gioco, come non dimenticare i suoi due capolavori A lu cannete e Mi te’ sete su musica di Antonio Di Jorio.
A lu cannete |
Il Poeta riuscirà a vedere inoltre queste due canzoni registrate su 45 giri dal M° Fernando d’Onofrio di Pescara con il suo Coro De Nardis, nel 1965, e qualche anno dopo eseguì la canzone A li culle di Piscare, ancora oggi cantata con festosità nelle Settembrate abruzzesi pescaresi, per cui la canzone stessa fu composta. Tornando alle Maggiolate, Saraceni strinse un forte sodalizio con due musicisti di fiducia, Attilio Fuggetta di Sulmona, che fu trasferito a Lanciano come capostazione, e Ettore Montanaro di Francavilla al mare, l’immortale raccoglitore dei Canti popolari d’Abruzzo in 2 volumi, e compositore di varie e arie e canzoni, anche in lingua. Ancora oggi risuonano le note de Lu ‘ndruvarelle, talmente veloci che pare di guardare e ascoltare il rumore del fuso della signora che tesse, oppure la melanconica Vaje luntane ovvero L’emigrante, scritta per la Maggiolata del 1930 con musica del Montanaro, oppure l’andante e briosa A lu colle di San Giuvanne sempre con musica di Montanaro, dove si invita il turista ad ammirare le bellezze paesaggistiche del belvedere di San Giovanni in Venere. Fossacesia oltre a Saraceni, che ne fu anche sindaco nel dopoguerra, ricostruendo moralmente e nei fatti la città martoriata, ebbe anche Antonio Fantini, altro poeta e scrittore di commedie teatrali, nonché di canzoni, molte delle quali musicate da Pasquale De Rosa e da Giuseppe Di Pasquale, e campione dei festival del Trabocco d’Oro. Saraceni scrisse anche alcune commedie teatrali, le poesie furono raccolte in un volume Abruzze me’, a cura di Fantini. In questa raccolta ci sono anche poesie assai struggenti, come quella in cui si paragona il campanile della chiesetta di Santa Maria Imbaro a un tronco di albero distrutto, a un corpo martoriato di uomo, nel voler esprimere la ferocia della guerra nella sua cruda nudità e inutilità! Dato il carattere schivo e riservato di Saraceni, gli ultimi anni li passò isolato nei suoi ricordi nella casa di Fossacesia, dove morì. Fece in tempo però a vedere le sue canzoni ancora felicemente cantate nelle Maggiolate degli anni ’50, tanto che in un breve frammento pubblicitario dell’Istituto Luce della Maggiolata del 1955, si sente in sottofondo il ritornello di A lu cannete. Il Saraceni ebbe un’altra soddisfazione, la sua canzone Vaje luntane fu eseguita da un’attrice in uno dei primi film sonori italiani, Vele ammainate precedentemente noto come Mare, della produzione Cines di Roma, per la regia del Bragaglia, distribuito nel 1931; anche se lo scrivente fino ad ora non è riuscito a trovare una copia per poter ascoltare la musica. Negli ultimi anni Saraceni partecipò alla nuova rassegna canora delle Settembrate di Pescara, nate negli anni ’50, con alcune canzoni musicate soprattutto da Cristo Sorrentino pescarese, che si alternava con le ultime composizioni dell’anziano Luigi Dommarco, il creatore delle Maggiolate ortonesi e della celebre Vola vola vola con l’Albanese. Oggi il comune di Fossacesia ha intitolato a Saraceni il teatro comunale. Occorrerebbe, come auspica ad esempio Pasquale De Rosa, una raccolta di tutte le canzoni da lui scritte. Onde non far perdere la tradizione dei suoi successi.
Mi te sete |
17 ottobre 2022
3 ottobre 2022
Il Concorso delle Canzoni Abruzzesi di Lanciano del 18-19 aprile 1922.
Il Concorso delle Canzoni Abruzzesi di Lanciano del 18-19 aprile 1922.
di Angelo Iocco
Quando a Ortona nacque la Prima Piedigrotta Abruzzese nel 1920 sotto l’egida dei musicisti Guido Albanese, Antonio Di Jorio e padre Settimio Zimarino, le città circonvicine non si lasciarono sfuggire l’occasione di proporre anch’esse delle rassegne canore abruzzesi.
Chi conosce anche vagamente cosa siano le Maggiolate di Ortona, e
quale fu il sentimento comune di costituire dei Cori per proporre un repertorio
di canzoni abruzzesi d’autore, con pubblico concorso, per la selezione della
categoria dilettanti – medie – professionisti, per assegnare alla fine il
premio, sa di cosa trattiamo.
Ebbene dopo le Canzoni abruzzesi della Prima Maggiolata, quasi tutte tratte dai versi di Cesare de Titta, già nel 1921 venivano proposte delle rassegne di canzoni a Castel Frentano, a Orsogna, a Lanciano con i propri cori.
Nel caso di Lanciano abbiamo un libretto della Festa delle Canzoni Settembrine, per la festa della Madonna del Ponte, del 1921.
Le canzoni in gran parte sono successi tratti dalla prima e seconda Maggiolata di Ortona del biennio 1920-21: La nnazzecarelle di De Titta e Zimarino, Lu piante de le fojje di De Titta e Albanese, L’acquabbelle di De Titta e Albanese che fu l’aprente della Prima Piedigrotta; dall’altro lato abbiamo qualche canzone nuove di artisti frentani, quali Amore vecchie, amore nove di Modesto Della Porta con musica di Carlo Massangioli, e La sirinate de lu suspette, versi del poeta e storico Luigi Renzetti, e musica del fratello Camillo.
Notiamo qui come il poeta Modesto fosse stato battezzato nella rassegna delle canzoni abruzzesi con questa composizione, di cui però purtroppo si è perso lo spartito (resta una versione tarda rimusicata da Vincenzo Coccione di Poggiofiorito); dall’altro lato vediamo lo storico e intellettuale lancianese Luigi Renzetti classe 1860 alle prese con lo spettacolo e il teatro, da lui sempre amato.
Renzetti a quell’epoca era in decadenza fisica, morirà infatti cieco dieci anni dopo questo concorso, e pare che sin dal 1895 si fosse cimentato con degli esperimenti canori con un Gruppo corale in contrada Santa Liberata.
Questa rassegna di canzoni settembrine fu l’antesignana di un vero e proprio concorso bandito in aprile 1922, con presidente della commissione il musicista valente Camillo De Nardis.
Leggendo gli articoli di giornale del Fuoco, dell’Idea abruzzese, ecc., scopriamo con stupore che due canzoni oggi celeberrime furono scartate dalla giuria, non degne di quel sentimento, di quel tema che rappresentasse lo spirito della canzone di tradizione abruzzese richiesto dalla giuria, e che pertanto furono presentate e acclamate alle Maggiolate di Ortona di quello stesso anno; parliamo di Din don di Cesare de Titta e Antonio Di Jorio, e di A la fonte di Luigi Illuminati e del Di Jorio; due canzoni che, se ascoltate, certamente avrebbero vinto, o conquistato almeno il secondo o il terzo posto in questa Festa delle Canzoni di Lanciano. Ma c’è di peggio, a quanto attestano i documenti dell’archivio Albanese di Ortona, e ad esempio la testimonianza dell’attore lancianese Alfredo Bontempi (1893-1983); la commissione scartò la celeberrima Vola vola vola su versi del Dommarco, oggi considerato l’inno d’Abruzzo! E l’Albanese ne ebbe a male, e scrisse e pubblicò sul giornale una lettera, scrivendo che la sua “Vola vola spiccherà il volo” anche fuori i confini d’Abruzzo; parole profetiche, perché così fu al Festival Internazionale delle Canzoni del 1953.
Insomma, un concorso delle
canzoni che ebbe diversi torbidi, e che partì non sotto buoni auspici, e su
pareri contrastanti tra gli stessi giurati.
Chi erano i partecipanti? I nomi dei poeti più famosi del periodo “classico abruzzese”, Giulio Sigismondi di San Vito con Giuseppe Gargarella di Lanciano, il giovane futuro professore di latino Pier Andrea Brasile (1900-1973) di illustre famiglia lancianese, Evandro Marcolongo, Cesare de Titta, Carlo Mariani e Arturo Colizzi da Rocca San Giovanni e qualche altro… sconosciuto, come Modesto Della Porta da Guardiagrele.
Le canzoni sono presentate in piazza Plebiscito col Coro di Lanciano, tra questi titoli figurano Canzuna nustre di Sigismondi-Gargarella, Vulesse della stessa coppia, tra l’altro ispirata alla fresca acqua della storica Fonte del Borgo, Lucenacappelle della stessa coppia (già queste tre canzoni, a giudicare dalla fama che oggi hanno nell’essere riproposte dai cori, avrebbero fatto aggiudicare primo, secondo e terzo premio ai due giovani poeti!).
Poi c’è la barcarola Voga voghe di Mariani
e Colizzi, ancora oggi molto riproposta fra i cori, e un’accorata e andante
canzone amorosa del giovane Brasile: S’ucchie (Brasile ebbe modo di
farsi valere alle altre Maggiolate di Ortona, e alle Feste della Canzone
abruzzese molisana di Vasto, ad esempio con Lu mbrimbimbì su musica
dell’amico Aniello Polsi, benché la sua predilezione fosse la ricerca,
l’erudizione, e lo studio del latino e della grammatica).
Di fronte a tutto questo repertorio, il mite sarto Della Porta con cosa si presenta? Con Carufine, una canzonetta che parla di fiori, di garofani a un balcone, con musica del purtroppo quasi sconosciuto Massangioli.
La giuria si riunisce, esce il verdetto finale, Della Porta e Massangioli vincono il primo premio della Festa delle canzoni di Lanciano con Carufine!
De Titta uscì secondo… e s’infuriò da morire. Lui, che era l’aedo trilingue d’Abruzzo, lui, il sacerdote, il poeta dell’amore platonico, della contemplazione del paesaggio campestre di Fiorinvalle di Terra d’Oro! Gli articoli di giornale immediatamente accolgono le proteste dei poeti concorrenti, Sigismondi con Lu Cuncurse di Lanciane sbeffeggia Della Porta e la giuria, dicendo che adesso l’arte è finita in mano a scarpari e sarti, don Evandro Marcolongo è fuori di sé, in una poesia paragona Della Porta a un tacchino che vuole passare per gallo, il professore e critico Federico Mola di Orsogna si scaglia senza pietà contro Della Porta, arrivando a dire che è stato “favorito” dallo scrittore chietino Giuseppe Mezzanotte membro della giuria, e dal presidente De Nardis.
Della Porta si difende con uno scritto in cui rivendica i suoi talenti poetici, dato che qualche anno prima era stato fragorosamente applaudito con i suoi versi ai teatri di Ortona e Lanciano, ma come ricostruisce Mario Palmerio nella sua recente biografia su Modesto, il Mola rincara la dose, arrivando quasi all’insulto, definendo Modesto, dopo averlo canzonato come “il poeta di Mezzanotte”, “la Mezzanotte del poeta”, ovvero dopo averlo accusato di connivenza, adesso lo bolla come un poeta finito, che non ha più nulla da dire.
Inutile dire che i poeti facevano il tifo
per De Titta, che si tenne a parte da questa gazzarre giornalistica, ma il
primo premio è stato assegnato, con tutto questo strascico polemico,
Un Concorso di Canzoni a Lanciano non si terrà mai più, non sorgerà nemmeno più un coro, nonostante qualche timido tentativo nel secondo dopoguerra, alla morte di Brasile e Renzetti, non ci sarà qualche poeta dell’estro di Sigismondi o di un De Titta che sia di patria lancianese, e che parteciperà ai concorsi di canzoni, salvo alcune canzoni di Francesco Brasile, che per lo più saranno rimusicate da Roberto Mancinoni del gruppo “Lu Cantastorie”.
Un fatto assai spiazzante per una città come Lanciano, assai più spiazzante se si pensa a Chieti, il capoluogo di provincia, che come scrisse lo studioso padre Donatangelo Lupinetti, si tenne alla larga da questi Concorso canori, snobbandoli addirittura, e non comprendendone il significato del messaggio che stavano costruendo, dell’identità Canora d’Abruzzo che stavano forgiando!
Lanciano fu seconda a Chieti nella
negligenza di aver organizzato altri concorsi di canto.
Così il Concorso delle Canzoni di
Lanciano verrà ricordato come uno dei più controversi, e dove piovvero più
polemiche in un panorama storico della canzone abruzzese; mentre a San Vito, a
Castel Frentano, perfino a Poggiofiorito, Caldari, Frisa, prima e dopo la
guerra, sorgevano “maggiolate”, cloni della Maggiolata di Ortona, Chieti e
Lanciano sono rimaste a guardare, nella loro indifferenza, la nascita della
Canzone d’Abruzzo.
2 ottobre 2022
Cesare De Titta, Canzoni abruzzesi, 1919.
25 settembre 2022
Mundrisce me, canzone di Erminio Suriani e Antonio Di Jorio, Maggiolata di Monteodorisio, 1947.
7 settembre 2022
30 agosto 2022
I 100 anni di Vola vola vola, la canzone inno d’Abruzzo (1922-2022).
https://vastoabruzzo.blogspot.com/search?q=vola+vola+vola
20 agosto 2022
Cesare De Titta, Le più belle canzoni abruzzesi.
17 agosto 2022
Luigi Illuminati e Antonio Di Jorio, Canzoni abruzzesi.
Da: Abruzzo Forte e Gentile 95
15 agosto 2022
Guido Albanese, le Canzoni Abruzzesi del Coro Cantori di Raiano, 1978.
14 agosto 2022
Storia della canzone abruzzese e della Maggiolata.
19 febbraio 2022
25 Maggiolate – Ortona 1920-1958: raccolta delle Maggiolate Abruzzesi.
1 giugno 2021
Il Trittico "Terra d'Oro", di Luigi Dommarco e musica di Guido Albanese del 1923, per la Maggiolata abruzzese del 1925.
14 maggio 2021
Canti folkloristici abruzzesi.
23 dicembre 2020
Padre Settimio Zimarino, Alla fredda tua capanna. Canto natalizio.
Padre Settimio Zimarino |