Padre Aniceto Chiappini O.F.M. da Lucoli, storico abruzzese
Il P. Chiappini pubblicò inoltre altre opere interessanti: Scriptores
Ordinis Fratrum Minorum, Orbis Seraphicus, L’Abruzzo francescano nel sec. XIII,
Profilo di Storia francescana nell’Abruzzo del secc. XIV-XV, La Corsica
Francescana, Il poeta Michele Palumbo, Atti di San Massimo martire e levita di
Aveia. Discussioni e testi, nonché altri lavori di vario genere, apparsi in
riviste e giornali. Destò interesse la sua pubblicazione Le falsificazioni del P. Nicolò Colagreco da Guardiagrele e la Storia
francescana abruzzese apparsa sulla Rivista Studi Francescani (Firenze, 1925, pagg. 187-206). Notevole
l’edizione in italiano da lui curata Iohannes von Capistrano del Redentorista Giovanni Hofer, ma su San
Giovanni il P. Chiappini cominciò a scrivere articoli e volumi sin dal 1914,
anzi alcuni scrittori del Capestranese hanno attinto da lui. Sono noti i suoi magistrali interventi
polemici sullo Stemma della Città dell’Aquila, specialmente il suo articolo
pubblicato su Il Tempo del 28 gennaio
1960 (Pagina abruzzese): La sigla IHS
sullo Stemma dell’Aquila; con poderosi e convincenti argomenti di carattere
storico Egli affermava che:
“Lo Stemma attuale del Municipio è antistorico e completamente errato.
Per correggerlo bisogna sostituirlo, ritornare cioè a quello antico e autentico
del Sarcofago di San Bernardino, di Porta Bazzano e della Porta Castello
sostanzialmente identici: l’Aquila col monogramma IHS”.
Quell’importante articolo fu accolto con interesse e favore, ma destò la
sorpresa dell’allora corrispondente de Il Tempo nel leggere nella sua “Pagina
pubblicistica” quell’intervento storico che egli non condivideva. Ma il nostro
dotto storico Sacerdote pubblicò lo stesso articolo su Il Messaggero del 4
maggio successivo, su Frate Francesco ed altre riviste. Gli stessi argomenti
espresse l’indimenticabile P. Antonio D’Antonio, bravo storico, oratore e
scrittore francescano morto il 7 luglio 1984. Determinanti sono gli interventi
di P. Aniceto per rivendicare al B. Tommaso da Celano la paternità del Dies
Irae e risolvere la dibattuta questione del suo luogo di nascita, che veniva
attribuito a Cellino Attanasio!
Alle sue pazienti e minuziose ricerche si deve la scoperta di un altro
letterato francescano effettuata nel 1950: Fra’ Giovanni da Celano, vissuto nel
sec. XIII, autore fra l’altro di una biografia in latino di San Francesco: Quasi Stella mattutina (morto nel 1270).
Ne diedi notizia con articoli illustrativi pubblicati su Il Tempo dell’8 dicembre 1959 e su Fiamma nova del mese di maggio 1967 (an. XXXII, pag. 7).
Interessante il suo lavoro Fra’
Pietro dell’Aquila, Scotello O.F.M., celebre scolastico del Trecento, le di
cui opere ci aiutano a comprendere meglio la grande figura del teologo e
filosofo francescano B. Giovanni Duns Scoto, il Dottor Sottile dell’Immacolata
e del Verbo Incarnato (miscellanea francescana 1961). Infatti si dice ancora:
Logo del Bullettino della Deputazione di Storia Patria per gli Abruzzi, L’Aquila, di cui P. Chiappini fu collaboratore.
Questo Fra Pietro chiamato anche “Il Dottor sufficiente”, fu nominato
Vescovo di Trivento, dove morì verso il 1340. Anche a P. Chiappini si deve la
risoluzione dell’esistenza di due Fra Cristofori da Penne, uno dei quali fu
compagno di San Giovanni da Capestrano nella fondazione del Convento di
Orsogna, nella di cui Chiesa riposa. È stato scambiato da qualche storico con
un terzo Fra Cristoforo mai esistito. Il relativo articolo scritto da P.
Aniceto apparve su La Vetta nel 1967.
Scrisse inoltre diverse poesie delle quali soltanto le seguenti sono
state pubblicate: Ode saffica a San
Giovanni da Capestrano, Lauda popolare al B. Bernardino da Fossa, Carme sulla
Città dell’Aquila, Decora Lux, traduzione metrica dell’inno di Prudenzio.
Come Direttore della Biblioteca della Curia generale del suo Ordine
(1929-67), inventò la Scheda fotografica, che fu da lui illustrata ne Il popolo
di Roma del 25 marzo 1935, e poi lodata dal Ministero della Pubblica
Istruzione, e dal giornale tedesco Der Feurreiter di Colonia. Nonostante l’età
avanzata nel luglio 1964 curò la pubblicazione della Bibliografia storica degli
Abruzzi di Giovanni Pansa di Sulmona, da lui definito “l’ultimo polistore
d’Abruzzo”, dopo averla completata con pazienza certosina e competenza
professionale. Si tratta di un’opera complessa di 1753 articoli, comprendente
una inesauribile miniera di notizie sull’Abruzzo, che il P. Chiappini arricchì
di due copiosi indici alfabetici, rispettivamente dei luoghi e dei personaggi
ed autori ivi citati.
Inoltre scrisse Lucoli medioevale (1941), Profilo di codicografia
abruzzese fino al sec. XV compreso (1958), e tanti altri lavori, fu Direttore
per oltre un decennio del Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia
Patria, collaborò attivamente all’Enciclopedia Italiana dell’Istituto Treccani,
all’Enciclopedia di Scienze politiche, economiche e sociali, e all’Encicloepdia
cattolica. Era un vero vulcano in piena attività!
ACCADEMICO D’ONORE
Per i suoi meriti il 9 aprile 1933 il P. Ministro generale dell’Ordine
francescano gli conferì il Diploma di Lettore generale Giubilato. Fu nominato
Accademico dell’Accademia Storica Americana e di quella Tiberina, il 18 aprile
1967 l’Accademia degli Abruzzi lo nominò Accademico d’onore e gli conferì la
Medaglia d’Oro al Merito scientifico, quale alto riconoscimento alla sua opera
di scienziato e docente.
Fu socio fondatore del Sodalizio degli Abruzzesi “San Camillo de Lellis”
in Roma, alle cui riunioni spesso interveniva. La sua indefessa multiforme attività
non gli impedì di svolgere il suo Ministero
sacerdotale, specialmente come Cappellano di ospedali e Direttore
spirituale di Comunità religiose. Il 25 luglio 1960 celebrò il 50° della sua
Ordinazione sacerdotale nella chiesa di Santa Maria Mediatrice della Curia
generale dei Frati Minori, dove risiedeva dal 1948, circondato affettuosamente
da amici ed estimatori. Intervenne anche il compianto P. Amedeo Marini,
Ministro provinciale dell’Abruzzo. Per l’occasione pubblicai un articolo su Il
Tempo del 23 luglio 1960 (Provincia dell’Aquila) e del 28 luglio 1960
(Provincia di Chieti). Ma la sua interessante figura mi ha ispirato altri
lavori.
TRITIS EST ANIMA MEA
Alcuni anni prima di morire, il P. Chiappini scrisse una lirica inedita
dal titolo: Tristis est anima mea:
Coraggio…anima mia
Ché se giungi a salvarti
La via tua s’india
In Chi sol può bearti
…
Sull’ultimo volume
Ho scritto in fondo: fine
Che già scema l’acume
Ed ho imbiancato il crine.
Ed invece insigne scrittore conservava vivi l’ardore, lo spirito e l’acume dei suoi migliori anni e svolgeva regolarmente la sua attività di giornalista, storico, pubblicista e scrittore oltre quello sacerdotale. Però negli ultimi mesi il suo fisico deperiva continuamente, le forze diminuivano, il suo spirito volitivo ed energico si affievoliva, eppure verso la fine del mese di luglio 1967 completò il suo ultimo lavoro: un articolo storico ed illustrativo su Fra Ludovico della Genga, letterato francescano dell’Aquila, autore di due eleganti carmi latini, compagno di San Giovanni da Capestrano, ma poco conosciuto.
Frontespizio della continuazione di P.
Chiappini degli Annales Minorum di
Luca Wadding (Chiappini curò i voll. XXVI-XXX), 1931, presso la biblioteca del
Convento dell’Annunziata di Orsogna.
Il P. Chiappini mi esprimeva tutta la sua gioia e soddisfazione per
questo articolo che gli erano costati fatiche, ricerche e finanche un viaggio
in Abruzzo. Fu pubblicato sull’Archivium historicum Franciscanum (an. 1967,
pagg. 317-24).
La sua opera postuma!
Adhuc loquitur
La nostra affettuosa conoscenza avvenne con la pubblicazione del mio
articolo San Giovanni da Capestrano e il Convento di Orsogna. Nel V Centenario
della morte (Il Tempo del 23 ottobre 1956). Egli era un grande cultore e
storico di questo Santo. Ne seguì una fraterna amicizia che si consolidò con la
scorrere degli anni. Ogni settimana immancabilmente andavo a visitarlo alla
Curia generale dei Frati Minori, e se qualche volta tardavo, egli mi
sollecitava al telefono. Poi lesse con molto piacere un altro mio articolo col
quale proponevo la proclamazione di San Giovanni da Capestrano a Protettore
dell’Europa in riconoscimento della sua vasta e appassionata opera svolta per
la restaurazione dell’unica Respublica Christiana, per cui Egli l’antesignano e
il precursore dell’odierno movimento europeistico.
Quello storico Convegno si concluse con uno spettacolo folkloristico
nello stupendo scenario della Villa comunale, con la partecipazione
applauditissima del famoso Coro di Orsogna e di un nostro Talamo rievocante la
scena biblica Salomone conduce al Palazzo la figlia del Faraone.
Il P. Aniceto partecipò sia a quel Congresso che al I Convegno regionale
degli ex alunni francescani, che si svolse a Tagliacozzo nel mese di ottobre
1962, come risulta dalla fotografia da me pubblicata insieme ad un articolo illustrativo
su Il Tempo dell’8 novembre di quell’anno. Il Convegno fu promosso e diretto
dal P. Anacleto Marulli attivissimo presidente dell’Opera delle Vocazioni
Francescane, il quale precedentemente aveva riuniti al Convento di Tocco
Casauria gli ex alunni di quel Collegio Serafico
LUMINOSA FIGURA
Il caro P. Aniceto si avviava al tramonto con animo sereno e fidente,
offrendo a Dio i suoi malanni, la sua umiltà era pari alla sua forte
personalità. La sera precedente la sua ultima partenza, nel salutarmi mi confidò
che era preparato alla morte mentre una lacrima gli rigava il volto pallido e
macilento. Fu forse questo triste presagio che lo spinse a tornare all’amato
Abruzzo per morire nella Città dell’Aquila, presso la Tomba di San Bernardino
da Siena, autore del famoso Monogramma che Egli aveva invano ardentemente
chiesto che ornasse di nuovo lo Stemma di quella Città. Ogni volta che tornava
nella nostra Regione, era solito inviarmi una cartolina, ma quell’anno l’attesi
invano. Preoccupato, telefonai alla Curia generale dei Frati Minori che mi
comunicò la triste notizia della sua improvvisa scomparsa, avvenuta la sera del
6 agosto 1967. Si festeggiava la Trasfigurazione del Signore! Con questa
dolorosa impressione ne illustrai la bella, luminosa ed interessante Figura con
un articolo apparso su Fiamma nova del mese di settembre successivo (an. XXXII,
pag. 14).
Quella rievocazione produsse un certo interesse, perché molti si
rivolsero al caro P. Luciano Canonici, bravo oratore e scrittore, allora
Direttore e redattore di quella rivista, per chiedere ulteriori notizie sulla
vasta produzione letteraria, poetica e storica del nostro illustre P. Aniceto
Chiappini. L’elogio funebre fu pronunciato dal P. Giacinto Marinangeli,
Ministro provinciale dei Frati Minori d’Abruzzo, il quale poi ne tenne una
dotta commemorazione presso la Deputazione abruzzese di Storia Patria, di cui
il P. Chiappini era autorevole socio attivissimo.
Ora riposa nel cimitero di Lucoli, suo paese nativo, all’ombra dei suoi
monti dai quali riceveva ispirazione per le sue opere, circondato dalla
venerazione e dall’affetto dei suoi concittadini, rimpianto dai suoi
innumerevoli estimatori. Ma il suo spirito aleggia sul caro Ritiro di Orsogna,
dove Egli indossò le Serafiche Lane, che è stato la base ella sua forte
personalità e la sua pedina di lancio!
Manibus date lilia plenis
Purpureos spargam flores!
Vincenzo Simeoni
Roma, agosto 1967
In appendice pubblichiamo la riproduzione del saggio di P. Chiappini
sulle falsificazioni storiche di P. Nicolò Colagreco da Guardiagrele sulla
storia di San Francesco in Abruzzo, digitalizzato su Internet archive.com.
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