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10 dicembre 2020

Angelo Iocco, La storia dell’Abruzzo.


 La storia dell’Abruzzo

di Angelo Iocco


La regione dell’Abruzzo (anticamente gli Abruzzi) fu popolato sin dall'età della pietra da gruppi che si erano stanziati lungo la valle dei fiumi Tronto, Vibrata e Sangro, nella conca di Sulmona e in quella del Fucino. La maggior parte dei ritrovamenti Archeologici effettuati risale, però, alle epoche successive. In particolare, reperti dell'età del bronzo sono stati rinvenuti nella zona di Conelle-Ortucchio nel bacino del Fucino, e resti dell'età del ferro nelle vicinanze di Atri, Loreto, Aprutino e Capestrano.

Fra l'VIII e il IV secolo a.C. la regione era abitata da gruppi di pastori, tutti di stirpe sannitica. Queste popolazioni si chiamavano Marsi, Peligni, Pretuzi, Marrucini, Vestini, Equi, Frentani, ecc., e abitavano in città cinte da mura fortificate, al cui interno si trovavano grandi santuari: era qui che le comunità, dopo essersi riunite, prendevano le più importanti decisioni politiche e militari. Da alcune testimonianze archeologiche pare che le armature dei soldati fossero costituite da una spada corta, da una lancia e da due dischi metallici, posti uno sul petto e l'altro sulla schiena per proteggere il cuore.

Dopo dure e lunghe guerre chiamate "guerre sannitiche", i Romani tra il IV e il III secolo a.C. assoggettarono le popolazioni che vivevano nella regione: l'Abruzzo divenne, così, parte integrante dello Stato romano che si stava ingrandendo sempre di più. Fra le diverse opere realizzate in questo territorio ci furono teatri, anfiteatri, terme e numerose strade che collegavano l'Abruzzo con Roma e con le altre parti dell'Impero. I Romani tentarono anche di prosciugare il Fucino per ricavare altre terre coltivabili impiegando nella grandiosa opera ben 30.000 schiavi.

Tramontato l'Impero romano, l'Abruzzo conobbe le terribili invasioni dei popoli barbari e la dominazione dei Longobardi che divisero il territorio in sette feudi chiamati "gastaldati". Furono poi i Franchi a dominare la regione fino al XII secolo e a darle il nome di Marsia. Durante questo periodo le coste erano esposte alle incursioni dei terribili pirati Saraceni. Con l'occupazione normanna, infine, la regione fu unita al Regno di Sicilia, che comprendeva tutta l'Italia meridionale.

Nel XIII secolo, Federico II, della dinastia degli Svevi succeduta a quella normanna nella dominazione del Regno di Sicilia, volle unificare il territorio abruzzese diviso tra le potenti signorie feudali. Dopo la dominazione degli Angioini, che durò fino agli inizi del XV secolo, arrivarono gli Spagnoli. Fiorirono dinastia come i Camponeschi, i Pretatti, i Quatrario, i Melatini, che favorirono il commercio attraverso i tratturi e le vie del mare, ma anche numerose guerre intestine tra fazioni, parteggiando ora per questo sovrano o quell’altro che si andava insediando a Napoli.

Il periodo della dominazione spagnola dal XVI secolo, fu per la regione uno dei periodi peggiori della sua storia dopo quello delle invasioni barbariche. Sotto il cattivo governo spagnolo l'Abruzzo fu considerato nulla di più che una regione di confine; l’Aquila, che era diventata una bella e fiorente città, perse rapidamente importanza, ridotta a semplice roccaforte militare; inoltre la terra venne abbandonata a se stessa e le montagne si riempirono di briganti. Soltanto le città della costa riuscirono a migliorare le loro condizioni economiche grazie al commercio con i territori veneziani al di là dell'Adriatico. Con la dominazione borbonica, che durò dal XVIII al XIX secolo, la vitalità della regione riprese vigore; furono portate avanti le opere di bonifica del Fucino, vennero costruite nuove strade, si cercò di incentivare l'economia. Nel 1860, infine, l'Abruzzo entrò a far parte del nuovo Regno d'Italia.

Si allega l'approfondimento di Iocco sulla Storia dell'Abruzzo.

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