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14 agosto 2022

Storia della canzone abruzzese e della Maggiolata.

Storia della Canzone Abruzzese e della Maggiolata. Parte 3, gli Anni d'Oro dal 1925 al 1931.


Documentario di Angelo Iocco - STORIA DELLA CANZONE POPOLARE ABRUZZESE da Francesco Paolo Tosti ed Ettore Montanaro coi loro Canti popolari Abruzzesi trascritti, alla nascita della Prima Piedigrotta Abruzzese nel 1920 con Guido Albanese, Antonio Di Jorio, Settimio Zimarino.
Durante il fascismo, nei primi anni '20, iniziarono ad essere realizzate delle manifestazioni folkloristiche che rievocavano e celebravano la tradizione popolare abruzzese, dove i poeti e i musicisti si cimentarono nella realizzazione di nuove canzoni d'autore, come Vola vola vola - Lu pescatore - Vuccuccia d'ore e altre, presentate ai festival delle Maggiolate di Ortona (dal 1920 fino al 1976 per un totale di 29 edizioni); della Settimana abruzzese di Pescara del 1923 organizzata da Luigi Antonelli e Zopito Valentini. 
I massimi esponenti furono Luigi Dommarco, Cesare De Titta, Luigi Illuminati, Guido Albanese, Ettore Monatanaro, Nino Saraceni, Guido Albanese, Eduardo Di Loreto, Pierino Liberati, Oberdan Giangrande ed Evandro Marcolongo, Antonio Di Jorio e altri.
Nelle Maggiolate nate a Ortona nel 1920 con Guido Albanese, padre Settimio Zimarino e Antonio Di Jorio, la scelta era per canzoni abruzzesi d'autore con paroliere e compositori che presentavano le canzoni con dei cori provenienti da vari paesi attorno Ortona. 
Parteciparono anche cori dal Molise e dall'aquilano, compresi poeti quali Vittorio Clemente e Eugenio Cirese. 
Le canzoni dovevano esaltare, secondo la giuria, le qualità dell'Abruzzo e degli abruzzesi; i cori si esibiranno in costume tipico, anche se spesso questi erano una rivisitazione di costumi antichi. 
La Maggiolata di Ortona ebbe delle rassegne canore che la imitarono, come la festa delle Canzoni di Lanciano del 1921, la festa del Mare di San Vito del 1923 e 1926, la festa delle canzoni a Castel Frentano, nelle quali si esibiranno i poeti e musicisti locali come Giulio Sigismondi, Vito Olivieri, Cesare Fagiani, Aniello Polsi, Eduardo Di Loreto, Pierino Liberati, ecc. 
Per L'Aquila e dintorni ci sono i pezzi del genere dei canti della montagna, come Novantanove (che celebra la fondazione della città), e musiche d'autore come J'Abbruzzu (1948) scritto da Carlo Perrone e Nazareno de Angelis, e L'Aquila 'bbella me, scritto da Lolli e Berardi, che furono i massimi esponenti del periodo iniziale della Corale "Gran Sasso", nata nel 1955. 
Verso la metà dell'800 ci fu in Abruzzo un interesse da parte dei primi specialisti riguardo alla musica popolare, e alle sue varie sfaccettature per la diversità delle stesse, che venivano eseguite in maniera eterogenea nelle macroregioni della Marsica, della Frentania, della conca Amiternina, del Teramano e del Pescarese. 
Il pioniere di questi primi studi fu Francesco Paolo Tosti, che nutriva una forte passione per il canto popolare, insieme all'amico Gabriele d'Annunzio; altri studiosi più specializzati furono Gennaro Finamore, Cesare De Titta, Luigi Dommarco, Ettore Montanaro, Antonio Piovano, Imola Galli, Domenico Lanci. 
Se Tosti ebbe il merito di iniziare queste ricerche nel 1888 in occasione di una festa che si tenne a Francavilla al Mare, luogo che frequentava abitualmente per la presenza dell'amico Francesco Paolo Michetti nel suo "conventino", Luigi Renzetti, Roberto Angelini e Francesco Tancredi avviarono veri e propri studi d'approfondimento, oltre ad essere loro stessi protagonisti compositori di pezzi in dialetto locale. 
A Francavilla Tosti presenziò a una sorta di festival dove venne presentato il pezzo "Se 'na scingiata te putesse dà" di Tommaso Bruni, con la sua musica, nota poi come "La viuletta", musicata dal Tosti. 
Altri studiosi furono Antonio Di Jorio, celebre compositore atessano di musica da banda, Guido Albanese e Settimio Zimarino. 
In tale contesto si costituirono dei veri e propri festival come la Maggiolata Ortonese, le Settembrate Abruzzesi, i Canti della Montagna, i Canti del Mare e il festival di Francavilla. 

Francesco Paolo Tosti 
Se da un lato l'interesse per la canzone tradizionale abruzzese si rinnovò con nuove composizioni, molti pezzi erano già esistenti, trasmessi dai popolani oralmente, e vennero trascritti da questi studiosi, ad esempio le ballate del Sant'Antonio o il Canto delle lavandaie o ancora i Saltarelli elaborati da De Nardis. 

La Maggiolata di Ortona aprì grandi spiragli ai musicisti popolari abruzzesi, rinnovando il canto folkloristico regionale: i padri furono Albanese, Zimarino e Di Iorio, che componevano i pezzi da eseguirsi da parte dei cori dei popolani in costume tradizionale. 
Tra questi si ricordano "Conca d'ore - Giovannella di Scanno" e altre come l'opera teatrale "Core me" di Espedito Ferrara e Aniello Polsi.

Da: Abruzzo Forte e Gentile 95



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