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21 aprile 2024

Roccaspinalveti: La Santa visita di Monsignor Oliva, 20 maggio 1568.


LA SANTA VISITA DI MONSIGNOR OLIVA, 20 MAGGIO 1568

Il giorno 20 del mese di Maggio [del 1568] - In Roccaspineti - Venimmo alla terra di Rocca Spineto, in cui, secondo il solito, baciata la croce, fece l’ingresso processionale, e, nella chiesa dei Santi Vittore [leggi: Vittoria] e Nicola, ascoltata la Messa e data la benedizione, conferì il sacramento della Cresima; al termine, visitò il Santo Sacramento dell’eucaristia e del Battesimo. Come al solito, cantò l’Ufficio per i morti. La chiesa è consacrata, ma non ha l’arciprete; perciò decretò si apponesse l’editto per provvedere l’arciprete secondo la forma del Concilio di Trento.
Visitò pure la Cappella del Santissimo Sacramento della Confraternita.
Frattanto il Reverendo signor Vicario visitò:
- la chiesa di San Giovanni della Trinità, fuori delle mura del paese; c’è una certa fraternità dell’Ordine di San Francesco senza licenza dei Superiori: non ha né calice né parato, ma è in devozione in detta terra; fu ordinato al priore e al frate di doversene andare sotto pena di scomunica; poiché è male che officiasse (?) il suo Rettore e Don Costantino Capriolo, di Vasto Aimone, e decretò di presentare le bolle.
- Visitò anche la chiesa di Santa Maria Guarezza [leggi: Guarenza] e di San Pietro, fuori delle mura: sono quasi dirute e non offrono nessun vantaggio o devozione al popolo, e perciò decretò che fosse riportato nella chiesa maggiore, cioè di Santa Maria Guarezza [leggi: Guarenza], si apponesse il solito segno della croce, e sotto la stessa immagine si celebrassero le Messe in detto altare.
- la chiesa di San Catallo [leggi: Cataldo] fuori le mura di Rocca Spineto; è diruta e distante dalla terra: decretò che, al suo posto, si apponesse la croce e si unisse alla massa della Chiesa matrice e si costruisse un altare nella detta chiesa in onore di San Catallo: su questo altare doveva celebrarsi la Messa ogni settimana dal Rettore durante la sua vita, e, dopo la sua morte, da un sacerdote della Massa. Ne è Rettore Don Fabrizio di detta terra.
Giovanni Paolo o Collo Leggio, Ospedaliere di detta terra. Nella Visita e dinanzi ai sottoscritti di detta terra, cioè: Alessandro Gizio, Giovanni de Vita, Giulio Donati, Giovanni Francesco Gizio, Alessandro de Lello, Giovanni di Mastro Maulo, e Lallo di Berzino Lallo, di detta terra. Giovanni Paolo dichiarò spontaneamente, ma in particolare negli atti del Reverendissimo, e nel corso della Visita, che, dopo la sua morte, donava allo stesso ospedale, e per la sua anima, e dona realmente, tutti i suoi beni mobili e immobili, e che l’università accettava tale donazione.
E decretò si eleggessero i procuratori per detto ospedale.
Nello stesso giorno, dopo pranzo, venimmo alla terra di Montazzolo, [...]
Tratto da “I Vescovi di Chieti e i loro tempi”, Vasto, 1996, curatela e traduzione di Gaetano Meaolo.

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