Pier Andrea Brasile, un professore e cantore di Lanciano
Pier Andrea
compì gli studi classici, si laureò nel 1922 all’Università degli Studi di Roma
e perseguì l’attività di docente di Letteratura e Grammatica Latina al liceo
classico di Lanciano. Oltre a insegnare italiano, storia e filosofia era una
fine latinista, pubblicò varie operette in latino, come “Quaevis omnia / Latine
dicere possum”, una raccolta stampata a Lanciano nel 1950 dalla Tipografia
Masciangelo, un vero e proprio trattato in lingua latina nello stile del
dialogo, con un’appendice di poesie; compose una grammatica manoscritta del
latino e un’altra sul dialetto abruzzese.
Non vinse primo premio al concorso, ma ottenne diverse lodi, sicché continuò a scrivere canzoni per le famose rassegne canore delle Maggiolate di Ortona negli anni a seguire. Strinse amicizia con il compositore Aniello Polsi di Vasto, con cui scrisse delle canzoni che gareggiarono anche al Festival della Canzone Abruzzese e Molisana di Vasto, la cui prima edizione ci fu nel 1955. I titoli: Lu ‘mbirimbimbì attaccate a lu file (1967, anche se fu composta nel 1949, come riportato in nota a penna sul dattiloscritto), Nen pijà stu brutte vizie!, datata 1960, e altre. Polsi raccolse anche le sue canzoni nel suo album Canti del mio Abruzzo. Brasile ebbe contatti con i vari intellettuali lancianesi, Fagiani, Bontempi, il dottor Armando Marciani, il dottor Corradino Marciani celebre studioso di storia lancianese, e diversi altri; nella sua attività di studi cercava di abbracciare tutte le arti, era un fine incisore e disegnatore, riprodusse i maggiori monumenti di Lanciano, poi si appassionò alla fotografie e scattò diverse diapositive degli scorci del centro storico, fornendo, a distanza di anni, dei veri documenti storici che testimoniano com’era la città 70 anni fa. Scrisse volumi di poesie dedicate a Lanciano e redasse vari manoscritti di ricerche storiche sulla famiglia Brasile, compilò uno Zibaldino, che va dal 1943 al 1949, con ricordi personali e di famiglia, interessanti soprattutto per quanto riguarda il capitolo della seconda guerra mondiale, fece ricerche negli archivi parrocchiali della città, ad esempio presso la chiesa di Santa Lucia al Borgo, nell’area dove era stanziata la famiglia, scrisse altre composizioni in lingua, che a volte riutilizzava in versione dialettale, come la poesia per la Pasqua di Lanciano.
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