di Camillo Berardi
Il canto Vola, vola, vola con versi di Luigi Dommarco e musica di Guido Albanese, è considerato l’Inno d’Abruzzo, anche se esistono altre canzoni abruzzesi che avrebbero titolo per esserlo. Ne è un patente esempio “J’Abbruzzu” che con incisiva efficacia poetica descrive “Ju Gran Sassu” dalla cui sommità si osservano “j’unu e j’atru mare”, la “Maiella” madre del popolo abruzzese, che è anche la montagna più fiorita d’Europa, la “Marina” con le vele colorate, i “pastori”, la “malia della ciaramella”, ecc…
In questo splendido quadro poetico-musicale è dipinto e racchiuso tutto l’Abruzzo, ma riconosco che Vola, vola, vola rappresenta l’Inno regionale, nato peraltro nel territorio che da sempre è la culla del folklore abruzzese.
Carla Boni e Gino Latilla - Vola vola vola
Coro della Sat - Vola vola vola
Il M° Patrizio Paci, Direttore del prestigioso Coro alpino “La Cordata” di Montalto delle Marche (AP), nello studio “Il canto di ispirazione popolare”, nella parte dedicata alle canzoni abruzzesi, sottolinea la collaborazione musicale del M° Guido Albanese con i fratelli Pedrotti del Coro della SAT e al riguardo riporta quanto segue: <<Silvio Pedrotti, richiamato nel 1940 sul fronte occidentale, con incarico di formare il Coro del Battaglione “Val di Fassa”, risponde con fermezza ad un maggiore che gli chiede informazioni sullo stato del Coro: “Il nostro repertorio è di 24 canzoni, signor maggiore! C’è dentro tutto il repertorio della SAT, le più belle canzoni, quelle nate in trincea, le canzoni del nostro Trentino e anche due motivi abruzzesi”(1).
Non è difficile intuire che i due motivi abruzzesi
sono “L’Acquabbelle” e “Vola, vola”. Nel 1953 il Coro della SAT vince il
prestigioso Concorso Polifonico Internazionale di Arezzo e il M° Luigi
Pigarelli, storico e illustre armonizzatore della maggior parte dei brani
eseguiti dal coro trentino, si congratula così con Silvio Pedrotti per la
prestigiosa vittoria: “I putei non stanno nella pelle per il riconoscimento
conquistato. Hanno ragione e io godo con voi. Per quando tornerai, ti
trascriverò nitidamente ‘Lu piante de le fojie’ di Guido Albanese” (2).
La nota trascrizione pigarelliana fu elaborata per coro virile a sei voci>>.
(1) tratto da Mauro Pedrotti - Note in Paradiso -
Capitolo IV - I due sergenti
(2) tratto da Mauro Pedrotti - Note in Paradiso -
Capitolo III - Luigi Pigarelli e Antonio Pedrotti
Ma su Vola, vola, vola devo riconoscere che gli abruzzesi non conoscono esattamente il loro Inno, infatti, sono a loro note soltanto tre strofe, e quattro ritornelli che fanno volare “Lu pavone”, “Lu gallinacce”, “Lu cardille” e “La ciamarelle”, termine - quest’ultimo - che assai spesso viene sostituito impropriamente da “ciaramelle” o “ciarammelle” che peraltro è un oggetto che “non può volare”. In verità, “La ciamarelle”, che non rappresenta neanche la “ciammarica”, è una deliziosa farfallina che viene così chiamata nel territorio dove è nata la canzone; denominata anche “ciarmarelle”, viene facilmente confusa con “ciaramelle” o “ciarammelle”.
Fatte queste prime precisazioni, rimarco
che la (quasi) totalità dei cori abruzzesi, conoscendo come già detto soltanto tre
strofe e quattro ritornelli, nell’eseguire il brano è costretta ad eliminare
un ritornello, sacrificando il pavone, il gallinaccio o la “ciamarelle”,
salvaguardando soltanto il cardellino.
Come si spiega questa patente anomalia?
L’ho scoperto nell’adolescenza, quando
durante la mia frequentazione delle Alpi, nella città di Udine ascoltai per la prima volta
il celeberrimo Coro della SAT che nel programma del concerto di “canti
alpini” aveva inserito anche Vola, vola, vola, eseguendo il brano
nella versione completa di quattro
strofe e quattro ritornelli.
Rimasi molto sorpreso e meravigliato nell’ascoltare in Friuli-Venezia-Giulia un canto abruzzese, che rappresentava il nostro inno regionale e che in Abruzzo non avevo mai ascoltato nella sua interezza…!
Al termine del concerto, non esitai a
chiedere al Direttore del Coro la copia del testo poetico con la quarta strofa
e il M° Silvio Pedrotti, molto gentilmente mi donò una copia dello spartito
musicale completo che riporto di seguito.
Naturalmente, in quel tempo, ignoravo
che nel passato ci fosse stata un’intensa collaborazione musicale tra il M°
Guido Albanese e i fratelli Pedrotti.
Riporto di seguito i versi della strofa poco
conosciuta omessa dagli abruzzesi:
purtì li trecci appése e lu fruntine
mo’ ti sci’ fatte serie e vruvignose
ma ‘ss’uocchie mi turmente e mi trascine
Ecco lo spartito del canto Vola vola vola armonizzato per il Coro della SAT dall’illustre M° Luigi Pigarelli che mi donò il M° Mauro Pedrotti:
Una volta conosciuta la versione integrale e completa del canto-simbolo dell’Abruzzo, cercai di farla conoscere ai cori regionali con cui avevo contatti, ma soltanto pochissime corali integrarono il canto con la strofa che non conoscevano. Fra queste, ricordo il “Coro delle 9 di Pescara”. Le altre compagini Corali, abituate ad eseguire soltanto tre strofe, hanno continuato a cantare il testo “standard” che conoscevano, sacrificando sempre un ritornello.
A questo punto vale pena sottolineare
che tutti i Cori alpini dell’arco alpino che eseguono la canzone Vola,
vola, vola, la cantano nella sua completezza, mentre quasi tutti i cori
abruzzesi la eseguono parzialmente, ignorando la quarta strofa.
La mia passione musicale rivolta alla
conoscenza e alla riscoperta del patrimonio folkloristico abruzzese, mi ha
sempre spinto a far conoscere, nella sua completezza, il canto più rappresentativo
degli abruzzesi e noto anche a livello internazionale.
Nel 1993, In occasione nella ricorrenza
del centenario della nascita del M° Guido Albanese, mi impegnai nuovamente per
fa conoscere meglio i canti abruzzesi e fra i vari articoli di cui sollecitai
la pubblicazione al riguardo, ho ritrovato quello del quotidiano “Il Messaggero”
che riporto di seguito:
Il titolo dell’articolo scelto dal
giornalista fu sicuramente un po’ forte, e il termine “Polemiche” non era affatto appropriato, ma il fine era quello
di rendere noto agli abruzzesi e ai cultori del folklore, il canto-simbolo
della nostra regione, nella sua completezza.
Alcuni anni prima, in un convegno
tenutosi a Castel del Monte (AQ) sul patrimonio folklorico abruzzese,
parteciparono anche musicologi che non prendono in considerazione i canti
d’autore, pur di ispirazione popolare, e quando in un intervento estemporaneo
segnalai la menomazione che subiva “Vola, vola, vola” nelle esecuzioni dei cori
regionali, uno di loro replicò dicendo addirittura che Vola, vola, vola era la vergogna dell’Abruzzo"…! Forse era meglio dire che il canto popolare -
di anonimo o di autore - è quello di cui si appropria la tradizione popolare
che lo tramanda, mantenendolo in vita.
Mi rendo conto che per “Vola, Vola, vola”, c’è ancora molto da
fare, ma a fronte dei musicologi che non la considerano, i numerosi testi scolastici
che sempre più spesso riportano la versione completa del componimento abruzzese,
gli studiosi che ne approfondiscono la conoscenza al di fuori dei confini
regionali, e i cori alpini dell’Italia settentrionale che eseguono l’Inno
d’Abruzzo nella sua completezza, pubblicandolo nei loro canzonieri, prima o poi
riusciranno a farlo emergere nella sua interezza, restituendogli la dignità dovuta.
Naturalmente, questo è quello che spero
anch’io.
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