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7 dicembre 2023

Carlo Pace scultore lancianese di monumenti e presepi.

Carlo Pace, ph di Vittoria De Cecco

 

Carlo Pace scultore lancianese di monumenti e presepi

di Angelo Iocco

Chi oggi entra al Teatro comunale “F. Fenaroli” di Lanciano, nell’atrio rimane estasiato nell’essere accolto da due busti in bronzo, ricavato dai calchi in gesso originali dello scultore Pace, essi ritraggono il musicista e maestro di cappella Francesco Paolo Masciangelo (1823-1906) e Fedele Fenaroli (1730-1818), maestro di contrappunto al Conservatorio di Napoli. Pace realizzò il calco in gesso anche per il monumento a Fenaroli del 1930 per il bicentenario della nascita, collocato nei giardini della stazione ferroviaria dove si trova la Villa delle Rose. Ma chi era Carlo Pace?

Carlo Pace nacque a Lanciano nel rione Borgo  il 4 dicembre 1859, quartiere antico di commercianti e artigiani. Figlio di Alessandro Pace e  Maria Luisa De Simone, studiò alla Scuola Regia di Belle Arti di Napoli, approfondendo l’arte della scultura. Tornato in Lanciano dopo il diploma, aprì uno studio, e insegnò presso l’Istituto Tecnico della Città; sotto di lui si formarono diversi artisti e lavoratori del ferro, come Nereo De Gennis, ingegnere e progettista di diverse cappelle e cancellate elaborate del cimitero comunale. Nel 1930 partecipa a una Mostra dell’Artigianato organizzata dall’Ente Agricoltura di Lanciano, presso il Liceo Ginnasio della Città, in cui sono coinvolte diverse personalità, come il Prof. Annio Lora e il poeta e medico Eduardo Di Loreto.  Oltre alle sculture per il cimitero e al famoso busto di Fenaroli, di cui si parlerò, il Pace fu amico del prof. Croce, che da lui prese diversi spunti per la realizzazione di sculture in cemento, nonché masselli e pavimenti per palazzi e chiese di Lanciano e dei dintorni, quando nell’ex convento di Santo Spirito di Lanciano sarà attiva, nella seconda metà del Novecento, la ditta “Cocco-Croce”. Nell’atrio del Polo Museale Santo Spirito di Lanciano si conserva un leone accovacciato, di gusto classico, sempre scultura del Pace. Nel 1930 la sua attività viene riconosciuta con la nomina di Cavaliere da parte di Re Vittorio Emanuele III. Visse nel rione della Sacca, in via Cavour, dove si spense il 23 maggio 1940.

Fu da sempre molto attivo nell’arte della sua bottega di terracotta, anche se definirlo semplice artigiano è poco. Lo dimostra una Mostra realizzata nel Natale 2019 presso il palazzo vescovile di Lanciano a cura dell’Associazione “Amici del Presepio”, con opere prestate da collezionisti privati (Madonne, Maddalene, Bambinelli, Pastori) che ha saputo coinvolgere vari lancianesi e non collezionisti d’arte, i quali si ritrovano delle terracotte dei pastori o di personaggi da presepio che furono fabbricati dalle abilissime mani di Pace. Carlo in questa nobile arte popolare era un vero maestro, e fu uno degli epigoni di un’arte che si andava spegnendo, quella semplice dei mastri della terracotta. Il presepe lancianese infatti vuole statue umilissime in terracotta, modellate nei riccioli, nelle pieghe delle vesti, con occhi bucati, non dipinte. Una reminiscenza dell’arte napoletana proiettata nella Lanciano dell’altra sponda del mare. Molti altri artigiani lancianesi e non si sono cimentati nell’arte del presepe, successivamente le umili statue di terracotta sono state dipinte, anche gli occhi sono stati abbelliti col bianco e il nero. La Mostra d’arte del 2019 ha permesso di ammirare come fosse meticoloso Carlo Pace nella realizzazione delle scenografia di gusto napoletano, le grotte, le rovine di antichi templi o chiese dove ambientare il Sacro Mistero della Nascita del Salvatore; i pastori e le figure varie di massaie, venditore d’acqua, pescatori, spaccapietre, viandanti, sono realizzati con vivo realismo e cura del dettaglio; perfino i vestiti sono abilmente ritagliati e cuciti nei manichini di terracotta. Se ciò può apparire cosa scontata e ovvia, Pace fu nella cura di questi particolari in vero maestro. Nella Mostra sono state esposte anche statuette di terracotta di uomini e donne nell’ambito tradizionale abruzzese, come quello di Scanno, di Pettorano, di Aquila, fornendo un degno omaggio a questo lancianese poco conosciuto.


Bozzetto per Busto di Fedele Fenaroli, dall’ex Museo civico lancianese - Foto dal libro di Giacomo de Crecchio “Piazza Plebiscito 1583-2023 a Lanciano”, Nuova Gutemberg, Lanciano 2023


Tra le sue opere pubbliche, per cui ebbe committenze anche da famiglie per le ricche cappelle del cimitero comunale, si ricorda forse il busto fatto realizzare per i 200 anni di nascita del musicista Fedele Fenaroli, nel 1930. Il busto fu modellato ispirandosi a un ritratto effettuato al Fenaroli quando era in vita, che lo mostra sorridente e gioviale; il busto in bronzo si trova all’ingresso della vecchia stazione ferroviaria Sangritana nell’area della Fiera. Pace ne realizzò due modelli in gesso, uno pubblicato sul giornale Corriere Frentano, e ripubblicato in allegato al volume miscellaneo “Fedele Fenaroli” edito dal Comune di Lanciano nel 1980 per i 250 anni dalla nascita. Il secondo, più bello, che mostra il compositore a braccia conserte, circondato da una schiera angelica che si innalza verso il cielo, è stato per qualche anno esposto nel Museo civico nel palazzo Brasile, a Lanciano, per poi finire ij un magazzino insieme a tutti gli altri cimeli del dismembrato Museo. Molte persone ci passano vicino, quanti sanno chi fu quell’uomo? Quanti sanno che in occasione dei grandi festeggiamenti dei 200 anni della nascita del grande musicista, l’opera fu commissionata a Carlo Pace?








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