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13 giugno 2024

Giustino Razionale, detto il cieco di Chieti, un poeta dialettale abruzzese della Chieti Ottocentesca.


Giustino Razionale, detto il cieco di Chieti, un poeta dialettale abruzzese della Chieti Ottocentesca
di Angelo Iocco

Nato e morto a Chieti (1834-1882)[1], si sposò con Domira Santucci, morta nel 1906[2], e una figlia Lucia, sposata nel 1911. Nato nella Città di San Giustino, gli venne imposto questo nome come segno di protezione, e fu battezzato al fonte della Cattedrale. Fu contemporaneo di altri valenti poeti e patrioti abruzzesi, quali Luigi Masci, che nel 1834 pubblicò una raccolta di poesia in lingua, dal sapore settembriniano, di Gianvincenzo Pellicciotti, Francesco e Luigi Vicoli, Pasquale De Virgilii, Clemente de Caesaris e altri. Il Razionale tuttavia non è da includere nel filone dei poeti patrioti, che si esposero per la loro causa, subendo anche le persecuzioni dal Governo borbonico, ed è da ascrivere a quei poeti moderati, quali furono Ignazio de Innocentiis e Domenico Pugliesi. Il Razionale è stato accostato, per essere uno dei primi l’uso del dialetto chietino, a Giuseppe Paparella e Felice Romani. Egli compose in quel tempo in cui la canzonetta abruzzese era ai primordi, pensiamo a La Viuletta di Tommaso Bruni e Francesco Paolo Tosti (1888), oppure alla festa delle Canzoni di Santa Liberata di Lanciano del 1886, cui primeggiò Luigi Renzetti di Lanciano[3], che fu, come ricorda Virgilio Sigismondi, il “padrino” del battesimo poetico di Giulio Sigismondi, che iniziò la sua carriera con schizzi e macchiette teatrali dei “tipi”, ispirandosi alla poetica di “zi’ Luigi”.

Bozzettistica è anche la poesia di “Titine” Razionale, che in età matura per un male perse la vista, costretto a vivere a casa, con la moglie Domira. Scrisse Cinquanta sonetti in dialetto chietino, Tip. Ricci, Chieti, con dedica al dott. Camillo Viaggi, che lo ebbe in cura, quando il male della cecità lo colpì.





Scrisse poesie dedicate a Vittorio Emanuele II per l’entrata a Roma nel 1870 dopo la battaglia di Porta Pia; un nuovo sonetto al Re d’Italia quando nel 1871 Roma fu proclamata Capitale. Volle descrivere anche la vita e i miracoli di San Giustino, accogliendo la leggenda del ricco e valente uomo che abbandonò i suoi aver per vivere da eremita in una grotta della Majella, venuto a chiamare quale vescovo di Chieti dai popolani, oppressi dalla miseria e dai prepotenti Goti: Na rivishta sulenne passate a la Cetà di Chiete da lu prutettore S. Giusctine: lu jorne de l’Ascenzione dell’anne 1877: virse ‘n dialette de Titine Raziunale, Tip., Ricci, Chieti, 1877. Compose anche Pe’ la morte di Vittore Emanuele prime Re d’Italie, Tip. Ricci, 1878.

Nella raccolta dei sonetti, emerge la descrizione delle storture della città, dei tipi, delle invidie e del malcostume civettuolo di alcune “vezzoche”, oppure la critica agli interessi speculativi di pochi privati che si approfittano della povera gente. Ciò traspare nelle liriche Certe veretà, Nu prèvete, Lu scherze, L’ipocrete. In alcune poesie sconfiniamo nel pure pessimismo, come in La fratellanze, in cui il Poeta nega il sentimento di amicizia fra uomini:

Bella parola sante; ma ‘n ce sta,

ca se ce fusse…oh Ddie che sarrè!

Se vederrasse ogn’ome de campà

Come da lu Segnore se vurrè

Ma fratellanze…è morte ‘n verità!”









[1] Un cenno è presente in Edoardo Tiboni (a cura), L’Abruzzo nell’Ottocento, Istituto di Studi Crociani, 1996, pag. 591, ed è citato dal Finamore nel Vocabolario abruzzese, Lanciano, 1880, il quale in appendice nei Canti abruzzesi, riporta un sonetto del Razionale, a pag. 312. Gianni Oliva in Le frontiere invisibili: cultura e letteratura in Abruzzo, 1982, ricorda l’incontro tra Razionale e il Prof. Francesco D’Ovidio nella visita al Liceo Ginnasio di Chieti nel 1877, pagg. 119 e segg.

[2] Nella Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia, 1883, num. 1 pag. 1157 percepiva lire 583 di pensione

[3] Di Renzetti esistono diverse poesie dialettali e in lingua, pubblicate sui periodici lancianesi, come L’Alba, Il Fuoco, I Tre Abruzzi, Il Risveglio Frentano, tuttavia non sono raccolte in un unico volume.


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