Storie di calcio tra Chieti e Vasto.
di
Franco Zappacosta
Restammo
stupiti quando all’inizio della stagione 2019/2020 il Prefetto Barbato vietò ai
tifosi del Chieti la trasferta a Vasto sia per la Coppa Italia (con l’irridente
offerta di soli 50 biglietti) sia per la “prima” di campionato. Motivi di
ordine pubblico alla base del provvedimento. Essendo stati lontano da Chieti
per oltre trent’anni non sapevamo che la storica rivalità tra sostenitori delle
due squadre, Chieti e Vastese, avesse raggiunto livelli tali da costituire una
minaccia. Un vero peccato perché il corretto antagonismo è il sale del calcio,
gli eccessi lo inquinano. E dispiace specie pensando ai giocatori vastesi, di
radici o di adozione, che sono stati molto amati a Chieti: Feliciano Orazi,
Fernando Ascatigno, Tonino Lo Vecchio. Oppure il teatino Giovanni Di Paolo,
centravanti che a Vasto divenne calciatore importante.
E’ vero che i confronti tra neroverdi e biancorossi sono stati sempre accesi, in campo. Anche fuori gli scontri non sono mancati. Come accadde nel 1951 quando per una denuncia della Vastese la squadra teatina rischiò di vedersi negata la promozione in serie C.
Il 28 gennaio 1951 (giusto settanta anni fa) il derby Vasto-Chieti si concluse con la vittoria teatina 0-2. La polemica divampò quando si venne a sapere che dal club vastese era partita una denuncia a carico del Chieti accusato di aver corrotto due calciatori biancorossi. Le indagini portarono ad accertare in un primo momento la fondatezza delle accuse e la Lega Centro di Firenze in maggio emise un durissimo verdetto: <Accertato come persone, nell’interesse della Società Chieti, abbiano compiuto atti di corruzione nei riguardi di due giocatori della Vastese, si delibera di retrocedere la Chieti all’ultimo posto della classifica. Ritiro della tessera a Leonelli e a Borromeo, della Vastese, e a Di Ciano dell’Ortona a Mare. Inibizione a vita di appartenere a Società a Rosario Grili e a Berardi. Obbligo alla Vastese di versare alla Lega Interregionale le somme della corruzione. Le spese di inchiesta sono a carico della Chieti”. Leonelli e Borromeo (ex neroverde) erano i due presunti corrotti, l’ortonese Di Ciano l’indicato intermediario della combine. Grilli e Berardi dirigenti della società teatina.
Uno shock a Chieti. La squadra prima in classifica (parliamo della IV serie o Promozione Girone L) si vide retrocedere all’ultimo posto, ne beneficiava proprio l’acerrima rivale, il Pescara. Il campionato si concluse con la coda di recuperi e in attesa della sentenza di appello da parte della Caf la promozione del Pescara restò sub judice. Il giudizio di secondo grado fu un vero ribaltone. Leggiamo in un articolo de Il Tempo, in pagina nazionale: “In accoglimento del ricorso del Chieti avverso alla delibera della Lega Centro con la quale la formazione teatina era stata retrocessa all’ultimo posto ha deciso di cassare la delibera stessa e di reintegrare il Chieti al primo posto della classifica sanzionando così la regolarità della partita Chieti-Vasto”. In realtà si trattava di Vasto-Chieti.
Dopo la condanna, la prima partita fu Chieti-L’Aquila (4-1). La cronaca del derby inizia così: “Con un fragoroso applauso allo apparire delle squadre in campo, il pubblico teatino ha dimostrato l’attaccamento ai colori sociali, malgrado le decisioni affrettate della Lega Centro che ha retrocesso il Chieti all’ultimo posto. E’ commovente da parte nostra dover rimarcare questa manifestazione di solidarietà agli atleti, allenatore e dirigenti da parte della folla…”.
L’articolo prosegue: “Con questa delibera è stata resa giustizia a una società malamente colpita a causa di un’inchiesta incompleta. La Caf, prima di decidere, ha dovuto riprendere la questione in esame dal suo sorgere effettuando una nuova inchiesta. Le ragioni del Chieti sono state sostenute dall’avv. Anterini. Dopo questa decisione la squadra abruzzese potrà mettersi al lavoro in vista della prossima stagione e dare alla cittadinanza una squadra di primissimo piano che, affidata alle cure dell’allenatore Crociani, otterrà certamente i migliori risultati”. In coda all’articolo c’è un flash (in corsivo) sulle reazioni: “Da Chieti riceviamo. La cittadinanza ha appreso a tarda ora, con viva esultanza, la decisione della CAF in merito all’ingiusto provvedimento adottato a suo tempo nei confronti del sodalizio calcistico teatino dalla Lega Centro di Firenze…. Con la decisione stessa la squadra neroverde è ormai in serie C”.
Questa è storia (sportiva) e si guarda
con distacco (insieme con tanta nostalgia…) a quegli eventi di un passato
remoto. Difficile capire come settant’anni dopo sia mancata una
riconciliazione. Soprattutto tra tifosi.
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