Camillo De Nardis: festeggiato a Orsogna per gli
80 anni nel 1937, un viaggio tra le sue composizioni abruzzesi.
di Angelo Iocco
Il 18 agosto 1937 l’OND di Orsogna volle
omaggiare il suo amato figlio Camillo De Nardis con una rassegna musicale in
suo onore, per celebrarne gli 80 anni. Immancabilmente l’On. Raffaele Paolucci
si prodigò per rendere memorabile l’audizione, organizzando il tutto. Furono
scelti treni speciali della ferrovia Sangritana per arrivare alla diramazione
della stazione di Orsogna, per l’orchestra fu scelto il M° A. Marchesini,
soprano I. Monsalvato, tenore P. Scarlata, maestro al piano F. Pinzacconi per
il programma lirico, mentre il Gruppo corale OND di Orsogna, che più avanti
sarà intitolato “La figlia di Jorio”, si occupò di eseguire i canti abruzzesi
del De Nardis.
Il programma lirico prevedeva l’esecuzione delle Scene Abruzzesi 1.o Suite per Orchestra del M.o Camillo De Nardis, Bari, [1901-1910] in II Suite, il Giudizio Universale, poema sinfonico, 1911: Overture Eroica, con didascalia di Raffaele Paolucci.
Spendiamo qualche parola su questo omaggio del M° De Nardis alla sua terra
d’Abruzzo con le Scene Abruzzesi.
SCENE ABRUZZESI I Suite: Adunata – Serenata – Pastorale – Saltarello – Temporale
II Suite: Processione del Venerdì Santo – San Clemente a Casauria – Serenata agli sposi – Festa tragica
Nella II Suite, De Nardis concretizza alcuni aspetti che rappresentano
l’Abruzzo; il Venerdì Santo ha un andamento mesto e triste, con alcuni accenni
operistici, sembra che De Nardis abbia in parte preso ispirazione alle
processioni di Chieti e Lanciano; il San Clemente a Casauria è un omaggio alla
celebre abbazia benedettina, le note descrivono un edificio storico e glorioso
nel suo passato; la Serenata agli sposi riecheggia il movimento della I suite.
Le Scene sono una composizione originale del De
Nardis, frutto tuttavia di elaborazioni di composizioni popolari, cui attinse,
insieme ad altri conterranei, come Francesco Paolo Tosti o Vittorio Pepe,
facendo sue delle composizioni popolari come le tarantelle, le serenate, i
saltarelli, o le serenate. Analizzando le composizioni di ambito abruzzese, De
Nardis scrisse una:
Suite abruzzese
Napoli : Raffaele Izzo, [1905.]
Saltarello
abruzzese : per pianoforte / di Camillo De Nardis
Milano : G. Ricordi & C., [1895.]
Che verrà riarrangiato da diversi altri:
Saltarello
abruzzese / Camillo De Nardis ; Strumentazione [per media banda] di Antonino
Parola
Milano : G. Ricordi & C., 1935
Saltarello
Abruzzese : Trascrizione di I. Culotta per orchestrina con pianoforte
conduttore
Milano : G. Ricordi e C. Edit. Tip., 1929
Abbiamo
anche una elaborazione trascritta dal M° Antonio Piovano (Città Sant’Angelo,
1938), per un disco LP del 1979, pubblicato come “Omaggio al M° Camillo De
Nardis”, insieme ad altri LP con composizioni trascritte per pianoforte, di
diversi altri autori abruzzesi del Sette-Ottocento. Nel disco LP dedicato a De
Nardis abbiamo il Salterello abruzzese e la Tarantella abruzzese; il primo ha
un movimento allegro, e ha diverse somiglianze con il saltarello classico
abruzzese che ancora oggi si ode eseguire da fisarmonicisti del chietino e del
teramano. Naturalmente non si tratta della stessa cosa, De Nardis reinterpreta
la musica, gli elementi che lo collegano al tema popolare sono le ripetizioni
costanti di alcune battute, come si può riscontrare ascoltando il motivo
popolare. Ebbe molto successo questo pezzo, e fu trascritto anche per banda.
De
Nardis nella sua carriera conobbe tanti abruzzesi che ebbe sotto la sua “ala
protettiva”, Arturo De Cecco, Giovanni Orsomando, Guido Albanese, Rocco Teti,
Cristo Sorrentino, Domenico Ceccarossi, Antonio Di Jorio: tutte persone che si
distinsero nel mondo della canzone abruzzese. Suo compaesano era Ottino Ranalli
(1873-1956), che fu insegnante di musica, direttore della Banda di Cerignola e
scrittore di varie canzoni abruzzesi presentate alle feste canore delle
Maggiolate a Ortona. Rocco Teti (1873-1953) ortonese, conosceva il De Nardis
già ai tempi delle prime Maggiolate, e in questa occasione dell’80simo
compleanno, musicò una poesia di Luigi Dommarco (1876-1969): “Gli Ottant’anni
di Camillo De Nardis”, una poesia vivace e piena di passione, che qui pubblichiamo.
Il programma folkloristico, come detto, ripropose delle composizioni che De Nardis aveva già presentato elle Maggiolate ortonesi: Matalène su versi di Vincenzo Ranalli di Città Sant’Angelo (VII Maggiolata del 1926) con l’anagramma Lilde Di San Marco, Urtona belle su versi di L. Dommarco (IX Maggiolata di Ortona, 1928), Ninna nanna abruzzese su versi di Cesare de Titta, di lì a poco scomparso (Maggiolata XII del 1931). Questa canzone fu pubblicata anche a parte dal libretto delle Maggiolate, col titolo Ninna nanna fascista, con questo titolo riproposta alla Festa di Orsogna del 1937, e poi “epurata” dal M° Ennio Vetuschi nel 1964 quando la presentò nei suoi Canti abruzzesi col Coro di Teramo. Diversi sono, leggendoli, i riferimenti “neri” al Regime, come a gloria di Roma, la preghiera alla Madonna per far crescere il figlio sano e forte col gagliardetto, la lupa ecc. Ma questi erano i tempi! La Ninna Nanna di De Nardis resta tra le più belle mai composte in Abruzzo, elaborando canti antichi. Rispetto ai canti e alle nenie trascritte da Giancristofaro e Padre Lanci, dove sono frequenti i riferimenti al lupo che mangia il bambino se non dormirà, o all’uomo nero che se lo verrà a rapire, le Ninne Nanne abruzzesi elaborate, composte da De Titta, Dommarco, Zimarino, sono più dolci e soavi, e contribuiscono a rendere l’idea di quell’Abruzzo selvaggio, ma altresì placido, pastorale, sacro e idilliaco che tanto D’Annunzio amava illustrare. Sembra, ascoltando la Ninna nanna di De Nardis, di trovarci dinanzi a una delle illustrazioni di Basilio Cascella, che ha per tema la mamma che culla il bambino. I riferimenti al Regime sembrano scomparire. De Nardis ha uno stile più lirico e compunto, rispetto alla sensualità di gusto popolaresco, più corale e sacra dello Zimarino nella Ninna nanna a lu Bambine su versi del De Titta, dove le strofe sono cantate da una voce, il coro intona il ritornello che invita il bimbo a dormire. Sono Ninne nanne popolari, sacralizzate nell’immagine della Madonna che culla il suo bel Bambinello Gesù, elevate a cori angelici di squisita finezza. Bellissima, eseguita alla Maggiolata del 1939, è anche la ninna nanna Dormi amor mio di Zimarino su versi di Dommarco. Ma questo tema continuerà ad essere utilizzato anche a venire, se ricordiamo la Ninna nanna abruzzese di Ottaviano Giannangeli su musica di Antonio Piovano, presentata alle Settembrate di Pescara, o altre composizioni di altri poeti sulle musiche di Giuseppe Di Pasquale.
Ecco
la prima strofe della canzone di De Titta e Zimarino:
Nanna
nanna….
S’aperte
lu ciardine, li ggije bianche
e
l’arbre è turchine…
E’
ddure de caruofene le rose.
E
passe l’angelille e ce s’appose….
Fere
l’arie e s’annazzeche le piante
E
l’angelille ce se fa nu cante:
Nanna
na…nanna na…nna…
Pace
e sonne, pace e sonne!
Ecco
la versione in italiano tradotta per l’omaggio al Padre Zimarino del 1984 fatta
dalla Corale “E. Corbetta” di Bergamo:
Nanna
nanna…
Aperto
s’è il giardino,
son
bianchi i gigli e gl’alberi turchini,
e
son d’oro i garofani e le rose,
e
uno stuolo d’angioletti ci si posa,
spira
l’aria e si muovono le piante,
quegli
angioletti ci si fanno un canto:
Nanna-nanna…nanna-nanna!
Alla
fine del programma della Maggiolata 1931, De Nardis propose un balletto, la Cotta
ovvero la Danza delle conche, ballo tipico orsognese, ancora oggi
eseguito.
Aggiungiamo
una nuova canzone, scritta da Paolucci e De Nardis, l’Inno dei combattenti,
per l’occasione del 1937, un’altra canzone “nera” del repertorio abruzzese. Ma
quelli erano i tempi!
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