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13 febbraio 2024

Canzoni abruzzesi, Coro Pierino Liberati di Castel Frentano.



Canzoni abruzzesi, Direttore M° Francesco Paolo Santacroce
le canzoni:
Arvì (Misantoni-Vetuschi), 
Ci stave na vote (Testa-Polsi)
Fusare nnammurate (Sigismondi)
Marrocche e frusce (De Carolis-Polsi)
Lucenacappelle (Sgisimondi-Gargarella)
Mare nostre (Illuminati-Di Jorio)
La partenza de li pecurele (Sigismondi-De Cecco)
L'avemmarije (D Loreto-Olivieri)
Tuppe e tuppe (Di Loreto-Liberati)
Stanotte è na notte d'incante (Miccoli-Liberati)
Nostalgia opera di F.P. Santacroce

23 gennaio 2024

E' Cchiù Moje la Hallene Dumane chi ll'Ove Ugge!!! - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino 2017.

Ti a la Casa tò e ja a la Casa mò! - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino 2016.

Stattet attent attent attente a lu Capiton!!! - La Compagnia Teatrale Ugo Zimarino 2015.

"...ee mastre Giggine Paghe!!" - La Compagnia Teatrale Casalese Ugo Zimarino, 2013.

5 gennaio 2024

Buona Pasquetta con i canti vastesi della Pasquetta di Antonio Rossetti, la Zingarella e la Pastorella.


 
La Pasquetta di Antonio Rossetti
(Vasto, 8 marzo 1770 - Vasto, 7 novembre 1853)
 

Filippo Palizzi, “Antonio Rossetti”, 1848, 

olio su tela, Pinacoteca comunale, Vasto.




 La Pasquetta (di Antonio Rossetti)

Noi veniamo in questa sera
Con la nuova più che vera:
Domattina è la Pasquetta
Che sia santa e benedetta.

Si riempiono i nostri cuori
Di contento e di stupore:
Vanno gli angioli cantando
E i pastori van festeggiando.

Van dicendo per la via:
Oggi è nato il gran Messia!
I tre Re dell'Oriente
Se ne partiroro allegramente.

Grande stella rifulgeva,
Per la via li dirigeva,
Arrivato ad un tal loco
Si fermò la stella un poco.

Si fermò la bella stella
Sopra rozza capannella,
Dove c'era il gran Signore,
Il Dio è nato, il Redentore.

Ivi giunti i Santi Re
Genuflessi tutti e tre,
Al Bambino, Redentore,
Diedero mirra, incenso ed oro.

Adorato Iddio Bambino
Si rimisero in cammino,
E devoti rimarranno
E dal tempio se non vanno.

Or che detto abbiamo il vero
di un grandissimo mistero,
Noi di qui non ce ne andremo
Se di doni non avremo.

Dateci a noi un gallinaccio
o salsicce o sanguinaccio
o prosciutto o mortadella
o buon cacio o scamorzelle.

E se ora non potete,
Domattina ce li darete:
Ed intanto vi auguriamo
Buona Pasqua e ce n'andiamo.

Ed intanto vi auguriamo
Buona Pasqua e ce n'andiamo.
Ed intanto vi auguriamo
Buona Pasqua e ce n'andiamo.


Canti della Pasquetta, Buon Capodanno e Zingarella



Canto della Zingarella

La Zingarella

Ddio ti salvi bella Signora 
e ddio ti doni la buona ventura,
sono na donna zingarella,
benché sia poverella.
Benché sia poverella.

Mi parlava ogn'ora il cuore
mi diceva: esci fuori
e o che sorte fu la mia
d'incontrarla per la via.
D'incontrarla per la via.

Oh che notte d'allegrezza!
Piena era di contentezza
e diceva ogni pastore
che era nato il Redentore.
Che era nato il Redentore.

Allora Signora
la metteste tra lo bove e l'asinello,
la culla fu la mangiatoia
contentò il Redentore.
Contentò il Redentore.

Ben trovata, sorella mia,
la sua grazia Iddio ti dia;
ti perdoni ogni peccato
l'infinita sua bontà. - rip.

Era come una grotta,
umida era e poco asciutta;
a mezzanotte partoriste,
Voi, Signora, come faceste? - rip.

Ora tu, Signora mia,
hai la presenza di una regina,
hai la presenza di una regina
il mio cuore ti lascia via. - rip.

Anna chiamasi tua madre,
Gioacchino tuo padre,
ti chiamerò, Signora mia,
col bel nome di Maria ... 
rip.

San Giuseppe il tuo sposo
molti santi graziosi
e per miracolo di Dio
la sua verga fiorì. - rip.

Dàgli a mio caro sposo
un figlio grazioso
a questa donna zingarella
che gl'indovina la ventura. - rip.

Quanto è bello questo figlio
pare fatto col pennello
non c'è chi lo rassomigli:
bella la madre, bello il figlio. - rip.

Bella la madre di clemenza,
mostra di gran sapienza,
mostra meno per tuo favore
il tuo figlio Redentore. - rip.

Voi venite da Nazzaretto
senza aver alcun ricetto,
e faceste, Signora mia,
da trecento ottanta miglia. - rip.

Siate sempre da Dio lodato,
Signora mia, perdonatemi
non avete più timore
che vi trovate da una buon'ora.

Io sono una donna zingarella
benché sia poverella
ci preferisco la casa mia
benché non sia casa per te. - rip.

Ci sta anche una stalletta
che sia buona pel somarello
paglia e fieno c'è col tetto
e da tutto il ricetto. - rip.

Siete venuta in queste parti
l'arte vostra quì non corre,
ma con tessere e con filare
voi potete ben campare. - rip.

Sia sempre da Iddio lodato
e da tutti ringraziato;
sorella mia le vostre parole
consolano il mio cuore. - rip.

Senti, senti Signora mia
una grazia ti voglio pregare:
dacci un poco di cortesia
a quella donna zingarella. 
rip.

Non voglio né oro né denaro,
non voglio né oro né denaro
a ciò qust'anima dopo morta
entrerà a celeste porta. - rip.

Buona sera, miei signori,
quanti ne siamo dentro e fuori
quanti ne siamo dentro e avanti
Buona Pasqua a tutti quanti. 
rip.





Canto della Pastorella

La Pastorella

Stanco di pascolare le pecorelle,
Sopra d'un sasso assiso al chiaro fonte,
Mi venne il sonno e sopra d'una pelle
Dopo un lungo penar chinai la fronte.
Al gustoso mio riposo
Il mio gregge pascolava,
Ed intorno mi girava.
In quel momento
Me ne dormivo al suol tutto contento.


Ed ecco che apparisce in alto cielo
Nudo un fanciullo verso me venire;
Aveva l'ali d'oro e agli occhi il velo,
Pieno di sdegno mi si pose a dire:
 Ah tiranno, in tanto affanno
Puoi vedere in tante pene,
Chi per te languisce e geme?
E così detto,
Con indorato stral ferirmi il petto.


Mi risvegliai dal sonno e in sull'istante
Raccolsi le smarrite pecorelle
Verso del fiume poi drizzai le piante
Per tessere coi giunchi le fiscelle
M'accostai e rimirai
Il guizzar dei pesci all'onda
E dall'una all'altra sponda
Di sì bel rio,
Mi pare di sentire un mormorio.


Alzai gli occhi e vidi in quel ruscello
Una leggiadra e vaga pastorella
Che di pianto faceva un fiumicello
E lagrimando, oh Dio! parea più bella
M'accostai e domandai
La cagion del suo dolore,
Mi rispose traditore.
E sì parlando
Mi cadde tra le braccia sospirando.


Lasciai la pastorella e corsi al fonte
A prender l'acqua dentro il mio cappello,
Corsi veloce e le spruzzai la fronte,
Sotto il capo le posi il mio mantello.
Quel ristretto bianco petto
Con gran fretta le slacciai
E la fronte le asciugai.
In men d'un'ora
In sé stessa ritorna e piange ancora.


Mi guarda in volto e sorridendo dice:
Sei troppo crudo a disprezzar chi t'ama:
Pe te questo mio cuore geme infelice
E tu sordo ti rendi a chi ti chiama?
Ah tiranno, in tanto affanno, 
Puoi vedere in tante pene,
Chi per te languisce e sviene?
E così detto
Ad amarla fedele fui costretto.








2 gennaio 2024

Buon Capodanno. Canto di questua a Vasto.

 

Buon Capodanno. Canto di questua a Vasto. 
Trascrizione musicale di Filippo Marino


Veniamo a darvi il buon anno
Il buon anno dell'allegria
A voi tutti in compagnia:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Questa notte di cortesia
Daremo il buon Capo d'anno;
A chi ci apre e a chi ci d'anno:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Sta sera prim del dormire
Daremo il buon Capo d'anno;
Domani è principio d'anno:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Ricevete buon Capo d'anno
Dalla nostra compagnia;
Cantiamo con allegria:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Il buon Capo d'anno lasciamo
Questa notte a voi signori;
Noi vi canteremo qui fuori:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Domani è principio d'anno,
D'amore e d'allegria;
Accettiamo quel che sia:
Rit.:Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Sotto l'alba della luna
Cantiamo il Capo d'anno;
Daremo a voi il buon anno:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Febbraio della neve
Marzo spiga i fiori,
Aprile degli amori:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno

Buon Capo d'anno, signori,
Lasciamo a voi l'allegria;
Noi tutti in compagnia:
Rit.: Buon Capo d'Anno - Principio d'anno


Da: Vasto Gallery

13 dicembre 2023

Gruppo Magia. Abruzzesistica.info. Raccolta, catalogazione e digitalizzazione di materiali per la conoscenza dell’Abruzzo e dell’abruzzesistica (storia, bibliografia, fotografie, voci e immagini, documenti d’epoca, pubblicazioni antiche e moderne.

Gruppo Magia. Abruzzesistica.info. Raccolta, catalogazione e digitalizzazione di materiali per la conoscenza dell’Abruzzo e dell’abruzzesistica (storia, bibliografia, fotografie, voci e immagini, documenti d’epoca, pubblicazioni antiche e moderne.

La poesia del pescarese Oberdan Merciaro.

La poesia del pescarese Oberdan Merciaro
di Angelo Iocco

Grande abruzzese nativo di Pescara, vi nacque nel 1892, fu Presidente della Sezione Giovanile Autori Abruzzesi, fondò varie riviste, come “Giovani Faville” nel 1912, e “Ars Nova” con la casa editrice omonima pescarese. Nel 1921 pubblicava “Le novelle del mio Paese”, nel ’22 “Sogghigni – Versi”, poi sulla base dei versi Carducciani, compose la raccolta poetica “Juvenilia”, e più avanti negli anni pubblicherà la raccolta “Parlature paesane – Antologia di poeti abruzzesi”, ediz. Attraverso l’Abruzzo, Pescara, 1954; fu redattore capo delle riviste “Eccomi” di Roma, e “La Fonte” di Siena, rivista nata nel 1947. Con diversi altri giornali italiani in voga, Merciaro collaborò, corrispondente fu di “Voce Adriatica” di Ancona, de “Il Momento Sera” di Chieti dove scrisse numerosi articoli anche l’abruzzese Francesco Verlengia. Fondò il settimanale umoristico “Ficcanaso”.

Spartito musicale, per gentile concessione del M° Loretta D’Intino





Versione “giuliese” della canzone “Oh, Francaville!”, archivio Sandro Galantini 


Il Coro di Giulianova, archivio Sandro Galantini 


Prima Festa delle Canzoni di Giulianova, archivio Sandro Galantini





A parte il curriculum di scrittore e giornalista, Merciaro oggi è noto per aver dato vita alle prime maggiolate abruzzesi, in un certo senso fu l’antesignano della Maggiolata di Ortona, quando nel 1911 insieme a Tommaso Bruni, organizzava una Rassegna di canzoni, dove trionfò “Oh Francaville!”, musicatagli dall’amico inseparabile Francesco Tancredi di Francavilla al mare. I versi ancora oggi sono cantati dai cori locali: “Oh Francaville, nen te se scorde! Chet’aria doce e chistu ‘ddore, a tutte ci fa nnammurà!”. La canzone ebbe talmente successo, che una decina d’anni più tardi alle Feste della Canzone di Giulianova, avviate nel 1927, il M° Tancredi ne rielaborò il ritornello per trasformarla in “Oh Giulianove!”.

         

Le origini delle canzone abruzzese d’autore nella provincia di Chieti

In merito, desideriamo pubblicare uno stralcio di un articolo esauriente di Vito Moretti dal Catalogo del Premio Nazionale di Lettere, Arte e Scienze - Premio di Poesia G. Porto, Ed. 2017.

“Nella cittadina frentana [Lanciano] – e più esattamente nella contrada di Santa Liberata – la prima domenica di maggio del 1896 il poeta Luigi Renzetti aveva promosso, in omaggio ad una giovane maestrina di cui era innamorato, un raduno di poeti e un’audizione di canti dialettali inediti, scritti per l’occasione ed eseguiti dal coro locale con l’accompagnamento della banda di Lanciano. La «Festa campestre» di Santa Liberata si protrasse per alcune edizioni e si impose – per il successo che registrò – a “modello” delle altre iniziative canore, sorte a cavallo di secolo e nei primi anni del Novecento, come quella promossa a Francavilla a Mare nel 1911 dal Maestro Francesco Tancredi. E ancora a Francavilla, dopo la parentesi della guerra europea, operò con vasta eco anche il gruppo corale che Arturo De Cecco aveva costituito nel 1919 per la diffusione dei canti abruzzesi, sia popolari che d’autore, con testi della tradizione contadina ed altri nuovi, soprattutto di Antonio Di Iorio.

Ma l’impulso più consistente venne forse dal primo concorso di canti indetto a Lanciano nell’aprile del 1922 (presieduto da Camillo De Nardis, il quale scartò clamorosamente – oltre che Lucenacappèlle di Giulio Sigismondi e Giuseppe Gargarella – la canzone poi divenuta la più celebre d’Abruzzo, «Vola, vola, vola», di Luigi Dommarco e Guido Albanese) e dalla «Maggiolata» di Ortona, organizzata in forma di concorso il 22 maggio 1922 (e vinta proprio da «Vola, vola vola», su «Mare nostre» di De Titta-Di Iorio, composta, pare, come attesta l’autorità di Antonio Piovano (Storia del canto popolare abruzzese, Pescara, Editrice Emblema, 1968, p. 19), sul trenino della «Sangritana», in prossimità della costa di San Vito). Ad Ortona, del resto, fin dalle iniziative del ’20 (che recavano la dicitura di «Piedigrotta abruzzese» in omaggio alle parentele culturali con Napoli), era presente il sanvitese Vito Olivieri, autore fecondo di canti come «Vola, canzone», «Famme na fatture», «Ci po’ vinì…», «Tante salute», eccetera, su versi di poeti coetanei di area per lo più frentana.

Nel medesimo periodo, mentre le feste canore trovavano fioritura anche a Castellamare (odierna Pescara), ad Atri, a Guardiagrele e in altre località dell’entroterra, i nomi di una pattuglia di giovani musicisti (Camillo Renzetti, Pier Andrea Brasile, Pierino Liberati, Alvise D’Anniballe, Cesiano De Archangelis, Fanuccio Fiorentino) si imposero accanto a quelli di maestri già riconosciuti; ed erano nomi, peraltro, di coloro che avrebbero svolto un ruolo da protagonista alla I e alla II edizione della «Festa del mare» (organizzate a San Vito nel 1923 e nel 1926) e che avrebbero contribuito non poco a sottrarre la canzone abruzzese ai clichés e ai moduli della canzone partenopea, consolidando i tratti più propri ed originali dei nostri testi. Infatti, a differenza della canzone napoletana, monodica e disegnata sul genere della romanza d’opera o da camera, alla maniera percorsa – ad esempio – da Francesco Paolo Tosti (che, comunque, aveva ben grande personalità e sconfinato estro per un’operazione del genere), la canzone abruzzese venne da subito concepita come composizione “corale”, che scaturiva – al pari dei brani anonimi – dalla vita concreta dei suoi interpreti e dalla realtà di un racconto destinato non solo all’ascolto, quanto, e soprattutto, alla partecipazione, in una cornice che non era generalmente il salotto di casa ma i luoghi della stessa natura (il mare, la campagna, l’habitat della fatica quotidiana e dei sentimenti più spontanei ed autentici).

La Festa delle Canzoni a Francavilla dunque, sponsorizzata dal poeta e giornalista Tommaso Bruni di Francavilla, ebbe una sola edizione, purtroppo rimase una meteora, ripetuta nel 1919 dal Coro di De Cecco. Occorrerà aspettare poi la celebre Maggiolata di Albanese a Ortona del 1920 per vedere un certo avvio della Tradizione della canzone abruzzese d’autore. Fortunatamente di questo esperimento francavillese resta la canzone citata “Oh, Francaville!”, conservatasi, e oggi eseguita dal Coro “Francesco Paolo Tosti” diretto dal M° Loretta D’Intino, che con tata premura la conserva per i posteri!

Altre canzoni presentate furono “A lu tempe de lu ‘rane” e “Me voje fa cummare”, sempre del duo Merciaro-Tancredi. Merciaro partecipò nel 1922 anche alla Gara delle Canzoni di Pescara, e l’anno seguente in agosto alla Settimana abruzzese di Pescara, promossa dall’Idea abruzzese, periodico creato da Zopito Valentini. Merciaro portava da Pescara una ventata di freschezza e spirito vivace, se nel chietino noi abbiamo un Nino Saraceni (1894-1970) fossacesiano, che scrisse fiumi di canzonette spiritose con Attilio Fuggetta ed Ettore Montanaro, Pescara può vantare il duo Merciaro-Tancredi, che naturalmente parteciparono alle Maggiolate ortonesi con varie canzoni, tra cui la bellissima “Ssa risatelle”, riproposta alla Prima edizione della Settembrata Abruzzese di Pescara, istituita da Merciaro, Giannangeli, Tancredi, Fabiano, De Laurentiis, Fiorentino e altri come nuovo richiamo per i Cori abruzzesi, dopo i successi della Maggiolata di Ortona. Pescara allora risorgeva dalle ceneri della distruzione bellica, e così anche il canto abruzzese riprendeva il suo volo. Merciaro ebbe anche un altro valido collaboratore, Stefano “Fanuccio” Fiorentino, con cui scrisse diverse canzoni per le Settembrate. Fu amico del redattore Francesco Amoroso, con cui avviò una collana di quaderni di Poeti d’Abruzzo, scomparsi e viventi, con articoli commemorativi e saggi di studi per Giulio Sigismondi, Cesare de Titta, Italo Testa, Giuseppe Perrozzi, Modesto Della Porta e vari altri. A metà strada tra lo studio del folklore, dell’arte abruzzese, e delle raccolte di poesie dialettali, Merciaro pubblicò con le edizioni “Attraverso l’Abruzzo” dell’Amoroso la raccolta “Parlature paesane”, con poesie scritte da Federico Mola, Francesco Gileno, Merciaro stesso, Antonino Di Donato, Nino Saraceni, Antonio Misantoni, Luigi Illuminati, Evandro Marcolongo. Glorie insomma della poesia abruzzese, per chi è intenditore!

Scrisse anche commedie, come “La vedovella Gisile”, in abruzzese, e un’antologia di poesie dedicate alla sua Città: “Pescare me”. Ormai ultraottantenne, concluse i suoi giorni a Pescara confortato dal fatto che la sua creatura migliore, la Settembrata abruzzese, aveva preso definitivamente il timone del veliero dei Canti d’Abruzzo. Il Coro ACLI di Chieti di recente ha eseguito una canzone del Merciaro: “La sciannavelle”, ovvero “l’altalena”, su musica di Andrea Verrocchio, presentata alle Settembrate di Pescara, un’allegoria della vita, fatta di alti e bassi, come il movimento dell’altalena, e una volta anziani, non restano i ricordi, e i rimpianti per ciò che si è concluso, e ciò che si sarebbe potuto fare. Fortuna che anche questa canzone stata ripresa da qualche coro della valle pescarese, nonché dal Coro ACLI “F. D’Urbano” di Chieti-Fara Filiorum Petri, che di recente l’ha fatta riascoltare in diverse manifestazioni folkloristiche. Merciaro dopo una lunga vita attiva, morì a Pescara nel 1970.

10 dicembre 2023

Atessa - Don Lino De Ritis e le sue Giovani Voci Dijoriane

Omaggio della Città di Atri al compositore M° Antonio Di Jorio. Coro Di Jorio e orchestra Astoria, 2023.

Omaggio della Città di Atri al compositore M° Antonio Di Jorio. 
Coro Di Jorio e orchestra Astoria, 25.07. 2023.
Da: TvBis

Lu Cantastorie, canti popolari lancianesi.


rielaborati da Roberto  Mancinoni

NU 'CCONE MAJE
anonimo

L'IVE E LA TILLURE
anonimo

LU TIRRAMUTE
anonimo

LA CALAMITE
anonimo

LA SPESE
anonimo

S'UCCHIE
di Pier Andre Brasile

8 dicembre 2023

Padre Settimio Zimarino, Canzoni di Natale e pastorali.



Padre Settimio Zimarino, Canzoni di Natale e pastorali

NELLA FREDDA GROTTA
versi P.G.'D'ANTONIO
musica S. ZIMARINO

NINNA NANNE E LU BAMBINE
versi don Mario Di Cola
musica Settimio Zimarino
Corale "Armonie D'Abruzzo" Pescara

ALLA FREDDA TUA CAPANNA
di P.G.D'Antonio, S. Zimarino
Corale "E. Corbetta" Versione integrale di 4 strofe

NINNA NANNA
versi Luigi Dommarco
musica S. Zimarino
Maggiolata di Ortona, 1939

AL MITE LUME

NINNA NANNA AL BAMBINO
di De Titta-Zimarino
versione italiana della Corale E. Corbetta di Bergamo

VENITE A BETLEMME!
versi P.G.D'ANTONIO
musica S. ZIMARINO

PIVA PIVA PASTORALE
per zampogna

VENITE, CANTIAMO!
di P.G.D'ANTONIO
S. ZIMARINO

13 novembre 2023

Vola Vola... dall'Abruzzo a Napoli. Canta Oslavio Di Credico, al piano Francesco Paolo Santacroce.


Le più belle canzoni italiane cantate dal baritono Oslavio Di Credico, accompagnato al pianoforte da Francesco Paolo Santacroce.
le canzoni:
LUNA D'ESTATE di Francesco Paolo Tosti
SOGNO di F.P. Tosti
CANTA LA SERENATA di F.P.Tosti
OH QUANTO IO T'AMEREI di F.P.Tosti
L'ALBA SEPARA LA LUCE E L'OMBRA di Gabriele d'Annunzio, F.P.Tosti
MARECHIARE di F.P.Tosti
SERENATA ALLEGRA di F.P.Tosti
POUR UN BAISER di F.P.Tosti
FIRST WALTZ di F.P.Tosti
SO...di Alfonso Cipollone
VOLA VOLA VOLA di Luigi Dommarco, Guido Albanese
PESCATORE E' PUSIELLECO di Ernesto Murolo
DICITINCELLO VUJE di E. Fusco, R. Falvo
GUAPPARIA di L. Bovio, R. Falvo
VOCE 'E NOTTE di E. Nicolardi, E. De Curtis
O SURDATO NNAMMURATO di A. Califano
ERA DE MAGGIO di S. Di Giacomo
SILENZIO CANTATORE di L. Bovio, G. Lama
O PAESE D'O SOLE di V. D'Anniballe
NA VOCE, NA CHITARRA di U. Calise
SERENATELLA A MEZZOGIORNO di O. Di Credico, F.P. Santacroce
NA MUSECA LUNTANA