Immagine storica
dell’affresco del XV sec. della Madonna Nera, presso la distrutta chiesa
della Madonna del Riparo di Orsogna. Archivio Associazione “I Talami – Quadri biblici viventi”, Orsogna. |
di Angelo Iocco
È una festa ormai Patrimonio Nazionale, che segna la conclusione del Periodo della Passione, che si chiude con la celebrazione del Corpus Domini. A Orsogna fino ai primi anni 200 le infiorate per le stradine e le grandi strade del paese erano rinomate, le devote coglievano i petali dei diversi tipi di fiori, e tessevano il ricamo e il disegno sacro! Oggi purtroppo tutto dimenticato…..La festa dei Talami si celebra il Martedì in Albis, qualche anno fa si propose il Lunedì di Pasqua per venire incontro ai vacanzieri di turno e agli emigranti che tornavano per le feste. È una festa che simboleggia la rinascita di Cristo, profanamente la rinascita della vita e della natura dopo l’inverno, con la festa per la Madonna e la festa di ringraziamento per il risorgere della vita, del grano, della fertilità! Quanti ricordi ci ispirano questa cerimonia, ci riportano al tempo dell’infanzia, quando presso le scuole secondarie di I grado illustravamo i pannelloni in compensato, li squadravamo, tracciavamo il disegno della scenografia del soggetto biblico da illustrare, e coloravamo, dipingevano, poi dalle brave sarte del quartiere ci facevamo cucire su misura i vestiti variopinti per essere ora un pastore, ora il figliol prodigo, ora il Re, ora il Faraone, ora il mendicante, ora il Sommo Sacerdote, ora Ester, ora la Madonnina! Tutta Orsogna partecipa attivamente con somma gioia a questa festa!
Le origini sono solitamente fatte risalire al Medioevo, tempo delle
grandi rappresentazioni teatrali sacre. Il tavolato della chiesa dove si
svolgevano le rappresentazioni, presso il muro che separava il tramezzo dal
coro, era chiamato “tabularium” e poi talamo e il D’Ancona nei suoi scritti
sull’antico teatro sacro, fa diverse menzioni di rappresentazioni inscenate nel
talamo. La Sacra Rappresentazione nacque a Firenze nel XIV secolo, proprio come
senso vero di rappresentazione teatrale scenica, con rappresentazioni
simboliche dei martiri dei Santi, delle scene della Vita di Gesù e della Madonna;
questa tradizione si spostò naturalmente in Umbria, dove abbiamo diverse
esemplari di Laudi, fino a raggiungere, attraverso la via per Napoli, l’Abruzzo
aquilano. Il De Bartholomaeis studiò gli antichi testi delle Laudi e Sermoni in
volgare aquilano abruzzese di questi tempi, incentrati sui pianti della Madonna
per la morte di Gesù, o su racconti delle vite dei Santi, si ricordano quelli
di Sant’Antonio abate, San Giuliano amico di Frate Giovanni da Capestrano, di
Santa Caterina martire opera di Buccio di Ranallo,ecc.
Pio Costantini in un suo saggio sulla Madonna di Orsogna, ricorda le
origini della chiesa distrutta della Madonna del Rifugio, monumento-simulacro
assente da anni nella memoria collettiva e nella fisicità del tessuto urbano
orsognese, ma simbolo di una tradizione che non muore, nemmeno nell’assenza del
monumento-simulacro stesso, oggetto del culto, in quanto i carri dei Talami
sono ben tangibili visivamente-tatticamente, mentre sfilano per il paese, così
come la statua della Madonna, ricostruita a imitazione dell’antico affresco, e
conservata nella chiesa parrocchiale.
Prima di parlare del tentativo di riportare la festa come doveva esserlo
prima della guerra, almeno nei primi anni del ‘900, da parte del Prof. Stoppa,
ricordiamo come anche Costantini, a guerra terminata, si chiedesse come mai il
simulacro della Madonna, sulla scorta delle fotografie esistenti, non venisse
ricostruito e esposto magari nella chiesa di San Rocco. Un Simulacro nel 2016
fu realizzato, ristampando su gonfalone la fotografia in bianco e nero della
Madonna, ma a causa di screzi vari con l’Organizzazione, oggi il progetto di
Stoppa a Orsogna è naufragato, e si esegue il rito canonico della Festa, che
più avanti descriveremo. Costantini cita l’antico codice degli Statuti della
Bagliva di Orsogna del XIV secolo, dove si parla della chiesa di Santa Maria
dei Raccomandati o della Fraterna, e quindi ne deduce che la chiesa in quei
tempi già esistesse, proprio presso la rupe del piazzale Belvedere che guarda
verso la Majella; ma già all’epoca si svolgeva questo antico rito dei Talami?
Impossibile dirlo, in assenza di documenti; anche perché Costantini nel parlare
degli Statuti, menziona un’aggiunta del XVI-XVII secolo; dunque ci spostiamo
all’epoca del tardo Rinascimento, all’epoca delle riforme del culto col
Concilio di Trento, all’epoca del fiorire di diverse Confraternite e nuovi
ordini religiosi come i Camilliani, i Paolotti, i Gesuiti, gli Oratoriani, gli
Scolopi, nati per desiderio della Santa Chiesa nel tentativo di ripascimento
della Fede Cattolica dalle ondate protestanti.
Anche Orsogna dunque ebbe la sua sede confraternale nella chiesa della
Madonna, di gestione die Padri Paolotti, e dunque nella metà del ‘500, con la
devozione per la Madonna e per l’affresco conservato nella chiesa, nacque la
Festa dei Talami? O magari la devozione man mano con gli anni, si radicò così
tanto presso il popolo, da organizzare delle esposizioni teatrali di gusto
medievale, fino alla cristallizzazione del rito processionale, con la sagra dei
Talami che oggi conosciamo? Ancora difficile dirlo con certezza! A nostro
avviso, ma è solo mera ipotesi, sulla base di confronti con altri pellegrinaggi
dei devoti coi ceri alla Madonna in Abruzzo, ad esempio per la Madonna della
Libera di Pratola, per la Madonna di Casalbordino, per la Madonna delle Grazie
di Francavilla, per la Madonna Addolorata di Pescara, per la Madonna della
Selva di Castelfrentano, per la Madonna di Roio all’Aquila ecc., i pellegrini
delle contrade orsognesi, come descritto da Finamore e da Simeoni, giungevano a
piedi al sagrato della chiesa per il rito di adorazione, e come ricorda il
Costantini nel giorno della festa, di incubazione. Infatti era credenza presso
il volgo di fare tante preghiere alla Madonna la notte prima della festa,
poiché allo spuntare del dì, il raggio di sole avrebbe colpito il volto
dell’affresco, e la Madonna avrebbe mosso gli occhi!
Questo affresco già citato oggi è andato perduto insieme a tutta la
chiesa, risale a prima del XVI secolo, almeno al 1400, tempo in cui la chiesa
era citata nei documenti come di Santa Maria. Un affresco che mostra la Vergine
Nera, sulla base delle tradizioni bizantine, attorniata da Angeli e da piccoli
fedeli, dipinti appositamente, come nella tradizione bizantina e romanica, in scala
minore rispetto alla grandezza della Vergine, del Santo o del Cristo
trionfante. Il vestito è tutto dorato e trapunto, altra caratteristica
bizantina. Cogli anni, il culto della Madonna Nera si tramutò nella Madonna
Bianca; la chiesa al tempo era sotto la parrocchia di San Giovanni nell’omonimo
rione, chiesa purtroppo andate perduta anch’essa, per le sciagurate
ricostruzioni e demolizioni post-belliche del 1948. Costantini dice che il
culto della Madonna era così forte che perfino la famiglia Colonna, feudataria
di Orsogna per secoli, fece realizzare una copia dell’affresco in una sala del
loro palazzo-castello sulla Piazza. Manco a dirlo, anche il castello colla
guerra, e nelle ricostruzioni, andò completamente distrutto!
Quanto al cambiamento del culto della Madonna, al cambio dell’iconografia e dei colori, notiamo che dallo sfolgorante oro e pietre preziosi bizantine, si va, col Concilio, a schiarire la Vergine, con il volto candido, e le vesti cerulee e rosse; e così anche la Confraternita del Sacramento e del Rifugio, menzionata per la prima volta nel 1576 in una Santa Visita del Vescovo di Chieti, assume questo colore per la divisa, mento turchino e sacco bianco per il vestimento. Questa Confraternita nacque per garantire delle opere pie a Orsogna, come il seppellire i morti, scarseggiando i cimiteri. All’epoca i morti si seppellivano o fuori la città, o dentro le chiese, e Orsogna a fine ‘700 avrà grandi problemi di spazi di sepoltura, essendo tutti saturi!
Come apparve la Madonna a Orsogna? Ogni culto ha un’origine, ed essendo
“negra”, si dice che la Madonna a Orsogna venne dall’Egitto, tradizione ormai
nota del Vangelo, e si posò su un albero di fico, apparendo a dei fedeli, e
chiedendo una chiesa, per poi sparire. Una leggenda ormai nota in tutto
l’Abruzzo su questo ciclo delle Madonne arboree, a Casoli, a Pescara, a
Casalbordino, a Castelfrentano, a Roio, a Villalfonsina, a Casacanditella, a
Teramo, a Sulmona, ecc.
Già al tempo del Costantini, quindi nei primi anni dopo la guerra,
benché lui menzioni anche il filmato dell’Istituto Luce del 1929 realizzato dal
Cav. Vincenzo Melocchi di Chieti della Teatina film, la Festa non si svolgeva
più nel pomeriggio, come dirà Finamore più appresso qui, ma di mattino a
mezzogiorno, come si fa ancora oggi. Costantini descrive la fiumana umana che
si assiepa per i principali crocevia del tratturo attraversato dal viale
Paolucci-viale Trento e Trieste, presso la Piazza, presso via Roma, si affaccia
dai balconi delle case e dalla loggia del Teatro ex Prefettura in piazza per
assistere alla Sagra. Descrive anche le donne che vengono dalla campagna
tenendosi per mano e portando i fasci di grano, e ricorda la festa del 24
giugno dedicata a San Giovanni, dove a Orsogna ancora oggi si volge il rito
della “Comparanza”, dove si scelgono compari e comari, dopo aver fatto tre
volte il giro della chiesa, oggi come detto purtroppo distrutta, causa del
resto dell’affievolimento di questo rito, in mancanza del luogo-simbolo, a
differenza dei Talami.
Costantini, come Finamore, ricorda i confratelli che si vestono da
personaggi biblici, per allestire i Talami da diversi quartieri del paese, i
quali si vanno a collocare, a talamo fatto, presso il sagrato della chiesa
della Madonna, dove ancora oggi l’ultimo talamo si inserisce, nel piazzale
Belvedere, per iniziare la sfilata verso la Piazza. Costantini non si sofferma
sulla scelta dei passi Biblici da rappresentare: i quartieri sono Li Mburze
ossia i Rinforzi, le mura medievali ancora oggi visibili che cingevano la torre
di Porta San Giovanni nel rione di espansione del Borgo Romano, poi il Quarto a
Valle (Quart’abballe) di Piazza Martiri civili e viale Trento e Trieste; a
seguire il Quarto de la Ville, ossia il rione dell’espansione edilizia
ottocentesca di Villagrande dove le case a settentrione si affacciano sulla
Piazza, dunque il Talamo come anche oggi si vede, partiva dallo stradone di
corso Umberto, e oggi un altro parte dallo stesso rione da Via Adriatico; il
quinto talamo da lu Quart’a mmonte (Il Quarto di sopra, di viale Paolucci,
partendo dalla pineta), che giunge in Piazza, e infine il Talamo del Quarto di
San Giovanni, che in origine usciva dalla chiesa della Madonna, e che oggi
parte dal piazzale Belvedere, dove appariva la Madonna del Rifugio attorniata
da angeli e bambini coi manoppoli di grano.
Ritornando al tema delle scene Bibliche rappresentate, ogni anno
variano, a seconda della scelta del sacerdote del paese. Ogni anno c’è un tema
particolare da illustrare, forse in base alle varie circostanze accadute nell’anno,
o in base a bolle pontificie o lettere del vescovo, come ad esempio capita di
vedere oggi. E questa tradizione dei Quartieri che organizzano i Talami secondo
queste direttive dei prelati, quando nacque? Abbiamo detto dell’origine
popolare del culto alla Madonna, dell’apparizione sul fico, della processione
rituale dalle campagne fino alla chiesa, dell’incubazione; ma la festa sagra
che oggi conosciamo, quando avrebbe iniziato a originarsi, e a inserirsi nel
contesto di questo culto popolaresco? Io stimo che in origine la festa non
includesse la presenza dei Talami, e che dal ‘700, con il lavoro dei
Confratelli e del parroco, si sia deciso di allestire magari un Talamo in onore
della Madonna, e a seguire altri Talami allestiti dai vari quartieri degli artigiani,
per mettere in mostra scene della Bibbia. Sono del parere che anche in questo
caso, colla tradizione abruzzese del Teatro Sacro ancora in voga oggi a
Lanciano, a Chieti, a Teramo, a Sulmona, citando i Riti della Settimana Santa
per esempio, questa Sagra abbia un’origine risultante essere il sincretismo di
tradizione popolaresca tardomedievale teatrale, e tradizione colta:
l’inserimento nello spettacolo al volgo analfabeta di “Quadri biblici viventi”.
Scene parlanti in sostanza, come le pitture e le sculture parlanti delle
cattedrali del Medioevo, con funzione educatrice.
Funzione ancora più educativa e più accentratrice, se in questa Sagra, le bambine orsognesi sono selezionate ogni anno per impersonale la Madonna sopra il Talamo, ancora più se gli artigiani dei vari quartieri, oggi le associazioni e i pittori e scultori, sono tutti chiamati a partecipare per l’allestimento del proprio Talamo!
Esistono dei libretti, oggi molto rari, che Pio Costantini possedeva,
stampati verso la fine dell’800, per ciascuna edizione dei Talami, in cui i
poeti orsognesi si cimentavano nel comporre delle canzoni sacre in onore della
festa. Furono pubblicati in una Tesi di laurea su Orsogna, la sua storia e le
sue tradizioni da Gabriella Fonzi. Per l’edizione del 16 aprile 1887 il M°
Luigi Nigri di Foggia musicò una canzone, anche se oggi non ho avuto traccia di
questo spartito. Nel 1888 Vincenzo Galante di Orsogna scrisse delle poesie con
musica per la processione dei Talami, con questo ordine: Il Sodalizio – Il Roveto
ardente – L’Iride – Ester e Maria – Primavera . Canto degli agricoltori –
Offerta. Per l’edizione del 1889 sempre Galante musicò queste scene: A
Nostra Madre – La nascita di Maria – La presentazione al Tempio – Annunciazione
– Sposalizio di Maria e Giuseppe – Visitazione di Maria – Purificazione –
Assunzione, e infine il canto popolare a Maria. Purtroppo oltre al
programma, non si conosce altro circa le musiche. Per fortuna il Costantini
riproduce nel suo scritto il testo del canto popolare del 1889, che riportiamo:
I
Della gente, quei fidenti
Nell’amor che Tu le ispiri,
o Pietosa, e Gloriosa
Vergin Madre del Signor.
II
Odi il canto che ti santo
Gaudio, e d’umili desiri,
è votivo, inno festivo
entusiasmo del suo cor.
III
E fa ch’ella ognor novella
Di virtudi al tuo cospetto
Popol sia, per la sua vita
Sempre chiuso a ogni error!
IV
E Straniero, anche al pensiero
D’ogni turpe, o vil diletto
Che fa gente, ognor ridente
Sia del tuo materno amor.
V
Fa’ che forte, sino a morte
Del Rifugio, che ne sei,
ella viva, sempre o Diva,
anche lieta nel dolor.
VI
Nella festa che Ti appresta,
fa’ che sentan se ci fai rei,
o Maria clemente e pia,
Salutevole terror!
Nel 1890 Domenico Galante pubblicò un nuovo Cantico a Maria nel volantino dell’edizione della Sagra, con dedica al nipote Vincenzo Galante, seguendo questo ordine: Inno (Canto di agricoltori) – Adorazione dei pastori – Fuga in Egitto – Smarrimento di Gesù nel deserto – Le nozze di Canaa – Ascensione – Il Cenacolo – Inno a Maria. Nel 1892 sempre Galante compose queste poesie: Una prece a Maria – Canto popolare per musica – Giuseppe recupera la vista – Il Timore di Dio – Giobbe e gli amici – Corte nuziale degli Ebrei. Per l’edizione del 27 marzo 1894: Canto di fanciullo a Maria – Giuseppe calato nella cisterna dai fratelli – Ester e lo scettro di Assuero – David riconciliato con Assalonne – Rut la spigolatrice – Assuero scopre Aman ai piedi di Ester – Primizie dei campi a Maria.
Il canto, su cui sono state modulate le note musicali del canto del 1969
che vedremo più avanti, ancora oggi eseguite dalla Banda civica, dovrebbe
essere questo, anche se oggi non viene più eseguito vocalmente. C’è chi ha
scritto che la musica di anonimo, fu adattata sulla base di uno scritto
dell’orsognese Camillo de Nardis:
I
Madre santa, che raccogli
Sotto il manto i tuoi figlioli,
Tu ci reggi e ci consoli,
se un rifugio a Te cerchiam!
II
Ci consoli e ci difendi
Più pietoso il ciel ne rendi;
dal peccato ci ritogli
quando ingrati a Te pur siam!
III
Benedetta! E allor più pia
I tuoi figli, i figli brami;
sotto il manto ci richiami
ché di Madre hai sempre il cor.
IV
A Te grato dunque e santo
Dei tuoi figli ascenda il canto:
Benedetto il nome sia
Della Madre e dell’amor!
Il 4 aprile 1899 Domenico Galante scrisse quattro quartine: Canto di fanciulle a Maria – Incontro di Giobbe ed Esaù – Mosè salvato dalle acque – Corte nuziale di Ebrei – Il vitello d’oro – Salomone porta a palazzo la Regina di Saba – Primizie dei campi a Maria.
Per il 14 aprile 1903 Galante scrisse: Coro di fanciulle e fanciulli, e
le 5 rappresentazioni dei Talami: Il serpente di bronzo – Il figli di Salphaad
davanti a Mosè – Saul vuole uccidere Davide – Davide si finge pazzo davanti d
Achis – Athalia si oppone all’incoronazione di Giosa – Primizie dei campi a
Maria.
Il 5 aprile 1904: La profetessa Maria – Onore ai genitori – La Regina
di Saba – La cena di Baldassarre – Giuditta donna forte – Primizie dei campi a
Maria.
Il 25 aprile 1905: Incontro di Setro e Mosè nel deserto – Solomone
conduce a palazzo la figlia di Faraone – Il voto della fanciulla ebrea –
Incontro di Seephte con la figlia – Il giudizio di Salomone – Primizie dei
campi a Maria.
Il 17 aprile 1906: Canto di fanciulle e Maria – Mosè e Aronne davanti
a Faraone – Mosè espone la Legge al popolo – Dedicazione di Samuele – Assuero
si fa leggere gli Annali – Saul fatto Re da Samuele – Primizie dei campi a
Maria.
Tornando al mio dubbio, ci dispiace dire che non possediamo e non si possiede un calendario ufficiale con un programma, che elenchi anno per anno il soggetto biblico per i 7 talami. Sulla scorta di articoli di giornale e soprattutto di fotografie storiche, gentilmente messemi a disposizione dal ricercatore Vittorio Pace, tenterò di fare una ricostruzione delle annate che possediamo, incominciando dai primissimi anni del ‘900.
Nello scritto In the Abruzzi di Anne McDonell del 1907, si fa
menzione dei soggetti biblici rappresentati in quell’anno: Mosè salvato
dalle acque – Mosè che colpisce la roccia – Salomone e la Regina di Saba – Il
sacrificio di Isacco – Le Tavole della Legge – Il roveto ardente –
Annunciazione – Adorazione dei pastori – Le nozze di Canaa – L’Ascensione.
Notiamo un numero superiore a 7, significato che un quartiere organizzava più
di un talamo, e che sicuramente in base alle prescrizioni del sacerdote, in
quell’anno si era selezionato un tema che avesse un filone di collegamento tra
i passi del Vecchio e Nuovo Testamento. Come vedremo ancora oggi alcuni di
questi quadri sono ancora oggi rappresentati con frequenza. Abbiamo anche una
testimonianza più antica di Tommaso Bruni di Francavilla al mare del 1887, in
un opuscolo, in cui menziona i talami de: I fratelli e le sorelle del
Rifugio – Il sacrificio di Abramo – La scala di Giobbe – Le tavole della Legge
– Salomone e la Regina di Saba, più il Talamo della Madonna.
Nell’articolo di Costantini del 1948 appaiono due fotografie, un talamo che illustra il re Abimelech che restituisce Sara ad Abramo (Genesi XX). Di lui il Libro della Genesi dice che era "re dei Filistei", ma si tratta certamente di un anacronismo. Il redattore deve aver collocato ai tempi dei Patriarchi, prima metà del II millennio a.C., la situazione a lui contemporanea: i Filistei si insediarono sulla costa di Canaan solo nel XII secolo a.C., nel contesto dell'invasione dei cosiddetti Popoli del Mare.
Secondo Genesi (20), Abramo, che risiedeva nel
territorio di Gerar su cui regnava Abimelech, ritenne prudente far credere che
la moglie Sara fosse sua sorella, come già aveva fatto nel corso del suo viaggio
in Egitto e probabilmente per la stessa ragione: riteneva che la bellezza di
Sara avrebbe spinto coloro che la desideravano a ucciderlo per sbarazzarsi di
lui, se l'avessero creduto suo marito, ma gli avrebbe invece attirato il favore
dei suoi ammiratori se l'avessero creduto suo fratello. Abimelech fece rapire
Sara. Ma prima di accostarsi a lei, fu avvertito in sogno che la donna era
moglie di Abramo, suo ospite, al quale allora la restituì con ricchi doni.
Abramo e Abimelech strinsero poi un patto (Genesi, 21,22-32).
Anche Isacco fu ospite di un re dei Filistei chiamato Abimelech e, anche in
questo caso, viene presentato l'intreccio della moglie presentata come sorella.
Anche Abimelech e Isacco stringeranno un patto (Genesi, 26).
Nell’altro Talamo: le figlie di Salphaad
davanti a Mosè (Numeri XXVII) Le figliuole di Salphaad in mancanza
di maschi succedono al padre nell'eredità. Il Signore dice a Mosè, ch'ei morrà,
quando dal monte Abarim avrà mirata la terra di promissione, ed avrà sostituito
Giosuè al governo del popolo.
Allora andarono le figliuole di Salphaad (figliuolo di
Hepher figliuolo di Galaad figliuolodi Machir figliuolo di Manasse, il quale fu
figliuolo di Giuseppe): i nomi delle quali eranoMaala, e Noa, ed Hegla, e
Melcha, e Thersa: E si presentarono a Mosè, e ad Eleazaro sommo sacerdote,
e a tutti i principi del popolodinanzi alla porta del tabernacolo
dell'alleanza, e dissero: Il padre nostro si morì nel deserto, e non ebbe
parte alla sedizione mossa contro ilSignore, di cui il caporione fu Core; ma si
morì nel suo peccato: egli non ebbe figliuoli maschi. Per qual ragione il suo
nome è tolto alla sua famiglia, non avendo egli avuto un figliuolo? Dateci una
porzione tra i parenti di nostro padre. E Mosè rimise la loro causa al
giudizio del Signore, Il quale gli disse: Le figliuole di Salphaad
chiedono una cosa giusta: da' loro una porzione tra' parenti del padre loro, e
succedano nella eredità di lui. E a' figliuoli d'Israele dirai: Se un
uomo muore senza aver figliuoli, l'eredità passerà alle figliuole: Se non
avrà nissuna figliuola, i suoi fratelli saranno suoi eredi: E se non avrà
nemmen fratelli, darete l'eredità a' fratelli del padre di lui: E se
neppur avrà delli zii paterni, sarà data l'eredità a' più prossimi, che egli
abbia: e sarà questa una legge perpetua pe' figliuoli d'Israele, come ha
ordinato il Signore a Mosè. Disse ancora il Signore a Mosè: Sali su questo
monte Abarim, e di là contempla la terra, che io darò a' figliuoli
d'Israele: E quando l'avrai veduta, andrai anche tu a trovare il tuo
popolo, come andò Aronne tuo fratello: Perché voi mi disgustaste nel deserto
di Sin nella contraddizione della moltitudine, e non voleste glorificarmi
dinanzi a lei per mezzo delle acque: queste son le acque di contraddizione
presso Cades nel deserto di Sin. Mosè gli rispose: Il Signore Dio
degli spiriti di tutti gli uomini provveda a questo popolo un capo, Il
quale abbia virtù per andare e stare al loro governo, e per guidarli fuori, e
per ricondurgli: affinché non sia il popolo del Signore come un branco di pecore
senza pastore. E il Signore disse a lui: Prendi Giosuè figliuolo di Nun,
nel quale sta il (mio) spirito, eponi sopra di lui la tua mano, Alla
presenza di Eleazaro sommo sacerdote, e di tutta la moltitudine: E gli
darai i tuoi precetti pubblicamente, e una parte di tua autorità, affinché
tutta la sinagoga de' figliuoli d'Israele l'obbedisca. Per lui Eleazaro
sacerdote consulterà il Signore, quando siavi da far qualche cosa. Secondo la
parola di lui egli andrà, o starà, e con lui tutti i figliuoli d'Israele, e
tutta la moltitudine. Fece Mosè, come aveva ordinalo il Signore. E prese
Giosuè, e lo presentò dinanzi ad Eleazaro sommo sacerdote, e a tutta l'adunanza
del popolo: E imposte le mani sul capo di lui, spiegò tutti gli ordini
dati dal Signore.
Come possiamo vedere, gli episodi scelti provengono dall’Antico Testamento, ma ci saranno diversi casi in cui provengono anche dai Vangeli. In molte edizioni gli episodi si ripetono, segno che ormai si sono cristallizzati nella tradizione Orsognese, come il Figliol prodigo, la parabola della Dracma perduta, gli Ebrei che adorano il Vitello d’Oro, ecc., tutte alte testimonianze di Fede e di Carità, nonché di punizione per chi trasgredisce ai comandamenti di Dio.
I TALAMI NELLE FONTI UFFICIALI
Tra i primi etnologi a parlare di questa tradizione, vediamo Antonio De
Nino e Gennaro Finamore. Mentre il primo fornisce una breve descrizione che già
conosciamo, citando anche il carro finale della Madonna con i manoppoli di
grano che vengono distribuiti alla folla, Finamore è più preciso; nel 1896
descrive la festa dei Talami, detta anche “dei pazzi” (reminiscenza appunto
delle tradizioni teatrali medievali?), che si celebra non nel tardo mattino
come si fa oggi, ma nelle prime ore pomeridiane; la messa solenne è celebrata
dopo la processione, anziché prima. Finamore ricorda che nel tempo della festa,
le spigolatrici tagliavano i manipoli di grani per portarli in onore alla
Madonna nella chiesa, i contadini abbandonavano il lavoro, così anche i
cacciatori e gli uccellatori, tutti in pellegrinaggio, cantando, per arrivare a
Orsogna. Giunti alla chiesa, come da rito per qualsiasi santuario meta di
pellegrinaggio, ci si sedeva e mangiava. Il Talamo era uno solo, smontato e
riallestito più volte dai membri della Confraternita del Rifugio, veniva
selezionata tra il popolo una bambina con angioletti che doveva essere issata
su e interpretare la Madonna, e il Talamo sfilava verso la Piazza, accompagnato
dai confratelli con dei ceri accesi, usanza andata decaduta purtroppo,
vanamente riproposta dallo studioso Prof. Francesco Maria Stoppa. Il carro era
trainato da buoi, riccamente agghindato da aranci, frutta, ciambelle, ogni
sorta di primizia della natura. Dalla Piazza il carro fa il giro per risalire
via Roma per andare alla chiesa della Madonna, i guidatori dei buoi del carro
intimano alle bestie di inginocchiarsi, come accade ancora oggi per il bue di
San Zopito a Loreto Aprutino, e quelli ammaestrati, lo fanno. Finamore commenta
questo sentimento di origine probabilmente barbarica, così come la gente che a
cerimonia finita, si scaglia verso il carro per arraffare i dolci, la frutta,
le spighe ben addobbate, a differenza del sentimento cristiano della
Confraternita che sfila in due cordoni umani con i cari in onore della Vergine.
In un articolo della rivista L’Abruzzo del 1920, stampato a Lanciano da
Carabba, a firma di Luigi Dommarco il famoso poeta e scrittore di canzoni
d’Ortona, si ricorda il rito dei Talami, ci sono alcune maggiori delucidazioni
sul Corteo, che dalla Piazza sale verso la chiesa della Madonna, il Talamo è
preceduto da un fila di fanciulle vestite di bianco e adorne di aranci e
primizie, che cantano l’inno alla Madonna; Dommarco si sofferma anche su alcuni
costumi, cuciti dai popolani, le corone e gli scettri di cartone, le barbe
finte per rappresentare i Re e i Profeti, le scenografie arrangiate ma
caratteristiche proprio per questo, che cercano di riprodurre gli ambienti
esotici della Giordania o dell’Egitto, o qualche palma del deserto, o una colonna
di cartapesta e un arco per illustrare la grande sala del palazzo del Re.
Dommarco fornisce anche notizie sui quadri biblici inscenati, quello di
Mosè salvato dal Nilo, con un grazioso bambino di 4 mesi, oppure quello delle
Leggi delle Tavole, o di Salomone e la Regina di Saba. Il carro finale,
ricordato dal poeta, è quello della Madonna del Grano, adorno di spighe e
frutti della natura, con le bambine che le sorreggono, e gli angioletti attorno
la Madonna. Un tema che certamente fu caro al fascismo di lì a pochi anni.
Infine menziona la famosa riffa che si faceva con le primizie donate dagli
orsognesi dei quartieri, che venivano raccolte e battute all’asta in piazza, la
sera del giorno stesso.
Lo storico Girolamo Nicolino di Chieti, nella sua opere storica su
Chieti, nel 1567 parlò di una epidemia di Peste, per cui delle Confraternite
organizzarono delle sfilate dei Talami, rappresentanti i Misteri. Orsogna
rappresentò: Giuda con i denari – Le false dottrine – Il coltello con
l’orecchio di Malco sul piatto d’argento – La canna – La corona di spine – Il
gallo – Le fruste – La colonna – Il bacile e il vaso d’argento – Pilato e Gesù
– I chiodi – Il sudario – La croce. In sostanza una rappresentazione della
Passione e Resurrezione di Gesù, illustrata nel talamo finale. Anche
Roccamontepiano partecipò con delle rappresentazioni sacre a Chieti, uno di
questi dedicato naturalmente al santo patrono San Rocco col cane.
IL PROF. STOPPA E I TALAMI
Il Prof. Francesco Stoppa, come citato, presidente del CATA – Compagnia Tradizioni Teatine di Torrevecchia, cercò nel 2016 con un comitato scientifico a Orsogna, di introdurre alcuni elementi dell’antica usanza popolare orsognese, che erano caduti nel dimenticatoio. Esempio la sfilata delle fanciulle in abito tipico che distribuiscono il grano, o di chi in doppia fila sulla strada porta i ceri benedetti alla Madonna. Su questo corteo di verginelle, come ancora oggi si fa per la Madonna di Carpineto a Rapino, Stoppa propose lo scioglimento del termine finamoriano della “festa dei pazzi o dei pazzarielle”, facendo risalire le reminiscenze di questa tradizione alle feste in onore di Dioniso. In 16 punti lo Stoppa propose di rifare il cammino dei pellegrini alla chiesa madre di Orsogna col rito dell’incubatio, con squadre di contadini e verginelle, le devote col fazzoletto bianco, i portatori dei ceri benedetti, il corteo di verginelle e angioletti per la Sagra, lo sparo dei mortaretti, il carro finale coi manoppi di grano e le primizie dei campi, l’utilizzo rigoroso del bue per i carri, senza usare il trattore, ormai noto a partire dagli anni ’50 (prima ancora, come è possibile vedere dalle foto e dalle testimonianze scritte, i carri erano trainati a mano!); l Santa Messa dopo la sfilata, e il pranzo di rito dei pellegrini. Nella riunione del 2016 si riuscì in parte a riprodurre questi punti proposti dallo Stoppa, con la stampa anche di un quadro-gonfalone riproducente l’Immagine in affresco della Madonna “Nera”; ma dopo qualche anno tutto andò in fumo, mettendocisi di mezzo anche il Covid-19!
Una sfilata del 2017, secondo i canoni presentati dal Prof. Stoppa.
Archivio Associazione “Talami – Quadri Biblici Viventi”, Orsogna
LEGGENDA ORDINE DELLA SFILATA.
Il soggetto biblico di ciascun talamo è scelto anno per anno dal parroco,
in base a un particolare tema scelto dal Papa oppure dall’Arcivescovo di
Chieti-Vasto, o da situazioni naturali e politiche che hanno coinvolto la
comunità.
1° Talamo: Quarto Li Mburze – via Borgo Romano
2° Talamo: Quarte de la Ville, corso Umberto
3° Talamo: Quart’Abballe, corso Trento e Trieste
4° Talamo: Quarte de la Ville, via Adriatico
5° Talamo: Quart’ammonte, viale Paolucci
6 Talamo: Quarte de li ‘Mburze, via Borgo Romano
7° Talamo: Quarte San Giuvanne Belvedere, dove stava la chiesa del
Rifugio
LE EDIZIONI DAL 1900 A OGGI
UNA EDIZIONE ANNI 10
Il Talamo per le nozze del Principe Umberto di Savoia
EDIZIONE 1929 ripresa dall’Istituto Luce:
2° Talamo Quarte de la Ville, Strage degli innocenti con centurioni
romani e bambini
5° Talamo Quart’ammonte, Mosè e le Tavole dei Dieci Comandamenti
6° Talamo da li Mburze, Discorso della Montagna
7° Talamo finale, Madonna del Rifugio con cornucopia di grano e granone
che è distribuito alla folla
Nel 1930 a Roma in occasione dei festeggiamenti per lo sposalizio del principe Umberto di Savoia. Il quadro "La tua Consorte come vite feconda" sfilò per Via XX Settembre e si posò in Piazza del Quirinale, davanti al palco dove sedevano gli sposi.
Talamo "La tua Consorte come vite feconda" -
Anni 30
Durante la guerra per ovvie ragioni, i Talami furono sospesi, ma
ripresero in breve tempo, con tanta partecipazione di popolo, che le fotografie
di quei tempi fanno commuovere, sia per queste rappresentazioni, come per le
foto della sfilata delle conche delle devote, disposte in doppia fila, in onore
di San Rocco.
Non avendo in mano i programmi delle varie edizioni, sulla base di
fotografie, siamo riusciti a individuare, man mano nelle edizioni, qualche
quadro biblico messo in scena.
TALAMO ANNI ‘50
LA REGINA DI SABA
EDIZIONE 1961
TALAMO – GESU’ E LA TEMPESTA DI MARE SEDATA del maestro
Rocco Trentini.
EDIZIONE 1962
TALAMO – LA STRAGE DEI MACCABEI di Gabriele di Bene
EDIZIONE 1963
SALOMONE E LA REGINA DI SABA di Gabriele di Bene
Dal 1964 in poi, per le quattro edizioni del 1964-1965-1966-1967, la festa dei Talami fu patrocinata dall’Ente Provinciale Turismo di Chieti, che fece stampare dei libretti con la versificazione in dialetto, dei passi biblici, del poeta e presidente dell’EPT Chieti Guido Giuliante di Pennapiedimonte.
Il 31 marzo 1964 si rappresentarono: La costruzione dell’Arca (ispirato dall’affresco di Raffaello) – Il Diluvio Universale (ispirato all’affresco di Michelangelo) – Eliezer e Rebecca (dalla pittura di Poussin) – La profetessa Maria (dalla pittura di Gale) – Pentimento e disperazione di Giuda (dal Codice purpureo di Rossano) – Vergini savie e folli (realizzato da Gabriele Di Bene di Orsogna).
Per l’edizione del 1965, si scelsero i Talami: La veste i Giuseppe
presentata al padre – La promessa sposa a Salomon – Giuditta e Oloferne –
Annunciazione – Ingresso di Gesù a Gerusalemme – Lavanda dei piedi.
Per l’edizione 1966: Il Paradiso terrestre – La morte di Golia – Tobia e
l’Angelo – Cristo e i mercanti – Il figliol prodigo – Quinta tromba: flagello
della Terra.
Nell’edizione del 28 marzo 1967: La cacciata dal Paradiso Terrestre –
Diluvio universale – La moglie di Putifarre accusa Giuseppe – Danza di Salomè –
Cristo e l’adultera – Bacio di Giuda.
In questo tempo iniziamo ad avere anche delle edizioni estive della
Sagra, per venire incontro agli emigranti orsognesi che in agosto tornavano in
patria. Ancora oggi abbiamo le rassegne che si celebrano il 16 agosto in onore
dell’Assunzione. Ad esempio già l’ultima edizione curata da Giuliante del 1967
ebbe una replica il 20 agosto. Un’altra replica estiva l’abbiamo nel 1969. In
quell’occasione la composizione fu la seguente: Caino uccide Abele – La statua
di sale – Giuseppe spiega i sogni a Faraone – Lazzaro e il cattivo ricco – Il
Giudizio universale – La Corte Celeste.
Come possiamo vedere, c’è ripetitività nel rappresentare lo stesso
soggetto, come Salomone e la Regina di Saba, Mosè e le Dodici Tavole, Il
figliol Prodigo, il Paradiso terrestre, episodi carichi di significato. Nel
periodo documentato dalla fine dell’800 all’inizio del ‘900 sembra che ci fosse
stato più interesse per l’Antico Testamento, mentre dagli anni ’60, con le
riforme del Concilio Vaticano II, iniziamo a vedere più scene tratte dai
Vangeli, e più concentrazione sulla figura unificatrice e simbolica di Gesù.
Ecco il canto del 1969, definitivo, su cui oggi la Banda civica ha elaborato la musica:
Cantiam e vola il cantico
Pegno del nostro amor,
su per le sfere eteree,
o bella Madre a te…
preghiamo e dalla flebile
prece del nostro cuore
te ne sorridi o Vergine
che buona Iddio ti fè!
E canto e prese il violino
Sino al trono di Dio,
noi lo speriamo, imploralo
che forza il Ciel ti diè!
E sentirem rinascere
Nel cor fidente e pio
Speme ed amor purissima
Fede possente in Te.
Come vediamo sono sempre quartine, dunque pensiamo che la musica che
oggi la Banda esegue, possa essere derivata da un’originale composta al tempo
di Domenico e Vincenzo Galante che scrissero i primi canti tra il 1887 e il
1906.
EDIZIONE 1976
TALAMO – SACRIFICIO DI ISACCO
TALAMO – RE SAUL
TALAMO – IL SERPENTE DI BRONZO di Angelo Catano
4° TALAMO?
5° TALAMO – RESURREZIONE DI LAZZARO
EDIZIONE 1978
TALAMO – SPOSALIZIO DELLA VERGINE di Angelo Catano
EDIZIONE 1980
2° TALAMO QUARTE DE LA VILLE CORSO UMBERTO – MOSE’ RACCOLTA DALLE ACQUE
DELL’EGITTO
EDIZIONE 1984
TALAMO – LA FUGA IN EGITTO
EDIZIIONE 1989
1° TALAMO – MOSE’ E IL FARAONE
2° TALAMO QUARTE DE LA VILLE: CONVERSIONE DI MATTEO di Angelo Catano,
ispirato al quadro di Caravaggio
3°TALAMO: SAUL E L’INDOVINA
4° TALAMO: SPOSALIZIO DELLA VERGINE MARIA
5° TALAMO QUART'AMMONTE: VISITAZIONE DI MARIA A ELISABETTA di Antonio
D’Ercole
6° TALAMO: SAN PIETRO LIBERATO DALL’ANGELO
TALAMO A SPALLA QUARTE SAN GIUVANNE
- ANNUNCAZIONE, già mostrato nell’edizione 1988
EDIZIONE 1990
TALAMO QUART’ABBALLE – LA TUA DONNA COME VITE FECONDA Fatto da Maria
D’Alleva e Livia Ceccarossi
TALAMO QUART’AMMONTE – ADAMO ED EVA di Rodolfo Cipollone
TALAMO – L’ANNUNCAZIONE di Angelo Catano e Francesco Carullo Il Talamo riprende l'opera "Annunciazione tra i
santi Ansano e Margherita" realizzata nel 1333 dal pittore senese Simone
Martini (attualmente visibile alla Galleria degli Uffizi-
EDIZIONE 1992
GESU’ CAMMINA SULLE ACQUE di Giuseppe Zaccaretti
TALAMAO A SPALLA QUARTE SAN GIUVANNE – MARIA VISITA ELISABETTA
EDIZIONE 1995
TALAMO QUARTE DE LA VILLE – GIUDITTA EROINA SALVA IL SUO POPOLO
4° TALAMO QUART’ABBALLE – MARIA SPOSA GIUSEPPE
6° TALAMO QUART’ABBALLE – LE NOZZE DI CANA
EDIZIONE 1996
GESU’ BUON PASTORE
TALAMO A SPALLA QUARTE SAN GIUVANNE – LA SPOSA DEL CANTICO DEI CANTICI
EDIZIONE 1997
5° TALAMO QUART’AMMONTE : ULTIMA CENA
Fatto da Camillo Elisio
EDIZIONE 1998
1§ TALAMO QUARTO CASTELLO – LA MATERIA PRIMORDIALE di Camillo Elisio
TALAMO – LO SPIRITO SOPRA I GENTILI – scuola media
EDIZIONE 2000
4° TALAMO QUARTE D ELA VILLE: MOSE’
GUIDA IL POPLO DI ISRAELE / GESU’ GUIDA I POVERI PECCATORI
5° TALAMO QUART’AMMONTE – MOSE’ HA INNALZATO IL SERPENTE / GESU’ E’
STATO INNALZATO IN CROCE – scuola media di Orsogna
EDIZIONE 2002
TALAMO FINALE A SPALLA: QUARTE SAN GIUVANNE – PRIMO SEGNO: LA DONNA
EDIZIONE 2004
TALAMO – IL DILUVIO UNIVERSALE di Luigi Cerretano
TALAMO A SPALLA – QUARTE SAN GIUVANNE – LA VITTORIA DI CRISTO SULLA
MORTE
EDIZIONE 2005
5° TALAMO QUART’AMMONTE – LA PASQUA DI GESU’ Realizzato da Luigi Cerretano
EDIZIONE 2006
1 TALAMO QUARTE LI MBURZE – DIO CREO’ L’UOMO E LA DONNA
di Mario D’Alleva, Gianni D’Alleva, Antonio Di Girolamo
2° TALAMO – IL PASSAGGIO NEL MAR ROSSO – prof.ssa
Gabriella Gentile
TALAMO – DEPOSIZIONE DI CRISTO di Paolo Di Scipio
Le presenti fotografie sono tratte dall’Archivio
Associazione “I Talami – Quadri Biblici viventi” di Orsogna.
EDIZIONE 2008
2° TALAMO – GIUSEPPE E I SOGNI Gruppo scout
3° TALAMO QUART’ABBALLE – ANNUNCIO DELLA NASCITA DI
GIOVANNI di Elisabetta Mastrocola
5° TALAMO – LA FUGA IN EGITTO di Paolo Di Scipio
6° TALAMO FINALE A SPALLA – QUARTE SAN GIUVANNE – LA
PECORELLA SMARRITA
TALAMO A SPALLA – APERTURA DEI SETTE SIGILLI
EDIZIONE 2010
TALAMO – IL DILUVIO realizzato dalla Prof.ssa Graziella Gentile
TALAMO – IL PASSAGGIO DEL MARE ROSSO di Gabriella De Palma
5° TALAMO QUART’AMMONTE – LA TEMPESTA SEDATA realizzato da Anna Maria
Cavaliere
7° TALAMO QUARTE SAN GIUVANNE – LA RESURREZIONE
EDIZIONE 2012
TALAMO – GESU’ E LA PARABOLA DEL BUON PASTORE realizzato da Samuel Di
Domenica
TALAMO – GESU’ E LA PARABOLA DEL BUON SAMARITANO realizzato da Manuel
Petino
6° TALAMO QUARTE SAN GIUVANNE: GESU’ E IL DISCVORSO DELLE BEATITUDINI,
realizzato dall’Associazione Talami di Orsogna
EDIZIONE 2007
1° TALAMO Quarto Castello – IL ROVETO ARDENTE: VOCAZIONE E MISSIONE DI
MOSE’
2° TALAMO – QUARTE DE LE VILLE, via Ortonese, IL FIGLIOL PRODIGO
3° TALAMO – QUART’ABBALLE – LA PESCA MIRACOLOSA
4° TALAMO – QUART’ABBALLE, PIAZZA MARTIRI, GESU’ RISUSCITA UN GIOVINETTO
5° TALAMO, QUARTE DE LA VILLE,
CORSO UMBERTO, LA RESURREZIONE DI LAZZARO
– IL PROFETA ELIA SUL MONTE OREB
6° TALAMO QUARTE SAN GIUVANNE – RESURREZIONE DI GESU’
EDIZIONE 2009
5° TALAMO QUART’AMMONTE:
“DISTRUZIONE DI SODOMA E GOMORRA”
EDIZIONE 2016
1° TALAMO QUART’ABBALLE: GESU’ LIBERA L’INDEMONIATO
2° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE – L’ANNO DI MISERICORDIA
3° TALAMO: LA CHIAMATA DI MATTEO
4° TALAMO. QUART’ABBALLE – DIO MISERICORDIOSO E PIETOSO
5° TALAMO QUART’AMMONTE: IL DISCORSO DELLA MONTAGNA
6° TALAMO: IL SERVO SPIETATO
EDIZIONE 2017
1° Talamo: la Gioia del vino, Nozze di Cana
2° Talamo: La manna del deserto
3° Talamo: Rachele e l’Angelo
4° Talamo: il Tempio di Re Salomone
5° Talamo: Strrage degli innocenti
6° Talamo: Parabola del seminatore
7° Talamo: Madonna con angeli e due fedeli inginocchiati
EDIZIONE 2018
1° TALAMO: GIUSEPPE E LA MOGLIE DI PUTIFANE
2° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE – MOSE’ SALVATO DAL NILO
3° TALAMO – QUARTE DI VIA ADRIATICO – SPOSALIZIO DELLA VERGINE
4° TALAMO – QUART’AABBALLE – ANNUNCIAZIONE A MARIA
5° TALAMO QUART’AMMONTE – ADORAZIONE DEI PASTORI
6° TALAMO – FIGLIOL PRODIGO
Sfilata in abiti tradizionali abruzzesi da piazzale Belvedere per via
Roma, con il Talano dell’Apparizione dell’Angelo Gabriele a Maria
EDIZIONE 2019
Sfilata con le conche e abiti tradizionali da piazza Belvedere per via
Roma, con il Talamo della Visitazione con una Madonnina bambina in alto
1° TALAMO QUARTO CASTELLO: ADAMO ED EVA NEL PARADISO TERRESTRE
2° TALAMO: CORSO UMBERTO ESAU’ E GIACOBBE
3° TALAMO- QUARTE DE LA VILLE di Gabriella Covone: GIUSEPPE E IL SOGNO
4° TALAMO QUART’ABBALLE di
Federica Merletti – TOBIA E SARA: IL CORAGGIO DI APRIRSI ALL’AMORE
5° TALAMO QUART’AMMONTE di Giuseppe Zaccaretti: DAVIDE E GIONATA: LA FEDELTA’ DELL’AMICIZIA
6° TALAMO QUART’ABBALLE di Gianni Matsrantoni: DANIELE: SAGGEZZA E
FORTEZZA
EDIZIONE 2022
1° TALAMO: QUARTE LI ‘MBURZE )via Borgo Romano): NON UCCIDERE TUO
FRATELLO – CAINO E ABELE
2° TALAMO: QUARTE DE LA VILLE (Corso Umberto): PER TUTTO IL MONDO,
SHALOM!, dal Salmo 122
3° TALAMO: QUARTE DE LA VILLE (Via Adriatico): L’UOMO CHE VIVE IN
ARMONIA CON LA NATURA, CON DIO E CON SE’ STESSO (Levitico, 3-6)
4° TALAMO – QUART’ABBALLE (Piazza Martiri civili): IL PREMIO NEL REGNO
DEI CIELI – PARABOLA
5° TALAMO: QUART’AMMONTE (viale Paolucci): LA PREGHIERA DEL PERDONO
(Matteo VI, 7-15)
6° TALAMO: QUART’ABBALLE (viale Trento e Trieste): PARABOLA DEL RE CHE
VUOLE FARE LA GUERRA
7° TALAMO: QUARTE DE SAN GIUVANNE: IL MESSIA E’ LA PACE (Giovanni 14.27)
Talamo: LA DISUBBIDIENZA DEL POPOLO ELETTO, edizione 2023, a cura dell’Associazione
Il Teatro di Plinio
EDIZIONE 2023
1° TALAMO - QUARTO LI ‘MBURZE di
Antea Iocco: LA CREAZIONE: PRIMO ATTO DELLA MISERICORDIA DI DIO
2° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE (corso Umberto), dell’Associazione Il
Teatro di Plinio: LA DISUBBIDIENZA DEL POPOLO ELETTO, OVVERO IL VITELLO D’ORO
3° TALAMO: QUART’ABBALLE (piazza Martiri civili), di Laura Tenaglia: NON
GIUDICARE: NESSUNO E’ SENZA PECCATO
4° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE (Via Adriatico), di Giuseppe Zaccaretti:
LA CHIAMATA DI MATTEO
5° TALAMO. QUART’AMMONTE (Viale Paolucci), di Giuseppina Candeloro: LA
DRACMA PERDUTA – PARABOLA
6° TALAMO: QUART’ABBALLE (viale Trento e Trieste), dell’Associazione
culturale “Talami”: IL FIGLIOL PRODIGO
7° TALAMO – QUARTE DI SAN GIUVANNE, di Giulia e Raffaele Sacramonte con Paolo Di Sipio: LA MISERICORDIA DI DIO NON HA CONFINI – MADONNA DEL RIFUGIO.
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