Gennaro Finamore e il folklore abruzzese
Laureato a Napoli in medicina nel 1865, esercitò la professione medica a Lanciano per una quindicina d'anni. Sposò nel 1891 la poetessa di Perugia Rosmunda Tomei, che insegnava letteratura italiana alla Scuola Normale Fonseca-Pimentel di Napoli. Interessato alla demologia durante gli anni napoletani, dove frequentava tra gli altri gli abruzzesi Silvio e Bertrando Spaventa e i pittori Palizzi.
Autore del Vocabolario dell'uso abruzzese (Carabba, Lanciano,
1880), importante documento scientifico redatto nella parlata della natia
Gessopalena, recensito dal grande folklorista siciliano Giuseppe Pitrè e poi da vari studiosi francesi, belgi, americani
e tedeschi. Grazie alla relazione su quest'opera del filologo Francesco D'Ovidio, fu nominato nel 1895
docente ad honorem di lettere al ginnasio-liceo di Lanciano.
Altre opere di Finamore sono Canti popolari di Gessopalena (1865)
e Tradizioni popolari abruzzesi (1882).
I
primi testi riguardano il suo paese di Gessopalena: "Delle condizioni
economico-agricole di Gessopalena" e "Canti popolari di Gessopalena",
la prima risente dell'influsso del positivismo nella modernizzazione rurale del
paese, il secondo è il primo frutto dell'interesse di Finamore per la
tradizione popolare abruzzese e il linguaggio dialettale.