Custode Miccoli[a] (1912-2002): Il cantore di Rogatti - Note storiche sulla canzone abruzzese
di Angelo Iocco
Spartito manoscritto di Pierino
Liberati di “Serenate di primavere”, Archivio comunale di Castel Frentano,
fondo Pierino Liberati
Veniamo
alle Maggiolate di Crecchio, altro paese vicino Ortona diretta dal M° Giuseppe
Politi, che scrisse varie canzoni locali, per la Prima festa Canora del ’47, e
per la seconda del 1948, con scopo di valorizzare il coro locale e le
aspirazioni dei poeti crecchiesi. Anche in questa gara canora il Miccoli fu
presente, aprendo il libretto con l’inno del paese Crecchie, musicato
dal Politi Come detto, il Politi era l’animatore della festa, nel ’47 avevano
partecipato i già noti Giangrande-Bozzelli, Marrocco, il Miccoli col Benvenuto
colla canzone Ti pense sempre cchiù, Alberto Dragani e Deo Bozzelli con La
pecurale. Anche Dragani, come vedremo, scrisse alcune canzoni col Liberati,
e una scenetta agreste in 3 tempi per la festa dell’Uva di Caldari. Miccoli
scrive in questa seconda Gara anche La femmene e mo’ con musica del
Benvenuto, altra critica dispettosa alle manie tipiche delle donne di quei
tempi. In occasione della festa di Sant’Antonio di Padova del 13 giugno 1948,
viene stampato un libretto di canzoni già note in altre feste canore,
specialmente sanvitesi, con il coro folk di Romagnoli vicino Lanciano, diretto
dal M° Mario d’Angelo, che scrisse varie canzoni nuove, come Lu campanile
nostre; Miccoli e Liberati presentarono Pe’ stu viagge c’avema fa’,
una delle varie canzoni evasive del periodo del dopoguerra, dove si inneggia
ancora alla fuitina d’amore. Sempre nel ’48, Miccoli torna in collaborazione
col Benvenuto pera la festa della Canzone di Sant’Apollinare “Accuscì
canteme nu”, diretta dallo stesso M° Benvenuto, presentando Giuvinetta
me’, Funtanelle di sta valle, E ppo’ nnè cchiù su musica di Giuseppe Politi
di Crecchio. Nel libretto vediamo come si cerchi di fare omaggio a giganti del
passato come Cesare de Titta e Padre Zimarino, rimusicando La bibiclette
dal Canzoniere, con nuove note di Lino Crognale. Tra le ultime canzoni
del libretto abbiamo La metiture, su versi di Miccoli e musica
dell’Olivieri. Questa canzone, ricorda Pietro Cupido, era stata già scritta per
la 1° Festa del Grano di Rogatti nel 1935, ricca di riferimenti fascisti, dato
il periodo storico; l’Olivieri come sappiamo era morto nel 1941, ma il suo
spartito fu ripreso, le parole da censurare epurate, e la scenetta agreste con
coro fu ripristinata fresca di rosa! Per la II Festa delle Canzoni di
Sant’Apollinare del 1950 “Accuscì aricantème nu!”, Miccoli e Liberati
presentano Sole pe’ tte, e con musica del Benevenuto L’amore quande
tesse. Molte canzoni manoscritte di Miccoli con musiche di Liberati,
Marrocco, Bozzelli, e altri, si trovano conservate presso l’Archivio musicale
“Tommaso Coccione” di Poggiofiorito; i libretti con le canzoni stampate per le
Feste di Rogatti, Caldari ecc., purtroppo non sono raccolti organicamente in un
archivio musicale abruzzese; alcuni sono in nostro possesso, altri presso gli
eredi di Oliviero Di Clemente e Deo Bozzelli a San Vito.
Miccoli
ebbe vita lunga, si spense nel 2002 nella sua piccola Rogatti. Fino agli anni
’80 compose poesie, tanto che nell’archivio privato degli eredi di Deo
Bozzelli, si conservano alcune canzoni come Na
cafunette pe’ stu core (1976), Povere
core me (1980), Vid’ a sta luntananze
(1985). Il M° Rosanna Meletti del Coro Voci delle Ville di Ortona si è
impegnata per l’intitolazione di una strada a Rogatti al grande poeta.
[a] Per la biografia, ricostruita su estratti di vari libretti storici delle Canzoni abruzzesi, ringrazio Maria Di Clemente che mi ha permesso di consultare il suo archivio, e il M° Rosanna Meletti che ha compilato una breve scheda biografica, integrata con altre mie conoscenze, pubblicata in A. Iocco, Stu Paesette me’ – Viaggio sulle melodie del M° Pierino Liberati – Edizione delle Canzoni abruzzesi, Castelfrentano 2022.
[1]
https://www.centromasciangelo.org/nicola-benvenuto/
[2] Ceccarossi musicò la poesia di Eligio Cuccionitti Lu campanile nove di lu paese me’, per la II festa della canzone Accuscì cantème nu per le feste dei Santi Pietro e Paolo a Sant’Apollinare chietino, il 29 giugno 1950, riscritta anche in una versione inedita in italiano, conservata in copia nell’Archivio musicale Associazione Tommaso Coccione di Poggiofiorito, nella busta D. Ceccarossi. Fu ridotta dal M° Franco Potenza per il Coro La Figlia di Jorio di Orsogna nel 1993, e pubblicata nel 1997 in cd.
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