Dante e l'Arte n.11.2024: Dante e il Preraffaelismo. La famiglia Rossetti e il culto di Dante.
Il dossier del presente numero 11 (2024) di Dante e l’Arte è dedicato allo studio del legame fra il Preraffaellismo e l’opera dantesca. L’ intreccio quasi indissolubile tra arte e letteratura materializzatosi nell’interesse per Dante da parte della Pre-Raphaelite Brotherhood viene qui esplorato grazie a diversi contributi, tutti caratterizzati da un uguale approccio multidisciplinare, mai circoscritto a un unico ambito geografico, orientato piuttosto verso tutti gli ambiti: letterario, artistico, teorico-poetico e storico-culturale.
Il focus è posto sul ruolo, centralissimo, che Dante ha avuto nella produzione artistica di Dante Gabriel Rossetti, ma anche nelle sue vicende personali e familiari. L’articolo di Gianni Oliva ci informa appunto di quanto fosse fondante questo legame per tutta la famiglia Rossetti. Inoltre, ci propone una rassegna degli studi più recenti prodotti dal «Centro europeo di studi rossettiani» operativo a Vasto fin dal 2008. Il tema della centralità di Dante viene ripreso e sviluppato da Deirdre O’Grady, la quale, riesaminando le celebri raffigurazioni Rossettiane di due personaggi danteschi femminili, Francesca da Rimini e Pia dei Tolomei, ne fa una lettura in chiave di innovazione: la purezza poetica dantesca confluisce nel simbolismo decadente nel quale si muove Rossetti. Il contributo di Paolo De Ventura ci ricorda come il rapporto diretto Dante-Rossetti vada oltre la dimensione del traduttore e sia piuttosto ascrivibile a una sorta di appropriazione di stili e di motivi ispiratori, e al rispecchiarsi di Rossetti in un paradigma biografico romanticamente rivissuto. Dall’analisi di due sonetti, uno che è traduzione di un sonetto dantesco l’altro originale rossettiano, emerge la continuità tra traduttore e poeta e viene dipanato il filo che dalla traduzione porta inaspettatamente alla composizione originale.
I successivi articoli prendono in considerazione anche altri aspetti e personaggi. Anne-Florence Gillard-Estrada mette a fuoco le diverse rappresentazioni di Paolo e Francesca nell’ambito dei movimenti preraffaelliti ed “estetici”.
Quella di Rossetti costituirebbe una svolta decisiva in quanto trascende il riserbo femminile con cui la scena era solitamente trattata, per metterne in rilievo, con l’abbraccio dei due amanti, la forte carica sensuale. La scena fu ripresa da diversi pittori estetici che però ne annullarono la dimensione passionale a vantaggio del puro sentimentalismo. Alle opere pittoriche di Marie Spartali Stillman che si ispirano a Dante è dedicato invece il saggio di Emilia Di Rocco, nel quale viene delineata la personalità di Spartali Stillman attraverso le sue opere che oltre a testimoniare l’influenza esercitata dai preraffaeliti rispetto a Dante, entrano a pieno titolo nel canone di un’iconografia che fino a quel momento era stata prevalentemente al maschile. La pratica artistica diventa anche un tentativo di ricerca di un proprio stile, di emancipazione dai “padri” e di riconoscimento come artista e come donna nell’Inghilterra vittoriana. Stefania Arcara nel suo contributo, parte dalle peculiarità della figura di Beatrice tale come appare nell’opera poetica e pittorica di Dante Gabriel Rossetti per passare ad esaminare alcuni esempi della produzione poetica di Elizabeth Siddal e di Christina Rossetti. Li mette poi a confronto secondo un’inedita prospettiva protofemminista, con la figura della donna amata quale musa ispiratrice del genio artistico maschile. La donna oggetto d’amore della tradizione maschile diventa in questo modo soggetto della lirica amorosa. In questo modo la visione cristiana che ispira la lirica di Christina le permetterebbe di essere più fedele allo spirito dantesco del fratello, Dante Gabriel, e della sua estetizzante Beatrice preraffaellita.
Chiudono il dossier tre testi che esplorano altri aspetti dell’influsso esercitato dal dantismo preraffaellita. Fabio Cammilletti fa riferimento al ruolo di medium che l’Ottocento attribuisce a Dante, in quanto ascrivibile a una certa visione del poeta propria del movimento preraffaellita. In effetti la mediazione dei Preraffaelliti rispetto all’appropriazione di Dante da parte del movimento spiritista fa pensare al fatto che Rossetti abbia promosso non tanto un dantismo ‘spiritico’ quanto un vero e proprio spiritismo ‘dantesco’.D’altra parte, le vicende che legano le opere di Rossetti a Dante forniscono già di per sé spunti interessanti per alcuni quadri che fanno parte di questo ambito. Yannick Le Pappe che ha studiato le collezioni, sia private che pubbliche in larga misura britanniche o nordamericane sostiene che le opere che racchiudono riflettono sia l'immaginario vittoriano sia i cambiamenti del mercato dell'arte nella seconda metà dell'Ottocento. L’ultimo testo del monografico, infine, esplora il dantismo di James Joyce in chiave rossettiana. Tra il 1912 e il 1915 l’autore irlandese aveva acquisito una copia della prestigiosa ristampa della Vita Nuova con i quadri di Rossetti come illustrazioni. Valentina Mele sonda l’influenza che la cosiddetta edizione “preraffaellita” del libello di Dante ha avuto nell’immaginario Joyciano, attraverso l’analisi della complessa figura di Gerty, la Nausicaa che Bloom incontra sulla spiaggia di Sandymount. A riprova che il dantismo preraffaellita, ha avuto un ruolo fondamentale e di massima rilevanza storica nei processi di ricezione e di riappropriazione di Dante sia per la cultura dell’epoca che per quella successiva e nei più svariati ambiti artistici.
Ringraziamo i colleghi Nicola Di Nino e Veronica Pesce che hanno dato l’avvio ai lavori di questo dossier.
Da: Dante e l'Arte
Centro Europeo di Studi Rossettiani & Universidad Autonoma de Barcelona
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