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23 novembre 2020

Angelo Iocco, Gennaro Finamore e il folklore abruzzese.


 Gennaro Finamore e il folklore abruzzese

di Angelo Iocco


Laureato a Napoli in medicina nel 1865, esercitò la professione medica a Lanciano per una quindicina d'anni. Sposò nel 1891 la poetessa di Perugia Rosmunda Tomei, che insegnava letteratura italiana alla Scuola Normale Fonseca-Pimentel di Napoli. Interessato alla demologia durante gli anni napoletani, dove frequentava tra gli altri gli abruzzesi Silvio e Bertrando Spaventa e i pittori Palizzi. 

Autore del Vocabolario dell'uso abruzzese (Carabba, Lanciano, 1880), importante documento scientifico redatto nella parlata della natia Gessopalena, recensito dal grande folklorista siciliano Giuseppe Pitrè e poi da vari studiosi francesi, belgi, americani e tedeschi. Grazie alla relazione su quest'opera del filologo Francesco D'Ovidio, fu nominato nel 1895 docente ad honorem di lettere al ginnasio-liceo di Lanciano. Altre opere di Finamore sono Canti popolari di Gessopalena (1865) e Tradizioni popolari abruzzesi (1882).

I primi testi riguardano il suo paese di Gessopalena: "Delle condizioni economico-agricole di Gessopalena" e "Canti popolari di Gessopalena", la prima risente dell'influsso del positivismo nella modernizzazione rurale del paese, il secondo è il primo frutto dell'interesse di Finamore per la tradizione popolare abruzzese e il linguaggio dialettale.