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16 marzo 2024

Lu Cantastorie. Le nuove canzoni abruzzesi.


Canzoni abruzzesi rielaborate da Roberto Mancinoni
LA CIPULLATE
LU CIUFFILE DI 'NZINE di Roberto Mancinoni e Mario Bosco
LA UNGIARIE
LA CALAMITE
POVER'ARTIERE
OILI' OILA' di Cesare de Titta, elaborazione R. Mancinoni
SALDARELLA di Raffaele Fraticelli e Roberto Mancinoni
CUNCETTA LA CASTELLINA
RICCIULELLA
L'APERTURA DELLA FESTA di Mario Bosco e R. Mancinoni
BIM BUM BAM
BRIGANTI
COTTE E CRUDE
LU SANT'ANTUNE di Mario Bosco e R. Mancinoni
SCIA' CCISE di Francesco Brasile e R. Mancinoni
SALDARELLA DISPETTOSA di R. Artese e R. Mancinoni.

Ettore Montanaro commemorato a Francavilla al mare a 20 anni dalla morte 1962-1982.


14 febbraio 2024

Canzoni abruzzesi. Coro folkloristico Giulio Sigismondi, 1980.


RASSEGNA DI CANZONI ABRUZZESI, CONCERTO DEL CORO "GIULIO SIGISMONDI" DI SAN VITO CHIETINO, 1980, direttore artistico Virgilio Sigismondi.

CANZUNA NUSTRE
canzone vincitrice alla Festa delle Canzoni di Lanciano del 1922
di Giulio Sigismondi - Giuseppe Garagrella

'EME VULATE
canzone di Virgilio Sigismondi - Antonio Di Jorio

J'ABBRUZZU
canzone della Maggiolata di Ortona 1948
di Carlo Perrone - Nazzareno De Angelis

ALL'ORTE
popolare, elaboraz. Giuseppe Di Pasquale

AMORE AMORE 
popolare, elab. Di Pasquale

VULESSE
canzone presentata alla Festa di Lanciano 1922
di Giulio Sigismondi - Giuseppe Gagarella

CANTO DELLE LAVANDAIE
popolare, elab. Di Pasquale

LA SALDARELLE
di Giulio Sigismondi - Arturo De Cecco

LA SEMENE
di Giulio Sigismondi - Arturo De Cecco

LA JERVE A LU CANNETE
popolare

L'ARIE DE LU METERE
popolare, elab. don Ottavio de Caesaris

L'ARTA CCHIU' PRELIBBATE
alla Festa delle canzoni di San Vito del 1947
di Giulio Sigismondi

LAMENTO DELLA VEDOVA
popolare, elab. Ennio Vetuschi

MO VE'...MO VA'
popolare

TUTTE LE FUNTANELLE
popolare

PAESE ME'
scritto nel 1949 da Antonio Di Jorio

LUCENACAPPELLE
presentata alla Festa di Lanciano del 1922
di Giulio Sigismondi - Giuseppe Gargarella

QUANDE LA FIJA ME'
popolare

VUCCUCCIA D'ORO
presentata alla Maggiolata del 1920
di Cesare De Titta - Antonio Di Jorio

S'UCCHIE
presentata alla Festa di Lanciano del 2922
di Pier Andrea Brasile

LA TRESCHE
scritta negli anni '20 per Orsonga
di Giulio Sigismondi - Gaetano Silvery

13 febbraio 2024

Costantino Barbella scultore d'Abruzzo e il Cenacolo michettiano.

Canzoni abruzzesi, Coro Pierino Liberati di Castel Frentano.



Canzoni abruzzesi, Direttore M° Francesco Paolo Santacroce
le canzoni:
Arvì (Misantoni-Vetuschi), 
Ci stave na vote (Testa-Polsi)
Fusare nnammurate (Sigismondi)
Marrocche e frusce (De Carolis-Polsi)
Lucenacappelle (Sgisimondi-Gargarella)
Mare nostre (Illuminati-Di Jorio)
La partenza de li pecurele (Sigismondi-De Cecco)
L'avemmarije (D Loreto-Olivieri)
Tuppe e tuppe (Di Loreto-Liberati)
Stanotte è na notte d'incante (Miccoli-Liberati)
Nostalgia opera di F.P. Santacroce

3 febbraio 2024

Lorenzo Grilli, Gioacchino Volpe, Di una ribadita coerenza storiografica. Il Prof. Volpe all'Università "Pro Deo" di P.Felix A. Morlion, vol.3.

Lorenzo Grilli, Gioacchino Volpe, Qualcosa se se salvò, vol.2.

Da: Archive.org

Lorenzo Grilli, Gioacchino Volpe nello specchio del suo archivio. Qualcosa se ne salvò. La tesi di laurea e le lezioni su Bonifacio VIII. vol.1.

 

Gioacchino Volpe nell'Italia repubblicana.

Da: IASRIC

Lo storico Gioacchino Volpe, nato a Paganica (AQ) il 16 febbraio 1876 e morto a Santarcangelo di Romagna (RN) il 2 ottobre 1971, fu, all’avvio della sua attività scientifica e di ricerca, uno de principali esponenti della cosiddetta scuola economico-giuridica, che sotto l’influenza del marxismo, così come filtrato dal pensiero di Antonio Labriola e di Gaetano Salvemini, introdusse la dimensione economica e sociale nello studio del Medioevo. Professore all’Università di Milano a partire dal 1905, Volpe si convertì al nazionalismo negli anni del primo conflitto mondiale dedicandosi da allora soprattutto allo studio della storia moderna e contemporanea. Intellettuale di punta del regime fascista, fondatore dell’ISPI e dal 1929 Accademico d’Italia, non aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la fede monarchica e sabaudista che lo caratterizzava e che anche dopo la guerra, fu, insieme al nazionalismo, uno dei tratti salienti della sua produzione pubblicistica.