Un musicista abruzzese sconosciuto: Lino Crognale
di Angelo Iocco
Per la pubblicazione di alcune foto dei libretti delle canzoni, ringraziamo Maria Di Clemente di San Vito per la sua enorme cortesia.
Pasquale “Lino” Crognale di Lanciano non fu da meno, e volle scrivere anche lui un Sant’Antonio, che da gruppi spontanei veniva eseguito fino ai primi anni 2000 a Lanciano, e si spera che presto venga rimesso in scena!
Nacque e visse a Lanciano (1917-1992). Uomo molto riservato, lavorò presso il Comune di Lanciano fino al pensionamento. Negli anni ’30 iniziò a comporre musica, avendo studiato il contrappunto. Non figura nelle Maggiolate di Ortona.
Conobbe altri musicisti e poeti lancianesi quali Cesare Fagiani, Giuseppe Rosato, Italo Bomba, Italino Giancristofaro e G. Polzinetti. Polzinetti, principalmente conosciuto per la musica d’opera nei teatri, e per la sua attività da direttore di banda alle’stero, avendo partecipato attivamente alle rassegne del teatro Fenaroli di Lanciano, e per oratori sacri, ne scrisse vari con Mons. Raffaele D’Anniballe di Lanciano, scrisse anche per delle “maggiolate” minori che si tenevano nei paesi dei dintorni di Ortona. Polzinetti partecipa alla Festa delle Canzoni Abruzzesi di Caldari del 1945, con la canzone aprente “L’amore cante” su versi di Domenico Petropiccolo; anche la seconda canzone “Ninna nanna” è degli stessi autori, una canzone che ripete i modelli tipici del canto popolare abruzzese del filone delle ninne nanne, la mamma che raccomanda il piccolino alla Madonna, proteggendolo dalle insidie, mentre lei culla la scianna, un canto insomma di “detittiana” memoria, che rievoca la Ninna nanna su versi del De Titta e musica dello Zimarino.
Crognale appare per la prima volta con la canzone “Mencucce”, su versi di Cesare Fagiani, presentata alla 3° Rassegna della Canzone Folkloristica Abruzzese di Caldari del 1939. A seguire: “Lu fatijatore” su versi di Alberto Dragani per la 4° Rassegna del 1946.
Alla Festa delle canzoni abruzzesi per il giorno di Sant’Antonio di Padova in Villa Stanazzo di Lanciano, il 13 giugno 1948, su organizzazione del M° Mario D’Angelo, Lino Crognale presenta la canzone “Sta vocc’arrise” su versi di Petropiccolo.
Per la rassegna di canzoni “Accuscì cantème nu” di Sant’Apollinare chietino del 1948, Crognale riscrive la musica de “La biciclette” tratta dal Canzoniere abruzzese (1919) di Cesare de Titta, già presentata alla II Maggiolata ortonese del 1921 con la musica di Settimio Zimarino. Segnale chiaro, guardando anche la somiglianza delle locandine di presentazione dell’evento e dei libretti, che i temi in questi concorsi minori, sono spesso ripetitivi, e per riempire dei buchi, ci si affida ai grandi successi del passato. Ma un fattore, ad esempio la canzone dello Zimarino e di De Titta ripresa con nuova musica, che probabilmente a quei tempi gli spartiti già erano diventati di difficile reperimento. Nella II edizione di questa rassegna di Sant’Apollinare, sotto la direzione del M° Nicola Benvenuto, Crognale presenta la canzone “Ma sinte a mme!” su versi dell’amico Fagiani.
Partecipa a vari altri concorsi canori, non sappiamo se pubblicò delle raccolte di versi, e molte sue musiche, dato che nei libretti editi non figurano gli spartiti, sono andate disperse. Spesso si recava a Poggiofiorito per le rassegne di canto con il Coro “T. Coccione”, quando era diretto da Mario D’Angelo, e a seguire da Camillo e Vincenzo Coccione. Coccione spesso ricorda che lo andava a trovare a casa, quando doveva inviare la partecipazioni per i concorsi. Morì dimenticato nella sua città, tra le ultime canzoni, figura “Muntagne muntagne” su testo di De Stephanis e musica di Lino Crognale, presentata al 1° Festival dei Canti della Montagna di Montesilvano del 1989. Un bell’inno all’Abruzzo, in cui le montagne parlano e inscenando una danza simbolica con il mare Adriatico. La canzone fu incisa anche dal Coro di Poggiofiorito nella loro prima audiocassetta, edita a Montesilvano, e in vari altri CD pubblicati dal Coccione. Scrisse anche una bella canzone in ricordo del sacrificio dei Martiri Lancianesi del 6 ottobre 1943, in occasione del Quarantennale dei Fatti, nel 1983, che fino a qualche anno fa si recitava ancora nel giorno del ricordo davanti al Monumento ai Caduti, dal titolo “La canzone di Trentino La Barba”, il di cui spartito originale si conserva nell’Archivio musicale abruzzese, curato dal compianto Camillo Coccione, dell’Associazione culturale “Tommaso Coccione” di Poggiofiorito, insieme ad altre copie di spartiti, in una apposita cartella, ordinate alfabeticamente.
Pubblichiamo una copia dello spartito, donato all’Associazione “T. Coccione”, e il testo di questo inno, che speriamo possa tornare a riscaldare i cuori lancianesi:
Veniamo al Sant’Antonio del Crognale, di cui pubblichiamo il testo grazie a Michele Ludovico, custode delle memorie di questo autore lancianese troppo poco conosciuto, e sperando che con la collaborazione di A. Sigismondi, si riesca un domani a mantenere delle stabili rappresentazioni di questa Scena sacra per le vie di Lanciano.
S. ANTONIO di Lino
Crognale
Introduzione e assolo
per clarino
CANTO DI S. ANTONIO
Buonasera miei signori!
Gioia e pace ai vostri
cuori!
Per la vita, pel
future,
Sempre fuggo la
sventura.
Fuggi sempre il rio
peccato
se non vuoi morir
dannato!
Dillo sempre al buon
Gesù:
“Io non voglio peccar
mai più!”
Attenzione, che
l’Inferno
Ti dà pena per
l’eterno!
Offer invece il
Paradiso
Gaudio e pace, ed il
sorriso!
CORO EREMITI
Sant’Antonio Benedetto,
Fa’ che sotto questo
tetto
Il sorriso e
l’allegria,
E regni sempre, e regni
sempre.
Così sia!
DIAVOLO (agghindato con
leccornie)
Regni sempre
l’abbondanza,
E si trovi in ogni
stanza.
Noci e mele!
Soprattutto!
Prendi sempre buon
prosciutto!
E che ogni suo vascello
Sia pieno di vinello,
E che non manchi la
farina:
Olio e pasta
sopraffina!
S. ANTONIO
Taci, brutto crapulone!
Non indurre la
tentazione!
Sei contrario, Belebù,
Ai principi della
Virtù.
GRAN VALZER DI DEMONI
Noi siamo i Demoni
Che veniamo
dall’Inferno.
Noi siamo Demoni
Sscatenati dal deserto…
Per la barba di
prendiamo,
Per la cappa ti
trasciniamo!
Vieni, Antonio, tra le
fiamme
Dove ti puoi riscaldar.
Senza barba, nè
cappotto,
Ti ridiamo la gioventù.
Vieni, Antonio, tra le
fiamme!
(ripresa)
Noi siamo i Demoni
Che veniamo
dall’Inferno:
Noi siamo scatenati,
Scatenati dal Deserto,
Ti veniamo a tormentar!
Per la barba noi ti
prendiamo,
Per la cappa ti
trasciniamo!
S. ANTONIO
E andate all’Inferno,
Maledetti in eterno!
E da Cristo Redentore,
Voi andate all’Inferno…
Maledetti in eterno,
E da Cristo Redentore!
DEMONI
All’Inferno noi non
Andiamo,
Se non vieni via con
noi.
Vieni, Antonio, tra le
fiamme,
Dove ti puoi
riscaldare!
S. ANTONIO
E andate, andate,
Andate, andate,
Nel Nome del Signor.
E andate, andate, ecc.
APPARE L’ANGELO CON LA
SPADA CHE CACCIA IL DIAVOLO
CORO EREMITI
Sant’Antonio Benedetto,
Sempre stretto al
nostro petto
Ti terremo, e le virtù
Osannando andrèm
quaggiù!
S. ANTONIO BENEDICE IL
POPOLO
INTERMEZOZ MUSICALI
TUTTI IN CORO
Ma convien, non è
peccato,
Dopo aver tanto
cantato,
Che riempiendo la
bisaccia,
La tristeza si
discaccia.
E compare l’allegria
Di’ tu pure: “Così
sia!”
L’allegria che vien su,
Quando il vino scende
giù.
Quando manda il rio
pèeccato
Che fa l’anima dannata.
Quando i nobili
signori,
Pasta e vino metton
fuori,
Noi gridiamo in
compagnia:
“Tantegrazie e così
sia!”
FINALE D’ORCHESTRA
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