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2 marzo 2025

Padre Aniceto Chiappini O.F.M. da Lucoli, storico abruzzese.

 

Fotografia di P. Chiappini, dall’opuscolo stampato nel 1967 in sua memoria della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi (fonte http://www.breadpapa.it/lucoli/personaggi.html),ritratto nel cortile del Convento di San Giuliano, L’Aquila.

Padre Aniceto Chiappini O.F.M. da Lucoli, storico abruzzese

di Angelo Iocco

Poeta e storico. Già annalista, archivista e bibliotecario generale dell’Ordine dei Frati Minori, fu tenente cappellano nella Grande Guerra; deputato della Deputazione abruzzese di Storia Patria, diresse con illuminata competenza il suo “Bullettino”.
Nessun poeta o scrittore lucolano, all’infuori di padre Aniceto Chiappini nel suo celebre lavoro Lucoli Medioevale e del sacerdote Pietro Marrelli (discendente del patriota Pietro Marrelli) nel Sunto di storia patria di Lucoli, datato 1894, ha mai rivolto la propria attenzione alle vicende dell’Abbazia di San Giovanni Battista, con tanta passione.
Nato a Peschiolo di Lucoli (L’Aquila) il 25 marzo 1886, da Pietro e Margherita Marinanza.
Morì a L’Aquila il 6 agosto 1967 nel Convento di San Bernardino.
Nella biblioteca del Convento dell’Osservanza della Santissima Annunziata del Poggio, adagiato sui colli di Orsogna, ci è capitato di consultare un dattiloscritto inedito di Vincenzo Simeoni, giornalista e scrittore orsognese molto legato alla Fede e all’Ordine Minoritico. Esso è un sunto di storia del Convento di Orsogna dalla fondazione nel 1448 fino agli anni ’70 del Novecento. Tra i vari personaggi abruzzesi dell’Osservanza legati al Convento del Ritiro dell’Annunziata del Poggio, non può mancare la figura specchiata del P. Chiappini, di cui qui riportiamo la trascrizione del cap. 113 dell’opera di Simeoni, a futura memoria del posteri!
Il P. Chiappini nacque il 25 marzo 1886 a Lucoli (L’Aquila) dove fu battezzato col nome di Filippo in omaggio al famoso Apostolo di Roma, di cui fu sempre devoto, ma fu presto affascinato dall’ideale francescano. Dopo aver compiuto gli studi ginnasiali, il 10 dicembre 1901 vestì le Serafiche Lane col nome di Fra’ Aniceto nel Convento di Orsogna (Chieti), fondato nel 1448 in un mare di verde da San Giovanni di Capestrano, l’Apostolo d’Europa Unita e vincitore della famosa battaglia di Belgrado (22 luglio 1456). In questo luogo mistico e suggestivo, trasformato in Ritiro nel 1742 dal Servo di Dio Francesco De Acetis da Caramanico, Fra Aniceto si sottopose volentieri alla rigorosa disciplina che ha formato numerose anime elette nel corso dei secoli, fra le quali il B. Cristoforo da Penne (morto il 1 aprile 1451), il Ven. Ludovico Riccelli da Gildone (morto il 1 aprile 1774) e lo stesso P. Francesco da Caramanico (morto nel 1785), che riposano tutti nella stessa Chiesa.
Quindi si può affermare che questo Ritiro, originalmente chiamato della Santissima Annunziata del Poggio, costituì anche per P. Aniceto la base della sua forte personalità e la sua pedina di lancio. Completati con ardore e impegno gli studi classici, filosofici e teologici, il 25 luglio 1910 il novello Sacerdote celebrò la Prima Messa nella Cattedrale dell’Aquila. L’anno successivo fu inviato al Collegio internazionale di Sant’Antonio a Roma, dove dopo severi studi, il 13 luglio 1913 conseguì brillantemente la laurea in Storia ecclesiastica, specializzandosi poi il 18 giugno 1914 anche nelle Scienze ausiliarie della Paleografia e diplomatica presso la Scuola pontificia del Vaticano.

Convento dell’Annunziata del Poggio di Orsogna.


Nello stesso anno si dedicò con impegno all’insegnamento di varie materie nei Collegi serafici di Sulmona e dell’Aquila, ma scoppiata la prima guerra mondiale, il 15 novembre 1915 fu chiamato sotto le armi e destinato a Salerno, dove il 7 marzo dell’anno successivo venne nominato Tenente Cappellano e trasferito a Udine, prendendo quindi parte valorosamente a numerose azioni di guerra. Il 1 luglio 1916 fu ferito gravemente sul Pasubio dopo ripetute gesta di valore per cui fu insignito di una Medaglia di bronzo. Guarito, riprese servizio in un ospedale di campo presso Palmanova, ma dal 17 marzo 1918 partecipò come Tenente cappellano a diverse azioni belliche fra il Montello e il Piave, e poi durante la travolgente avanzata di Vittorio Veneto, compiendo ulteriori atti di valore che gli meritarono tre Croci di guerra e il Diploma di Benemerenza del Vescovo Castrense quale “Cappellano esemplare”.

Il 31 ottobre 1922 gli giunse l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

Ad abundantiam!

Amò la Patria intensamente e si rammaricò dello smarrimento anti-religioso, ideologico e marxista che invase la nostra cara e bella Penisola negli anni 1919, 1920, 1921, 1922.

INSIGNE STORICO

Tornato nel suo caro Abruzzo dopo la guerra, P. Aniceto riprese l’insegnamento di Storia ecclesiastica al Convento di San Nicola di Sulmona, ma nel mese di agosto 1922 fu trasferito a quello di San Giuliano dell’Aquila per impartire lezioni di Teologia ai Chierici francescani. Nel contempo esercitava le sacre predicazioni in diverse località abruzzesi, ma nel 1929 doveva iniziare la lunga, nuova e interrotta attività che gli procurò tanta fama negli ambienti letterari, culturali e storici.

Il 15 marzo di quell’anno egli fu chiamato a Roma dal Ministro Generale quale bibliotecario, archivista e annalista del suo numeroso e glorioso Ordine, con l’incarico specifico di continuare la redazione degli Annales Ordinis Minorum iniziati nel sec. XVII dal dotto irlandese P. Luca Wadding. L’indimenticabile P. Agostino Gemelli, astro di scienza e fondatore di Ordini religiosi, nonché della famosa Università Cattolica del Sacro Cuore, così commentava quella felice nomina nella Rivista Vita e pensiero da Lui fondata e diretta:

“Padre Aniceto Chiappini […] la cui competenza negli studi storici e francescani assicura che l’Opera sarà degna di Wadding”.

E il P. Chiappini confermò appieno con la sua vasta e preziosa opera e attività quel lusinghiero giudizio. Dopo intensi studi ed appassionati ricerche, pubblicò in latino chiaro ed elegante 5 grandi volumi degli Annales Minorum, che abbracciano la storia e le vicende del plurisecolare Ordine Francescano dal 1623 al 1660. Opera poderosa e ricca di indagini, note e riferimenti che dimostrano il lungo e tenace lavoro svolto con impegno, intelligenza, passione dal P. Chiappini, ciononostante le difficoltà del tempo.

A conferma, basta citare questa nota de L’Osservatore Romano del 23 luglio 1948:

“A giudizio di molti studiosi competenti, questa continuazione del P. Chiappini non è affatto inferiore ai volumi precedenti pubblicati dal grande storico irlandese Luca Wadding, anzi li supera per ricchezza di notizie, sistemazione di materie trattate, abbondanza delle fonti citate, acume critico e metodo scientifico”.

Il suo collaboratore P. Giustino Palazzolo scrisse in merito il seguente distico latino che è tutto un poema che canta nei secoli la gloria di P. Aniceto Chiappini:

WADDINGUS TUA SI CLARUS PER SCRIPTA REVIXIT

TE LAUS WADDINGI MAGNA DECUSQUE MANET.

Interno della chiesa di San Giuliano dei Minori Osservanti, L’Aquila


Il P. Chiappini pubblicò inoltre altre opere interessanti:  Scriptores Ordinis Fratrum Minorum, Orbis Seraphicus, L’Abruzzo francescano nel sec. XIII, Profilo di Storia francescana nell’Abruzzo del secc. XIV-XV, La Corsica Francescana, Il poeta Michele Palumbo, Atti di San Massimo martire e levita di Aveia. Discussioni e testi, nonché altri lavori di vario genere, apparsi in riviste e giornali. Destò interesse la sua pubblicazione Le falsificazioni del P. Nicolò Colagreco da Guardiagrele e la Storia francescana abruzzese apparsa sulla Rivista Studi Francescani (Firenze, 1925, pagg. 187-206). Notevole l’edizione in italiano da lui curata Iohannes von Capistrano del  Redentorista Giovanni Hofer, ma su San Giovanni il P. Chiappini cominciò a scrivere articoli e volumi sin dal 1914, anzi alcuni scrittori del Capestranese hanno attinto da lui.  Sono noti i suoi magistrali interventi polemici sullo Stemma della Città dell’Aquila, specialmente il suo articolo pubblicato su Il Tempo del 28 gennaio 1960 (Pagina abruzzese): La sigla IHS sullo Stemma dell’Aquila; con poderosi e convincenti argomenti di carattere storico Egli affermava che:

“Lo Stemma attuale del Municipio è antistorico e completamente errato. Per correggerlo bisogna sostituirlo, ritornare cioè a quello antico e autentico del Sarcofago di San Bernardino, di Porta Bazzano e della Porta Castello sostanzialmente identici: l’Aquila col monogramma IHS”.

Quell’importante articolo fu accolto con interesse e favore, ma destò la sorpresa dell’allora corrispondente de Il Tempo nel leggere nella sua “Pagina pubblicistica” quell’intervento storico che egli non condivideva. Ma il nostro dotto storico Sacerdote pubblicò lo stesso articolo su Il Messaggero del 4 maggio successivo, su Frate Francesco ed altre riviste. Gli stessi argomenti espresse l’indimenticabile P. Antonio D’Antonio, bravo storico, oratore e scrittore francescano morto il 7 luglio 1984. Determinanti sono gli interventi di P. Aniceto per rivendicare al B. Tommaso da Celano la paternità del Dies Irae e risolvere la dibattuta questione del suo luogo di nascita, che veniva attribuito a Cellino Attanasio!

Alle sue pazienti e minuziose ricerche si deve la scoperta di un altro letterato francescano effettuata nel 1950: Fra’ Giovanni da Celano, vissuto nel sec. XIII, autore fra l’altro di una biografia in latino di San Francesco: Quasi Stella mattutina (morto nel 1270). Ne diedi notizia con articoli illustrativi pubblicati su Il Tempo dell’8 dicembre 1959 e su Fiamma nova del mese di maggio 1967 (an. XXXII, pag. 7).

Interessante il suo lavoro Fra’ Pietro dell’Aquila, Scotello O.F.M., celebre scolastico del Trecento, le di cui opere ci aiutano a comprendere meglio la grande figura del teologo e filosofo francescano B. Giovanni Duns Scoto, il Dottor Sottile dell’Immacolata e del Verbo Incarnato (miscellanea francescana 1961). Infatti si dice ancora:

“Si vis intelligere Scotum lege Scotellum”.


Logo del Bullettino della Deputazione di Storia Patria per gli Abruzzi, L’Aquila, di cui P. Chiappini fu collaboratore.


Questo Fra Pietro chiamato anche “Il Dottor sufficiente”, fu nominato Vescovo di Trivento, dove morì verso il 1340. Anche a P. Chiappini si deve la risoluzione dell’esistenza di due Fra Cristofori da Penne, uno dei quali fu compagno di San Giovanni da Capestrano nella fondazione del Convento di Orsogna, nella di cui Chiesa riposa. È stato scambiato da qualche storico con un terzo Fra Cristoforo mai esistito. Il relativo articolo scritto da P. Aniceto apparve su La Vetta nel 1967.

Scrisse inoltre diverse poesie delle quali soltanto le seguenti sono state pubblicate: Ode saffica a San Giovanni da Capestrano, Lauda popolare al B. Bernardino da Fossa, Carme sulla Città dell’Aquila, Decora Lux, traduzione metrica dell’inno di Prudenzio.

Come Direttore della Biblioteca della Curia generale del suo Ordine (1929-67), inventò la Scheda fotografica, che fu da lui illustrata ne Il popolo di Roma del 25 marzo 1935, e poi lodata dal Ministero della Pubblica Istruzione, e dal giornale tedesco Der Feurreiter di Colonia. Nonostante l’età avanzata nel luglio 1964 curò la pubblicazione della Bibliografia storica degli Abruzzi di Giovanni Pansa di Sulmona, da lui definito “l’ultimo polistore d’Abruzzo”, dopo averla completata con pazienza certosina e competenza professionale. Si tratta di un’opera complessa di 1753 articoli, comprendente una inesauribile miniera di notizie sull’Abruzzo, che il P. Chiappini arricchì di due copiosi indici alfabetici, rispettivamente dei luoghi e dei personaggi ed autori ivi citati.

Inoltre scrisse Lucoli medioevale (1941), Profilo di codicografia abruzzese fino al sec. XV compreso (1958), e tanti altri lavori, fu Direttore per oltre un decennio del Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria, collaborò attivamente all’Enciclopedia Italiana dell’Istituto Treccani, all’Enciclopedia di Scienze politiche, economiche e sociali, e all’Encicloepdia cattolica. Era un vero vulcano in piena attività!

ACCADEMICO D’ONORE

Per i suoi meriti il 9 aprile 1933 il P. Ministro generale dell’Ordine francescano gli conferì il Diploma di Lettore generale Giubilato. Fu nominato Accademico dell’Accademia Storica Americana e di quella Tiberina, il 18 aprile 1967 l’Accademia degli Abruzzi lo nominò Accademico d’onore e gli conferì la Medaglia d’Oro al Merito scientifico, quale alto riconoscimento alla sua opera di scienziato e docente.

Fu socio fondatore del Sodalizio degli Abruzzesi “San Camillo de Lellis” in Roma, alle cui riunioni spesso interveniva. La sua indefessa multiforme attività non gli impedì di svolgere il suo Ministero  sacerdotale, specialmente come Cappellano di ospedali e Direttore spirituale di Comunità religiose. Il 25 luglio 1960 celebrò il 50° della sua Ordinazione sacerdotale nella chiesa di Santa Maria Mediatrice della Curia generale dei Frati Minori, dove risiedeva dal 1948, circondato affettuosamente da amici ed estimatori. Intervenne anche il compianto P. Amedeo Marini, Ministro provinciale dell’Abruzzo. Per l’occasione pubblicai un articolo su Il Tempo del 23 luglio 1960 (Provincia dell’Aquila) e del 28 luglio 1960 (Provincia di Chieti). Ma la sua interessante figura mi ha ispirato altri lavori.

TRITIS EST ANIMA MEA

Alcuni anni prima di morire, il P. Chiappini scrisse una lirica inedita dal titolo: Tristis est anima mea:

Coraggio…anima mia

Ché se giungi a salvarti

La via tua s’india

In Chi sol può bearti

Sull’ultimo volume

Ho scritto in fondo: fine

Che già scema l’acume

Ed ho imbiancato il crine.

 

Ed invece insigne scrittore conservava vivi l’ardore, lo spirito e l’acume dei suoi migliori anni e svolgeva regolarmente la sua attività di giornalista, storico, pubblicista e scrittore oltre quello sacerdotale. Però negli ultimi mesi il suo fisico deperiva continuamente, le forze diminuivano, il suo spirito volitivo ed energico si affievoliva, eppure verso la fine del mese di luglio 1967 completò il suo ultimo lavoro: un articolo storico ed illustrativo su Fra Ludovico della Genga, letterato francescano dell’Aquila, autore di due eleganti carmi latini, compagno di San Giovanni da Capestrano, ma poco conosciuto.

Frontespizio della continuazione di P. Chiappini degli Annales Minorum di Luca Wadding (Chiappini curò i voll. XXVI-XXX), 1931, presso la biblioteca del Convento dell’Annunziata di Orsogna.


Il P. Chiappini mi esprimeva tutta la sua gioia e soddisfazione per questo articolo che gli erano costati fatiche, ricerche e finanche un viaggio in Abruzzo. Fu pubblicato sull’Archivium historicum Franciscanum (an. 1967, pagg. 317-24).

La sua opera postuma!

Adhuc loquitur

La nostra affettuosa conoscenza avvenne con la pubblicazione del mio articolo San Giovanni da Capestrano e il Convento di Orsogna. Nel V Centenario della morte (Il Tempo del 23 ottobre 1956). Egli era un grande cultore e storico di questo Santo. Ne seguì una fraterna amicizia che si consolidò con la scorrere degli anni. Ogni settimana immancabilmente andavo a visitarlo alla Curia generale dei Frati Minori, e se qualche volta tardavo, egli mi sollecitava al telefono. Poi lesse con molto piacere un altro mio articolo col quale proponevo la proclamazione di San Giovanni da Capestrano a Protettore dell’Europa in riconoscimento della sua vasta e appassionata opera svolta per la restaurazione dell’unica Respublica Christiana, per cui Egli l’antesignano e il precursore dell’odierno movimento europeistico.

Quindi la nostra fraterna amicizia si svolse sotto l’egida di questo grande Santo che riempì del suo Nome il secolo XV con la multiforme attività di predicatore, suscitatore di crociata, diplomatico scrittore, estirpatore di eresie, letterato, condottiero di eserciti e Vincitore della famosa battaglia di Belgrado contro i Turchi invasori dell’Europa, 22 luglio 1456. Poiché il P. Aniceto era solito intervenire attivamente ai convegni culturali e religiosi abruzzesi, da lui seppi che dal 4 all’8 settembre 1957 si sarebbe svolto a Chieti il VII Congresso nazionale delle Tradizioni popolari, sotto la presidenza dell’illustre latinista, filologo e scrittore Prof. Ettore  Paratore. Accolsi con gioia quella notizia che mi permise di presentare a quel Convegno, che vide riuniti ben 114 studiosi, la seguente relazione: Folclore religioso a Orsogna. Origini e significato della Festa dei Talami, che è stata pubblicata nell’ampio volume degli Atti del Congresso (pagg. 282-85).




Quello storico Convegno si concluse con uno spettacolo folkloristico nello stupendo scenario della Villa comunale, con la partecipazione applauditissima del famoso Coro di Orsogna e di un nostro Talamo rievocante la scena biblica Salomone conduce al Palazzo la figlia del Faraone.

Il P. Aniceto partecipò sia a quel Congresso che al I Convegno regionale degli ex alunni francescani, che si svolse a Tagliacozzo nel mese di ottobre 1962, come risulta dalla fotografia da me pubblicata insieme ad un articolo illustrativo su Il Tempo dell’8 novembre di quell’anno. Il Convegno fu promosso e diretto dal P. Anacleto Marulli attivissimo presidente dell’Opera delle Vocazioni Francescane, il quale precedentemente aveva riuniti al Convento di Tocco Casauria gli ex alunni di quel Collegio Serafico

LUMINOSA FIGURA

Il caro P. Aniceto si avviava al tramonto con animo sereno e fidente, offrendo a Dio i suoi malanni, la sua umiltà era pari alla sua forte personalità. La sera precedente la sua ultima partenza, nel salutarmi mi confidò che era preparato alla morte mentre una lacrima gli rigava il volto pallido e macilento. Fu forse questo triste presagio che lo spinse a tornare all’amato Abruzzo per morire nella Città dell’Aquila, presso la Tomba di San Bernardino da Siena, autore del famoso Monogramma che Egli aveva invano ardentemente chiesto che ornasse di nuovo lo Stemma di quella Città. Ogni volta che tornava nella nostra Regione, era solito inviarmi una cartolina, ma quell’anno l’attesi invano. Preoccupato, telefonai alla Curia generale dei Frati Minori che mi comunicò la triste notizia della sua improvvisa scomparsa, avvenuta la sera del 6 agosto 1967. Si festeggiava la Trasfigurazione del Signore! Con questa dolorosa impressione ne illustrai la bella, luminosa ed interessante Figura con un articolo apparso su Fiamma nova del mese di settembre successivo (an. XXXII, pag. 14).

Quella rievocazione produsse un certo interesse, perché molti si rivolsero al caro P. Luciano Canonici, bravo oratore e scrittore, allora Direttore e redattore di quella rivista, per chiedere ulteriori notizie sulla vasta produzione letteraria, poetica e storica del nostro illustre P. Aniceto Chiappini. L’elogio funebre fu pronunciato dal P. Giacinto Marinangeli, Ministro provinciale dei Frati Minori d’Abruzzo, il quale poi ne tenne una dotta commemorazione presso la Deputazione abruzzese di Storia Patria, di cui il P. Chiappini era autorevole socio attivissimo.

Ora riposa nel cimitero di Lucoli, suo paese nativo, all’ombra dei suoi monti dai quali riceveva ispirazione per le sue opere, circondato dalla venerazione e dall’affetto dei suoi concittadini, rimpianto dai suoi innumerevoli estimatori. Ma il suo spirito aleggia sul caro Ritiro di Orsogna, dove Egli indossò le Serafiche Lane, che è stato la base ella sua forte personalità e la sua pedina di lancio!

Manibus date lilia plenis

Purpureos spargam flores!

 

Vincenzo Simeoni

Roma, agosto 1967

 

In appendice pubblichiamo la riproduzione del saggio di P. Chiappini sulle falsificazioni storiche di P. Nicolò Colagreco da Guardiagrele sulla storia di San Francesco in Abruzzo, digitalizzato su Internet archive.com.

 














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