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Immagine storica
dell’affresco del XV sec. della Madonna Nera, presso la distrutta chiesa
della Madonna del Riparo di Orsogna. Archivio Associazione “I Talami – Quadri biblici viventi”, Orsogna. |
di Angelo Iocco
È una festa ormai Patrimonio Nazionale,
che segna la conclusione del Periodo della Passione, che si chiude con la
celebrazione del Corpus Domini. A Orsogna fino ai primi anni 2000 le infiorate
per le stradine e le piazze del paese erano rinomate, le devote coglievano i petali
dalle fioriere, prestate anche dalle devote di vicini paesi, e tessevano il
ricamo e il disegno sacro! Oggi purtroppo tutto dimenticato…..La festa dei
Talami si celebra come da tradizione il Martedì in Albis. Qualche anno fa si
era proposto il Lunedì di Pasqua per venire incontro ai vacanzieri e agli
emigranti che tornavano per le feste, tuttavia attualmente si è riproposto il
tradizionale Martedì. È una festa che simboleggia la Resurrezione di Cristo,
nel sentimento popolare si celebra anche rinascita della vita e della natura
dopo l’inverno, per la devozione alla Madonna “bruna” proveniente dall’Egitto:
è una festa di ringraziamento per il risorgere della vita, del grano, della
fertilità! Quanti ricordi ci ispirano questa cerimonia, ci riportano al tempo
dell’infanzia, quando presso le scuole secondarie di I grado i ragazzini
illustravano i pannelloni in compensato, li squadravamo, tracciavamo il disegno
della scenografia del soggetto biblico da illustrare, e coloravamo,
dipingevano, poi dalle brave sarte del quartiere si facevano cucire su misura i
vestiti variopinti per essere ora un pastore, ora il Figliol prodigo, ora il
Re, ora il Faraone, ora il mendicante, ora il Sommo Sacerdote, ora Ester, ora
la Madonnina! Tutta Orsogna partecipa attivamente con somma gioia a questa
festa!
Le origini sono solitamente fatte risalire al Medioevo, tempo delle grandi rappresentazioni teatrali sacre. Il tavolato della chiesa dove si svolgevano le rappresentazioni, presso il muro che separava il tramezzo dal coro, era chiamato “tabularium” e poi talamo e il D’Ancona nei suoi scritti sull’antico teatro sacro, fa diverse menzioni di rappresentazioni inscenate nel talamo. La Sacra Rappresentazione nacque a Firenze nel XIV secolo, proprio come senso vero di illustrazione teatrale scenica, con rappresentazioni simboliche dei martiri dei Santi, delle scene della Vita di Gesù e della Madonna; questa tradizione si spostò naturalmente in Umbria, dove abbiamo diverse esemplari di Laudi, fino a raggiungere, attraverso la via per Napoli, l’Abruzzo aquilano. Il De Bartholomaeis studiò gli antichi testi delle Laudi e Sermoni in volgare aquilano abruzzese di questi tempi, incentrati sui pianti della Madonna per la morte di Gesù, o su racconti delle vite dei Santi, si ricordano quelli di Sant’Antonio abate, San Giuliano amico di Frate Giovanni da Capestrano, di Santa Caterina martire opera di Buccio di Ranallo,ecc.
Pio Costantini in un suo saggio sulla
Madonna di Orsogna, ricorda le origini della chiesa distrutta della Madonna del
Rifugio, monumento-simulacro assente da anni nella memoria collettiva e nella
fisicità del tessuto urbano orsognese, ma simbolo di una tradizione che non
muore, nemmeno nell’assenza del monumento-simulacro stesso, oggetto del culto,
in quanto i carri dei Talami sono ben tangibili visivamente-tatticamente,
mentre sfilano per il paese, così come la statua della Madonna, ricostruita a
imitazione dell’antico affresco, e conservata nella chiesa parrocchiale.
Il Costantini, a guerra terminata e
chiesa del Rifugio purtroppo gravemente compromessa dalle cannonate di mortaio,
si chiedeva come mai il simulacro in affresco della Madonna, sulla scorta delle
fotografie esistenti, non venisse ricostruito e esposto magari nella chiesa di
San Rocco. Un Simulacro nel 2016 fu realizzato, ristampando su gonfalone la
fotografia in bianco e nero della Madonna, ancor prima era stato disegnato da
Vito Giovannelli per una pubblicazione di Plinio Silverii, ma oggi non è
portato in processione. Costantini cita l’antico codice degli Statuti della
Bagliva di Orsogna del XIV secolo, dove si parla della chiesa di Santa Maria
dei Raccomandati o della Fraterna, e quindi ne deduce che la chiesa in quei
tempi già esistesse, proprio presso la rupe del piazzale Belvedere che guarda
verso la Majella; ma già all’epoca si svolgeva questo antico rito dei Talami?
Impossibile dirlo, in assenza di documenti precisi, nonostante agli orsognesi
piaccia immaginare che le origini dei Talami risalgano al 1300; anche perché
Costantini nel parlare degli Statuti, menziona un’aggiunta, ai capitoli già
esistenti, riferibile ai secc. XVII-XVIII; dunque ci spostiamo avanti nelle
culture: all’epoca del tardo Rinascimento, all’epoca delle riforme del culto
col Concilio di Trento, all’epoca del fiorire di diverse Confraternite e nuovi
ordini religiosi come i Camilliani, i Paolotti, i Gesuiti, gli Oratoriani, gli
Scolopi, nati per desiderio della Santa Chiesa nel tentativo di ripascimento
della Fede Cattolica dalle ondate protestanti.
Anche Orsogna dunque ebbe la sua sede confraternale nella chiesa della Madonna, di gestione die Padri Paolotti, e dunque nella metà del ‘500, con la devozione per la Madonna e per l’affresco conservato nella chiesa, nacque la Festa dei Talami? O magari la devozione man mano con gli anni, si radicò così tanto presso il popolo, da organizzare delle esposizioni teatrali di gusto medievale, fino alla cristallizzazione del rito processionale, con la sagra dei Talami che oggi conosciamo? Ancora difficile dirlo con certezza! A nostro avviso, ma è solo mera ipotesi, sulla base di confronti con altri pellegrinaggi dei devoti coi ceri alla Madonna in Abruzzo, ad esempio per la Madonna della Libera di Pratola, per la Madonna di Casalbordino, per la Madonna delle Grazie di Francavilla, per la Madonna Addolorata di Pescara, per la Madonna della Selva di Castelfrentano, per la Madonna di Roio all’Aquila ecc., i pellegrini delle contrade orsognesi, come descritto da Finamore e da Simeoni, giungevano a piedi al sagrato della chiesa per il rito di adorazione, e come ricorda il Costantini nel giorno della festa, di incubazione. Infatti era credenza presso il volgo di fare tante preghiere alla Madonna la notte prima della festa, poiché allo spuntare del dì, il raggio di sole avrebbe colpito il volto dell’affresco, e la Madonna avrebbe mosso gli occhi!
Questo affresco già citato oggi è andato
perduto insieme a tutta la chiesa, risale a prima del XVI secolo, almeno al
1400, tempo in cui la chiesa era citata nei documenti come di Santa Maria. Un
affresco che mostra la Vergine Nera, sulla base delle tradizioni bizantine,
attorniata da Angeli e da piccoli fedeli, dipinti appositamente, come nella
tradizione bizantina e romanica, in scala minore rispetto alla grandezza della
Vergine, del Santo o del Cristo trionfante. Il vestito è tutto dorato e trapunto,
altra caratteristica bizantina. Cogli anni, il culto della Madonna Nera si
tramutò nella Madonna Bianca; la chiesa al tempo era sotto la parrocchia di San
Giovanni nell’omonimo rione, chiesa purtroppo andate perduta anch’essa, per le
sciagurate ricostruzioni e demolizioni post-belliche del 1948. Costantini dice
che il culto della Madonna era così forte che perfino la famiglia Colonna,
feudataria di Orsogna per secoli, fece realizzare una copia dell’affresco in
una sala del loro palazzo-castello sulla Piazza. Manco a dirlo, anche il
castello colla guerra, e nelle ricostruzioni, andò completamente distrutto!
Quanto al cambiamento
del culto della Madonna, alla modifica dell’iconografia e dei colori, notiamo
che dallo sfolgorante oro e pietre preziosi bizantine, si va, col Concilio, a
schiarire la Vergine, con il volto candido, e le vesti cerulee e rosse; e così
anche la Confraternita del Sacramento e del Rifugio, menzionata per la prima
volta nel 1576 in una Santa Visita del Vescovo di Chieti, assume questo colore
per la divisa, mento turchino e sacco bianco per il vestimento. Questa
Confraternita nacque per garantire delle opere pie a Orsogna, come il
seppellire i morti, scarseggiando i cimiteri. All’epoca i morti si seppellivano
o fuori la città, o dentro le chiese, e Orsogna a fine ‘700 avrà grandi
problemi di spazi di sepoltura, essendo tutti saturi!
Come apparve la Madonna a Orsogna? Ogni
culto ha un’origine, ed essendo “bruna o anche detta negra”, si dice che la
Madonna a Orsogna venne dall’Egitto, tradizione ormai nota del Vangelo, e si
posò su un albero di fico, apparendo a dei fedeli, e chiedendo una chiesa, per
poi ascendere al Cielo. Ci sembra più ovvio che questo culto provenne dalla
Madonna Incoronata di Foggia, essendo il paesino adagiato sulla via del
Tratturo (attuale viale Paolucci-viale Trento e Trieste), e che la leggenda
possa essere stata importata dai pastori viandanti. Non molto distante, una
Madonna apparsa sopra il fico è venerata anche nella chiesetta campestre di
Santa Maria Imbaro, vicino Lanciano, e al santuario di Arielli, lungo la stessa
direttrice tratturale, e la diramazione Centurelle-Montesecco. Una leggenda
ormai nota in tutto l’Abruzzo su questo ciclo delle Madonne arboree, a Casoli,
a Pescara, a Casalbordino, a Castelfrentano, a Roio, a Villalfonsina, a
Casacanditella, a Teramo, a Sulmona, ecc.
Già al tempo del Costantini, quindi nei
primi anni dopo la guerra, benché lui menzioni anche il filmato dell’Istituto
Luce del 1929 realizzato dal Cav. Vincenzo Melocchi di Chieti della Teatina
film, la Festa non si svolgeva più nel pomeriggio, come dirà Finamore più
appresso qui, ma di mattino a mezzogiorno, come si fa ancora oggi. Costantini
descrive la fiumana umana che si assiepa per i principali crocevia del tratturo
attraversato dal viale Paolucci-viale Trento e Trieste, presso la Piazza,
presso via Roma, si affaccia dai balconi delle case e dalla loggia del Teatro
ex Prefettura in piazza per assistere alla Sagra. Descrive anche le donne che
vengono dalla campagna tenendosi per mano e portando i fasci di grano, e
ricorda la festa del 24 giugno dedicata a San Giovanni, dove a Orsogna ancora
oggi si volge il rito della “Comparanza”, dove si scelgono compari e comari,
dopo aver fatto tre volte il giro della chiesa, oggi come detto purtroppo
distrutta, causa del resto dell’affievolimento di questo rito, in mancanza del
luogo-simbolo, a differenza dei Talami.
Costantini, come Finamore, ricorda i
confratelli che si vestono da personaggi biblici, per allestire i Talami da diversi
quartieri del paese, i quali si vanno a collocare, a talamo fatto, presso il
sagrato della chiesa della Madonna, dove ancora oggi l’ultimo talamo si
inserisce, nel piazzale Belvedere, per iniziare la sfilata verso la Piazza.
Costantini non si sofferma sulla scelta dei passi Biblici da rappresentare: i
quartieri sono Li Mburze ossia i Rinforzi (quartiere Borgo Romano), le mura
medievali ancora oggi visibili da via Vincenzo Galante che cingevano la torre
di Porta San Giovanni nel rione di espansione del Borgo Romano, poi il Quarto a
Valle (Quart’abballe) di Piazza Martiri civili e viale Trento e Trieste; a
seguire il Quarto de la Ville, ossia il rione dell’espansione edilizia
ottocentesca di Villagrande dove le case a settentrione si affacciano sulla Piazza,
dunque il Talamo come anche oggi si vede, partiva dallo stradone di corso
Umberto, e oggi un altro parte dallo stesso rione da Via Adriatico; il quinto
talamo da lu Quart’a mmonte (Il Quarto di sopra, di viale Paolucci, partendo
dalla pineta), che giunge in Piazza, e infine il Talamo del Quarto di San
Giovanni, che in origine usciva dalla chiesa della Madonna, e che oggi parte
dal piazzale Belvedere, dove appariva la Madonna del Rifugio attorniata da
angeli e bambini coi manoppoli di grano.
Ritornando al tema delle scene Bibliche rappresentate, ogni anno variano, a seconda della scelta del sacerdote del paese. Ogni anno c’è un tema particolare da illustrare, forse in base alle varie circostanze accadute nell’anno, o in base a bolle pontificie o lettere del vescovo, come ad esempio capita di vedere oggi. E questa tradizione dei Quartieri che organizzano i Talami secondo queste direttive dei prelati, quando nacque? Abbiamo detto dell’origine popolare del culto alla Madonna, dell’apparizione sul fico, della processione rituale dalle campagne fino alla chiesa, dell’incubazione; ma la festa sagra che oggi conosciamo, quando avrebbe iniziato a originarsi, e a inserirsi nel contesto di questo culto popolaresco? Io stimo che in origine la festa non includesse la presenza dei Talami, e che dal ‘700, con il lavoro dei Confratelli e del parroco, si sia deciso di allestire magari un Talamo in onore della Madonna, e a seguire altri Talami allestiti dai vari quartieri degli artigiani, per mettere in mostra scene della Bibbia. Sono del parere che anche in questo caso, colla tradizione abruzzese del Teatro Sacro ancora in voga oggi a Lanciano, a Chieti, a Teramo, a Sulmona, citando i Riti della Settimana Santa per esempio, questa Sagra abbia un’origine risultante essere il sincretismo di tradizione popolaresca tardomedievale teatrale, e tradizione colta: l’inserimento nello spettacolo al volgo analfabeta di “Quadri biblici viventi”. Scene parlanti in sostanza, come le pitture e le sculture parlanti delle cattedrali del Medioevo, con funzione educatrice.
Funzione ancora più educativa e più
accentratrice, se in questa Sagra, le bambine orsognesi sono selezionate ogni
anno per impersonale la Madonna sopra il Talamo, ancora più se gli artigiani
dei vari quartieri, oggi le associazioni e i pittori e scultori, sono tutti
chiamati a partecipare per l’allestimento del proprio Talamo!
Esistono dei libretti, oggi molto rari, che Pio Costantini possedeva, stampati verso la fine dell’800, per ciascuna edizione dei Talami, in cui i poeti orsognesi si cimentavano nel comporre delle canzoni sacre in onore della festa. Furono pubblicati in una Tesi di laurea su Orsogna, la sua storia e le sue tradizioni da Gabriella Fonzi. Per l’edizione del 16 aprile 1887 il M° Luigi Nigri di Foggia musicò una canzone, anche se oggi non ho avuto traccia di questo spartito. Nel 1888 Vincenzo Galante di Orsogna scrisse delle poesie con musica per la processione dei Talami, con questo ordine: Il Sodalizio – Il Roveto ardente – L’Iride – Ester e Maria – Primavera . Canto degli agricoltori – Offerta. Per l’edizione del 1889 sempre Galante musicò queste scene: A Nostra Madre – La nascita di Maria – La presentazione al Tempio – Annunciazione – Sposalizio di Maria e Giuseppe – Visitazione di Maria – Purificazione – Assunzione, e infine il canto popolare a Maria. Purtroppo oltre al programma, non si conosce altro circa le musiche. Per fortuna il Costantini riproduce nel suo scritto il testo del canto popolare del 1889, che riportiamo:
I
Della gente, quei fidenti
Nell’amor che Tu le ispiri,
o Pietosa, e Gloriosa
Vergin Madre del Signor.
II
Odi il canto che ti santo
Gaudio, e d’umili desiri,
è votivo, inno festivo
entusiasmo del suo cor.
III
E fa ch’ella ognor novella
Di virtudi al tuo cospetto
Popol sia, per la sua vita
Sempre chiuso a ogni error!
IV
E Straniero, anche al pensiero
D’ogni turpe, o vil diletto
Che fa gente, ognor ridente
Sia del tuo materno amor.
V
Fa’ che forte, sino a morte
Del Rifugio, che ne sei,
ella viva, sempre o Diva,
anche lieta nel dolor.
VI
Nella festa che Ti appresta,
fa’ che sentan se ci fai rei,
o Maria clemente e pia,
Salutevole terror!
Nel 1890 Domenico Galante pubblicò un nuovo Cantico a Maria nel volantino dell’edizione della Sagra, con dedica al nipote Vincenzo Galante, seguendo questo ordine: Inno (Canto di agricoltori) – Adorazione dei pastori – Fuga in Egitto – Smarrimento di Gesù nel deserto – Le nozze di Canaa – Ascensione – Il Cenacolo – Inno a Maria. Nel 1892 sempre Galante compose queste poesie: Una prece a Maria – Canto popolare per musica – Giuseppe recupera la vista – Il Timore di Dio – Giobbe e gli amici – Corte nuziale degli Ebrei. Per l’edizione del 27 marzo 1894: Canto di fanciullo a Maria – Giuseppe calato nella cisterna dai fratelli – Ester e lo scettro di Assuero – David riconciliato con Assalonne – Rut la spigolatrice – Assuero scopre Aman ai piedi di Ester – Primizie dei campi a Maria.
Il canto, su cui sono state modulate le
note musicali del canto del 1969 che vedremo più avanti, ancora oggi eseguite
dalla Banda civica, dovrebbe essere questo, anche se oggi non viene più
eseguito vocalmente. C’è chi ha scritto che la musica di anonimo, fu adattata
sulla base di uno scritto dell’orsognese Camillo de Nardis:
I
Madre santa, che raccogli
Sotto il manto i tuoi figlioli,
Tu ci reggi e ci consoli,
se un rifugio a Te cerchiam!
II
Ci consoli e ci difendi
Più pietoso il ciel ne rendi;
dal peccato ci ritogli
quando ingrati a Te pur siam!
III
Benedetta! E allor più pia
I tuoi figli, i figli brami;
sotto il manto ci richiami
ché di Madre hai sempre il cor.
IV
A Te grato dunque e santo
Dei tuoi figli ascenda il canto:
Benedetto il nome sia
Della Madre e dell’amor!
Il 4 aprile 1899 Domenico Galante
scrisse quattro quartine: Canto di fanciulle a Maria – Incontro di
Giobbe ed Esaù – Mosè salvato dalle acque – Corte nuziale di Ebrei – Il vitello
d’oro – Salomone porta a palazzo la Regina di Saba – Primizie dei campi a
Maria.
Per il 14 aprile 1903 Galante scrisse:
Coro di fanciulle e fanciulli, e le 5 rappresentazioni dei Talami: Il
serpente di bronzo – Il figli di Salphaad davanti a Mosè – Saul vuole uccidere
Davide – Davide si finge pazzo davanti d Achis – Athalia si oppone
all’incoronazione di Giosa – Primizie dei campi a Maria.
Il 5 aprile 1904: La profetessa
Maria – Onore ai genitori – La Regina di Saba – La cena di Baldassarre –
Giuditta donna forte – Primizie dei campi a Maria.
Il 25 aprile 1905: Incontro di
Setro e Mosè nel deserto – Solomone conduce a palazzo la figlia di Faraone – Il
voto della fanciulla ebrea – Incontro di Seephte con la figlia – Il giudizio di
Salomone – Primizie dei campi a Maria.
Il 17 aprile 1906: Canto di fanciulle e Maria – Mosè e Aronne davanti a Faraone – Mosè espone la Legge al popolo – Dedicazione di Samuele – Assuero si fa leggere gli Annali – Saul fatto Re da Samuele – Primizie dei campi a Maria.
Talamo "La tua Consorte come vite feconda" -
Anni 30
Tornando al mio dubbio, ci dispiace dire che non possediamo e non si possiede un calendario ufficiale con un programma, che elenchi anno per anno il soggetto biblico per i 7 talami. Sulla scorta di articoli di giornale e soprattutto di fotografie storiche, gentilmente messemi a disposizione dal ricercatore Vittorio Pace, tenterò di fare una ricostruzione delle annate che possediamo, incominciando dai primissimi anni del ‘900.
Nello scritto In the Abruzzi di
Anne McDonell del 1907, si fa menzione dei soggetti biblici rappresentati in
quell’anno: Mosè salvato dalle acque – Mosè che colpisce la roccia –
Salomone e la Regina di Saba – Il sacrificio di Isacco – Le Tavole della Legge
– Il roveto ardente – Annunciazione – Adorazione dei pastori – Le nozze di
Canaa – L’Ascensione. Notiamo un numero superiore a 7, significato che un quartiere
organizzava più di un talamo, e che sicuramente in base alle prescrizioni del
sacerdote, in quell’anno si era selezionato un tema che avesse un filone di
collegamento tra i passi del Vecchio e Nuovo Testamento. Come vedremo ancora
oggi alcuni di questi quadri sono ancora oggi rappresentati con frequenza.
Abbiamo anche una testimonianza più antica di Tommaso Bruni di Francavilla al
mare del 1887, in un opuscolo, in cui menziona i talami de: I fratelli
e le sorelle del Rifugio – Il sacrificio di Abramo – La scala di Giobbe – Le
tavole della Legge – Salomone e la Regina di Saba, più il Talamo della
Madonna.
Nell’articolo di
Costantini del 1948 appaiono due fotografie, un talamo che illustra il re
Abimelech che restituisce Sara ad Abramo (Genesi XX). Di lui il Libro della Genesi dice
che era "re dei Filistei", ma si tratta certamente di un anacronismo.
Il redattore deve aver collocato ai tempi dei Patriarchi,
prima metà del II millennio a.C., la situazione a lui contemporanea: i Filistei si
insediarono sulla costa di Canaan solo nel XII secolo a.C., nel
contesto dell'invasione dei cosiddetti Popoli del Mare.
Secondo Genesi (20),
Abramo, che risiedeva nel territorio di Gerar su cui regnava Abimelech, ritenne
prudente far credere che la moglie Sara fosse sua
sorella, come già aveva fatto nel corso del suo viaggio in Egitto e probabilmente
per la stessa ragione: riteneva che la bellezza di Sara avrebbe spinto coloro
che la desideravano a ucciderlo per sbarazzarsi di lui, se l'avessero creduto
suo marito, ma gli avrebbe invece attirato il favore dei suoi ammiratori se l'avessero
creduto suo fratello. Abimelech fece rapire Sara. Ma prima di accostarsi a lei,
fu avvertito in sogno che la donna era moglie di Abramo, suo ospite, al quale
allora la restituì con ricchi doni. Abramo e Abimelech strinsero poi un patto (Genesi,
21,22-32).
Anche Isacco fu ospite di un
re dei Filistei chiamato Abimelech e, anche in questo caso, viene presentato
l'intreccio della moglie presentata come sorella. Anche Abimelech e Isacco
stringeranno un patto (Genesi, 26).
Nell’altro Talamo: le figlie di Salphaad
davanti a Mosè (Numeri XXVII) Le figliuole di Salphaad in mancanza di
maschi succedono al padre nell'eredità. Il Signore dice a Mosè, ch'ei morrà,
quando dal monte Abarim avrà mirata la terra di promissione, ed avrà sostituito
Giosuè al governo del popolo.
Allora andarono le
figliuole di Salphaad (figliuolo di Hepher figliuolo di Galaad figliuolodi
Machir figliuolo di Manasse, il quale fu figliuolo di Giuseppe): i nomi delle
quali eranoMaala, e Noa, ed Hegla, e Melcha, e Thersa: E si presentarono a
Mosè, e ad Eleazaro sommo sacerdote, e a tutti i principi del popolodinanzi
alla porta del tabernacolo dell'alleanza, e dissero: Il padre nostro si
morì nel deserto, e non ebbe parte alla sedizione mossa contro ilSignore, di
cui il caporione fu Core; ma si morì nel suo peccato: egli non ebbe figliuoli
maschi. Per qual ragione il suo nome è tolto alla sua famiglia, non avendo egli
avuto un figliuolo? Dateci una porzione tra i parenti di nostro padre. E
Mosè rimise la loro causa al giudizio del Signore, Il quale gli
disse: Le figliuole di Salphaad chiedono una cosa giusta: da' loro una
porzione tra' parenti del padre loro, e succedano nella eredità di lui. E
a' figliuoli d'Israele dirai: Se un uomo muore senza aver figliuoli,
l'eredità passerà alle figliuole: Se non avrà nissuna figliuola, i suoi
fratelli saranno suoi eredi: E se non avrà nemmen fratelli, darete
l'eredità a' fratelli del padre di lui: E se neppur avrà delli zii paterni,
sarà data l'eredità a' più prossimi, che egli abbia: e sarà questa una legge
perpetua pe' figliuoli d'Israele, come ha ordinato il Signore a
Mosè. Disse ancora il Signore a Mosè: Sali su questo monte Abarim, e di là
contempla la terra, che io darò a' figliuoli d'Israele: E quando l'avrai
veduta, andrai anche tu a trovare il tuo popolo, come andò Aronne tuo
fratello: Perché voi mi disgustaste nel deserto di Sin nella
contraddizione della moltitudine, e non voleste glorificarmi dinanzi a lei per
mezzo delle acque: queste son le acque di contraddizione presso Cades nel
deserto di Sin. Mosè gli rispose: Il Signore Dio degli spiriti di
tutti gli uomini provveda a questo popolo un capo, Il quale abbia virtù
per andare e stare al loro governo, e per guidarli fuori, e per ricondurgli:
affinché non sia il popolo del Signore come un branco di pecore senza
pastore. E il Signore disse a lui: Prendi Giosuè figliuolo di Nun, nel
quale sta il (mio) spirito, eponi sopra di lui la tua mano, Alla presenza
di Eleazaro sommo sacerdote, e di tutta la moltitudine: E gli darai i tuoi
precetti pubblicamente, e una parte di tua autorità, affinché tutta la sinagoga
de' figliuoli d'Israele l'obbedisca. Per lui Eleazaro sacerdote
consulterà il Signore, quando siavi da far qualche cosa. Secondo la parola di
lui egli andrà, o starà, e con lui tutti i figliuoli d'Israele, e tutta la
moltitudine. Fece Mosè, come aveva ordinalo il Signore. E prese Giosuè, e
lo presentò dinanzi ad Eleazaro sommo sacerdote, e a tutta l'adunanza del
popolo: E imposte le mani sul capo di lui, spiegò tutti gli ordini dati
dal Signore.
Come possiamo vedere,
gli episodi scelti provengono dall’Antico Testamento, ma ci saranno diversi
casi in cui provengono anche dai Vangeli. In molte edizioni gli episodi si
ripetono, segno che ormai si sono cristallizzati nella tradizione Orsognese,
come il Figliol prodigo, la parabola della Dracma perduta, gli Ebrei che
adorano il Vitello d’Oro, ecc., tutte alte testimonianze di Fede e di Carità,
nonché di punizione per chi trasgredisce ai comandamenti di Dio.
I TALAMI NELLE FONTI UFFICIALI
Tra i primi etnologi a parlare di questa
tradizione, vediamo Antonio De Nino e Gennaro Finamore. Mentre il primo
fornisce una breve descrizione che già conosciamo, citando anche il carro
finale della Madonna con i manoppoli di grano che vengono distribuiti alla
folla, Finamore è più preciso; nel 1896 descrive la festa dei Talami, detta
anche “dei pazzi” (reminiscenza appunto delle tradizioni teatrali medievali?),
che si celebra non nel tardo mattino come si fa oggi, ma nelle prime ore
pomeridiane; la messa solenne è celebrata dopo la processione, anziché prima.
Finamore ricorda che nel tempo della festa, le spigolatrici tagliavano i
manipoli di grani per portarli in onore alla Madonna nella chiesa, i contadini
abbandonavano il lavoro, così anche i cacciatori e gli uccellatori, tutti in
pellegrinaggio, cantando, per arrivare a Orsogna. Giunti alla chiesa, come da
rito per qualsiasi santuario meta di pellegrinaggio, ci si sedeva e mangiava.
Il Talamo era uno solo, smontato e riallestito più volte dai membri della
Confraternita del Rifugio, veniva selezionata tra il popolo una bambina con
angioletti che doveva essere issata su e interpretare la Madonna, e il Talamo
sfilava verso la Piazza, per poi risalire nella chiesa del Rifugio dalla via
Municipio. Finamore commenta questo sentimento di origine probabilmente
barbarica, così come la gente che a cerimonia finita, si scaglia verso il carro
per arraffare i dolci, la frutta, le spighe ben addobbate, a differenza del
sentimento cristiano della Confraternita che sfila in due cordoni umani con i
cari in onore della Vergine.
In un articolo della rivista L’Abruzzo
del 1920, stampato a Lanciano da Carabba, a firma di Luigi Dommarco il famoso
poeta e scrittore di canzoni d’Ortona, si ricorda il rito dei Talami, ci sono alcune
maggiori delucidazioni sul Corteo, che dalla Piazza sale verso la chiesa della
Madonna, il Talamo è preceduto da un fila di fanciulle vestite di bianco e
adorne di aranci e primizie, che cantano l’inno alla Madonna; Dommarco si
sofferma anche su alcuni costumi, cuciti dai popolani, le corone e gli scettri
di cartone, le barbe finte per rappresentare i Re e i Profeti, le scenografie
arrangiate ma caratteristiche proprio per questo, che cercano di riprodurre gli
ambienti esotici della Giordania o dell’Egitto, o qualche palma del deserto, o
una colonna di cartapesta e un arco per illustrare la grande sala del palazzo
del Re.
Dommarco fornisce anche notizie sui
quadri biblici inscenati, quello di Mosè salvato dal Nilo, con un grazioso
bambino di 4 mesi, oppure quello delle Leggi delle Tavole, o di Salomone e la
Regina di Saba. Il carro finale, ricordato dal poeta, è quello della Madonna
del Grano, adorno di spighe e frutti della natura, con le bambine che le
sorreggono, e gli angioletti attorno la Madonna. Un tema che certamente fu caro
al fascismo di lì a pochi anni. Infine menziona la famosa riffa che si faceva
con le primizie donate dagli orsognesi dei quartieri, che venivano raccolte e
battute all’asta in piazza, la sera del giorno stesso.
Lo storico Girolamo Nicolino di Chieti,
nella sua opere storica su Chieti, nel 1567 parlò di una epidemia di Peste, per
cui delle Confraternite organizzarono delle sfilate dei Talami, rappresentanti
i Misteri. Orsogna rappresentò: Giuda con i denari – Le false dottrine – Il
coltello con l’orecchio di Malco sul piatto d’argento – La canna – La corona di
spine – Il gallo – Le fruste – La colonna – Il bacile e il vaso d’argento –
Pilato e Gesù – I chiodi – Il sudario – La croce. In sostanza una
rappresentazione della Passione e Resurrezione di Gesù, illustrata nel talamo
finale. Anche Roccamontepiano partecipò con delle rappresentazioni sacre a
Chieti, uno di questi dedicato naturalmente al santo patrono San Rocco col
cane.
LEGGENDA: ORDINE DELLA SFILATA.
Il soggetto biblico di ciascun talamo è
scelto anno per anno dal parroco, in base a un particolare tema scelto dal Papa
oppure dall’Arcivescovo di Chieti-Vasto, o da situazioni naturali e politiche
che hanno coinvolto la comunità. Attualmente l’ordine dei quartieri, che nei tempi
passati variava, ha assunto questa precisa connotazione, per ragioni
logistiche.
1° Talamo: Quarte Li Mburze – via Borgo
Romano
2° Talamo: Quarte de la Ville, corso
Umberto I
3° Talamo: Quart’Abballe, via Adriatico
4° Talamo: Quarte de la Ville, via Adriatico
5° Talamo: Quart’ammonte, viale R. Paolucci
6 Talamo: Quarte abballe, viale Trento e
Trieste
7° Talamo: Quarte San Giuvanne
Belvedere, dove stava la chiesa del Rifugio
LE EDIZIONI DAL 1900 A OGGI
EDIZIONE 1929 ripresa dall’Istituto
Luce:
2° Talamo Quarte de la Ville, Strage
degli innocenti con centurioni romani e bambini
5° Talamo Quart’ammonte, Mosè e le
Tavole dei Dieci Comandamenti
6° Talamo da li Mburze, Discorso della
Montagna
7° Talamo finale, Madonna del Rifugio
con cornucopia di grano e granone che è distribuito alla folla
Nel 1930 a Roma in
occasione dei festeggiamenti per lo sposalizio del principe Umberto di Savoia.
Il quadro "La tua Consorte come vite feconda" sfilò per Via XX
Settembre e si posò in Piazza del Quirinale, davanti al palco dove sedevano gli
sposi.
Durante la guerra per ovvie ragioni, i
Talami furono sospesi, ma ripresero in breve tempo, con tanta partecipazione di
popolo, che le fotografie di quei tempi fanno commuovere, sia per queste
rappresentazioni, come per le foto della sfilata delle conche delle devote,
disposte in doppia fila, in onore di San Rocco.
Non avendo in mano i programmi delle
varie edizioni, sulla base di fotografie, siamo riusciti a individuare, man
mano nelle edizioni, qualche quadro biblico messo in scena.
TALAMO ANNI ‘50
LA REGINA DI SABA
EDIZIONE 1961
TALAMO – GESU’ E LA
TEMPESTA DI MARE SEDATA del maestro Rocco Trentini.
EDIZIONE 1962
TALAMO – LA STRAGE DEI MACCABEI di
Gabriele di Bene
EDIZIONE 1963
SALOMONE E LA REGINA DI SABA di Gabriele
di Bene
Dal 1964 in poi, per le quattro edizioni
del 1964-1965-1966-1967, la festa dei Talami fu patrocinata dall’Ente
Provinciale Turismo di Chieti, che fece stampare dei libretti con la
versificazione in dialetto, dei passi biblici, del poeta e presidente dell’EPT
Chieti Guido Giuliante di Pennapiedimonte.
Il 31 marzo 1964 si rappresentarono: La
costruzione dell’Arca (ispirato dall’affresco di Raffaello) – Il Diluvio
Universale (ispirato all’affresco di Michelangelo) – Eliezer e Rebecca (dalla
pittura di Poussin) – La profetessa Maria (dalla pittura di Gale) – Pentimento
e disperazione di Giuda (dal Codice purpureo di Rossano) – Vergini savie e
folli (realizzato da Gabriele Di Bene di Orsogna).
Per l’edizione del 1965, si scelsero i
Talami: La veste i Giuseppe presentata al padre – La promessa sposa a Salomon –
Giuditta e Oloferne – Annunciazione – Ingresso di Gesù a Gerusalemme – Lavanda
dei piedi.
Per l’edizione 1966: Il Paradiso
terrestre – La morte di Golia – Tobia e l’Angelo – Cristo e i mercanti – Il
figliol prodigo – Quinta tromba: flagello della Terra.
Nell’edizione del 28 marzo 1967: La
cacciata dal Paradiso Terrestre – Diluvio universale – La moglie di Putifarre
accusa Giuseppe – Danza di Salomè – Cristo e l’adultera – Bacio di Giuda.
In questo tempo iniziamo ad avere anche
delle edizioni estive della Sagra, per venire incontro agli emigranti orsognesi
che in agosto tornavano in patria. Ancora oggi abbiamo le rassegne che si
celebrano il 16 agosto in onore dell’Assunzione. Ad esempio già l’ultima
edizione curata da Giuliante del 1967 ebbe una replica il 20 agosto. Un’altra
replica estiva l’abbiamo nel 1969. In quell’occasione la composizione fu la
seguente: Caino uccide Abele – La statua di sale – Giuseppe spiega i sogni a
Faraone – Lazzaro e il cattivo ricco – Il Giudizio universale – La Corte
Celeste.
Come possiamo vedere, c’è ripetitività
nel rappresentare lo stesso soggetto, come Salomone e la Regina di Saba, Mosè e
le Dodici Tavole, Il figliol Prodigo, il Paradiso terrestre, episodi carichi di
significato. Nel periodo documentato dalla fine dell’800 all’inizio del ‘900
sembra che ci fosse stato più interesse per l’Antico Testamento, mentre dagli
anni ’60, con le riforme del Concilio Vaticano II, iniziamo a vedere più scene
tratte dai Vangeli, e più concentrazione sulla figura unificatrice e simbolica
di Gesù.
Ecco il canto del 1969, definitivo, su
cui oggi la Banda civica ha elaborato la musica:
Cantiam e vola il
cantico
Pegno del nostro amor,
su per le sfere
eteree,
o bella Madre a te…
preghiamo e dalla
flebile
prece del nostro cuore
te ne sorridi o
Vergine
che buona Iddio ti fè!
E canto e prese il
violino
Sino al trono di Dio,
noi lo speriamo,
imploralo
che forza il Ciel ti
diè!
E sentirem rinascere
Nel cor fidente e pio
Speme ed amor
purissima
Fede possente in Te.
Come vediamo sono sempre quartine, dunque pensiamo che la musica che oggi la Banda esegue, possa essere derivata da un’originale composta al tempo di Domenico e Vincenzo Galante che scrissero i primi canti tra il 1887 e il 1906.
EDIZIONE 1976
TALAMO – SACRIFICIO DI ISACCO
TALAMO – RE SAUL
TALAMO – IL SERPENTE DI BRONZO di Angelo
Catano
4° TALAMO?
5° TALAMO – RESURREZIONE DI LAZZARO
EDIZIONE 1978
TALAMO – SPOSALIZIO DELLA VERGINE di
Angelo Catano
EDIZIONE 1980
2° TALAMO QUARTE DE LA VILLE CORSO
UMBERTO – MOSE’ RACCOLTA DALLE ACQUE DELL’EGITTO
EDIZIONE 1984
TALAMO – LA FUGA IN EGITTO
EDIZIIONE 1989
1° TALAMO – MOSE’ E IL FARAONE
2° TALAMO QUARTE DE LA VILLE:
CONVERSIONE DI MATTEO di Angelo Catano, ispirato al quadro di Caravaggio
3°TALAMO: SAUL E L’INDOVINA
4° TALAMO: SPOSALIZIO DELLA VERGINE
MARIA
5° TALAMO QUART'AMMONTE: VISITAZIONE DI
MARIA A ELISABETTA di Antonio D’Ercole
6° TALAMO: SAN PIETRO LIBERATO
DALL’ANGELO
TALAMO A SPALLA QUARTE SAN
GIUVANNE - ANNUNCAZIONE, già mostrato nell’edizione 1988
EDIZIONE 1990
TALAMO QUART’ABBALLE – LA TUA DONNA COME
VITE FECONDA Fatto da Maria D’Alleva e Livia Ceccarossi
TALAMO QUART’AMMONTE – ADAMO ED EVA di
Rodolfo Cipollone
TALAMO – L’ANNUNCAZIONE di Angelo Catano
e Francesco Carullo Il Talamo riprende
l'opera "Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita" realizzata
nel 1333 dal pittore senese Simone Martini (attualmente visibile alla Galleria degli Uffizi-
EDIZIONE 1992
GESU’ CAMMINA SULLE ACQUE di Giuseppe
Zaccaretti
TALAMAO A SPALLA QUARTE SAN GIUVANNE –
MARIA VISITA ELISABETTA
EDIZIONE 1995
TALAMO QUARTE DE LA VILLE – GIUDITTA
EROINA SALVA IL SUO POPOLO
4° TALAMO QUART’ABBALLE – MARIA SPOSA
GIUSEPPE
6° TALAMO QUART’ABBALLE – LE NOZZE DI
CANA
EDIZIONE 1996
GESU’ BUON PASTORE
TALAMO A SPALLA QUARTE SAN GIUVANNE – LA
SPOSA DEL CANTICO DEI CANTICI
EDIZIONE 1997
5° TALAMO QUART’AMMONTE : ULTIMA
CENA Fatto da Camillo Elisio
EDIZIONE 1998
1§ TALAMO QUARTO CASTELLO – LA MATERIA
PRIMORDIALE di Camillo Elisio
TALAMO – LO SPIRITO SOPRA I GENTILI –
scuola media
EDIZIONE 2000
4° TALAMO QUARTE D ELA VILLE:
MOSE’ GUIDA IL POPLO DI ISRAELE / GESU’ GUIDA I POVERI PECCATORI
5° TALAMO QUART’AMMONTE – MOSE’ HA
INNALZATO IL SERPENTE / GESU’ E’ STATO INNALZATO IN CROCE – scuola media di
Orsogna
EDIZIONE 2002
TALAMO FINALE A SPALLA: QUARTE SAN
GIUVANNE – PRIMO SEGNO: LA DONNA
EDIZIONE 2004
TALAMO – IL DILUVIO UNIVERSALE di Luigi
Cerretano
TALAMO A SPALLA – QUARTE SAN GIUVANNE –
LA VITTORIA DI CRISTO SULLA MORTE
EDIZIONE 2005
5° TALAMO QUART’AMMONTE – LA PASQUA DI
GESU’ Realizzato da Luigi Cerretano
EDIZIONE 2006
1 TALAMO QUARTE LI
MBURZE – DIO CREO’ L’UOMO E LA DONNA di Mario D’Alleva, Gianni D’Alleva,
Antonio Di Girolamo
2° TALAMO – IL
PASSAGGIO NEL MAR ROSSO – prof.ssa Gabriella Gentile
TALAMO – DEPOSIZIONE DI
CRISTO di Paolo Di Scipio
Le presenti fotografie
sono tratte dall’Archivio Associazione “I Talami – Quadri Biblici viventi” di
Orsogna.
EDIZIONE 2008
2° TALAMO – GIUSEPPE E
I SOGNI Gruppo scout
3° TALAMO QUART’ABBALLE
– ANNUNCIO DELLA NASCITA DI GIOVANNI di Elisabetta Mastrocola
5° TALAMO – LA FUGA IN
EGITTO di Paolo Di Scipio
6° TALAMO FINALE A
SPALLA – QUARTE SAN GIUVANNE – LA PECORELLA SMARRITA
TALAMO A SPALLA –
APERTURA DEI SETTE SIGILLI
EDIZIONE 2010
TALAMO – IL DILUVIO realizzato dalla
Prof.ssa Graziella Gentile
TALAMO – IL PASSAGGIO DEL MARE ROSSO di
Gabriella De Palma
5° TALAMO QUART’AMMONTE – LA TEMPESTA
SEDATA realizzato da Anna Maria Cavaliere
7° TALAMO QUARTE SAN GIUVANNE – LA
RESURREZIONE
EDIZIONE 2012
TALAMO – GESU’ E LA PARABOLA DEL BUON
PASTORE realizzato da Samuel Di Domenica
TALAMO – GESU’ E LA PARABOLA DEL BUON
SAMARITANO realizzato da Manuel Petino
6° TALAMO QUARTE SAN GIUVANNE: GESU’ E
IL DISCVORSO DELLE BEATITUDINI, realizzato dall’Associazione Talami di Orsogna
EDIZIONE 2007
1° TALAMO Quarto Castello – IL ROVETO
ARDENTE: VOCAZIONE E MISSIONE DI MOSE’
2° TALAMO – QUARTE DE LE VILLE, via
Ortonese, IL FIGLIOL PRODIGO
3° TALAMO – QUART’ABBALLE – LA PESCA
MIRACOLOSA
4° TALAMO – QUART’ABBALLE, PIAZZA
MARTIRI, GESU’ RISUSCITA UN GIOVINETTO
5° TALAMO, QUARTE DE LA VILLE,
CORSO UMBERTO, LA RESURREZIONE DI LAZZARO
– IL PROFETA ELIA SUL MONTE OREB
6° TALAMO QUARTE SAN GIUVANNE –
RESURREZIONE DI GESU’
EDIZIONE 2009
5° TALAMO QUART’AMMONTE:
“DISTRUZIONE DI SODOMA E GOMORRA”
EDIZIONE 2016
1° TALAMO QUART’ABBALLE: GESU’ LIBERA
L’INDEMONIATO
2° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE – L’ANNO
DI MISERICORDIA
3° TALAMO: LA CHIAMATA DI MATTEO
4° TALAMO. QUART’ABBALLE – DIO
MISERICORDIOSO E PIETOSO
5° TALAMO QUART’AMMONTE: IL DISCORSO
DELLA MONTAGNA
6° TALAMO: IL SERVO SPIETATO
EDIZIONE 2017
1° Talamo: la Gioia del vino, Nozze di
Cana
2° Talamo: La manna del deserto
3° Talamo: Rachele e l’Angelo
4° Talamo: il Tempio di Re Salomone
5° Talamo: Strrage degli innocenti
6° Talamo: Parabola del seminatore
7° Talamo: Madonna con angeli e due
fedeli inginocchiati
EDIZIONE 2018
1° TALAMO: GIUSEPPE E LA MOGLIE DI
PUTIFANE
2° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE – MOSE’
SALVATO DAL NILO
3° TALAMO – QUARTE DI VIA ADRIATICO –
SPOSALIZIO DELLA VERGINE
4° TALAMO – QUART’AABBALLE –
ANNUNCIAZIONE A MARIA
5° TALAMO QUART’AMMONTE – ADORAZIONE DEI
PASTORI
6° TALAMO – FIGLIOL PRODIGO
Sfilata in abiti tradizionali abruzzesi
da piazzale Belvedere per via Roma, con il Talano dell’Apparizione dell’Angelo
Gabriele a Maria
EDIZIONE 2019
Sfilata con le conche e abiti
tradizionali da piazza Belvedere per via Roma, con il Talamo della Visitazione
con una Madonnina bambina in alto
1° TALAMO QUARTO CASTELLO: ADAMO ED EVA
NEL PARADISO TERRESTRE
2° TALAMO: CORSO UMBERTO ESAU’ E
GIACOBBE
3° TALAMO- QUARTE DE LA VILLE di
Gabriella Covone: GIUSEPPE E IL SOGNO
4° TALAMO QUART’ABBALLE di
Federica Merletti – TOBIA E SARA: IL CORAGGIO DI APRIRSI ALL’AMORE
5° TALAMO QUART’AMMONTE di Giuseppe
Zaccaretti: DAVIDE E GIONATA: LA FEDELTA’ DELL’AMICIZIA
6° TALAMO QUART’ABBALLE di Gianni
Matsrantoni: DANIELE: SAGGEZZA E FORTEZZA
EDIZIONE 2022
1° TALAMO: QUARTE LI ‘MBURZE )via Borgo
Romano): NON UCCIDERE TUO FRATELLO – CAINO E ABELE
2° TALAMO: QUARTE DE LA VILLE (Corso
Umberto): PER TUTTO IL MONDO, SHALOM!, dal Salmo 122
3° TALAMO: QUARTE DE LA VILLE (Via
Adriatico): L’UOMO CHE VIVE IN ARMONIA CON LA NATURA, CON DIO E CON SE’ STESSO
(Levitico, 3-6)
4° TALAMO – QUART’ABBALLE (Piazza
Martiri civili): IL PREMIO NEL REGNO DEI CIELI – PARABOLA
5° TALAMO: QUART’AMMONTE (viale
Paolucci): LA PREGHIERA DEL PERDONO (Matteo VI, 7-15)
6° TALAMO: QUART’ABBALLE (viale Trento e
Trieste): PARABOLA DEL RE CHE VUOLE FARE LA GUERRA
7° TALAMO: QUARTE DE SAN GIUVANNE: IL MESSIA E’ LA PACE (Giovanni 14.27)
Talamo: LA DISUBBIDIENZA DEL POPOLO
ELETTO, edizione 2023, a cura dell’Associazione Il Teatro di Plinio
EDIZIONE 2023
1° TALAMO - QUARTO LI ‘MBURZE di
Antea Iocco: LA CREAZIONE: PRIMO ATTO DELLA MISERICORDIA DI DIO
2° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE (corso
Umberto), dell’Associazione Il Teatro di Plinio: LA DISUBBIDIENZA DEL POPOLO
ELETTO, OVVERO IL VITELLO D’ORO
3° TALAMO: QUART’ABBALLE (piazza Martiri
civili), di Laura Tenaglia: NON GIUDICARE: NESSUNO E’ SENZA PECCATO
4° TALAMO – QUARTE DE LA VILLE (Via
Adriatico), di Giuseppe Zaccaretti: LA CHIAMATA DI MATTEO
5° TALAMO. QUART’AMMONTE (Viale
Paolucci), di Giuseppina Candeloro: LA DRACMA PERDUTA – PARABOLA
6° TALAMO: QUART’ABBALLE (viale Trento e
Trieste), dell’Associazione culturale “Talami”: IL FIGLIOL PRODIGO
7° TALAMO – QUARTE DI SAN GIUVANNE, di
Giulia e Raffaele Sacramonte con Paolo Di Sipio: LA MISERICORDIA DI DIO NON HA
CONFINI – MADONNA DEL RIFUGIO.
SPECIALE
EDIZIONE 2025: XXX ANNIVERSARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “TALAMI” DI ORSOGNA
In
occasione del Trentennale, l’Associazione ha allestito in piazza G. Mazzini una
mostra con i frontespizi dei libretti stampati dal 1995 al 2025, e i relativi
articoli di giornale. Inoltre è stato stampato uno speciale annullo filatelico.
Per la scelta dei soggetti biblici, ci si è ispirati alle Riflessioni mariane
pubblicate da Papa Giovanni Paolo II nel 1995, e sono stati scelti gli stessi
soggetti della Storia di Maria:
1°
TALAMO: LI MBURZE (via Borgo Romano) di Giuseppina Candeloro: EVA LA PRIMA
DONNA
2°
TALAMO: QUARTE DE LA VILLE (Corso Umberto I) di Alessia Bucciarelli: SRA LA
STERILE HA PARTORITO
3°
TALAMO: QUART’ABBALLE (Piazza Martiri civili): di Luigi Cerretano: GIUDITTA LA
BELLA EROINA CHE SALVA IL SUO POPOLO
4°
TALAMO: QUARTE DE LA VILLE (Via Adriatico) di Giuseppe Zaccarelli: MARIA DONNA
INNAMORATA E SPOSA
5°
TALAMO: QUART’AMMONTE (viale Paolucci) di Simone Leone: MARIA MOGLIE DEL
CARPENTIERE E MADRE DI GESU’
6°
TALAMO: QUART’ABBALLE (viale Trento e Trieste) opera della Scuola secondaria di
I grado Istituto comprensivo “N. NICOLINI” Orsogna Tollo, coordinatrice
prof.ssa Graziella Gentile: MARIA DONNA VIGILE E PREMUROSA ALLE NOZZE DI CANA
7°
TALAMO: QUARTE SAN GIUVANNE (quartiere San Giovanni) a cura dell’Associazione
Talami Orsogna: la Madonna del Grano, portato dagli Alpini.
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