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6 agosto 2023

L’Album pittorico letterario abruzzese.

L’Album pittorico letterario abruzzese
di Angelo Iocco

Pagine dell’Album pittorico: entrata di Vittorio Emanuele a Pescara nel 1860, sul ponte di barche sul fiume


L’Album Pittorico e Letterario Abruzzese fu fondato da Francesco Vicoli di Chieti nel 1859. L’intenzione era quella di riportare in Abruzzo quel sentimento per la ricerca patria, avviato con Pasquale De Virgilii sempre a Chieti nel 1836, quando fondò il Giornale Abruzzese di lettere, scienze ed arti, in seguito trasferito a Napoli per problemi con l’Intendenza di Chieti circa le visioni politiche del De Virgilii. L’Album pittorico ebbe vita breve, nel 1860 a causa di problemi col governo borbonico chiuse; era stampato in città dalla Tip. Del Vecchio, storica stamperia di Chieti. Il diretto, Vicoli, era un valente patriota teatino, appassionato di letteratura, e promotore della causa dell’unità nazionale. Il fratello Luigi combatté in varie battaglie, e quando morì, fu sepolto nel cimitero monumentale di Chieti, e lo scultore Costantino Barbella gli realizzò la scultura granitica de “La Morte”, una delle sue opere più riuscite.
Al giornale collaborarono i maggiori intellettuali abruzzesi dell’epoca: Raffaele Del Ponte (1813-1872), pittore e incisore di Chieti, che realizzò i disegni, Angelo De Luca da Guardiagrele, già attivo presso il Giornale Abruzzese, Luigi e Francesco Vicoli, Ignazio De Innocentiis da Orsogna, Gianfedele Cianci poeta orsognese, Francescopaolo Ranieri da Guardiagrele, Clemente de Caesaris politico, poeta e oratore di Penne che fu coinvolto nei moti antiborbonici pennesi del 1837, e che combatterà strenuamente per la causa italiana nelle carceri della Fortezza di Pescara. A seguire Gabriello Cherubini , De Stephanis, Panfilo Serafini da Sulmona, Antonio De Nino, Angelo Leosini da Aquila con numerosi articoli riguardanti l’arte e la storia del circondario amiternino. Gli argomenti trattati nell’Album, proprio come nel Poliorama Pittoresco di Napoli, cui il giornale abruzzese si ispirò, erano vari, specialmente si cercò di suddividere i numeri in blocchi, argomenti di storia, argomenti di letteratura e arte, argomenti di musica, argomenti di natura e biologia. Ogni autore aveva il suo pezzo di cui parlare, e verso cui era più ferrato, ecco quindi cenni sulla badia di Santo Spirito al Morrone, sull’arte abruzzese medievale, sulla pittura, con studi du Antonio di Atri o anche su Andrea De Litio, sul convento del Sacro Ritiro di Orsogna, sui costumi abruzzesi, in particolare quello di Scanno e quello di Ortona con un saggio di Francesco Paolo Bruni, sul convento di Sant’Angelo di Ocre di Angelo Leosini, e sui monasteri aquilani, come Collemaggio e San Bernardino. Molti furono gli articoli su Chieti, la sua archeologia, e le sue opere d’arte più squisite nelle chiese. Purtroppo questo tentativo abruzzese di dare spazio agli studi e alle arti locali, finì molto presto. Oggi è difficile rintracciare copie di questa importante opera divulgativa, presso la Biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele” di Napoli, e presso la Biblioteca provinciale A.C. De Meis” di Chieti

Il Portale della Basilica di Ortona, incis. Consalvo Carelli

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