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21 febbraio 2024

Un musicista abruzzese sconosciuto: Lino Crognale di Lanciano.

Un musicista abruzzese sconosciuto: Lino Crognale 
di Angelo Iocco

Per la pubblicazione di alcune foto dei libretti delle canzoni, ringraziamo Maria Di Clemente di San Vito per la sua enorme cortesia.

Pasquale “Lino” Crognale di Lanciano non fu da meno, e volle scrivere anche lui un Sant’Antonio, che da gruppi spontanei veniva eseguito fino ai primi anni 2000 a Lanciano, e si spera che presto venga rimesso in scena!

Nacque e visse a Lanciano (1917-1992). Uomo molto riservato, lavorò presso il Comune di Lanciano fino al pensionamento. Negli anni ’30 iniziò a comporre musica, avendo studiato il contrappunto. Non figura nelle Maggiolate di Ortona.
Conobbe altri musicisti e poeti lancianesi quali Cesare Fagiani, Giuseppe Rosato, Italo Bomba, Italino Giancristofaro e G. Polzinetti. Polzinetti, principalmente conosciuto per la musica d’opera nei teatri, e per la sua attività da direttore di banda alle’stero, avendo partecipato attivamente alle rassegne del teatro Fenaroli di Lanciano, e per oratori sacri, ne scrisse vari con Mons. Raffaele D’Anniballe di Lanciano, scrisse anche per delle “maggiolate” minori che si tenevano nei paesi dei dintorni di Ortona. Polzinetti partecipa alla Festa delle Canzoni Abruzzesi di Caldari del 1945, con la canzone aprente “L’amore cante” su versi di Domenico Petropiccolo; anche la seconda canzone “Ninna nanna” è degli stessi autori, una canzone che ripete i modelli tipici del canto popolare abruzzese del filone delle ninne nanne, la mamma che raccomanda il piccolino alla Madonna, proteggendolo dalle insidie, mentre lei culla la scianna, un canto insomma di “detittiana” memoria, che rievoca la Ninna nanna su versi del De Titta e musica dello Zimarino.
Crognale appare per la prima volta con la canzone “Mencucce”, su versi di Cesare Fagiani, presentata alla 3° Rassegna della Canzone Folkloristica Abruzzese di Caldari del 1939. A seguire: “Lu fatijatore” su versi di Alberto Dragani per la 4° Rassegna del 1946.
Alla Festa delle canzoni abruzzesi per il giorno di Sant’Antonio di Padova in Villa Stanazzo di Lanciano, il 13 giugno 1948, su organizzazione del M° Mario D’Angelo, Lino Crognale presenta la canzone “Sta vocc’arrise” su versi di Petropiccolo.
Per la rassegna di canzoni “Accuscì cantème nu” di Sant’Apollinare chietino del 1948, Crognale riscrive la musica de “La biciclette” tratta dal Canzoniere abruzzese (1919) di Cesare de Titta, già presentata alla II Maggiolata ortonese del 1921 con la musica di Settimio Zimarino. Segnale chiaro, guardando anche la somiglianza delle locandine di presentazione dell’evento e dei libretti, che i temi in questi concorsi minori, sono spesso ripetitivi, e per riempire dei buchi, ci si affida ai grandi successi del passato. Ma un fattore, ad esempio la canzone dello Zimarino e di De Titta ripresa con nuova musica, che probabilmente a quei tempi gli spartiti già erano diventati di difficile reperimento. Nella II edizione di questa rassegna di Sant’Apollinare, sotto la direzione del M° Nicola Benvenuto, Crognale presenta la canzone “Ma sinte a mme!” su versi dell’amico Fagiani.
Partecipa a vari altri concorsi canori, non sappiamo se pubblicò delle raccolte di versi, e molte sue musiche, dato che nei libretti editi non figurano gli spartiti, sono andate disperse. Spesso si recava a Poggiofiorito per le rassegne di canto con il Coro “T. Coccione”, quando era diretto da Mario D’Angelo, e a seguire da Camillo e Vincenzo Coccione. Coccione spesso ricorda che lo andava a trovare a casa, quando doveva inviare la partecipazioni per i concorsi. Morì dimenticato nella sua città, tra le ultime canzoni, figura “Muntagne muntagne” su testo di De Stephanis e musica di Lino Crognale, presentata al 1° Festival dei Canti della Montagna di Montesilvano del 1989. Un bell’inno all’Abruzzo, in cui le montagne parlano e inscenando una danza simbolica con il mare Adriatico. La canzone fu incisa anche dal Coro di Poggiofiorito nella loro prima audiocassetta, edita a Montesilvano, e in vari altri CD pubblicati dal Coccione. Scrisse anche una bella canzone in ricordo del sacrificio dei Martiri Lancianesi del 6 ottobre 1943, in occasione del Quarantennale dei Fatti, nel 1983, che fino a qualche anno fa si recitava ancora nel giorno del ricordo davanti al Monumento ai Caduti, dal titolo “La canzone di Trentino La Barba”, il di cui spartito originale si conserva nell’Archivio musicale abruzzese, curato dal compianto Camillo Coccione, dell’Associazione culturale “Tommaso Coccione” di Poggiofiorito, insieme ad altre copie di spartiti, in una apposita cartella, ordinate alfabeticamente.

Pubblichiamo una copia dello spartito, donato all’Associazione “T. Coccione”, e il testo di questo inno, che speriamo possa tornare a riscaldare i cuori lancianesi:





Veniamo al Sant’Antonio del Crognale, di cui pubblichiamo il testo grazie a Michele Ludovico, custode delle memorie di questo autore lancianese troppo poco conosciuto, e sperando che con la collaborazione di A. Sigismondi, si riesca un domani a mantenere delle stabili rappresentazioni di questa Scena sacra per le vie di Lanciano.


S. ANTONIO di Lino Crognale

Introduzione e assolo per clarino

 

CANTO DI S. ANTONIO

Buonasera miei signori!

Gioia e pace ai vostri cuori!

Per la vita, pel future,

Sempre fuggo la sventura.

Fuggi sempre il rio peccato

se non vuoi morir dannato!

Dillo sempre al buon Gesù:

“Io non voglio peccar mai più!”

Attenzione, che l’Inferno

Ti dà pena per l’eterno!

Offer invece il Paradiso

Gaudio e pace, ed il sorriso!

 

CORO EREMITI

Sant’Antonio Benedetto,

Fa’ che sotto questo tetto

Il sorriso e l’allegria,

E regni sempre, e regni sempre.

Così sia!

 

DIAVOLO (agghindato con leccornie)

Regni sempre l’abbondanza,

E si trovi in ogni stanza.

Noci e mele! Soprattutto!

Prendi sempre buon prosciutto!

E che ogni suo vascello

Sia pieno di vinello,

E che non manchi la farina:

Olio e pasta sopraffina!

 

S. ANTONIO

Taci, brutto crapulone!

Non indurre la tentazione!

Sei contrario, Belebù,

Ai principi della Virtù.

 

GRAN VALZER DI DEMONI

Noi siamo i Demoni

Che veniamo dall’Inferno.

Noi siamo Demoni

Sscatenati dal deserto…

Per la barba di prendiamo,

Per la cappa ti trasciniamo!

Vieni, Antonio, tra le fiamme

Dove ti puoi riscaldar.

Senza barba, nè cappotto,

Ti ridiamo la gioventù.

Vieni, Antonio, tra le fiamme!

(ripresa)

Noi siamo i Demoni

Che veniamo dall’Inferno:

Noi siamo scatenati,

Scatenati dal Deserto,

Ti veniamo a tormentar!

Per la barba noi ti prendiamo,

Per la cappa ti trasciniamo!

 

S. ANTONIO

E andate all’Inferno,

Maledetti in eterno!

E da Cristo Redentore,

Voi andate all’Inferno…

Maledetti in eterno,

E da Cristo Redentore!

 

DEMONI

All’Inferno noi non Andiamo,

Se non vieni via con noi.

Vieni, Antonio, tra le fiamme,

Dove ti puoi riscaldare!

 

S. ANTONIO

E andate, andate,

Andate, andate,

Nel Nome del Signor.

E andate, andate, ecc.

 

APPARE L’ANGELO CON LA SPADA CHE CACCIA IL DIAVOLO

 

CORO EREMITI

Sant’Antonio Benedetto,

Sempre stretto al nostro petto

Ti terremo, e le virtù

Osannando andrèm quaggiù!

 

S. ANTONIO BENEDICE IL POPOLO

INTERMEZOZ MUSICALI

 

TUTTI IN CORO

Ma convien, non è peccato,

Dopo aver tanto cantato,

Che riempiendo la bisaccia,

La tristeza si discaccia.

E compare l’allegria

Di’ tu pure: “Così sia!”

L’allegria che vien su,

Quando il vino scende giù.

Quando manda il rio pèeccato

Che fa l’anima dannata.

Quando i nobili signori,

Pasta e vino metton fuori,

Noi gridiamo in compagnia:

“Tantegrazie e così sia!”

 

FINALE D’ORCHESTRA




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