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15 settembre 2022

Storie del silenzio, Nostalgia di casa, cronache di emigrazione abruzzese, a cura di Emiliano Giancristofaro.





Storie del silenzio, La Passione di Cristo e la guerra, a cura di Emiliano Giancristofaro.




Storie del silenzio, Miele e malocchio a Nocciano, a cura di Emiliano Giancristofaro.




Storie del silenzio, San Sebastiano dei Marsi, un santo dal colore di sangue, a cura di Emiliano Giancristofaro.


Storie del silenzio, Un Arcangelo su Liscia, il culto di San Michele, a cura di Emiliano Giancristofaro.


29 aprile 2022

Francesco Paolo Michetti, Le serpi, 1900.

Francesco Paolo Michetti, Le serpi, 1900

Oggetto: Dipinto

Materia e Tecnica di esecuzione: tempera su tela

Dimensioni: h 380 cm - l 970 cm

Datazione: 1900

Autore: Francesco Paolo Michetti (1851-1929)

L’ispirazione per “Le Serpi” nasce da una gita con gli amici più cari dell’artista a Cocullo (Aq) nel maggio del 1884, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Domenico dove assiste al rito delle serpi con la processione del Santo protettore dalla rabbia, dal morso dei serpenti e dal mal di denti. E’ l’antropologo peligno Antonio De Nino a raccontare di questo episodio. Da questa gita Michetti portò a casa un vasto repertorio di immagini fotografiche che utilizzò proprio per realizzare questa grande tela.

Il taglio orizzontale del dipinto agevola ed accentua l’andamento del corteo processionale e conferisce alla scena un ritmo temporale simile a quella di una sequenza cinematografica, con le figure raggruppate in quadri distinti.

Singolare la storia del dipinto: nel marzo 1900 Michetti inviò quattro sue opere,  fra cui Le Serpi Gli Storpi,  all’Esposizione Universale di Parigi, la più grande rassegna pittorica sino allora organizzata al mondo

Michetti aveva nutrito per questi due dipinti, di dimensioni veramente notevoli, progetti ambiziosi, prefigurando uno strepitoso successo. Non andò così: le due tele finirono nella generale disattenzione forse perché troppo legate ad un aspetto folcloristico che non rispondeva ai canoni del gusto d’avanguardia. eppure, al di là di una patina superficialmente aneddotica, nelle migliori opere di Michetti si respira la spiritualità quasi pagana dell’intero mondo contadino resa con mirabile “realismo visionario”, spettacolarmente sensuale e profondamente intimo al tempo stesso, in bilico sul confine che separa la più viva rappresentazione naturalistica dall’astrazione più meditata (G. Simoncini).

Le due opere non ebbero alcuna richiesta, l’artista le arrotolò e le tenne in disparte concedendo di vederle solo a qualche amico.

Nel 1927 però furono esposte a Roma presso la Galleria nazionale d’Arte Moderna che le acquistò.

Tornarono a Francavilla grazie a D’Annunzio per essere collocate nel Museo Michettiano nello Studio al Mare. Furono portate poi nel Convento francavillese (già sede dello storico Cenacolo michettiano) e così scamparono alla distruzione del Museo ad opera dei tedeschi. Nel 1994 furono trasportate a Roma per un restauro e nel 1997, tra numerose polemiche, tornarono a Francavilla per essere collocate al MuMi dove tuttora è possibile ammirarle.

Da: Portale Cultura Regione Abruzzo

26 ottobre 2021

La prima foto degli arrosticini, Civitaquana, 1930.

Civitaquana, 1930.
 
La prima foto a ritrarre una famiglia che consuma arrosticini, risale al 1930, ed è stata scattata a Civitaquana (PE), dal fotografo svizzero Paul Scheuermeier, e oggi la si può ammirare dal vivo, al museo delle Genti D’Abruzzo di Pescara.
È la prima testimonianza che vi è della pietanza tipica d’Abruzzo, e si nota giustamente che la cottura non veniva effettuata nella canalina, ma su mattoni sistemati all’occorrenza.
Dalla foto si può intuire che si trattava probabilmente di un giorno di festa, e lo si capisce dagli abiti indossati e dalla presenza di un componente di un banda sul fondo.
Arrosticini quindi momento di aggregazione familiare, già nel 1930.



Civitaquana, 1930 (color by F.Marino).

1 novembre 2020

Museo delle Genti d'Abruzzo: Biblioteca Genti d'Abruzzo - Biblioteca Civica Vittoria Colonna - Fondo storico Giovanni Pansa.

Nata nell’ambito del Museo delle Genti d’Abruzzo, la biblioteca costituisce un complemento alle attività dell’ente ed alle sue ricerche, oltre che uno strumento per gli utenti interessati alle tematiche sviluppate nelle sale del museo e riguardanti l’Abruzzo, soprattutto dal punto di vista archeologico, storico, storico-artistico ed etnografico.

La biblioteca è composta da due nuclei documentari:  la Biblioteca Genti d’Abruzzo e la Biblioteca civica Vittoria Colonna.

BIBLIOTECA GENTI D’ABRUZZO

é costituita da una raccolta di circa 4000 documenti, tra volumi, riviste, opuscoli e materiale minore (letteratura grigia, cosiddetta “non convenzionale”), specializzata in abruzzesistica: etnografia, preistoria, protostoria e storia locali abruzzesi, pastorizia, etnomusicologia, etnocoreutica ed altre tematiche riguardanti la realtà storica artistica e culturale della regione, etnologia ed antropologia generali, museologia e museografia.

BIBLIOTECA CIVICA VITTORIA COLONNA

La biblioteca Civica “Vittoria Colonna” con annesso Fondo storico “Giovanni Pansa” è gestita dalla Fondazione Genti d’Abruzzo per convenzione stipulata con l’Amministrazione Comunale di Pescara. La collezione è indirizzata alla raccolta di testi sulla storia dell’arte e pubblicazioni locali minori che si accrescono continuamente grazie ad una fitta rete di scambi con altre istituzioni culturali, oltre che a numerosi doni di privati.

Il Fondo storico “Giovanni Pansa” è stato acquisito dal Comune di Pescara nel 1978 e trasferito presso il Museo nel 1988. Proviene dalla biblioteca privata dello studioso sulmonese Giovanni Pansa, che ha raccolto tra il XIX e XX secolo materiale librario e documentario di fondamentale importanza per lo studio della storia e della cultura abruzzese.

La biblioteca dello studioso, conservatasi intatta dopo la sua morte è quindi testimonianza viva e palpitante della formazione, nascita e sviluppo del pensiero etnografico. Questo è certamente il valore autentico e irripetibile della raccolta libraria del Pansa e il tramite del confronto delle sue idee con la contemporanea cultura etnografica europea.

Il Fondo “G. Pansa” comprende circa 2000 volumi, 3100 opuscoli, una nutrita collezione di cataloghi di aste numismatiche e vendite d’arte delle principali case d’asta italiane e straniere, circa 60 testate di riviste di fine ‘800 inizio ‘900 (molte delle quali in numeri sciolti). Tra i volumi si segnalano 44 cinquecentine, circa 1300 edizioni del ‘600, ‘700 e ‘800, 114 manoscritti in gran parte riguardanti tematiche regionali quali la preistoria, l’archeologia, l’etnografia, la storia dell’arte, la letteratura, la medicina popolare, la numismatica e la religione.

Il patrimonio della Biblioteca Civica “Vittoria Colonna”, con annesso il Fondo Antico “Giovanni Pansa”, è attualmente in corso di catalogazione.

Consulta il FONDO ANTICO “GIOVANNI PANSA”  
Libri del Fondo Antico scarica pdf
Opuscoli del Fondo Antico scarica pdf
Manoscritti del Fondo Antico scarica pdf

Cinquecentine del FONDO ANTICO “GIOVANNI PANSA”  
L’elenco completo con la descrizione delle Cinquecentine appartenenti al Fondo Antico “Giovanni Pansa” è scaricabile qui

Da: Museo delle Genti d'Abruzzo