L’Alta Sabina fino al 1927 apparteneva all’Abruzzo aquilano, prima di transitare nel Lazio, nella neonata provincia di Rieti.
Questo componimento antichissimo, scoperto “in un villaggio degli Abruzzi”, ebbe la singolare fortuna di essere apprezzato da Alessandro Manzoni e Benedetto Croce.
I titoli riportati sono: “Lamento funebre dell’Alta Sabina”, “Lamento di Amatrice”, “Nenia di Amatrice”, “Pianto di Amatrice”, ma l’occasione funebre è soltanto una cornice del componimento, che si stacca dai rituali delle prèfiche, esprimendo una poesia dolce, profonda.
Il testo del brano di autore anonimo, ebbe la singolare fortuna di attrarre l’attenzione di Alessandro Manzoni e Benedetto Croce.
Il 18 dicembre 1855, da Cassolnovo, Alessandro Manzoni così scriveva alla moglie Teresa:
"Leggi e fa leggere l'ottava scritta qui sotto, che fu sentita e tenuta a mente da Leopardi, in un villaggio degli Abruzzi nel territorio di Amatrice, e faceva parte di un canto improvvisato da una giovane sposa ai funerali di un suo amico, ucciso da gendarmi che lo inseguivano, come refrattario e ditemi e se in tutti i canti popolari che abbiate letti, avete trovati otto versi che possano stare al paragone con questi":
Se t'arrecorda, drent'allu vallone,
Quando ce comenzammo a ben volere,
Tu me dicisti: “Dimme sci o none”;
I' te vordai le spalle e me ne iene:
Or sacci, mio dorcissimo patrone,
Che inzin d'allora i' te voleo bene:
Vience domane, viemme a conzolare,Che la risposta te la voglio dare.
Il Leopardi al quale fa riferimento il Manzoni era Pier Silvestro Leopardi, un patriota e politico italiano, nato ad Amatrice il 31 dicembre 1797 e morto a Firenze il 14 luglio 1870.
Anche Benedetto Croce fu informato del testo della “Nenia di Amatrice” e, senza conoscere il giudizio dato dal Manzoni, la definì “Stupenda, una cosa addirittura classica, perché disegnata con pochi tratti essenziali e con parole di meravigliosa proprietà”.
Del “Pianto di Amatrice” non è pervenuta la linea melodica, perché il lamento funebre era improvvisato e ripetitivo nella melodia e nel passato venivano prese in considerazione soltanto l’immediatezza e l’efficacia popolare dell’espressione poetica.
"Camillo Berardi, attratto da questi versi che erano stati oggetto di attenzione da parte di Leopardi, Manzoni e Croce, ha composto una sua musica, rimettendo in circolazione un tema affascinante con un’adeguata melodia, meritando un lodevole encomio e, pertanto, la giuria ha deciso di assegnare alla sua opera il Premio VERNAPRILE 2021 XXIV Edizione” (questa è la motivazione con cui la giuria del concorso ha assegnato il 1° premio).
La cerimonia di Premiazione si è svolta il 5 dicembre 2021 presso la sede della “Fratellanza Artigiana” di Teramo alla presenza delle autorità e dei componenti della giuria e nel corso della manifestazione sono state discusse le tematiche del dialetto e della musica etnica.
La poesia di tradizione orale non ha alcun testo di riferimento, pertanto, subisce modifiche e varianti con il tempo e in ambiti territoriali diversi da quello d’origine, che - tuttavia - non ha stravolto l’efficace elementarità dei sentimenti espressi.
L’ottava della “Nenia di Amatrice” ha subìto minimi cambiamenti passando da Leopardi a Manzoni e a Croce, tutti riportati nel testo scritto in sovraimpressione nel presente video.
La “Nenia di Amatrice”, musica di Camillo Berardi.
Nessun commento:
Posta un commento