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28 gennaio 2025

Vito Sbrocchi, L'antica Torre di San Vito.

L'ANTICA TORRE DI SAN VITO

di Vito Sbrocchi

L’imponente torre costiera, un tempo esistente sulla spiaggia di San Vito, costruita dai lancianesi nell’anno 1395 per la difesa dell’antico porto di Gualdo. La cosiddetta “Torre di San Vito” fu realizzata con la concessione di Re Ladislao e, come dimostra la fotografia, si è scoperto che era posizionata sulla spiaggia, affianco alla prima chiesa di Santa Maria del Porto (oggi non più esistente). La curiosità è che in quel periodo non ancora c’era l’attuale molo, che venne costruito nel 1918. Oggi, purtroppo, di quella imponente costruzione tardomedievale non è rimasta alcuna visibile traccia. La passata esistenza della struttura è provata anche da alcuni scritti di autorevoli studiosi di storia patria. Dai documenti esistenti risulta che la torre fu costruita “iuxta mare propre flumen Fultrini”, cioè vicino al mare e presso il fiume Feltrino. La fortezza era, tra quelle realizzate nel viceregno di Napoli in Abruzzo, la quinta a partire da settentrione. Rispetto alle altre era di forma anomala, avendo ogni lato una dimensione alla base di circa 21 metri. Attraverso il disegno di Carlo Gambacorta, che nell’ottobre del 1598 eseguì il censimento di quasi tutte le torri di avvistamento del vicereame di Napoli, è possibile notare che la Torre di San Vito aveva un notevole basamento troncopiramidale, con quattro torrette cilindriche sugli spigoli, che partivano già dal piano di campagna. Dal basamento troncopiramidale, cioè dal cammino di gronda, si ergeva invece la torre maestra, più stretta e a pianta quadrata. La costruzione aveva complessivamente cinque caditoie, dalle quali, per difesa, si gettava solitamente olio bollente contro i nemici, e ai due livelli era dotata di merlatura guelfa. Da una minuta originale del 1691, trovata tra le carte di una corte regia, risulta che la Torre di San Vito era provvista di un guardiano chiamato “Torriero”, il quale era assistito da un soldato aggiunto e da un “Cavallaro”. Il Torriero percepiva un compenso di ventiquattro ducati l’anno (circa venti carlini al mese). Il soldato, che guadagnava invece venti ducati l’anno, doveva assistere il Torriero nella sua funzione di sentinella. Il Cavallaro aveva infine il compito di perlustrare di notte e di giorno la spiaggia. I tre personaggi venivano pagati dalla Città di Lanciano, che elargiva una somma pari a cinque ducati per “polvere, piombo e miccio” e per l’eventuale riparazione di porte e scale. La Torre di San Vito, prima di essere distrutta dalle truppe tedesche durante l’ultima Guerra Mondiale, fu adibita a posto doganale, come risulta da alcuni documenti del 1842, custoditi presso l’Archivio di Stato di Napoli.

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