Scultura abruzzese: intagliatori del legno a Orsogna, le botteghe dei Tenaglia, dei Salvini e Modesto Parlatore.
di Angelo Iocco
Il paese di
Orsogna provincia di Chieti, dal '400 dette testimonianza di grande maestria
con gli intagliatori di statue; lo dimostra la Madonna di Orsogna che è
conservata nella chiesa parrocchiale di san Nicola, e risale al XV sec.
La bottega
dei Tenaglia, di cui i più famosi rappresentanti furono Luigi e Filippo detto
"Santogino", fu attiva tra metà '700 e inizio '800, a Orsogna, e nei
paesi dell'hinterland, come San Martino sulla Marrucina, Guardiagrele, Filetto,
Lanciano, ma anche Atessa e Moscufo, dove erano richieste le statue in
cartapesta e intagliate in legno di questa bottega.
Statua di S.Giuseppe di Luigi Tenaglia, 1805, San Martino sulla Marrucina. |
Abbiamo
testimonianze anche degli intagliatori Salvini, nelle persone di Modesto e
Taddeo; il primo era specializzato soprattutto nella realizzazioni di pergami o
pulpiti lignei, come quello di san Rocco a Guardiagrele, di san Francesco a
Chieti, di San Francesco a Lanciano; Taddeo invece era più espero nei progetti
architettonici dei teatri d'opera borbonici, suoi sono i progetti dei teatri di
Chieti, Lanciano, Vasto, Taranto.
Infine
abbiamo Modesto Parlatore. Modesto Parlatore (Orsogna, 5 marzo 1849 – Roma, 6
marzo 1912) è stato uno scultore e architetto italiano. Nel 1870 Parlatore
ottenne un finanziamento dalla città di Orsogna per studiare a Roma e si
iscrisse all'Istituto delle Belle arti con il professor Tito Angelini. Lì si
dedicò alla scultura e all'architettura. A Roma fu incoraggiato dal pittore
Annibale Angelini. In questi primi anni scolpì ed esibì opere come Busto di
vedova, Busto di anziano, un Busto del re Umberto in bronzo e uno del Generale
Garibaldi. Nel 1877 ricevette il suo primo premio per un'opera in mostra a
Ginevra, in Svizzera. Completò dei progetti, mai realizzati, per un Monumento
all'Eroe di Caprera (Garibaldi) da erigere a Chieti in piazza San Giustino e
per un Monumento a Quintino Sella.
Lavorò come
architetto in numerosi restauri e prestò servizio in alcune commissioni per
esaminare progetti di monumenti, tra cui quella che si doveva occupare di un
monumento a Vittorio Emanuele II che venne poi eretto a Spoleto.
Tuttavia,
poiché si era lamentato della possibile corruzione nel processo di selezione,
venne escluso dalle commissioni a Roma. Nel XXI secolo una serie di opere e
modelli donati dal Parlatore alla sua provincia furono raccolti in una
dépendance del Museo Orsognese Arte Musica, situato nella Torre di Bene a
Orsogna. Per il paese natio, Parlatore realizzò il paliotto d'altare di San
Rocco con una veduta di Orsogna, ma questo fu trafugato nel 1946 dalla chiesa.
Tra le
sculture ci sono quattro statue di stucco a grandezza naturale: La Sorpresa, Il
Ravvedimento, Il Fromboliere e Vir Plebeus ad Forum. Ci sono anche un
bassorilievo in stucco raffigurante San Rocco tra gli appestati, uno scudo
araldico della città di Guardiagrele, e dieci mezzi busti in bronzo, stucco e
terracotta.
Parlatore scolpì anche una targa dedicata ai soldati italiani caduti durante la Guerra d'Eritrea (Monumento ai Caduti di Saati e Dogali), situata vicino alla Chiesa di Santa Chiara di Lanciano, dove prima si trovavano caserme per il contingente poi morto nel conflitto.
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