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18 agosto 2022

Giacomo Torrese, detto anche Tornese, un ingegnere di Canosa Sannita.


Giacomo Torrese, detto anche Tornese, un ingegnere di Canosa Sannita
di Angelo Iocco e Alessandro Sabatini

Poco si sa dell’attività di questo ingegnere e architetto di Canosa, morto nella metà dell’800 a Villa Santa Maria provincia di Chieti, dove si era trasferito. Il Tornese appartiene a una scuola ancora classica, che nell’Abruzzo chietino ebbe come protagonisti la bottega Fagnani di Pescopennataro nell’area del Medio Sangro, i Pellicciotta nell’area di Perano e dintorni, i Santoleri di Orsogna nell’area tra Castel Frentano e Guardiagrele. Ancora poco è stato scritto sul loro conto, poiché pochi documenti si conservano, e spesso le stesse architetture durante l’ultima guerra sono andate distrutte. Il Tornese ricostruì nel suo paese la parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, che oggi vediamo ricostruita ex novo nel progetto dell’architetto Dagoberto Drisaldi, lo stesso che nel 1947 rifece ex novo la Basilica di Ortona. Un edificio, quello di Canosa, che era sobrio nelle linee, lezioso dal punto di vista del neoclassicismo esternamente, ma ricco negli interno, con una elegante modanatura, scansione in paraste con capitelli corinzi, e volte a botte ariose per ospitare eventuali dipinti, come nel caso del voltone della parrocchiale di Villa Santa Maria. Un classicismo dunque tardo, quasi a voler riproporre gli stilemi del barocco settecentesco romano in fazzoletti sparsi nella provincia. Tornese progettò inoltre il santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino nel 1854, a impianto a croce greca, rifatto come vediamo dopo la seconda guerra mondiale ex novo, dato che con la guerra andarono danneggiati gli interni e le pitture del lancianese Nicola de Arcangelis. Un modello del campanile di Villa Santa Maria lo notiamo nella torre della parrocchia della Natività di Maria nel paese di Cupello, realizzata nel 1837; il modello è lo stesso, la mescolanza della pietra grezza al mattone rossiccio degli spigoli e degli angoli della robusta costruzione, e la terminazione di maniera a cupola a tamburo ottagonale, proprio come la torre di Villa.

7 luglio 2022

Giovanni Tiberio, "E' Cchiù Moje la Hallene Dumane chi ll'Ove Ugge!!!" - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino, 2017.

Giovanni Tiberio, "Ngì Crode Manche si ti Vode nghì ll'ucchia mi" - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino, 2016.

Giovanni Tiberio, "Ti a la Casa tò e ja a la Casa mò!" - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino, 2016.

Giovanni Tiberio, "Stattet attent attent attente a lu Capiton!!!" - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino, 2015.

Giovanni Tiberio, "...Si l'ha da 'Mmullà Ammùllile Grosse!!!" - La Compagnia Teatrale Casalese Ugo Zimarino, 2014.

10 giugno 2022

Francesco Paolo Michetti, Pellegrinaggio a Casalbordino. Gli storpi. Dalle foto (1895-1900) al dipinto (1900).






"Gli storpi di Casalbordino”. Le foto di Francesco Paolo Michetti (1851-1929) si riferiscono ai festeggiamenti della Madonna dei Miracoli di Casalbordino, 1895 – 1900.
Tratte da “Francesco Paolo Michetti fotografo”, a c. di M. Miraglia, Torino, Einaudi, 1975.





Francesco Paolo Michetti (1851-1929), "Pellegrinaggio a Casalbordino - Gli storpi", 1900. Tempera su tela, cm. 380X970, Museo Michetti, Francavilla al mare.
Quadro ispirato ai festeggiamenti della Madonna dei Miracoli di Casalbordino.

9 giugno 2022

Casalbordino, Santuario della Madonna dei Miracoli.

Casalbordino: Festa Madonna dei Miracoli, foto Lelio De Francesco, 1899.

 
Casalbordino: Santuario Madonna dei Miracoli. Opera dell'architetto Torresi, 1824.


Casalbordino: Fiera in occasione della Festa della Madonna dei Miracoli, 06.06.1930.


Casalbordino: Fiera in occasione della Festa della Madonna dei Miracoli


Casalbordino: Festa Madonna dei Miracoli


Casalbordino: Madonna dei Miracoli, 1891


Casalbordino: Madonna dei Miracoli, anni '30 c.


23 giugno 2021

Bartolomeo Pinelli, “Costumi d'Abruzzo”. Incisioni all'acquaforte, 1809 - 1820 (by Filippo Marino).




Incisioni all'acquaforte di costumi delle seguenti località (all’epoca tutte) d’Abruzzo: Cappadocia, Casalbordino e Lecce dei Marsi, Castiglion Messere Raimondo, Chieti, Fraine, Gioia dei Marsi, Mascioni di Campotosto, Mozzagrogna, Pettorano sul Gizio e lago del Fucino, Pietraferrazzana, Pietransieri, Preta di Amatrice (RI), Roccaspinalveti, Scanno, Schiavi d’Abruzzo, Vasto, Villa Pianezza di Leonessa (RI).


16 giugno 2021

Michelangelo Schipa, "La cronaca di S. Stefano ad Rivum Maris", da Archivio storico per le province napoletane A.10, n.1/4 (1885).

Santo Stefano in Rivo Maris, Casalbordino

Michelangelo Schipa, La cronaca di S. Stefano ad Rivum Maris.
Chronicon Rerum Memorabilium Monasterii S. Stephani Protomartyris Ad Rivum Maris. Scriptum a Rolando Monacho Qui vivebat An D. MCLVII.
(Ex MSS. Codice Membranaceo Ejusdem Coenobii)

Da:  Archivio storico per le province napoletane A.10, n.1/4 (1885).

26 dicembre 2020

Angelo Iocco, La tradizione del Natale abruzzese nelle opere di Padre Donatangelo Lupinetti e Padre Settimio Zimarino.


 
La tradizione del Natale abruzzese nelle opere di Padre Donatangelo Lupinetti e Padre Settimio Zimarino

di Angelo Iocco.

Come scriveva nei suoi tre volumi delle Tradizioni socio-melodiche abruzzesi, pubblicate dalla Rivista Abruzzese di Lanciano nel 1983 (uno studio complessivo sul folklore abruzzese delle varie ricerche da egli svolte a partire dagli anni '30 in regione), Padre Donatangelo Arturo Lupinetti sentiva il bisogno di raccogliere e conservare i rimasugli della tradizione orale abruzzese, e di tramandarli ai posteri. E infatti nell'ultimo di questi volumi Padre Lupinetti trascrisse tutte le composizioni, canti questuanti, di Natale, di Sant'Antonio abate, della Passione, gli Inni ai Santi e alla Madonna ecc., cercando di ricostruire lo spartito con le note sul pentagramma.
E' stato rilevato che Padre Lupinetti insieme a Padre Settimio Zimarino da Casalbordino, ambedue religiosi (l'uno frate francescano osservante, l'altro cappuccino), da un lato ha contribuito enormemente a salvare dall'oblio gran parte del patrimonio orale abruzzese, non solo preghiere, motti, orazioni, ma come fecero Antonio De Nino e Gennaro Finamore, anche novelle popolari, in lingua e in dialetto. In questa sezione si parlerà del Natale, e nella tradizione abruzzese, gli usi che concernono le credenze del ciocco benedetto per il fuoco, della cenere da conservare e spargere, del calendario lunare ecc., sono stati già sufficientemente trattati da altri demologi abruzzesi e non. L'interesse particolare di Padre Lupinetti e Padre Zimarino è più semplice, più "popolare", mira alla schiettezza e alla immediata documentazione di un patrimonio ormai cristallizzatosi nei secoli in Abruzzo, Molise e Puglia, come la cantata dei pastori attorno al Presepe vivente, la Novena dell'Immacolata, la recita di una poesia sacra alla mangiatoia del Bambino nel Presepe.

Lupinetti infatti trascrisse e riscrisse lo spartito di una celebre novena natalizia, nota come ''Novena dell'Immacolata'', di recente riproposta in CD, in seguito fece conoscere un'altra canzone assai antica dell'Abruzzo (pare risalga al XVIII secolo), trascritta prima da Antonio De Nino negli ''Usi abruzzesi'' e poi nel 1916 da Gabriele d'Annunzio per le sue poesie sulle tradizioni popolari d'Abruzzo (il quale però copiò esattamente dal testo deniniano!); si tratta di ''Gesù Bambine nasce nghe tanta puvertà''. 

Gesù Bambine nasce

Nghe tanta puvertà.

Nen ha ne panne e fasce,

nnè foche p’ariscallà.

23 dicembre 2020

Padre Settimio Zimarino, Alla fredda tua capanna. Canto natalizio.






Padre Settimio Zimarino
Al secolo Carmine Antonio, Padre Zimarino nacque a Casalbordino l’8 gennaio 1885. 
Entrò nell’ordine dei Frati Minori il 17 settembre 1900. Il 12 giugno 1908 venne ordinato sacerdote francescano nel convento di San Nicola in Sulmona. Studiò al Liceo musicale “Giacchino Rossini” di Pesaro (ora Conservatorio) con i maestri Zanella e Cicognani conseguendo il diploma in composizione nel 1916. 
Dopo un primo incarico come organista nella cattedrale di Lanciano, qui iniziò la sua attività di compositore e di direttore. 
Si trasferì poi a Chieti dove per 25 anni insegnò musica nel Pontificio Seminario abruzzese, suonando inoltre in varie chiese e in particolare nella Cattedrale di San Giustino. 
La figura di padre Settimio Zimarino è inevitabilmente legata alle sue caratteristiche “Pastorali” natalizie, così candide e deliziose, così francescanamente povere e nello stesso tempo ricche di suggestione e di atmosfera. 
Lapide casa natale, Casalbordino
Pastorali per canto e per organo, nelle quali profuse il suo animo sereno di fanciullo e la sua concezione della musica. 
Autore molto prolifico, particolarmente nell'ambito della musica sacra, è ricordato soprattutto per quello che è considerato il suo capolavoro: l’oratorio “L’Apoteosi del Poverello di Assisi” eseguito per la prima volta in versione integrale nel 2002 a Milano nella Chiesa di S. Giovanni Battista alla Creta dal Coro Luigi Gazzotti di Modena. 
Partecipò alle Maggiolate di Ortona con lo pseudonimo di Ezio Marino. 
Morì a Chieti il 7 febbraio del 1950.

Padre Settimio Zimarino