La storia dell’Abruzzo
di Angelo Iocco
La regione dell’Abruzzo (anticamente gli Abruzzi) fu
popolato sin dall'età della pietra da gruppi che si erano stanziati lungo la
valle dei fiumi Tronto, Vibrata e Sangro, nella conca di Sulmona e in quella
del Fucino. La maggior parte dei ritrovamenti Archeologici effettuati risale,
però, alle epoche successive. In particolare, reperti dell'età del bronzo sono
stati rinvenuti nella zona di Conelle-Ortucchio nel bacino del Fucino, e resti
dell'età del ferro nelle vicinanze di Atri, Loreto, Aprutino e Capestrano.
Fra l'VIII e il IV secolo a.C. la regione era abitata
da gruppi di pastori, tutti di stirpe sannitica. Queste popolazioni si
chiamavano Marsi, Peligni, Pretuzi, Marrucini, Vestini, Equi, Frentani, ecc., e abitavano in
città cinte da mura fortificate, al cui interno si trovavano grandi santuari:
era qui che le comunità, dopo essersi riunite, prendevano le più importanti
decisioni politiche e militari. Da alcune testimonianze archeologiche pare che
le armature dei soldati fossero costituite da una spada corta, da una lancia e
da due dischi metallici, posti uno sul petto e l'altro sulla schiena per
proteggere il cuore.
Dopo dure e lunghe guerre chiamate "guerre
sannitiche", i Romani tra il IV e il III secolo a.C. assoggettarono le
popolazioni che vivevano nella regione: l'Abruzzo divenne, così, parte
integrante dello Stato romano che si stava ingrandendo sempre di più. Fra le
diverse opere realizzate in questo territorio ci furono teatri, anfiteatri,
terme e numerose strade che collegavano l'Abruzzo con Roma e con le altre parti
dell'Impero. I Romani tentarono anche di prosciugare il Fucino per ricavare
altre terre coltivabili impiegando nella grandiosa opera ben 30.000 schiavi.
Tramontato l'Impero romano, l'Abruzzo conobbe le
terribili invasioni dei popoli barbari e la dominazione dei Longobardi che
divisero il territorio in sette feudi chiamati "gastaldati". Furono
poi i Franchi a dominare la regione fino al XII secolo e a darle il nome di
Marsia. Durante questo periodo le coste erano esposte alle incursioni dei
terribili pirati Saraceni. Con l'occupazione normanna, infine, la regione fu
unita al Regno di Sicilia, che comprendeva tutta l'Italia meridionale.
Nel XIII secolo, Federico II, della dinastia degli
Svevi succeduta a quella normanna nella dominazione del Regno di Sicilia, volle
unificare il territorio abruzzese diviso tra le potenti signorie feudali. Dopo
la dominazione degli Angioini, che durò fino agli inizi del XV secolo,
arrivarono gli Spagnoli. Fiorirono dinastia come i Camponeschi, i Pretatti, i
Quatrario, i Melatini, che favorirono il commercio attraverso i tratturi e le
vie del mare, ma anche numerose guerre intestine tra fazioni, parteggiando ora
per questo sovrano o quell’altro che si andava insediando a Napoli.
Il periodo della dominazione spagnola dal XVI secolo, fu per la regione uno dei periodi peggiori della sua storia dopo quello delle invasioni barbariche. Sotto il cattivo governo spagnolo l'Abruzzo fu considerato nulla di più che una regione di confine; l’Aquila, che era diventata una bella e fiorente città, perse rapidamente importanza, ridotta a semplice roccaforte militare; inoltre la terra venne abbandonata a se stessa e le montagne si riempirono di briganti. Soltanto le città della costa riuscirono a migliorare le loro condizioni economiche grazie al commercio con i territori veneziani al di là dell'Adriatico. Con la dominazione borbonica, che durò dal XVIII al XIX secolo, la vitalità della regione riprese vigore; furono portate avanti le opere di bonifica del Fucino, vennero costruite nuove strade, si cercò di incentivare l'economia. Nel 1860, infine, l'Abruzzo entrò a far parte del nuovo Regno d'Italia.
Si allega l'approfondimento di Iocco sulla Storia dell'Abruzzo.
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