Giovanni Antonio Cardona di Atessa, i suoi bei paliotti in scagliola
di Angelo IoccoPoco conosciuto, non sa quasi
niente della sua attività; atessano di buona famiglia, i suoi avi costruirono
una casa che oggi prospetta sulla piazza Benedetti, dive c’è la celebre bottega
del liquore San Pasquale. Giuseppe Antonio fu falegname e scultore, e la sua
maestria nel lavorare la scagliola, la possiamo ammirare nei due bellissimi
paliotti d’altare che si trovano nella chiesa di Santa Croce in Atessa, uno dei
quali firmato e datato 1703. I due paliotti abbelliscono l’altare della Madonna
del Rosario, la “mamma di Atessa”, copia dell’originale di Felice Ciccarelli di
Atessa conservata nella chiesa di San Rocco della cittadina. Questa copia forse
è di Francesco Paolo Marchiani per bella fattura, ma c’è chi sostiene che sia
una copia devozionale di Gabriele Falcucci atessano, che nel paese realizzò
diverse altre opere, specialmente nella chiesa di San Domenico, dove nel 1857
firmò degli affreschi della volta centrale, purtroppo quasi distrutti da
infiltrazioni che ne hanno compromesso l’antica bellezza, e nella cappella
omonima della chiesa, nell’altare privilegiato della Congrega del Rosario, il
Falcucci dipinse un grande quadro di San Domenico e i Misteri del Rosario.
Tornando al Cardona, oltre all’altare del Rosario, realizzò il paliotto della
cappella corrispondente nella navata di sinistra, della Beata Vergine delle
Grazie.
LEGGENDA DELLA MADONNA DELLE
GRAZIE DI ATESSA
La nicchia conserva la statuetta
del XVI sec. di fattura molto popolare della Madonna col Bambino e alla base
due angeli; la leggenda riportata da padre Tommaso Bartoletti nei suoi
manoscritti di storia atessana, dice che in una nicchie tufacea dove oggi
insiste l’altare, fu rinvenuta la statuetta votiva, che fu messa in sicurezza
dentro la chiesa, ma ogni giorno la statua veniva rinvenuta nello stesso luogo,
qualche mano misteriosa la riponeva sempre lì? O era il volere della Madonna?
La terza volta che la Madonna fu rinvenuta allo stesso posto, fu sentimento
comune innalzarLe un altare.
La Madonna ha quel movimento
realistico delle Madonne tosco-umbre, le cui influenze secondo il Toesca,
giunsero nell’Abruzzo aquilano nella seconda metà del Duecento, con la venuta
nel Regno di Sicilia degli Angiò. A Scurcola infatti nel santuario della
Madonna della Vittoria, si conserva la bellissima Madonna, con l’anca piegata
nel sorreggere il Bambino, che le si aggrappa ai capelli. Un dettaglio
artistico di rilievo, di saporito realismo, del tutto assente nelle Madonne
statiche del Romanico. Una Madonna che nella zona chietina ha delle affinità
anche con la Madonna col Bambino della bottega di Francesco Perrini nel portale
della chiesa di Sant’Agostino di Lanciano, del 1320 ca.
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