Per la composizione di questo scritto, ringraziamo di cuore la figlia Maria Di Clemente, che gelosamente custodisce l’archivio con le carte dell’amato padre, prematuramente scomparso.
Fu consigliere comunale
di San Vito, divenne in seguito, negli anni ’40, Dirigente d’Ufficio comunale,
fu corrispondente del Messaggero, dove scrisse vari articoli che trattavano di
storia e cultura di San Vito, redasse negli anni ’30 il volume della sua Città
nella collana delle Città d’Abruzzo diretta da Alfredo Bontempi e
Federico Mola. Molto pittoresche, in questo volumetto, le descrizioni della
Marina e dell’eremo dannunziano, ricche di fascino; scriveva spesso come
ricorda la figlia Maria con un acronimo: Livio Montecèlere, e partecipò come
giurato a varie gare canore abruzzesi, e fu naturalmente poeta. Rimane
memorabile la sua Serenata d’amore con musica di Amedeo ”Deo” Bozzelli, ancora
oggi riproposta nei cori, e canticchiata dagli anziani sanvitesi. Partecipa
alla Festa speciale per il Patrono San Vito martire nel 1937 a San Vito nella
rassegna canora: “Cuscì cante lu Core nostre” (seguita da un’altra edizione nel
1947), con le canzoni Stu cante è pe’ te, con musica di Amedeo “Deo” Bozzelli,
Core di stu core, con musiche di Pagliari, Scappe ‘nche mme,
sempre con musica di Bozzelli, Amore perdute, Damme nu fiore, Suspire
d’amore, tutte musicate da Bozzelli. Per la III Festa della Canzone a San
Vito scrive La canzone de lu marinare con musica del sanvitese Amedeo “Deo”
Bozzelli, a seguire Tu mi vuo’?; con musiche di Liberati segue Sta mode,
poi Rimpiante d’amore con musica di Marrocco; con musiche del Maestro Rocco
Jarlori, che fu anche direttore del Coro “Vito Olivieri”, scrisse Marì fammi
cuntente!. Per la II Festa delle Canzoni di Crecchio del 1948 scrive con
musica del Bozzelli Malencunije. Per la Festa delle Canzoni di
Sant’Apollinare del 1948, presenta Piove e fère lu sole, su musica
dell’Olivieri, ormai morto da 7 anni a L’Aquila dimenticato e negletto; una
canzone dal sapore detittiano, il cui titoli riprende chiaramente una poesia
del suo Canzoniere abruzzese. Alla IV festa dell’Uva di Caldari del ’46 scrive
Cante nche mè su musica dell’amico Bozzelli. Un infarto lo stroncò appena
cinquantenne, impedendogli di comporre nuovi capolavori.
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